6 febbraio 2013

I NUOVI INDIRIZZI DISCUSSI IN COMMISSIONE SPECIALE GESTIONE RIFIUTI

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La Commissione speciale del Consiglio regionale per il nuovo indirizzo programmatico in materia di gestione dei rifiuti ha elaborato in data 5 febbraio 2013 un primo documento che riassume i primi due mesi di lavoro.

Ecco alcuni dati presenti nel documento:
  • discarica attuale durerà circa 8 anni;
  • la legge regionale n. 31 del 2007 in materia di gestione dei rifiuti deve essere adeguata e coordinata con le disposizioni nazionali e la Direttiva europea;
  • è necessario aggiornare il Piano regionale dei rifiuti e adottare un nuovo Piano di prevenzione e riduzione dei rifiuti. 
  • compostiere collettive: è necessario accelerare e snellire le procedure autorizzative 
Nel corso del dibattito un componente ha ritenuto auspicabile che la Regione si opponga in giudizio contro l'impugnativa della legge regionale sui rifiuti da parte del Consiglio dei ministri per difendere l'istituto referendario e la nostra autonomia.


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20 gennaio 2013

TRASHED: IL NUOVO FILM DI JEREMY IRON

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Appare necessario un cambio di rotta  rispetto al modello consumistico e capitalistico sfrenato che ha generato ad oggi solo invivibilità, insostenibilità, disastri ambientali e distruzione del pianeta.

I rifiuti ne sono la dimostrazione piu’ tangibile: collocati alla fine di un processo di consumo spinto lineare e non circolare, rappresentano oggi in questo sistema viziato solo qualcosa di cui doversi sbarazzare in qualsiasi modo.

I governi, aI vari livelli, faticano ad applicare una via ecosostenibile circolare, alternativa alla distruzione della materia, e che possa in futuro salvare il pianeta.

Il film "Trashed" sarà sicuramente un utile contributo al dibattito. 


La prima assoluta in Italia avrà luogo a Firenze il giorno 23 gennaio 2013 alla presenza del Prof. Paul Connett , promotore nel mondo della strategia Rifiuti Zero e di Rossano Ercolini co-coordinatore di Zero Waste Italy.



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19 gennaio 2013

RIGURGITI CENTRALISTI.. ULTIMI PRIMA DEL VOTO!

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Il Governo Monti nella riunione del 18 gennaio 2013 ha deciso di impugnare la legge regionale relativa alle "Nuove disposizioni in materia di gestione dei rifiuti" che impedisce il trattamento a caldo dei rifiuti, approvata a seguito di un referendum propositivo, svoltosi il 18 novembre 2012, e promosso contro la costruzione di un inceneritore in Valle d'Aosta.
Secondo il Governo la norma si pone in contrasto con l'art. 117 della Costituzione e con lo Statuto di autonomia della Valle d'Aosta in quanto ''il trattamento e la gestione dei rifiuti sono riconducibili alla materia, di potesta' legislativa esclusiva statale, della tutela dell'ambiente.


La lobby degli inceneritoristi torna a farsi sentire...anche nelle stanze romane e con un governo in carica solo per l'ordinaria amministrazione!

A livello regionale  vedremo la posizione del Governo regionale che ora dovrà costituirsi di fronte alla Corte contestando le tesi del Governo nazionale e difendendo le  prerogative statutarie e la volontà popolare.



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13 gennaio 2013

CONSIGLI VIRTUOSI SEMPRE VALIDI...

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Consigli per essere o diventare più ecosostenibili anche in Valle d'Aosta. 

1 – Cibi locali e di stagione
L’ideale sarebbe privilegiare l’acquisto di cibi di stagione e possibilmente a km zero nei mercati rionali: frutta e verdura sono più fresche e buone, mantengono gusto e proprietà nutrizionali meglio di quelle trasportate nei camion lungo le autostrade italiane. Mangiare cibo locale e di stagione consente di mangiare meglio dando una mano all’economia del territorio e risparmiando l’emissione in atmosfera di molta Co2.
2 – Meno sacchetti
Se si va al supermercato è bene portarsi da casa un’ampia e resistente sporta o altro contenitore per evitare di far girare troppi sacchetti. Non dimentichiamo che esistono negozi dove la merce viene venduta sfusa a peso: così si riducono i rifiuti derivanti dallo smaltimento degli imballaggi e si paga soltanto quanto si acquista.
3 – No alle fragole in inverno
Davanti agli scaffali dell’ortofrutta sarebbe meglio non farsi tentare dalle fragole in inverno o da cibi troppo esotici: quelli sì che ne hanno fatti di km; l’impatto ambientale del viaggio è consistente e il gioco spesso non vale la candela.
4 – Biologico è meglio
Privilegiamo, quando possibile, i prodotti biologici che vengono coltivati senza aggredire ed estenuare i terreni e che non portano traccia di alcun residuo chimico o additivo.
5 – Ridurre la carne
Nel carrello devono essere rappresentati tutti gli alimenti per assicurare alla dieta i nutrienti di cui il corpo ha bisogno ma va dato più spazio a frutta e verdura, limitando per quanto possibile la carne: quella bovina viene spesso da allevamenti intensivi che di sostenibile non hanno nulla perché da una parte richiedono quantità ingenti di cereali e acqua per alimentare gli animali e dall’altra inquinano per via dei gas serra prodotti dagli animali stessi. Lo stesso vale per i polli, per lo più allevati in batteria e non a terra. Scegliere uova di gallina allevata all’aperto e biologiche. 
6 – La cucina degli avanzi
La spesa va fatta con la nota per evitare di comprare d’impulso cose che non servono o che ci fanno male: in questo modo si riducono i consumi e gli sprechi. Quello che eventualmente dovesse avanzare in tavola può essere recuperato per la preparazione di nuove pietanze, creando zuppe, creme e torte salate: è la cucina degli avanzi figlia della tradizione e non povera di gusto
7 – Stop agli sprechi energetici
Cerchiamo di consumare meno anche due risorse importanti come elettricità e acqua non solo per avere bollette più leggere ma soprattutto per impattare di meno sull’ambiente. Nel primo caso basterà usare la luce artificiale solo quando manca quella naturale, illuminare solo le stanze effettivamente occupate stando attenti a non dimenticare luci accese nei passaggi, non lasciare in stand-by gli elettrodomestici, in particolare tv e pc, usare solo lampade a risparmio energetico; sembra poca cosa ma distrazione e automatismi ci portano a trascurare anche gli accorgimenti più banali. Come anche quello di fare la lavatrice in fascia notturna.
8 – Risparmiare l’acqua
Nel secondo caso, occhio a non lasciare i rubinetti aperti e a non far scorrere l’acqua a lungo, in particolare quando ci si lava i denti o si lavano i piatti (un ammollo in acqua bollente consentirà di sgrassare meglio piatti e stoviglie risparmiando acqua corrente); la doccia è meglio del bagno che andrebbe riservato a occasioni particolari (in due è meglio); l’efficienza delle guarnizioni contiene gli sprechi. Bere acqua del rubinetto è una buona abitudine perché l’industria dell’acqua in bottiglia non è molto green.
9 – Riciclo e raccolta differenziata
Ricordiamoci però che anche le bottiglie di plastica possono essere riciclate in casa come contenitori o creando bicchieri e imbuti, fuori casa per altri usi (dalla plastica si ricavano anche filati); lo stesso vale per il vetro. Per un corretto riciclo è bene fare la raccolta differenziata.
10 – Usiamo le gambe
L’ultima regola d’oro ben si concilia sia con il buon senso della nonna – fare movimento fa bene – sia con i consigli dei dietologi – bisognerebbe fare almeno 10.000 passi al giorno, circa 3 km e comunque camminare a passo sostenuto almeno mezzora al giorno, soprattutto se si sta cercando di perdere peso. La regola altro non è che usare il più possibile le gambe per tutti gli spostamenti evitando di prendere l’auto per andare nel negozio vicino a casa, andando al lavoro con i mezzi pubblici o in bicicletta.



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7 gennaio 2013

OPINIONI A CONFRONTO. PER CRESCERE...

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Rifiuti, la Valle deve diventare un modello

La vittoria del referendum è stata una tappa fondamentale verso l’obiettivo di creare un sistema d’eccellenza per la gestione dei rifiuti. Fermato il pirogassificatore, si apre una fase nuova. Bisogna  operare con determinazione per costruire un sistema di gestione efficiente, basato sulla massimizzazione della raccolta differenziata e sui trattamenti a freddo, nonché su un annesso circuito di economia sostenibile che potrebbe essere molto importante, soprattutto in questo momento di crisi. Una casa si costruisce bene su fondamenta solide e con una buona progettazione. Questa fase è cruciale. Per questo, noi cittadini dobbiamo continuare ad impegnarci sulla questione rifiuti e sollecitare gli amministratori a concretizzare, con chiara volontà politica, i nuovi indirizzi di gestione. E a farlo in fretta, senza lentezze burocratiche, pensando solo ai contenuti e all’interesse collettivo, nonostante, ahimè, le logiche politiche e l’avvicinarsi di scadenze elettorali possano mettere un freno all’assunzione tempestiva delle migliori pratiche. La questione è talmente sostanziale per la comunità valdostana, che non può che coinvolgere in maniera collaborativa tutta la società civile: dai cittadini, alle categorie professionali (agricoltori/allevatori in primis; ma anche albergatori/ristoratori ecc.), alle associazioni, fino alle competenze dell’Università, insieme agli amministratori regionali e locali. Per non parlare degli operatori del settore rifiuti, dei tanti lavoratori che vanno coinvolti, perché sono loro che devono garantire il funzionamento del sistema. Ognuno a vario titolo deve sentirsi partecipe: stiamo costruendo il futuro della Valle! Per progettare e realizzare il nuovo ci vuole passione e motivazione. E soprattutto, per raggiungerlo, bisogna credere all’obiettivo cui si tende. L’atteggiamento politico di negare l’esistenza del «Piano B» è negativo e sbagliato, così come rivangare in modo miope posizioni superate. Occorre, come in qualsiasi operazione di start up di una nuova e vincente impresa, voler aprire gli occhi sui buoni modelli. Osservare comuni quali Capannori o Treviso, per copiare i migliori sistemi, adattandoli al contesto locale. Come affermato da Franco Bonesso, presidente del miglior consorzio rifiuti italiano di Treviso, il loro sistema funziona grazie all’omogeneità dei criteri organizzativi, nonché a soluzioni impiantistiche a freddo. I 49 comuni appartenenti ai consorzi Priula e Tvtre, sono integrati in un sistema omogeneo, semplificato da un unico Regolamento sulla tariffa e sui servizi. La stessa cosa deve essere fatta in Valle: per evitare sprechi di risorse finanziarie e mal funzionamenti, la Regione deve fornire indirizzi di coordinamento e soluzioni progettuali di sistema che permettano ad ogni «subATO» (cioè alle Comunità montane più il Comune di Aosta), di organizzare al meglio le raccolte e di compiere i giusti investimenti. In mancanza di tali indirizzi, gli ambiti locali non avranno un quadro chiaro per compiere le scelte corrette. Gli slogan della comunicazione ambientale sui rifiuti sottolineano sempre la responsabilità del cittadino, che deve imparare a differenziare meglio. Sacrosanto, certo. Ma la prima responsabilità è degli amministratori/nostri rappresentanti politici. Se gli si fornisce un sistema efficiente, il cittadino diventa per forza virtuoso e fa bene la differenziata. Ad esempio organizzando una raccolta porta a porta, con prelievo presso ogni domicilio anche della frazione umida e istituendo una tariffazione puntuale (con rilevazione elettronica di ogni utenza domestica), che incentiva economicamente a produrre meno indifferenziato, nonché prevedendo controlli e sanzioni. Se si struttura bene il sistema, il sistema funziona. La responsabilità è degli amministratori: speriamo non ci deludano, ma che sappiano cogliere, con passione, la possibilità di miglioramento insita nei momenti di cambiamento. La Valle d’Aosta deve diventare un modello d’eccellenza e sostenibilità per la gestione dei rifiuti/risorse, con ricadute positive sull’immagine turistica, sull’economia e sull’identità della comunità, orgogliosa di aspirare al meglio.

ANNA GAMERRO AOSTA
La Stampa 21.12.12
 
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Un ringraziamento per il referendum


Sono una delle tante persone che con il comitato Valle virtuosa (poi trasformato in associazione) ha raccolto le 11 mila firme per la petizione popolare contro l’inceneritore, poi le settemila necessarie per indire il referendum e infine ha sostenuto la vittoriosa campagna referendaria con il «Comitato promotore del sì». Visto che mi pare nessuno l’abbia ancora fatto, ho pensato di doverlo fare io: dare un giusto riconoscimento e ringraziare pubblicamente, oltre che le persone che si sono recate a votare, anche tutte le organizzazioni, associazioni, comitati e forze politiche che oltre a Valle virtuosa, che ha avuto il merito di promuovere il referendum, si sono poi schierate e messe in gioco per vincerlo. Inizio dalla Cgil regionale che con i suoi 12 mila iscritti è stato l’unico sindacato che si è schierato e mobilitato per far vincere il Sì; la cooperativa lo Pan Ner che con i suoi 2500 ha fatto altrettanto; L’associazione L’agrou; Libera valle Aosta. Il movimento 5 stelle che ha organizzato il comizio in piazza Chanoux di Beppe Grillo. Tutti i componenti del «Comitato promotore del si»: Alpe, Pd, Italia dei Valori, Rifondazione comunista; l’Arci, Legambiente, Gli amici di viale della Pace, l’associazione Loris Fortuna, il circolo per la Decrescita Felice di Aosta, il Gasarci, Attac, Gasaosta, Scuola di Pace, Slow Food. Un riconoscimento e un ringraziamento particolare va inoltre alla trattoria «Des amis» di Quart e all’«Espace populaire» che ci ha ospitato per decine di riunioni, iniziative di vario genere, raccolta di fondi con la massima disponibilità. Sono convinto che tutti siamo consapevoli che con l’aver impedito che nella nostra regione i rifiuti vengano bruciati, il lavoro non è finito. Bisogna fare in modo che Governo regionale e Enti locali si attivino per praticare scelte diverse dal bruciare: ridurre, differenziare, recuperare, separare da subito la frazione umida, eccetera. Questo si può fare con proposte, iniziative (vedi quella di Legambiente che organizza serate per migliorare la nostra capacità di differenziare), incontrando le categorie produttive e chiedendo loro di dotarsi di un «codice» di autoregolamentazione per ridurre i vuoti a perdere, gli imballaggi, i prodotti usa e getta, le rottamazioni eccetera. In questa direzione devono orientarsi i lavori della commissione consigliare preposta. Anche se è composta in maggioranza da consiglieri che sostenevano l’inceneritore, non è detto che, opportunamente sostenuta dalle iniziative sul territorio, già prima della fine della legislatura, non possa indicare orientamenti virtuosi e decisioni praticabili immediatamente. Il lavoro che rimane quindi non deve prevedere la smobilitazione dei soggetti schierati per la vittoria del sì, deve esserci invece consapevolezza che ognuno dei soggetti citati da solo non potrà completare l’opera: il rischio sarebbe la vanificazione del risultato referendario. Un esempio per tutti ? I tentativi governativi e non solo di svuotare il referendum per l’acqua pubblica, l’acqua bene comune, vinto l’anno scorso a giugno cercando in ogni modo di voler privatizzare il settore con la scusa di risanare le finanze degli enti locali. 
 

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Troppe domande sul futuro dei rifiuti


Il referendum del 18 novembre ha sancito che in Valle d’Aosta non si potranno trattare i rifiuti a caldo. E’ il responso dell’espressione democratica dei valdostani e in tale direzione si è tenuti ad andare. Ad un mese dal referendum però certi aspetti poco chiari si delineano meglio. Emerge che per alcuni il voto è stato occasione per manovre politiche che nulla avevano a che fare con i rifiuti: il caso di Laurent Viérin è probabilmente solo la punta dell’iceberg. Depurando il quadro referendario dagli usi impropri che ne sono stati fatti e concentrandosi sul contenuto essenziale, la scelta tra trattamento a caldo e trattamento a freddo dei rifiuti, non si deve dimenticare che Valle Virtuosa e il Comitato del «Sì» hanno assunto degli impegni ben precisi nei confronti del popolo valdostano: sono stati garantiti non più di 5000 tonnellate all’anno di rifiuti residui da mettere a discarica, costi del trattamento al massimo di 80 milioni di euro per 20 anni, a fronte dei 225 previsti col sistema a caldo, chiusura del ciclo in Valle d’Aosta, senza portare nulla fuori. Tutto questo è stato affermato, scritto e si può anche rivedere nel filmato predisposto da Valle Virtuosa. All’indomani del referendum, quando tracciare il percorso del trattamento dei rifiuti in Valle è diventato onore e onere di chi l’ha vinto, i toni sembrano diventati molto più cauti: dobbiamo conoscere, capire,…quali e quanti rifiuti…, la frazione residua rimane un problema… Un altro aspetto che appare contraddittorio è la raccolta porta a porta, sostenuta dai referendari come premessa indispensabile per aumentare la differenziata. Si può leggere su «La Stampa» di martedì 18 dicembre che Saint-Cristophe, Comune di cui è vice sindaco Chantal Certan che, come segretario di Alpe, è stata grande sostenitrice del «sì», va invece avanti con i progetti di raccolta stradale. «Ma metteremo le tesserine», afferma la Certan. Anche il Comune di Ayas ha scelto i molok, «niente porta a porta» perché ritiene il sistema inadatto ad una realtà turistica dove l’andamento della produzione dei rifiuti è troppo variabile nel corso dell’anno . Ma quante altre realtà turistiche ci sono in Valle d’Aosta? La Valle è una regione turistica. E se si dovesse alla fine scoprire che i numeri garantiti da valle Virtuosa sono frutto di scenari di fantasia, che i costi saranno molto più alti e ci saranno molti più residui di quanto affermato? Che valore avrebbe ancora una scelta fatta basandosi anche su premesse inattendibili e promesse irraggiungibili? Lo vedremo, spero comunque che non sia così, che chi si è assunto degli impegni lo abbia fatto responsabilmente e con la certezza di riuscire a rispettarli nell’interesse di tutta la popolazione valdostana.

GIUSEPPE BÉTHAZ 
SAINT-MARCEL  
La Stampa 3.1.2013  


 


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2 gennaio 2013

PER FAVORE SI! - PER FAVORE NO!

Conneth the moment, conneth the man. 



Nell'ora decisiva, chi ha la responsabilità si rivelerà all'altezza della situazione.


Per Favore ...
http://patuasia.com/2013/01/02/per-favore-no/


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