24 novembre 2012

IL CASO VALLE D'AOSTA AD AMBIENTE ITALIA

Proprio in concomitanza con la settimana che l’Unione Europea ha dedicato alla riduzione dei rifiuti, la Valle d’Aosta, con un referendum, boccia la soluzione del pirogassificatore come soluzione definitiva all’emergenza rifiuti. Contraddizione simbolica del problema rifiuti in Italia, dove cresce la raccolta differenziata, ma restano i problemi di gestione delle discariche e sempre più città scelgono la via del trasferimento all’estero dei rifiuti. Sabato 24 novembre 2012 su Rai3 se ne parla ad “Ambiente Italia”.
Ospiti, in studio, l’ex assessore regionale all’Ambiente della Campania, Walter Ganapini; il fisico e promotore del referendum valdostano, Fabrizio Roscio; l’assessore all’Ambiente della Valle d’Aosta, Manuela Zublena; il presidente del Consorzio Nazionale Imballaggi, Walter Facciotto; altri ospiti da  Stefano Saglia, già sottosegretario allo Sviluppo Economico nel governo Berlusconi  e il professor Andrea Segré, esperto di ambiente e politiche agrarie.

GOVERNO ROLLANDIN SUL DOPO REFERENDUM: ERRORI, OMISSIONI E RITARDI ...


Organizzare convegni sul ruolo della cittadinanza attiva e sul ruolo del terzo settore e della società civile e poi non dare il via ad un tavolo tecnico di raccordo tra Amministrazione regionale e Valle virtuosa.
Pilotare le decisioni sul dopo referendum attraverso una commissione di politici tutta interna al palazzo.
Si ha propiro ragione Legambiente Valle d'Aosta quando afferma che la Regione sembra giocare a perdere tempo...
Fino a pochi giorni fa la maggioranza di governo sosteneva che il dibattito era squisitamente tecnico, adesso fa marcia indietro e lo riserva ai soli politici e continua Legambiente nel suo ultimo comunicato "Ancora più grave, e qui proprio non ce la sentiamo di parlare di errore, è ritardare volutamente qualsiasi scelta: la Regione ha dato tempo ad una sua Commissione Speciale fino a fine marzo 2013 solo per determinare gli indirizzi programmatici. Subito dopo ci saranno lo scioglimento del Consiglio, le elezioni regionali, il rinnovo delle cariche, le vacanze estive...

La responsabilità delle conseguenze di chi vuole creare il caos, non accettare la volontà dei cittadini che hanno vinto il referendum e non far nulla fino a settembre 2013 non può che essere addossata a chi ha responsabilità di governo.
Si forse hanno ragione i cittadini che iniziano ad affermare che questo governo regionale è oramai alla frutta...

21 novembre 2012

CONFERENZA STAMPA VALLE VIRTUOSA

UNA SCOSSA DA PONDERARE....


Articolo tratto da la stampa del 20/11/2012

Una scossa alla democrazia


Per una singolare coincidenza, nella Settimana europea per la riduzione dei rifiuti l’eco-rivolta contro il pirogassificatore in Val d’Aosta ha incassato un successo incontestabile. Primo referendum propositivo in Italia che passa il vaglio del quorum. Giocare anche questa volta la carta Nimby, e cioè del cittadino che non vuole che nulla tocchi il proprio cortile, scaricando così le colpe sull’egoismo di comunità locali con i paraocchi, attente solo al proprio tornaconto, è riduttivo. E non è nemmeno utile aggrapparsi alla contrapposizione, trita e ritrita di questi tempi, tra popolo e democrazia, tra la furia di una protesta sconclusionata e irrazionale (su cui anche Grillo ha impartito sul filo di lana la sua apostolica benedizione) e istituzioni della rappresentanza che soprattutto a livello locale hanno abbracciato con convinzione la causa della prossimità ai cittadini. Il no forte e chiaro all’inceneritore rende ancora più bruciante la lacerazione tra cittadini e partiti, ma lo fa sulla base di motivazioni nuove.  
 
Sulla base cioè di una mobilitazione «cognitiva», fatta di cittadini sempre più informati, o che comunque presumono di esserlo, e meno disponibili a farsela raccontare, quanto meno dai politici. Le aspettative nei confronti della democrazia sono cresciute, grazie alla diffusione virale delle conoscenze, messe immediatamente (cioè in fretta e senza la mediazione di esperti allenati a sollecitare dubbi) a disposizione della protesta. Si tratta della «politicizzazione della scienza», come ci raccontano gli studi più recenti sui conflitti ambientali, ovvero della tendenza a creare forme di espressione politica intorno alla diffusione di saperi e competenze scientifiche, più o meno solide.  

I temi ambientali e sanitari sono quelli in cui non solo la percezione del rischio è più immediata, ma in cui sono ormai a disposizione di molti conoscenze apparentemente non aleatorie su vantaggi e svantaggi delle decisioni. Sia in Val d’Aosta che nel caso dei Comitati contro l’inceneritore a Parma, fisici, climatologi, ingegneri e medici hanno costruito la cornice dentro cui è lievitata la protesta. Sventolando la bandiera post-ideologica e «pigliatutti» della tutela alla salute. I Comitati sorgono in maniera spontanea, ma poi si informano e si confrontano, scansando come la peste le lungaggini e le liturgie della politica di cui non si fidano più, e si mettono nelle mani di professionisti considerati esperti e quindi più credibili. Cosicché, paradossalmente, il «professionista privato» diventa interprete più credibile del «bene comune», rispetto al politico, che invece dovrebbe fare questo per mestiere. Si ripropone a poco più di un anno, uno schema simile a quello dei Comitati per l’acqua pubblica e contro il nucleare. Aggregazioni che nascono fuori dalla politica, che si insinuano a rapidità di byte nella rete, e producono esiti che catapultano i partiti in una fase di micidiale straniamento.  

In un paese orfano di grandi ideologie, i cittadini costruiscono un nuovo «immaginario scientifico-politico» sulla base di una presunzione di conoscenza più diffusa rispetto al passato. Ritirano la delega anche ai partiti che governano sotto casa, e non certo dalle stanze lontane e ieratiche dei palazzi romani.  

Certo, i movimenti ci sono sempre stati. E il rischio da evitare è quello di credere che non debba esservi una sintesi tra le domande gettate sul piatto dell’agenda politica e la traduzione in soluzioni concrete. O di cedere al mito romantico della volontà popolare che – senza slabbrature – si riflette integra nelle decisioni pubbliche. La strada indicata dalla consultazione è chiara: scegliere una soluzione alternativa all’interno della «Gerarchia dei rifiuti» indicata dalla Commissione europea, che contenga però il sigillo della fattibilità. L’occasione è propizia. Il referendum propositivo introdotto come vaccino al morbo della disaffezione politica, anche da quei politici che poi hanno (incredibilmente) invitato i cittadini a stare a casa, ha dato una ulteriore scossa alla democrazia. Meglio rimediare subito all’auto-goal, guardarsi in faccia tra vincitori e perdenti e costruire un nuovo consenso.

Elisabetta Gualmini

20 novembre 2012

SBAGLIATO RINVIARE GLI INTERVENTI PER ATTUARE UNA CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI

Sbagliato rinviare ad un prossimo futuro gli interventi che si possono gia attuare oggi.

La maggioranza regionale se si chiude a riccio e intende rinviare qualsiasi decisione continua a sbagliare atteggiamento in materia di gestione dei rifiuti.

La Valle d'Aosta non si puo' permettere di affrontare il tema dei rifiuti nella prossima legislatura.Fabrizio  Roscio, presidente di Valle Virtuosa, l'associazione che ha promosso il referendun contro il pirogassificatore, replica cosi' al presidente della Regione, Augusto Rollandin, e ad alcuni esponenti della maggioranza che ieri hanno affermato che il tema dell'alternativa all'impianto di trattamento a caldo compete al prossimo Consiglio regionale.

Non ci troviamo difronte a un'emergenza - spiega Roscio - ma ad un'urgenza.


Per il presidente di Valle Virtuosa le iniziative che devono essere subito intraprese sono le seguenti:
  • blocco immediato dell'iter di costruzione del pirogassificatore
  • avvio di un tavolo tecnico di confronto
  • attivazione dei Comuni per una raccolta differenziata che includa anche i rifiuti organici
  • introduzione di un sistema di tariffazione
  • aumento della qualita' della raccolta differenziata.
Linkiamo per comodità l'ultimo articolo tratto dal blog di Montanari >>>
 

ROSSANO ERCOLINI E FEDERICO VALERIO: AMICI DEL BENE COMUNE

Con il Referendum propositivo che sostituisce il pirogassificatore con trattamenti a freddo e biologici ha vinto la popolazione, assai più lungimirante dei propri governanti. Hanno vinto la salute, la qualità della vita, la civiltà, il buon governo e la vera “modernità.
 
“E' stata una vittoria grandissima, ottenuta in un clima  politico impossibile. Ci hanno messo le tribune referendarie televisive alle 10 del mattino, ci hanno insultati pubblicamente per 45 giorni, però noi non abbiamo mai reagito. Abbiamo ribattuto, invece, sulle questioni vere, sulle autentiche balle che raccontavano per confondere le persone.Alla fine la gente ha visto che noi proponevamo progetti alternativi, gli altri propinavano maldicenze e non avevano studi a sostegno. Il risultato è questo.
Da domani ricominciamo a lavorare perché la volontà degli elettori sia rispettata.
Alessandra Piccioni-Legambiente Valle d'Aosta

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IL POPOLO SOVRANO DELLA VALLE D'AOSTA METTE AL BANDO L'INCENERIMENTO.
UN PRECEDENTE PER ITALIA ED EUROPA CLAMOROSO.
 
In Valle  D'Aosta il voto porta aria pulita: vota il 49% (il quorum era il 45%) con il 94% che dice no al pirogassificatore sostenuto dall'Union Valdotain (partito di maggioranza). Questo risultato HA VALORE VINCOLANTE essendo la Val d'Aosta regione a statuto speciale ed è addirittura deliberante. Cioè si dovrà legiferare per soluzioni nella gestione dei rifiuti ALTERNATIVE AI TRATTAMENTI A CALDO e cioè verso rifiuti zero!
 
Grandiose le attività del fronte referendario a cui CON GRANDE ORGOGLIO DI CHI SCRIVE ha dato il suo importante appoggio la Zero Waste Italy e la Rete Nazionale Rifiuti Zero.
 
Ricordo scolpito nella mente e nelle emozioni la compostezza ma anche l'entusiasmo di oltre 150 persone accorse all'incontro organizzato ad Aosta - sala della biblioteca di Viale Europa, dalla cooperativa LE PAN NER per la presentazione della strategia rifiuti zero e della esperienza del Comune di Capannori.
 
GRANDI! GRANDI! Ora siamo TUTTI non solo in Italia ma anche in Europa PIU' FORTI!
 
A presto per fare della BELLISSIMA VAL D'AOSTA LA PRIMA REGIONE ITALIANA VERSO RIFIUTI ZERO.   

Rossano Ercolini 
Co-coordinatore Zero Waste Italy e coordinatore della Rete Italiana Rifiuti Zero
 
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Oggi in Val d'Aosta può vincere la democrazia.
A me sembra una bella notizia ma, stranamente, tutti i mezzi di comunicazione tacciono.
Gli abitanti di questa Regione sono chiamati a votare un referendum proposito che chiede che la gestione dei loro scarti avvenga sono con trattamenti a freddo e di tipo biologico: riduzione, riciclo, compostaggio, trattamenti meccanico biologici.
Se il referendum passa, resta al palo la decisione che la regione ha già fatto: bruciare quasi tutto in un pirogasificatore  con recupero energetico.
Per una regione con circa 150.000 abitanti, neanche quelli di un piccolo quartiere di Genova, il pirogasificatore sarebbe un'opera inutile e costosa.
Per giustificarne la realizzazione c'è anche chi ha proposto che l'impianto servirà per la bonifica della discarica.
Insomma, la Val D'aosta non produce abbastanza rifiuti combustibili per giustificare questa ennesima piccola grande opera.
Finirà come la Svezia, che importa rifiuti per alimentare i suoi termovalorizzatori per non far stare al freddo gli svedesi.
Alcuni mesi or sono ho partecipato ad una audizione con i rappresentanti del Consiglio Regionale della Val D'Aosta e ho cercato di convincerli che in una Regione che punta sul turismo, sulla qualità del loro territorio, non dovrebbero avere dubbi, dovendo scegliere tra una tecnologia ( la pirogassificazione) che inquina molto di più di un Trattamento Meccanico Biologico che, con l'uso del biometano,  prodotto dalla fermentazione anaerobica, ed immesso nella rete del gas, produrrebbe anche calore ed elettricità, senza aggiungere un grammo di inquinanti alla vallata.
Non so se son riuscito a convincerli, certamente il presidente della Commissione era decisamente schierato per il pirogassificatore, senza se e senza ma.
I Valdostani, dalle forze politiche di maggioranza,  sono stati invitati a disertare le urne ed impedire il raggiungimento del quorum (45%)(…)
Federico Valerio