28 aprile 2009

DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA VERSUS DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA

Segnaliamo all'attenzione il recente sondaggio partecipativo disponibile sul sito www.impresavda.blogspot.com rivolto ai cittadini in merito alle "grandi opere" valdostane da ritenersi, o non ritenersi, necessarie: Aeroporto, raddoppio del tunnel del Monte Bianco, metropolitana cittadina.

Tutti possiamo liberamente esprimere la nostra opinione.

Quanti di noi però sono informati in modo completo sulle caratteristiche e sui costi dei relativi progetti?


Alcune brevi annotazioni su alcuni aspetti della democrazia partecipativa.

La democrazia partecipativa-deliberativa attribuisce tendenzialmente a tutti i cittadini livelli di responsabilità e consapevolezza maggiori.
Essa consente di agire attivamente per la cura dell'interesse generale e di partecipare al processo decisionale pubblico in maniera più estesa e intensa rispetto al passato.
Il processo deliberativo è per sua natura un processo dialettico e dinamico, che non consiste solo nel mero scambio di informazioni. Esso consente a tutti i cittadini, liberi da coercizioni ed uguali tra loro, di interagire e di creare così una opinione pubblica condivisa, ma soggetta pur sempre a mutamento, proprio in seguito al confronto continuo fra le idee individuali.

Individuazione dell'argomento o del soggetto da risolvere:
1) quale problema si vuole risolvere;
2) cosa si vuole ottenere;
3) chi deve partecipare;
4) quanto potere vuole o può delegare ai partecipanti a un processo deliberativo;
5) quanto è radicata nelle istituzioni la disponibilità nei confronti dei processi deliberativi.

Il dibattito pubblico non è una sede in cui si assumono decisioni che spettano formalmente alle autorità competenti, ma è certamente il luogo dell’ascolto e del dialogo per assumere decisioni ponderate e condivise.

In democrazia deliberativa la comunicazione è tutto perchè l'obiettivo è quello di cambiare le mentalità, e questo può avvenire solo garantendo lo svolgimento equilibrato e ordinato di processi comunicativi.

Questo comporta che la fiducia nel processo e nella ragione che dovrebbe guidare i partecipanti al processo deliberativo è essenziale.

La democrazia deliberativa è simile alla ricerca scientifica di base. Entrambe hanno una natura dinamica ed entrambe fondano le loro basi sull'incontro, l'approfondimento e il confronto di idee.

La democrazia deliberativa rappresenta una scuola di democrazia in senso ampio, quasi una palestra per il cittadino, che acquisisce responsabilità e consapevolezza del proprio ruolo.

19 aprile 2009

APPUNTAMENTI IN AGENDA: MAGGIO 2009

Nei prossimi giorni verranno pubblicate alcune foto sullo stato di salute relativo agli alberi della zona sud di Viale della Pace.

Invitiamo tutti ad inviare foto o altri suggerimenti utili.


Prossimi incontri previsti:

martedì 5 maggio 2009 ore 18.15


auditorium Scuola Media Einaudi (Viale della Pace, 11)

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mercoledi 10 maggio 2009 ore 14,30
presso Tiglio di S.Orso per passeggiata attraverso gli alberi monumentali di Aosta

Ente organizzatore Legambiente Vda


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In base alle rilevazioni effettuate nel 2008 dagli esperti del Comune di Aosta, risultavano fortemente compromesse (con problemi di carattere strutturale o fitopatie gravi) le piante sottoindicate.

Si ricorda che nel 2008 sono state tagliate 4 piante.

Percorrete il Viale della Pace dal lato sud al nord e guardate lo stato di salute delle piante ed in particolare controllate le piante (sottoindicate con il numero) segnalate con problemi di carattere strutturale o fitopatie gravi:

a sinistra salendo (le piante totali ad oggi sono 19. mentre 2 sono state tagliate lo scorso anno e non ancora rimpiazzate):

la seconda

la quarta

la sesta

la nona

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Percorrete il Viale della Pace dal lato sud al nord e guardate lo stato di salute delle piante ed in particolare controllate le piante (sottoindicate con il numero) segnalate con problemi di carattere strutturale o fitopatie gravi:

a destra salendo (le piante totali esistenti ad oggi sono 18, mentre 3 sono state tagliate lo scorso anno e ancora non rimpiazzate):

la seconda

la terza

la quarta

la quinta

la sesta

l'ottava

la nona

la decima

la quindicesima

la sedicesima

VIDEO DAI LUOGHI DEL TERREMOTO IN ABRUZZO

In riferimento al post dedicato a Giampaolo Giuliani vi segnalo il seguente nuovo video come sempre ignorato dai media "ufficiali"






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link >>>
http://www.youtube.com/watch?v=GvQ2IRsBbGk&feature=player_embedded

15 aprile 2009

MANCATA APPLICAZIONE ART. 25 STATUTO COMUNALE: ELEMENTI DI RIFLESSIONE

Il Coordinamento dei Comitati di Quartiere della città di Aosta nell'ultima riunione ha fatto il "punto sulla situazione” in merito alla mancata applicazione dell’articolo 25 dello Statuto del Comune di Aosta, finalizzato a stabilire i compiti e le modalità di partecipazione dei cittadini nei Comitati di Quartiere.

Il Coordinamento dei Comitati di Quartiere della città di Aosta ha ribadito che, nonostante le richieste siano state avanzate già nel lontano 2006, reiterate nel 2007 e 2008 e gli impegni (verbali) assunti dall’Amministrazione Comunale tramite l’allora assessore Agostino Salvatore, nulla di definitivo è stato messo nero su bianco.

Il Coordinamento dei Comitati di Quartiere chiede di ricevere informazioni e chiarimenti in merito ai seguenti punti:

a)di essere informato sullo stato dei lavori della Commissione competente su quest’argomento;

b) di poter avere una bozza di tale regolamento, se disponibile;

c) di essere audito, assieme ad una delegazione dei Comitati, dalla Commissione stessa, con lo scopo di conoscere gli intendimenti futuri da parte dell'Amministrazione comunale


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Un punto di vista in materia, in fase di approfondimento, da parte del Comitato Amici del Viale.

Comitati e funzioni di iniziativa, di proposta, di vigilanza o di partecipazione

1. hanno funzioni di iniziativa, di proposta e di vigilanza sulle attività comunali di interesse del quartiere.

2. I Comitati o altra denominazione (di quartiere) possono rivolgere ai competenti Organi del Comune richieste, interrogazioni e proposte di deliberazioni, in ordine ai servizi comunali di interesse ed a speciali situazioni sociali o economiche della popolazione; gli Organi comunali debbono prendere determinazioni in ordine a tali atti con le modalità previste dal Regolamento.

3. I Comitati o altra denominazione (di quartiere) avanzano proposte per la formazione degli atti di programmazione comunale ed esprimono parere sui conseguenti atti sottoposti all’approvazione del Consiglio Comunale; esprimono, inoltre, parere in ordine all’adozione dei piani urbanistici; esprimono, altresì, parere sui Regolamenti che disciplinano i servizi di interesse e le attività

4. I Comitati o altra denominazione (di quartiere) svolgono azione di vigilanza sull’andamento dei Servizi e sulle altre attività comunali di interesse che non sono affidati alla loro gestione, richiedendo informazioni al Sindaco, ai Dirigenti competenti, agli Organi di Amministrazione di Aziende ed Istituzioni, compiendo rilevazioni o promuovendo consultazioni o indagini presso gli utenti dei Servizi.

5. I Comitati o altra denominazione (di quartiere), sulla base dei principi dello Statuto in materia di partecipazione, possono disciplinare la partecipazione, anche attraverso consulte, delle persone residenti o che hanno una sede individuabile di attività e delle forme associative di interesse, alla formazione di deliberazioni di rilevante interesse per la propria comunità o all’esame di specifici problemi della popolazione o del funzionamento dei Servizi sul proprio territorio.

13 aprile 2009

TERREMOTO IN ABRUZZO: NOTIZIE NON RIPORTATE NEI TELEGIORNALI NAZIONALI

Fare previsioni è un mestiere difficile. Ci si espone al rischio di figuracce. Ne sa qualcosa Bertolaso. Non più tardi di martedì 31 Marzo 2009, intervenendo a Roma ad un convegno il responsabile della Protezione Civile dichiarò, a proposito delle scosse di terremoto che continuavano a scuotere l'Abruzzo "non sono tali da preoccupare ma purtroppo a causa di imbecilli che si divertono a diffondere notizie false siamo costretti a mobilitare la comunità scientifica per rassicurare i cittadini."

Quello che è successo la mattina del lunedì seguente ora lo sappiamo tutti.
Primo bilancio ufficiale del sisma: 292 morti. Il numero dei feriti ancora non viene riportato dagli organi di informazione. Il dato stimato dei senza casa è di oltre 20.000 persone.

La tesi ufficiale: i terremoti non si possono prevedere..

Quindi qualcuno aveva avanzato dei dubbi sull'argomento. Come mai nei nostri telegiornali nessuno ha intervistato questo ricercatore che si chiama: Giampaolo Giuliani.

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Ecco un interessante nota stampa adnkronos del 7 aprile 2009

"Dovranno rispondere di calunnia coloro che hanno denunciato per procurato allarme Giampaolo Giuliani, il ricercatore presso i Laboratori nazionali del Gran Sasso che pochi giorni fa aveva previsto il terremoto che ha flagellato l'Abruzzo". Lo afferma il Codacons, in una nota, spiegando che "presentera' oggi 7 aprile 2009 una nuova denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica dell'Aquila, in cui si chiede di aprire delle indagini per calunnia e violenza privata".

"Il reato di calunnia e' ipotizzabile verso coloro che hanno sporto denuncia per procurato allarme contro Giuliani il quale, come si e' visto, aveva pienamente ragione e potrebbe essere stato ingiustamente diffamato", spiega il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi.

"La fattispecie di violenza privata, invece -continua Rienzi- potrebbe configurarsi, se la magistratura lo riterra' necessario, verso coloro che, senza verificare se le affermazioni del Giuliani fossero fondate o meno, hanno avviato l'azione e posto sotto indagine il ricercatore il quale, intimidito da tale azione nei suoi confronti, ha desistito dai suoi intenti a tutela della popolazione locale".

7 aprile 2009

IPPOCASTANI NEL VIALE: SPUNTANO LE PRIME FOGLIOLINE...

"E se la forza della natura avesse la meglio".
Così alcune persone della zona commentavano lo spuntare delle prime foglioline sugli alberi del Viale della Pace. Ma i tecnici, alcuni mesi or sono, non avevano messo nero su bianco che alcune piante (forse più di sei) erano ancora sicuramente da tagliare... Il test effettuato a suo tempo aveva rilevato che la loro funzione vitale era seriamente compromessa.

In fondo "gli alberi non sono pali da conficcare nella terra e da dimenticare: gli alberi non parlano, non urlano, non si lamentano. ... Sta a qualche serio e sapiente esperto consigliare i posti, gli spazi vitali e adatti per dar loro un futuro degno...".

Come ci piacerebbe sentire parlare le piante. Chissà quante cose da raccontarci avrebbe il "cedro del libano" tagliato dopo ben 97 anni di vita serana in via Mons. Stevenin forse, dicono alcuni attenti osservatori del luogo, per fare spazio ad un venale passa carraio per rendere accessibile un fondo intercluso privato adiacente.

Quante altre cose potrebbe ancora raccontarci... se fosse ancora tra noi.

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A giorni è prevista la pubblicazione di altre foto di alberi da poco piantati e già seriamente compromessi. Potete inviare voi stessi alcune foto.

6 aprile 2009

AGLI ALBERI INFELICI... NON SOLO NUMERI, MA ENTITA' VIVENTI.

Articolo tratto da La stampa del 6 Aprile 2009.
Gli alberi infelici di Milano
PAOLO PEJRONE

Novantamila alberi non sono uno scherzo: anzi, se piantati sono un bel pezzo di parco della «Mandria». Il Maestro Abbado ha chiesto e ottenuto per tornare a Milano e per far musica, la sua grande musica, novantamila alberi, per la Città e per i suoi cittadini: una vera foresta in cambio di note, tantissime note. Un vero baratto di bellezze.

L’idea è certamente originale, è generosa, è grandiosa. Ma avrà mai la città di Milano una superficie (certamente in tanti pezzi separati) libera o quasi, comunque sufficiente a tenere in vita una valanga botanica di quest’ordine?

Gli alberi sono alberi, con radici, rami, tronchi e foglie, e devono (dovrebbero in questo caso) essere dotati del loro spazio vitale per attecchire, crescere e vivere. Un albero: pioppo, faggio, tiglio, bagolaro, frassino, platano o quercia (tanto per parlare delle più comuni essenze adatte alle terre padane), quando cresciuti, quando adulti, hanno bisogno, contando giusto giusto, poco poco, da 50 a 60 metri quadri di superficie.

E allora? Cinquanta per novantamila, contando giusto giusto, poco poco, fanno tra i 400 e i 500 ettari, non calcolando i prati, anche loro salutari e benefici, non calcolando strade e parcheggi, anche loro necessari e molto utili...

Gli alberi non sono pali da conficcare nella terra e da dimenticare: gli alberi non parlano, non urlano, non si lamentano. Possono essere felici e possono essere infelici. Sta a qualche serio e sapiente esperto consigliare i posti, gli spazi vitali e adatti per dar loro un futuro degno e una vita prospera e lieta e per prevedere le cure essenziali per una vita sana e... vegeta.

Un bosco di alberi infelici, predestinato alle decimazioni, non dà gioia. E diventa, per la sua calcolata ed elucubrata efficienza, uno spazio triste e funebre: gli alberi non sono numeri, sono entità viventi.


L’abitudine antica e demagogica praticata da tanti sindaci durante le campagne elettorali o nei resoconti di fine anno, quella di ridurre alberi a numeri e ad astratte quantità, a me ricorda una terribile epoca fatta di campi e di uomini ridotti a cifre.

Ben vengano le provocazioni, quelle verdi e generose di un’utopia entusiastica e bulimica, ben vengano però il rispetto e l’amore per le piante, che negli anni Duemila soffrono ancora di trattamenti duri e utilitaristici, e spesso sono ridotte a semplici oggetti d’uso (dal legno... all’ombra!).

La vita, il generoso e misterioso processo dell’evoluzione dal seme al grande albero ha bisogno del nostro amore, delle nostre cure e della nostra protezione. I numeri, quelli grandi e quelli piccoli, possono spaventare e produrre effetti opposti: nella loro bizzarra astrazione possono fare più male che bene.