31 gennaio 2016

GESTIONE RIFIUTI VDA: L'ASSOCIAZIONE VALLE VIRTUOSA RIBADISCE DUBBI E PERPLESSITA'

http://www.vallevirtuosa.it/nuovo-piano-rifiuti-come-gettare-al-vento-lennesima-occasione/

http://www.zerowasteitaly.org/report-prestazioni-capitali-europee/



Novità dal Piemonte:
Iren acquisice il controllo dell'inceneritore del Gerbido. Iren sale così all'80% di Trm, la società che gestisce il Gerbido. Aveva già il 49%. Ora ha comprato il 51% di F2i, il fondo con cui, nel 2012, aveva acquistato dal Comune di Torino l'80% delle quote. Costo dell'operazione: 94,5 milioni di euro. Entro il 2020, l'inceneritore diventerà l'unico impianto regionale e servirà tutto il Piemonte. Nel 2015, ha bruciato oltre 38 mila tonnellate di immondizia della Liguria. Per il 2016 per i primi sei mesi ne arriveranno altre 35 mila. 

24 gennaio 2016

GESTIONE RIFIUTI IN PIEMONTE: SULLE NUOVE PROPOSTE SI INNESCA IL DIBATTITO

E' stato presentato da IREN un progetto inerente una prossima fase della gestione rifiuti (si veda  "La Stampa" del 24 dicembre 2015 per la proposta di IREN). Non si conoscono ad oggi le specifiche dell’impianto IREN ed AMIAT. Alcune prime osservazioni delle associazioni  operanti in Piemonte. 

1. Denunciamo il conflitto di interessi: IREN è proprietaria sia di AMIAT che di TRM, le Aziende che gestiscono: una la raccolta rifiuti e l'altra lo smaltimento nell’inceneritore del Gerbido. E’ evidente che “l’affaire rifiuti” si gioca con la gestione dello smaltimento: più rifiuti ci sono, più si guadagna. A Torino la Raccolta Differenziata non decolla: occorre alimentare l’inceneritore. I Sindaci di Torino sono stati fautori della costruzione dell’inceneritore e hanno sottoscritto un contratto di servizio che garantisce utili dallo smaltimento, in ogni caso, sino al 2034. Ricordiamo che è tutt'ora in vigore la legge regionale 24/02 che vieta alla stessa Azienda di operare contemporaneamente su raccolta e smaltimento per evidente conflitto di interessi.

2. Evidenziamo che la lettura del diritto europeo che emerge dall'articolo de “La Stampa” è fuorviante perché è vero che la direttiva 2008/98/CE in materia di rifiuti non detta percentuali di differenziata da raggiungere entro un certo termine, ma chiede un aumento percentuale di rifiuto effettivamente recuperato e di effettivamente riciclato in termini di peso entro il 2020 (art. 11 par. 2 lettere a) e b)). Inoltre l'art. 11, par. 1, vincola gli Stati membri ad istituire entro quest'anno la raccolta differenziata almeno per carta, metalli, plastica e vetro, mentre il progetto IREN (con la sola eccezione del vetro), raccoglierà i rifiuti in un unico contenitore stradale; tali rifiuti saranno differenziati a valle della raccolta in un impianto da costruire entro il 2020 a Borgaro.
Oltre a tariffe sempre più elevate per la raccolta rifiuti, i cittadini torinesi rischiano di doversi accollare le sanzioni europee a causa delle scelte proposte da IREN pur di “smaltire” all'inceneritore TRM (come da contratto di servizio). Mentre tutta Europa va verso una differenziazione più spinta, IREN imbocca la direzione contraria. Una scelta antistorica, antieconomica e antiecologica.

3. Ribadiamo che l’avvio/estensione della raccolta differenziata è un investimento, non una spesa a perdere. Riducendo i rifiuti da smaltire si abbattono i costi di smaltimento e aumentano i ricavi dalla vendita delle materie prime seconde (bilancio AMIAT 2012: + 5 milioni di euro). La raccolta differenziata al 42% (in regressione) è ferma da molti anni. Il Comune afferma di non disporre delle risorse economiche necessarie al rilancio perché “la raccolta differenziata costa”. L’Amministrazione comunale deve rispettare il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata al 31-12-2012 previsto dalla legge nazionale 152/06.

4. Sottolineiamo la necessità di adottare impianti per un “ulteriore recupero di materia”, situati a valle di obiettivi significativi quali: – 15% come riduzione e 70% come Raccolta differenziata, senza trasformazione in combustibile solido secondario del residuo, inseriti in un piano di gestione che esprima le massime potenzialità che la gerarchia europea impone:
- Prevenzione/riduzione (obiettivo riduzione della produzione rifiuti pro capite).
- Raccolta differenziata porta/porta con servizio esteso a tutta la città.
- Campagne per il riuso degli oggetti e materiali ed estensione della rete degli Ecocentri in tutta la città. con modelli di funzionalità analoghi a quello di via Arbe a Torino.
- Impegno amministrativo e politico verso l’obbiettivo “Rifiuti zero” ed “Economia Circolare”

5. Chiediamo di adottare e adattare il sistema tariffario e di gestione dei rifiuti utilizzato dai consorzi Contarina, Chierese Servizi (74,1% di raccolta differenziata) e Consorzio Medio Novarese (65%), che come riconosciuto dalla DGR 21 dicembre 2015 n. 72-2682, forniscono le migliori performances.

6. Osserviamo che la raccolta della carta a Torino ha raggiunto livelli di eccellenza: Cartesio intercetta circa l’80% del prodotto immesso sul mercato. Ri-buttare carta nell’indifferenziato significa distruggere un valore educativo ed ambientale oltre a distruggere una operatività positiva economica e culturale. Questo è un rischio “INACCETTABILE”.

20 gennaio 2016

“LA SALUTE VIEN MANGIANDO: ALIMENTARSI O NUTRIRSI?”

INVITO


ALL'INCONTRO “LA SALUTE VIEN MANGIANDO: ALIMENTARSI O NUTRIRSI?”

UN INCONTRO SU ALIMENTAZIONE E SALUTE
“LA SALUTE VIEN MANGIANDO: ALIMENTARSI O NUTRIRSI?”
Venerdì 22 gennaio dalle 20.45 sala convegni BCC Aosta

“La salute vien mangiando: alimentarsi o nutrirsi?” è il titolo dell’incontro, organizzato dal Codacons della Valle d’Aosta in collaborazione con Mariateresa Caselli, biologa e nutrizionista, referente per la nutrizione per l’ordine nazionale dei Biologi in Valle d’Aosta, previsto venerdì 22 gennaio prossimo ad Aosta nella sala convegni BCC in Piazza Arco di Augusto 10.
L’incontro informativo, inserito nell’ambito del progetto “Frontiere della salute”, si propone di rispondere a quesiti come: cosa significa mangiare bene? Che differenza c’è tra alimentarsi e nutrirsi? Quali sono i programmi alimentari più diffusi (dieta mediterranea, a zona, vegana ecc…)? Quali i rischi di una alimentazione scorretta?
La serata si aprirà con i saluti di Giampiero Marovino, Presidente dell’Associazione Codacons Valle d’Aosta ONLUS. Tra i temi affrontati durante il suo intervento anche le intolleranze alimentari, l’importanza delle analisi di laboratorio e della valutazione funzionale dell’intestino.

BUON SENSO CERCASI... RIFIUTI: LE NOVITA' IN SEDE DI CONFERENZA DELLE REGIONI

Rifiuti: le regioni esprimono parere in merito al Dpcm sugli inceneritori. 
Le Regioni si sono divise sul parere relativo al dpcm che punta a dotare il Paese di nuovi inceneritori ( otto nell’ultima versione). Al termine della Conferenza delle Regioni del 20 gennaio 2016  emerge quanto segue:
parere positivo, ma a maggioranza e non all’unanimità. Infatti 15 Regioni dicono sì, ma condizionando l’ok all’accoglimento di un emendamento che stabilisca nel dpcm che possano essere le Regioni a decidere in base all’evoluzione dei piani regionali di raccolta differenziata. Insomma che gli inceneritore che vengano fatti nelle realta in cui la necessità dell’impianto si verifichi dopo una proiezione sui fabbisogni futuri e in relazione ai piani regionali. 
Lombardia, Marche, Umbria, Abruzzo e Molise hanno espresso un no secco. 
Per il dpcm inceneritori “il parere positivo è condizionato a emendamenti e osservazioni in relazione all’integrazione tra piani regionali e il piano nazionale”, spiega Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, a margine della riunione di quest’ultima, dicendosi “convinto che il governo le accoglierà” alla Conferenza Stato Regioni. 
Insomma si faccia una ricognizione sui nuovi impianti con carattere ricognitorio e che le decisioni sulla realizzazione degli impianti e la pianificazione spettino alle Regioni attraverso i rispettivi piani di gestione” il tutto tenendo conto del trend di crescita della raccolta differenziata. E' evidente che cambiando i dati di partenza della pianificazione  non servirà l’inceneritore.  Per quanto riguarda la frazione organica, il dpcm presenta “la fotografia della situazione esistente” degli impianti per trasformarla in Frazione organica stabilizzata (Fos) “e la programmazione del fabbisogno futuro” La richiesta è che “se questa frazione è sottoposta a un trattamento industriale non sia più da considerarsi un Rifiuto solido urbano (Rsu)” ma che quindi la Fos “debba essere considerato rifiuto speciale”, che “non è sottoposto al preventivo accordo fra le Regioni sullo spostamento dei flussi ma diventa un prodotto sottoposto a regime di libera circolazione”, come Materia prima seconda. 

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Interpellanza sulla chiusura del ciclo dei rifiuti nella seduta consiliare del 20 gennaio 2016
La gestione dei rifiuti è stata anche al centro di un'interpellanza presentata dal gruppo ALPE nella seduta consiliare del 20 gennaio 2016.
Il Consigliere Fabrizio Roscio ha illustrato l'iniziativa: «Il testo del collegato ambientale alla legge di stabilità 2014, approvato di recente dal Parlamento, elimina l'obbligo del trasporto fuori regione delle frazioni non riciclabili, e non smaltibili in discarica, da destinare a incenerimento, così come previsto dal Piano regionale dei rifiuti e fino ad oggi dalla normativa sulle discariche. Alla luce di queste modifiche, ci chiediamo se a livello regionale vi sia l'intenzione di non procedere all'incenerimento fuori Valle delle frazioni ad alto potere calorifico, allo scopo di perseguire l'autosufficienza regionale nella chiusura del ciclo dei rifiuti e, nel contempo, di potenziare le misure di prevenzione, recupero di materia e riduzione.»
Nella risposta, l'Assessore al territorio e ambiente, Luca Bianchi, ha riferito: «Il collegato ambientale riporta effettivamente l'abrogazione della norma sul divieto dello smaltimento in discarica dei rifiuti aventi potere calorifero maggiore di 1300 Kj/kg (ricordo che è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 18 gennaio 2016 e troverà applicazione dal 2 febbraio prossimo), ma si ritiene che non possa essere letta in maniera semplicistica. Allo stato attuale, tenuto conto di quanto previsto dal nuovo Piano regionale dei rifiuti, vi è la possibilità di smaltire i rifiuti in discarica, compresi quelli aventi PCI superiore a 13000 Kj/kg: pertanto non vi è l'esigenza di avviare all'incenerimento fuori regione rifiuti urbani. Inoltre, bisogna tenere presente che è in forte evoluzione la disciplina comunitaria dei rifiuti urbani e delle discariche: a dicembre 2015, la Commissione europea ha approvato un documento che propone di rivedere le direttive sulle discariche. A seguito di questa direttiva, lo Stato italiano dovrà novellare le norme relative a questa tematica. Le principali novità riguarderanno non solo i maggiori limiti per il recupero dei rifiuti valorizzabili, ma i vincoli molto restrittivi di smaltimento in discarica dei rifiuti urbani. È chiaro, quindi, che nell'individuazione delle modalità di gestione dei rifiuti, ivi compresi quelli residuali da trattamento, si dovrà tenere conto anche di questa evoluzione normativa. Sarà cura dell'Assessorato informare la Commissione consiliare competente su queste novità. Sottolineo, infine, che gli obiettivi gestionali posti dal nuovo piano regionale dei rifiuti risultano pienamente coerenti anche con le nuove disposizioni della Commissione europea, in quanto non modificano, ma potenziano, la corretta applicazione della gerarchia di gestione dei rifiuti. Sono obiettivi che il Governo regionale è fortemente impegnato a perseguire in vista di un utilizzo sempre più residuale della discarica.»
Il Consigliere Roscio ha replicato: «La buona notizia poteva essere che la Valle d'Aosta non ricorrerà all'incenerimento dei rifiuti. L'alternativa non può essere il ricorso massiccio allo smaltimento in discarica e la sfida sarà quella di contenere i costi e potenziare le iniziative volte a favorire l'economia ciclica e di recupero del materiale, così come ha dettato l'evoluzione normativa degli ultimi 20 anni. La nostra Regione ha recepito dei principi importanti, che sono in fase di realizzazione e dei quali non abbiamo ancora visto i risultati. Seguiremo il tema, perché riteniamo che si debba seguire un percorso sempre più virtuoso nella gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta.»



18 gennaio 2016

CONTINUANO LE RICHIESTE DI CHIARIMENTI AL MINISTERO DELL'AMBIENTE



Al Direttore Generale del Ministero dell'Ambiente Mariano Grillo,
Al Ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti

Ho appreso dalla stampa la proposta contenuta nella nuova bozza di Decreto Attuativo dell'art. 35 dello Sblocca Italia nella quale, rispetto alla precedente, si riduce il numero degli inceneritori da costruire nelle varie regioni d'Italia ma si prospetta sempre la stessa vecchia soluzione per la chiusura del ciclo, senza tenere conto della proposta per la gestione dei rifiuti con impianti dedicati che consentono di superare sia la discarica che l'incenerimento che ho presentato nell'incontro avuto al Ministero dell'Ambiente il 18 novembre scorso con diversi funzionari  ai quali ho lasciato una chiavetta con la documentazione relativa al mio progetto e un promemoria contenente diverse proposte operative.

Mi permetto di evidenziare che  gli inceneritori sono impianti che producono un maggiore carico inquinante totale e in particolare di CO2, rispetto alle nuove tecnologie assemblate nella mia proposta. Le soluzioni alternative che prospetto, oltre alla possibilità di recuperare materia dall'indifferenziato e di promuovere l'economia circolare, sono certamente maggiormente sostenibili anche dal punto vista del clima. Un'ultima considerazione: i nuovi inceneritori previsti sono dislocati soprattutto al sud dove c'è maggiore necessità di creare posti di lavoro che l'incenerimento dei rifiuti non dà se non in misura molto limitata.   

Pertanto chiedo che la Direzione Generale del Ministero dell'Ambiente e il Ministro Galletti stesso prendano atto formalmente e operativamente dell'esistenza di tecnologie in grado di sostituire gli inceneritori, dal momento che questi impianti sono venduti in Italia e, tra l'altro, costano meno degli inceneritori. A tale proposito avevo concordato di organizzare con la Conferenza delle Regioni e la collaborazione del Ministero dell'Ambiente un incontro rivolto agli Assessori all'Ambiente di tutte le Regioni d'Italia avente per oggetto la presentazione da parte della sottoscritta delle nuove ed efficaci tecnologie per gestire le diverse tipologie di rifiuti compresi gli indifferenziati (vedi mia mail al Ministero e alla Conferenza delle Regioni del 19-11-2015).

Ricordo che il Ministro Galletti, quest'anno a Ecomondo, ha appreso direttamente dalla sottoscritta l'esistenza di tali impianti per trattare l'indifferenziato nel corso dell'incontro realizzato dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile e, quando al termine del suo discorso gli ho comunicato che la mia proposta ha ricevuto l'attenzione del Commissario Europeo all'Ambiente Vella, il Ministro mi ha riposto davanti ai tanti presenti che affollavano il tavolo dei relatori, affermando che saranno realizzati gli impianti che propongo.
Del resto nella scala gerarchica che norma la gestione dei rifiuti il recupero di materia è prioritario all'incenerimento.
  
In attesa di una risposta porgo cordiali saluti
dott.ssa Margherita Bologna

11 gennaio 2016

Ecco cosa succede se manca la programmazione nel settore gestore rifiuti

Tra mala programmazione e spreco di risorse qualche buon esempio...
Tutti chi prima o chi poi iniziano a capire che nei territori in cui si differenzia in modo corretto (dall'80 per cento in su) tendono a diminuire le discariche e gli inceneritori. E' interessante partire per esempio dalla storia dell'inceneritore di Raibano (provincia di Rimini). Purtroppo ancora pochi amministratori pubblici  conoscono le nuove tecnologie che permettono di superare l'incenerimento dei rifiuti. Quando la raccolta differenziata cresce  spesso  gli inceneritori realizzati si trovano "affamati". E questo anche se c'è il mercato libero degli speciali o degli urbani che diventano speciali dopo un sommario processo di tritovagliatura come sta succedendo per i rifiuti di Roma che raggiungono ancora oggi l’Emilia Romagna.  

Con gli ultimi provvedimenti (vedasi  decreto "sblocca italia") le nostre autorità portano di fatto avanti gli  interessi dei vari gestori degli impianti. All'opinione pubblica, invece, si continua a ribadire la necessità di dare "solidarietà istituzionale" ad altre Regioni.

Serve un cambio di prospettiva.

Occorre informare meglio i cittadini della possibilità di superare le scelte politiche dell'incenerimento attraverso la promozione dell'economia circolare. Per esempio ora con la nuova legge l'Emilia Romagna  è tra le più avanzate in Europa.  La spinta in questo caso proveniente dal basso  da parte di comitati e dalle organizzazioni come Rifiuti Zero e Riciclo Totale hanno dato i loro frutti. Ora gli inceneritori esistenti,  diventano quasi un intralcio per realizzare politiche ancora più avanzate come quelle proposte dal progetto di Riciclo Totale le cui osservazioni non sono state recepite integralmente  nel nuovo Piano Regionale dei Rifiuti perché "SBANCHEREBBERO" da subito tutti gli inceneritori e discariche in regione.