31 agosto 2012

LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL'AMBIENTE

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Lettera aperta Al Ministro dell'Ambiente


Con riferimento alla lettera inviata al Presidente della Giunta Regionale della Valle d’Aosta da parte del Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dell’Ambiente, dott. Sebastiano Serra, relativa allo smaltimento finale dei rifiuti nella Regione e al referendum indetto per escludere gli impianti di trattamento a caldo, il Comitato per il Sì, sostenitore di tale proposta di legge di iniziativa popolare, intende precisare quanto segue.

In ordine al merito tecnico e in relazione al principio cardine espresso dal dott. Serra circa la necessità di chiudere il ciclo dei rifiuti nella Regione stessa, si precisa che l'impiantistica scelta dalla Regione, basata su pirolisi o gassificazione, non risulta in grado né di chiudere il ciclo nel territorio regionale, né di evitare il ricorso all'uso della discarica. Peraltro l’amministrazione regionale non ha mai fornito le caratteristiche tecniche dell'impianto di pirogassificazione, comprendente gli schemi di processo, i flussi di massa, il destino dei gas di sintesi e il fabbisogno di discarica.

Per quanto riguarda il secondo principio cardine, cioè la necessità di privilegiare l’ordine di priorità fissato dalle direttive comunitarie, si fa presente che attualmente in Valle d'Aosta tale gerarchia non viene rispettata, in quanto le azioni per la prevenzione non hanno conseguito risultati significativi e duraturi, inoltre il recupero di materia è inadeguato, infatti non viene praticata la raccolta e la gestione della matrice organica, che pure costituisce una frazione importante, e i livelli di raccolta differenziata sono molto al di sotto di quanto fissato dalla legge (appena il 44% rispetto all'obiettivo del 65% fissato dal D.Lgs 152/06 per la fine del 2012). In aggiunta a ciò il trend di crescita della raccolta è del tutto insufficiente per garantire il rispetto dei termini fissati dalla legge, con il rischio di far attribuire all’Italia una procedura di infrazione da parte della Comunità europea.

Peraltro una recente determina (8 giugno 2012) del Parlamento europeo richiede, entro il 2014, agli stati membri delle azioni concrete per non bruciare quanto riciclabile e compostabile, mentre il bando di gara del pirogassificatore prevede di bruciare tutto l’indifferenziato, ivi compreso l’organico.

In ragione del modesto numero di abitanti, 126.000 in totale, la produzione di rifiuti risulta piuttosto esigua, circa 42000 tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati nel 2010, che costituiscono il 56% del totale dei rifiuti prodotti. (Fonte ORR – rapporto 2012).

Il rispetto della gerarchia nel trattamento dei rifiuti da parte della Regione Autonoma Valle d'Aosta produrrebbe un residuo di rifiuti indifferenziati annui di circa 20.000 tonnellate, (la taglia prevista per l'impianto è di 60.000 tonnellate/anno), che non giustificano la costruzione di un impianto dedicato a caldo e la conseguente spesa di 225 milioni di euro.

Se si considera il contesto in cui tale impianto sarà collocato si ricorda che la Valle d'Aosta presenta caratteristiche di regione alpina, sia per quanto riguarda gli aspetti morfologici e meteo climatici, sia per quanto riguarda gli insediamenti antropici. La conformazione di valle e l'inversione termica presente per gran parte dell'anno ostacolano la dispersione degli inquinanti nel fondovalle, dove risiede gran parte della popolazione. La Regione rientra pertanto nella tipologia delle vallate alpine per le quali le normative europee sconsigliano gli impianti di trattamento a caldo. E’ evidente che tali caratteristiche avranno conseguenze dirette sulla salute degli abitanti oltre che sull’ambiente in cui essi vivono.

Per i motivi sopra citati riteniamo che la scelta del pirogassificatore non si adatti al contesto regionale e che aggraverebbe, in qualsiasi caso, il livello di inquinamento del territorio.

Relativamente all'affermazione “questa segreteria Tecnica ritiene prioritaria una ulteriore attenta valutazione in merito all'ammissibilità del referendum”, si ricorda in primo luogo che la Segreteria Tecnica del Ministero non è in alcun modo competente per poter esprimere giudizi in merito all'ammissibilità di un referendum; nella fattispecie, trattandosi di referendum propositivo garantito dallo Statuto Speciale della Valle d'Aosta, la competenza spetta, secondo quanto stabilito dalle l.r. 19/03, art. 7 alla Commissione regionale per i procedimenti referendari di iniziativa popolare. Tale Commissione ha espresso il suo parere in data 20.09.2011 ritenendo il quesito referendario ammissibile, in quanto attinente alla tutela della salute, e rispettoso dei limiti di ammissibilità di cui all'art. 3 della medesima legge regionale. Ha, inoltre, precisato che la Regione Valle d'Aosta può scegliere di rinunciare a impianti di trattamento a caldo sul proprio territorio, fermo restando il vincolo di chiudere il ciclo in Valle e di rispettare l'ordine di priorità nella gestione dei rifiuti, così come sancito dalla DE 98/08 e dal D.Lgs 152/06 e successive modifiche.

In conclusione il Comitato scrivente ritiene che l'amministrazione regionale della Valle d'Aosta non rispetti l’ordine di priorità nel trattamento dei rifiuti, così come imposto dalle normative ad ogni livello, cerchi di imporre un'impiantistica pesante e inadeguata al contesto e ostacoli la legittima espressione dei cittadini su una questione che attiene alla tutela della salute.

Aosta, 27 agosto 2012

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30 agosto 2012

REFERENDUM PROPOSITIVO: ECCO IL TESTO DELLA SCHEDA

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Il quesito referendario da sottoporre agli elettori sarà il seguente:
“Volete che sia approvata la proposta di legge regionale di iniziativa popolare n. 177/XIII, recante “Modificazione alla legge regionale 3 dicembre 2007, n. 31 (Nuove disposizioni in materia di gestione dei rifiuti)”


Si riportano le modifiche introdotte:
"5. In considerazione delle ridotte dimensioni territoriali della regione e dei limitati quantitativi di rifiuti prodotti, in conformità agli obiettivi di cui all’articolo 10, comma 1, al fine di tutelare la salute e di perseguire criteri di economicità, efficienza ed efficacia, nel ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti speciali non pericolosi, non si realizzano né si utilizzano sul territorio regionale impianti di trattamento a caldo quali incenerimento, termovalorizzazione, pirolisi o gassificazione.”.

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Il Decreto del Presidente della Giunta della regione Valle d'Aosta del 23 aprile 2012 n. 116 pubblicato sul BUR Valle d’Aosta n. 19 del 2 Maggio 2012 il Presidente della Giunta della Regione Valle d’Aosta ha indetto il referendum propositivo, ai sensi dell’art. 13 della L.R. 25 giugno 2003, n. 19, sulla proposta di legge regionale di iniziativa popolare n. 177/XIII, recante “Modificazione alla legge regionale 3 dicembre 2007, n. 31 (Nuove disposizioni in materia di gestione dei rifiuti)”.


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27 agosto 2012

GESTIONE RIFIUTI: IL PARLAMENTO INDICA LA STRADA, MA LA VALLE D'AOSTA NON LO SA...

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Il 24 maggio 2012 il Parlamento Europeo ha approvato una importante risoluzione dal titolo “Un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse”. Nel documento ( punto 33) che, per ora, è passato inosservato ai nostri zelanti funzionari regionali che nei giorni scorsi hanno provveduto ad assegnare (in via provvisoria) l'appalto per la costruzione del pirogassificatore per un importo pari a 220 milioni di euro.

Il Parlamento Europeo invita la Commissione Eurpea a razionalizzare l’acquis in materia di rifiuti, tenendo conto della gerarchia dei rifiuti e della necessità di ridurre i rifiuti residui fino a raggiungere livelli prossimi allo zero;
chiede pertanto alla Commissione di presentare proposte entro il 2014, allo scopo di introdurre gradualmente un divieto generale dello smaltimento in discarica a livello europeo e di abolire progressivamente, entro la fine di questo decennio, l’incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili;
ritiene che queste iniziative debbano essere accompagnate da idonee misure transitorie, tra cui l’ulteriore sviluppo di norme comuni basate sul concetto di ciclo di vita;
invita la Commissione a rivedere gli obiettivi per il riciclaggio per il 2020 della direttiva quadro sui rifiuti;
ritiene che un’imposta sullo smaltimento in discarica, già introdotta da alcuni Stati membri, potrebbe contribuire al raggiungimento di tali obiettivi.

In altre parole, il Parlamento Europeo invita gli Stati membri ad attivarsi su piu fronti ed in particolare a raggiungere l’obiettivo rifiuti zero; a abolire l’incenerimento di tutto ciò che è compostabile (i rifiuti organici) o recuperabile (la plastica, la carta) entro 8 anni.


Di fatto, poiché la maggior parte dei rifiuti indifferenziati sono materiale organico, plastica e carta, il Parlamento Europeo cala una scure su nuovi inceneritori ed invita gli Stati menbri ad emanare norme basate sul ciclo di vita dei rifiuti (Lyfe cycle).

Nel documento approvato, il Parlamento sottolinea più volte la necessità di promuove il riutilizzo e il riciclo dei materiali, ed esorta gli Stati membri «a eliminare gli ostacoli a un mercato del riciclo e del riutilizzo funzionante e a stimolare tale mercato, incoraggiando la domanda e la disponibilità di materiali riciclati e sottoprodotti».

La Valle d’Aosta pur avendo a Bruxelles un ufficio apposito sembra ignorare questa risoluzione.

La scelta della Valle d’Aosta di costruire un inceneritore (pirogassificatore) con una vita media di 25 anni si pone in modo completamente antitetico nei confrotni dell'indirizzo adottato dal Parlamento Europeo.

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Il Ministero dell'Ambiente non e' competente per esprimere giudizi su ammissibilita. La Segreteria tecnica del Ministero dell'ambiente non e' in alcun modo competente per esprimere giudizi in merito all'ammissibilita' di un referendum. Lo scrive, in una lettera inviata al Ministro Corrado Clini, il Comitato per il si' nel referendum sul pirogassificatore in programma il 18 novembre in Valle d'Aosta.

Nel merito viene precisato che proprio la conformazione e il fenomeno dell'"inversione termica" sconsiglia l'utilizzo di tali impianti di incenerimento in valli alpine.

Si riporta per intero l'ultimo lancio Ansa Regione vda sull'argomento:

La Segreteria tecnica del Ministero dell'ambiente non e' in alcun modo competente per poter esprimere giudizi in merito all'ammissibilita' di un referendum. Lo scrive, in una lettera aperta inviata al Ministro Corrado Clini, il Comitato per il si' nel referendum sul pirogassificatore in programma il 18 novembre in Valle d'Aosta.

Entrando nel merito tecnico, il Comitato ''precisa che l'impiantistica scelta dalla Regione, basata su pirolisi o gassificazione, non risulta in grado ne' di chiudere il ciclo dei rifiuti nel territorio regionale, ne' di evitare il ricorso all'uso della discarica; peraltro l'amministrazione regionale non ha mai fornito le caratteristiche tecniche dell'impianto di pirogassificazione, comprendente gli schemi di processo, i flussi di massa, il destino dei gas di sintesi e il fabbisogno di discarica''.

Per quanto riguarda ''la necessita' di privilegiare l'ordine di priorita' fissato dalle direttive comunitarie - prosegue la nota - si fa presente che attualmente in Valle d'Aosta tale gerarchia non viene rispettata, in quanto le azioni per la prevenzione non hanno conseguito risultati significativi e duraturi e inoltre il recupero di materia e' inadeguato: non viene praticata la raccolta e la gestione della matrice organica, che pure costituisce una frazione importante, e i livelli di raccolta differenziata sono molto al di sotto di quanto fissato dalla legge (appena il 44% rispetto all'obiettivo del 65%)''.

''Il rispetto della gerarchia nel trattamento dei rifiuti da parte della Regione Valle d'Aosta - si legge ancora - produrrebbe un residuo di rifiuti indifferenziati annui di circa 20.000 tonnellate, che non giustificano la costruzione di un impianto dedicato a caldo e la conseguente spesa di 225 milioni di euro''. Infine, ''la conformazione di valle e l'inversione termica presente per gran parte dell'anno ostacolano la dispersione degli inquinanti nel fondovalle, dove risiede gran parte della popolazione. La Regione rientra pertanto nella tipologia delle vallate alpine per le quali le normative europee sconsigliano gli impianti di trattamento a caldo: per tali motivi riteniamo che la scelta del pirogassificatore non si adatti al contesto regionale e che aggraverebbe, in qualsiasi caso, il livello di inquinamento del territorio''. (ANSA).

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26 agosto 2012

GESTIONE RIFIUTI: INTRECCI ECONOMICI E POLITICI

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INVITO

Martedì 28 agosto, alle ore 21 alla saletta dell' hôtel des Etats sarà presentato il dossier:“Intrecci economici e politici a margine del referendum sul pirogassificatore in Valle d' Aosta”
Il dossier sarà illustrato da Alessandro Pascale, coordinatore regionale dei Giovani Comunisti e da Davide Migliaccio.


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Alla RTI composta da Noy Ambiente Spa, Rea Dalmine Spa, Valeco Spa, Gea Srl, Cogeis Spa e Ivies Spa è stato affidato nei giorni scorsi la concessione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani della Valle d’Aosta con provvedimento dirigenziale del 24 agosto 2012.

Il consorzio di imprese gestirà il servizio pubblico di gestione integrata dei rifiuti urbani ivi compresa la realizzazione del pirogassificatore presso il centro di Brissogne per 23 anni.


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19 agosto 2012

GESTIONE RIFIUTI: LETTERA DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE SUL REFERENDUM PROPOSITIVO IN VALLE D'AOSTA

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Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo la lettera a firma Francesco Lucat:

Una normale lettera di un normale governo "tecnico".


La risposta del dott. Sebastiano Serra, capo della segreteria tecnica del Ministero dell' Ambiente e della Tutela del Territorio a proposito del referendum sul pirogassificatore in Valle d' Aosta, prontamente brandita dall' Amministrazione Regionale, esprime in maniera plastica l' approccio di questo governo "tecnico" ai problemi del paese.
In sintesi: non ci sono alternative, c' è una sola strada percorribile. I cittadini, da soli o più o meno organizzati in comitati, movimenti, associazioni oppure - Dio non voglia – in partiti (i quali potrebbero persino concepire la malsana idea di partecipare ed influire sui progetti decisionali relativi alla vita del paese) stiano tranquilli e lascino fare ai tecnici. In tutte le materie: economia, lavoro, ambiente diritti civili e quant' altro.
I rifiuti si bruciano. Che altro volete farne? Ridurne la produzione? Riciclarli?
Ma no, si sa che gli impianti moderni non fanno male alla salute. Guardate quello che succede in Europa.
Per risparmiare sull' energia, puntiamo sul petrolio nazionale e sui rigassificatori, ampliando le possibilità di trivellazione.
E' il petrolio la fonte energetica del futuro e pazienza se qualche sito ambientale di valore inestimabile subirà qualche danno.
Lasciamo perdere la ricerca sulle energie rinnovabili, alle quali si tagliano gli incentivi. A che servono?
I servizi essenziali (scuola, sanità trasporti etc.) se li volete, pagateli. Possibilmente a società private. E' ben giusto che qualcuno ne possa trarre un onesto profitto.
Se una fabbrica provoca il cancro, che diamine, non vorremo mica rovinare l' economia nazionale, bloccandone la produzione? O magari espropriarla e gestirla con i lavoratori.
No, dobbiamo valorizzare il lavoro operaio.
Per questo occorre lasciare gli operai al lavoro fino all' età in cui le speranze di sopravvivenza sono ridotte al lumicino.
Così non rischieranno di annoiarsi in pensione.
Referendum? Quale referendum? La Costituzione prevede i referendum? Quale Costituzione?

No, la lettera non è strana, non è dettata dal caldo.
E' espressione coerente della filosofia di questo governo, che, esattamente come il governo regionale, considera ogni espressione, più o meno organizzata, di dissenso alle proprie politiche semplicemente un inaccettabile ostacolo ai propri voleri, contro il quale ogni mezzo è lecito.
I contrasti tra un siffatto governo ed una siffatta amministrazione regionale, passano in secondo piano quando si tratta di mettere al loro posto quelli che dicono che le cose così non vanno.
Se qualcuno ha pensato che per superare il rollandinismo, ci si potesse appoggiare a Monti, farà bene a smettere di sognare.

Francesco Lucat

Fed Sin VdA

Pontey, 17 agosto 2012

ALTRI INTERVENTI SUL TEMA:

http://www.fabioprotasoni.it/?p=1546 >>>

http://www.alpevda.eu/notizie.asp?id=21&l=1&n=725

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LOBBY E POTERI FORTI: MA IL MINISTERO DELL'AMBIENTE DA CHE PARTE STA?

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Il Ministero dell'ambiente prima di occuparsi del tema Referendum propositivo in valle d'Aosta (vedi nota resa pubblica nei giorni scorsi dalla regione valle d'aosta) introduca e proponga modifiche di utilità alla normativa vigente.

Se si analizzano le norme sui rifiuti degli ultimi dieci anni in cui sono stati sempre prorogati sia l’obbligo di passaggio dalla vecchia tassa alla tariffa (uno strumento fondamentale per ridurre i quantitativi di rifiuti prodotti dalle famiglie), sia il divieto di smaltimento in discarica dei rifiuti non pre trattati (un’opzione che avrebbe da una parte ridotto i quantitativi smaltiti in discarica, riducendone il carico inquinante, e dall’altra avrebbe aumentato il costo di smaltimento in questi impianti), appare evidente come siano ancora mancanti, nell'attuale normativa, tasselli importanti.

Nel caso Ilva di Taranto solo ora il Ministero dell'Ambiente dopo l'intervento della magistratura si adegua a tutte le prescrizioni per salvaguardare l'ambiente e la salute dei cittadini e dei lavoratori. La magistratura non fa “monitoraggio ambientale” né “rilascia autorizzazioni”, compito a carico dell'Esecutivo e del Ministero dell'Ambiente che non è stato fatto ad oggi. Forse per tutelare l'ambiente era utile che lo stesso ministero svolgesse il suo ruolo fino in fondo negli anni passati.

Comunque staremo a vedere come il ministero dell’Ambiente darà corpo al Programma nazionale di prevenzione entro la fine del 2012, come previsto dalla direttiva europea, magari coinvolgendo anche i cittadini e non solo alcune lobby ...

Il premio ai dirigenti del Ministero sia dato solo al raggiungimento di obiettivi concreti di riduzione dei rifiuti.


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