18 dicembre 2013

E' LEGITTIMO UTILIZZARE BUON SENSO E BUONE PRATICHE!


All’indomani della sentenza della Corte costituzionale che dichiara illegittima la legge regionale che ha recepito il Referendum sui rifiuti, mi interrogo. Dal punto di vista normativo si è tornati indietro di un anno, ma da quello politico e direi “democratico” nulla è cambiato.
Il Referendum del 18 novembre 2012 si è ormai svolto. Risultato storico: il primo referendum propositivo vinto in Italia. Ma, soprattutto, la volontà della popolazione è netta: in Valle i rifiuti non si trattano a caldo con inceneritori o pirogassificatori. I nostri rappresentanti politici, lì per attuare la volontà popolare, non possono che tenerne conto. È però passato un anno e nessuna azione è stata intrapresa, eccetto il lodevole progetto di raccolta dell’umido del Comune di Aosta. Anche se come cittadini possiamo, credo, essere rassicurati dalle dichiarazioni bipartisan di rispetto del Referendum espresse da tutte le forze politiche.
Non mi voglio addentrare nella complessità della questione giuridica che riguarda le potestà legislative di stato e regioni e la differenza tra tutela della salute e dell’ambiente, ma penso che in senso sostanziale la nostra legge d’iniziativa popolare sia pienamente legittima.
È legittimo che una comunità scelga di trattare i rifiuti a freddo. È legittimo scegliere forme di gestione che tutelino maggiormente la salute. Legittimo preferire una gestione d’eccellenza sul modello di territori come Treviso che raggiunge l’83% di raccolta differenziata e che applica una tariffa puntuale grazie alla quale il costo per i cittadini è il più basso d’Italia. È legittimo perché in sostanza lo dice la legge. Su un piano non solo locale ma più generale, noto le contraddizioni insite nell’applicazione del diritto. La legislazione pone chiari obiettivi in materia di rifiuti: scelta delle migliori opzioni ambientali, priorità della riduzione e del recupero di materia, valorizzazione della frazione umida, il 65% minimo di RD. Per contro, questi obiettivi sono troppo spesso disattesi. È legittimo che in Italia si incentivino gli inceneritori con i milioni di euro dei certificati verdi, equiparando l’energia prodotta dall’incenerimento alle rinnovabili? È legittimo che non si attuino gli obiettivi del 65% di RD e della separazione della frazione umida? E’ legittimo che non si attui una politica di riduzione degli imballaggi e di indirizzo della produzione industriale nel senso della riciclabilità dei materiali? E’ legittimo che non si incentivi un’economia del riciclo e della sostenibilità, che creerebbe occupazione e rilancio economico? Tornando alla sentenza sul Referendum, contesto le argomentazioni che tacciano la scelta dei valdostani di irrazionalità e persino di “egoismo”. Ad un certo punto, infatti, la sentenza si riferisce al “noto detto not in my back-yard”, cioè “non nel mio cortile”: i Valdostani avrebbero rifiutato un impianto inquinante “in nome di una protezione più rigorosa della salute degli abitanti della Regione medesima” pregiudicando “insieme ad altri interessi di rilievo nazionale, il medesimo interesse della salute in un ambito territoriale più ampio”. Non sono d’accordo, perché, ovviamente, se si diffondessero maggiormente ovunque le buone pratiche e i trattamenti a freddo ci sarebbe una maggiore diffusione della tutela della salute e una riduzione dei rifiuti su scala globale. Irrazionale è non attuare uno sviluppo sostenibile. Egoistici sono alcuni interessi economici personali che non mirano al bene comune. Le comunità hanno diritto a agire localmente per migliorare se stesse.
Non dimentichiamo tra l’altro che i tribunali che si sono pronunciati prima del Referendum respingendo i ricorsi che volevano impedirne lo svolgimento (ricorso Anida, comprendente aziende costruttrici di inceneritori), avevano riconosciuto come prima ratio della consultazione la “tutela della salute” e avevano giudicato ammissibile il quesito.
Insomma, penso che questo Referendum basato sui principi ispiratori della tutela della salute e sull’adozione delle migliori pratiche sostenibili “a freddo”, sia assolutamente “legittimo” e coerente con gli obiettivi legislativi.
Come cittadini, al di fuori delle logiche partitiche, dobbiamo tenere alta la partecipazione e far in modo che la nostra diventi una regione modello nella gestione dei rifiuti e nella green economy e perché no, adottando appositi atti amministrativi sull’esempio di 200 comuni italiani, la prima Regione a Rifiuti Zero. Ci vuole la volontà politica e bisogna progettare secondo criteri di competenza e merito!

Anna Gamerro
Aosta 

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Notizie da Trento

Rifiuti, Trento alla ricerca dell'accordo con Bolzano
   
La nuova giunta provinciale di Trento sarà presto chiamata ad affrontare la questione dei rifiuti residui e della loro destinazione finale. A marzo 2013 è stato stoppato l'inceneritore a Ischia Podetti, cavallo di battaglia per un quindicennio dei governi Dellai. Bisogna quindi trovare destinazione alle 70-75 mila tonnellate di residuo non differenziabile o riciclabile che annualmente producono i trentini. Le discariche in uso, al massimo nel 2018, saranno  esaurite.

Il presidente Pacher al momento del suo insediamento parlò di smaltimento del residuo in centrali termiche alternative. Si ipotizzò quelle venete di Sallonze e Fusine, o addirittura il cementificio Italcementi delle Sarche, visto le possibilità offerte dal decreto del ministro Clini.

La questione ad oggi resta insoluta.

A pochi chilometri da Trento, nel frattempo, a Bolzano Sud, è entrato in funzione il nuovo inceneritore, che ha una potenzialità di smaltimento di 135.000 tonnellate di rifiuti annui, mentre la produzione attuale di residuo in Alto Adige non supera le 100.000 tonnellate, ed è destinata a ridursi ulteriormente con l'entrata un funzione del nuovo sistema di raccolta avviato nella città. Per Bolzano è un problema serio, perché il nuovo inceneritore «ha bisogno» di quella quantità di rifiuti per funzionare a pieno regime e coprire i costi di gestione.

Durnwalder venti giorni fa ha annunciato che la Provincia è «a caccia di rifiuti» per poter sfruttare al 100% le potenzialità dell'inceneritore.

Insomma, Trento è alla ricerca di dove poter bruciare i rifiuti residui, e Bolzano è alla ricerca di rifiuti da bruciare. 




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Sembrerebbe necessario un accordo fra le due province  per garantire pro futuro una amministrazione comune dei residui.

E invece niente. Ad oggi non s'è fatto nulla. Non solo non c'è un accordo, che parrebbe lo sbocco logico, naturale, sensato, razionale. Ma non c'è nemmeno l'intenzione.

È vero che in passato Bolzano ha sempre messo i bastoni fra le ruote ad un'intesa regionale e - come per l'aeroporto, l'università, il forno crematorio, i musei, eccetera eccetera - ciascuno è sempre andato per conto suo, quasi in una gara a chi facesse l'opera più grande e il dispetto più irritante all'altro.

I tempi non sono più quelli delle piramidi faraoniche con cui ciascun governatore voleva farsi ricordare. Ora - se non altro per i costi e l'ingente potatura ai bilanci provinciali - la collaborazione risulta una via obbligata.

Per Trento il problema è ancor più stringente. La normativa attuale, sia la direttiva europea del 2008 che il decreto legislativo del 2006, impongono i principi di autosufficienza e prossimità nello smaltimento dei rifiuti (secondo l'assioma: «chi inquina, paga»), incalzando anche sui tempi di adeguamento nel rendersi autosufficienti.

Ma la vera e propria bomba ad orologeria che grava sulla testa dei trentini è la clausola con cui finora sono state firmate le convenzioni di esportazione dei rifiuti fuori dal territorio provinciale. Ossia la reciprocità in caso di bisogno, con l'impegno a riprendersi i rifiuti riportandoli in Trentino.

Questo vuol dire che dei rifiuti finora  «esportati» (per esempio in Lombardia) pagando denaro sonante, potrebbero rientrare in caso di necessità della regione ospitante.

L'impegno firmato prevede di dover riprendere quantità analoghe di rifiuti se la Lombardia o le altre regioni destinatarie dei nostri residui lo richiedessero...

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fonte: ladige.it

CONTINUA LA SOLITA TIRITERA AD UN ANNO DAL REFERENDUM: A BREVE LA GIUNTA REGIONALE PROPORRA' SOLUZIONE...

Esito e dibattito mozione discussa in Consiglio regionale in data 18 dicembre 2013 sulla revisione della normativa sulla gestione dei rifiuti

Adunanza del Consiglio regionale del 17 e 18 dicembre 2013
Nella seduta del 18 dicembre 2013, il Consiglio regionale ha respinto, con 18 voti contrari (UV e SA) e 16 a favore, una mozione sottoscritta dai gruppi consiliari Movimento 5 Stelle, Alpe, Partito Democratico-Sinistra VdA e Union Valdôtaine Progressiste, riguardante la revisione della legge regionale n. 31/2007 sulle disposizioni in materia di gestione dei rifiuti.
Nell'illustrare i contenuti dell'iniziativa, il Consigliere Roberto Cognetta (M5S), ha evidenziato che «al di là della pronuncia della Consulta, che ha recentemente dichiarato l'illegittimità costituzionale della legge regionale, è indispensabile e assolutamente opportuno - nel rispetto di un principio di garanzia e tutela della democrazia partecipativa espressasi inequivocabilmente con il referendum del 18 novembre 2012 - un formale impegno del Governo regionale ad agire in conformità della volontà popolare e ad escludere, nella maniera più assoluta, la possibilità di smaltire i rifiuti mediante trattamenti a caldo. Con questa iniziativa vogliamo inoltre impegnare la Commissione competente a predisporre, entro trenta giorni,  una revisione della legge regionale sulla materia al fine di eliminare l'incompatibilità costituzionale, anche mediante l'introduzione di criteri di idoneità e di localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti.  La situazione della discarica di Aosta e di Pontey può diventare critica: otto anni nella  gestione dei rifiuti sono davvero pochi e bisogna agire per trovare situazioni idonee.»
Si è quindi aperta la discussione generale.
Il Capogruppo del PD-SinistraVdA, Raimondo Donzel, ha espresso l'auspicio «che vi sia la volontà unanime dei 35 Consiglieri di rispettare la volontà popolare. La gestione dei rifiuti è patrimonio di tutta l'Aula: chiediamo di esaminare insieme un provvedimento che urge e che dia risposte per evitare il trattamento a caldo per lo smaltimento dei rifiuti in Valle, andando a superare l'impasse della sentenza della Corte costituzionale. Su un tema così delicato il Consiglio regionale ha il dovere, attraverso il giusto e leale confronto tra maggioranza e minoranza, di trovare delle soluzioni. Non abbiamo una proposta preconfezionata, ma abbiamo delle idee e siamo pronti a fare la nostra parte.»
Il Consigliere segretario, Fabrizio Roscio (Alpe), ha sostenuto che «siamo arrivati ad un punto in cui bisogna fare chiarezza nei confronti della comunità valdostana. La popolazione si è espressa esplicitamente, ma fino ad ora non siamo stati in grado di dare risposte concrete. La Corte costituzionale non mette in discussione il referendum, ma le competenze della Regione nella materia ambientale: con la propria competenza legislativa, il Consiglio regionale, in ossequio delle leggi italiane, ha il dovere di normare questo settore. Come minoranza, la nostra proposta è quella di rispettare la gerarchia che viene dettata dall'Unione europea al fine di avere un sistema di eccellenza nella gestione dei rifiuti. Noi siamo disponibili al confronto al fine di trovare una sintesi tra le diverse posizioni, ma soprattutto vogliamo conoscere le intenzioni della maggioranza sul cosa e quando fare in questo settore.»
Per il Capogruppo dell'UVP, Luigi Bertschy, «a distanza di un anno dal referendum, vi sono forti aspettative rispetto alla direzione che si vuole intraprendere nella gestione dei rifiuti. Sarebbe opportuno che dessimo delle risposte, al di là degli annunci. La strategia rifiuti zero deve entrare nella cultura della gente, ma per farlo dobbiamo avviare un percorso condiviso. Al di là della pronuncia della Corte costituzionale, noi vogliamo ribadire la nostra autonomia legislativa: con questa mozione, il Consiglio ha la possibilità di assumere un impegno politico serio e preciso per andare ad aggiornare la legge che sia rispettosa delle nostre competenze e della volontà popolare e di garantire la tutela della salute dei valdostani.»
Il Capogruppo dell'Union Valdôtaine, Ego Perron, ha convenuto che «sul tema dei rifiuti deve essere trovata una soluzione, perché la situazione è critica e urgente. Noi, come maggioranza, avevamo individuato una scelta con tempi e costi certi basata sulle tecnologie più evolute e rispettose della salute; avevamo immaginato un percorso che guardasse al futuro evitando gli errori del passato. Dopo il referendum, del cui risultato terremo conto, è intervenuta una sentenza della Corte costituzionale che ci impone dei percorsi obbligati. Noi oggi ribadiamo la nostra volontà politica di andare nella direzione di rispettare la volontà popolare, di trovare soluzioni adeguate al problema, di non gravare esageratamente sulle tasche dei cittadini. La Giunta regionale individuerà la soluzione più idonea e noi sosterremo la linea che traccerà.»
Il Capogruppo di Stella Alpina, Stefano Borrello, ha riconosciuto la valenza della mozione. «Oggi dobbiamo prendere atto della sentenza, pur nel rispetto della volontà popolare, così come scritto all'interno dei nostri programmi elettorali. In terza Commissione, abbiamo manifestato la disponibilità politica ad approfondire la tematica e abbiamo avviato un percorso condiviso. Ribadisco il mio impegno, in quanto Presidente della Commissione, a proseguire questo cammino. Tuttavia, alla luce di quanto detto dalla Corte costituzionale, bisognare fare delle analisi tecnico-giuridiche rispetto all'applicabilità di questa mozione.»
L'Assessore al territorio e ambiente, Luca Bianchi, ha ribadito che «il Governo regionale intende rispettare la volontà dei valdostani espressa a seguito del referendum: in tal senso ci siamo impegnati anche nel programma di Legislatura presentato al Consiglio regionale, ben consapevoli tutti - anche la minoranza - che comunque qualsiasi soluzione adottata comporterà per la parte da valorizzare, un trattamento a caldo, a questo punto, fuori Valle. Credo che il tema, nel suo complesso, sia comunque da affrontare in quest'Aula, in Commissione, prima, e in Consiglio, poi. E' corretto che tutti noi, rappresentanti della comunità valdostana, discutiamo e votiamo quella che sarà la scelta sul trattamento dei rifiuti nella nostra Regione. D'altra parte è quello che è stato fatto anche per la decisione sul pirogassificatore.» Riguardo all'impegno di intervenire sulla legge regionale, l'Assessore ha precisato che «non è concretizzabile: escludere nella maniera più assoluta la possibilità di smaltire i rifiuti mediante trattamenti a caldo non è possibile vista la chiara indicazione espressa dalla Consulta, perché non abbiamo competenza e non possiamo imporre limitazioni agli impianti. Per questi motivi non possiamo accogliere la mozione. Voglio poi sottolineare che non è vero che non stiamo facendo niente: l'Assessorato sta lavorando per la definizione di un sistema integrato di trattamento dei rifiuti coerente con tutte le disposizioni comunitarie, statali e regionali vigenti, che riporti le necessarie valutazioni di carattere tecnico, impiantistico, economico-finanziarie e tariffarie, nonché i tempi di realizzazione. È stata richiesta a Valeco un'integrazione, con particolare riguardo all'aspetto economico, dello studio di prefattibilità. Vogliamo un modello che sia a misura della Valle d'Aosta.»
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha dichiarato: «Abbiamo detto che vogliamo rispettare la volontà popolare, tant'è che non parliamo più di pirogassificatore. La scelta sarà difficile perché l'obiettivo rifiutizero è difficilmente raggiungibile. Oggi dobbiamo trovare un metodo che ci permetta di trattare i rifiuti senza caricare di altre tasse i cittadini. Ecco perché abbiamo bisogno di ancora un po' di tempo per portare in Commissione una proposta seria e concretizzabile. A breve proporremo delle soluzioni.»
Nella replica, il Consigliere Donzel, in rappresentanza dei gruppi che hanno proposto l'iniziativa, si è detto stupefatto. «Si sta giocando la carta dell'ambiguità. Su un tema delicatissimo dove c'era tutta la disponibilità della minoranza a confrontarsi, l'Assessore arriva in Aula con un testo preconfezionato, tornando alle frasi fatte dell'ex Assessore all'ambiente. Noi chiediamo alla Valle d'Aosta di essere autonomista, di far valere le proprie ragioni anche andando contro lo Stato: bisogna osare, avere coraggio e, invece, la maggioranza continua a trincerarsi dietro pareri legali. Non c'è volontà di dialogo né di confronto, ma soprattutto si è persa la volontà di rivendicare e di applicare la nostra autonomia. E' inaccettabile. Non si vuole nemmeno votare la prima parte dell'impegnativa perché la maggioranza vuole tenere aperta la porta all'inceneritore e neppure si accetta la seconda parte che propone di tutelare, con le nostre prerogative regionali, la volontà popolare con una modifica alla vigente legge sui rifiuti, ponendo limitazioni agli impianti di incenerimento.»

Fonte comunicato stampa  sito web consiglio regionale vda 

Per capire meglio leggete quanto sotto riportato >>>

http://www.alpvda.org/index.php/articoli/55-informazioni/556-la-situazione-rifiuti-in-vda.html

14 dicembre 2013

FIRMA ANCHE TU LA PETIZIONE PER CHIUDERE L'INCENERITORE DI PARMA E LIMITARE L'INQUINAMENTO

Abbiamo appena firmato la petizione "Sindaco di Parma: Per limitare l'inquinamento di Parma bisogna dare un segnale forte. 
L'inceneritore di Ugozzolo va chiuso. 

Un'azione determinata in difesa della salute." su Change.org.

È importante. Puoi firmarla anche tu? Qui c'è il link:

http://www.change.org/it/petizioni/sindaco-di-parma-per-limitare-l-inquinamento-di-parma-bisogna-dare-un-segnale-forte-l-inceneritore-di-ugozzolo-va-chiuso-un-azione-determinata-in-difesa-della-salute?share_id=tnFYVXKNVi&utm_campaign=signature_receipt&utm_medium=email&utm_source=share_petition

Grazie!

"RIFIUTI ZERO" PUO' ESSERE REALTA'!

11 dicembre 2013

GESTIONE RIFIUTI. NUOVA MOZIONE IN DISCUSSIONE IN CONSIGLIO REGIONALE PREVISTA PER IL 18 DICEMBRE 2013

PER VISIONARE I COSTI DELLA TARIFFA MEDIA IN ITALIA E NELLA PROVINCIA DI TREVISO VISIONA IL LINK SEGUENTE.

IN  PRATICA A LIVELLO NAZIONALE LA MEDIA E DI EURO 240,00 MENTRE A TREVISO APPLICANDO UNA CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI LA TARIFFA AMMONTA A EURO 149,00.

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=L8oCecq6MAg#t=1004

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NUOVA MOZIONE PRESENTATA DAI GRUPPI DELLA MINORANZA REGIONALE PER IL GIORNO 18 DICEMBRE 2013.

ANCORA NESSUN ORIENTAMENTO ESPLICITO IN MATERIA DI GESTIONE RIFIUTI E' STATO FORMULATO DALL'ASS. REG. L.BIANCHI. NON RISPETTATA LA TEMPISTICA PROSPETTATA IN DATA 9 OTTOBRE 2013 NEL CORSO DI UNA RISPOSTA UFFICIALE AD UNA MOZIONE DEI GRUPPI DI OPPOSIZIONE.




PRESO ATTO che la Corte Costituzionale, con sentenza n. 285 in data 20 novembre 2013, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo unico della legge della Regione autonoma Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste 23 novembre 2012, n. 33 (Modificazione alla legge regionale 3 dicembre 2007, n. 31 - Nuove disposizioni in materia di gestione dei rifiuti) e reso altresì inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell’articolo unico della legge della Regione autonoma Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste n. 33 del 2012, promossa, in riferimento all’art. 15, secondo comma, della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4 (Statuto speciale per la Valle d’Aosta);



STANTE il risultato del referendum popolare propositivo svoltosi in data 18 novembre 2012, il cui esito aveva visto esprimersi la stragrande maggioranza dei valdostani votanti a favore dell'impossibilità di realizzazione e utilizzazione sul territorio regionale di impianti di trattamento a caldo, quali incenerimento, termovalorizzazione, pirolisi o gassificazione;



CONSIDERATO che, al di là della pronuncia della Consulta, è indispensabile, nel rispetto di un principio di garanzia e tutela della democrazia partecipativa, espressasi inequivocabilmente con la citata consultazione referendaria, e assolutamente opportuna l'espressione da parte del Governo regionale di un formale impegno ad agire in conformità della volontà popolare;



RILEVATO che la Regione ha facoltà di introdurre maggiori livelli di protezione ambientale, al fine della tutela della salute umana, fatte salve le prerogative dello Stato in materia di legislazione ambientale;



RICORDATI gli impegni assunti dal Governo regionale del rispetto della volontà della Comunità valdostana;

RITENUTO urgente intervenire dal punto di vista normativo per rispondere alle necessità di cui sopra;





IL CONSIGLIO REGIONALE



IMPEGNA





  1. il Governo regionale, affinché qualsiasi azione volta a pianificare la gestione dei rifiuti (studi di fattibilità, incarichi e altri atti amministrativi), promossa dall'Assessorato competente o da qualsiasi società controllata o partecipata della Regione, escluda, nella maniera più assoluta, la possibilità di smaltire i rifiuti mediante trattamenti a caldo;



  1. la Commissione competente a predisporre, entro trenta giorni, una revisione della l.r. 31/2007, al fine di rispondere all'esigenza di rispetto della volontà popolare e di eliminare l'incompatibilità costituzionale, anche mediante l'introduzione di criteri di idoneità e di localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti.


2 dicembre 2013

LA SENTENZA N. 285 DELLA CORTE COSTITUZIONALE (DEPOSITATA OGGI) NON MODIFICA LA VOLONTA' ESPRESSA DAI CITTADINI E DA TUTTI ACCETTATA - LA LEGGE REGIONALE PUO' ESSERE MIGLIORATA, MA RESTA VALIDA ANCHE SENZA L'ARTICOLO AGGIUNTO DALL'ESITO REFERENDARIO. CONTA LA VOLONTA' POLITICA E L'ACCETTAZIONE DELL'ESITO REFERENDARIO

La Corte costituzionale, il giudice delle leggi, ha valutato non conforme alla normativa nazionale il nuovo articolo di legge introdotto nella normativa regionale mediante il voto referendario dello scorso anno.
La Corte, in pratica, ha cancellato l’articolo unico della legge della Regione autonoma Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste 23 novembre 2012, n. 33 (Modificazione alla legge regionale 3 dicembre 2007, n. 31 – Nuove disposizioni in materia di gestione dei rifiuti) ritenendo validio il principio generale per cui la Regione non può introdurre “limitazioni alla localizzazione”, di impianti di trattamento a caldo. Alla Regione  non può essere consentito, dal punto di vista legislativo, di porre limiti assoluti di edificabilità degli impianti di trattamento a caldo.
Nulla dice e nulla potrebbe dire in merito al dato politico emerso con il  referendum e  cioè la volontà da parte dei cittadini di optare per una diversa gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta. 


Nessuno pensi, pertanto, che possa essere cancellata la volontà espressa dai cittadini col voto del 18 novembre 2012. Insomma, tanto rumore per nulla.La regione quindi può adottare tranquillamente tutti gli strumenti operativi per gestire i rifiuti senza ricorrere all'incenerimento.

Il convegno del 22 novembre 2013 visionabile  per intero su you tube  (vedi link sotto) ha delineato in modo completo ed esauriente tutte le modalità da adottare nel giro di pochi mesi.


http://youtu.be/BJwPLLuZCW8 

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Dichiarazioni all'Ansa vda17:35 Rifiuti: Roscio, pirogas è stato seppellito per sempre
(ANSA) - AOSTA, 02 DIC - ''Al di là dell'interpretazione che ha dato la Corte costituzionale e che va rispettata, ci deve essere un altro ragionamento da fare per la Valle d'Aosta: un anno fa i valdostani avevano detto chiaramente quale non doveva essere il modello di gestione dei rifiuti, un anno fa abbiamo seppellito per sempre il pirogassificatore''. Così Fabrizio Roscio, consigliere regionale di Alpe e uno dei principali promotori del referendum, ha commentato la sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale la legge contro il pirogassificatore.

''C'è stata una presa di posizione chiara dell'attuale maggioranza - ha proseguito Roscio - quindi noi in base agli impegni che sono stati assunti chiediamo che questi impegni siano mantenuti e si incominci a fare una gestione corretta dei rifiuti indipendentemente da impianti di smaltimento finali''. Secondo il consigliere regionale ''l'opzione che rimane è il trattamento a freddo, direi di più, l'opzione che rimane è una gestione di eccellenza in virtù di quell'autodeterminazione dei valdostani che è cara a tutti''. (ANSA). 


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19:09 Rifiuti: Consulta boccia legge contro trattamento a caldo
Approvata in Valle d'Aosta con referendum propositivo
(ANSA) - AOSTA, 2 DIC - Sulla prima e unica legge in Italia frutto di un referendum propositivo è arrivata oggi la bocciatura della Consulta. A un anno dalla sua approvazione, la norma che in Valle d'Aosta vietava il trattamento a caldo dei rifiuti è stata dichiarata incostituzionale, perché la materia della tutela dell'ambiente è di ''competenza esclusiva dello Stato''.

Ma ''la volontà dei valdostani sarà rispettata'', assicura l'assessore all'Ambiente Luca Bianchi, nella maggioranza composta dagli autonomisti Union Valdotaine e Stella Alpina, movimenti che nella passata legislatura si schierarono per l'astensione dal referendum.