8 marzo 2014

ECCO LE TRE PROPOSTE FORMULATE DA VALECO SPA PER CONTO DELLA REGIONE VDA


Non una ma ben tre soluzioni offerte dalla giunta regionale in materia di rifiuti. Ad un ora dalla conferenza stampa l'Ansa è in grado di fornire le tre opzioni possibili prese in considerazione dalla giunta regionale.

Francamente non si capisce se le linee guida le ha fornite Valeco alla Giunta regionale o viceversa.


Tre soluzioni per la questione rifiuti in Valle d'Aosta, riorganizzando il centro di trattamento di Brissogne. A delinearle è uno studio di prefattibilità realizzato da Valeco per conto dell'assessorato regionale all'ambiente.

1) La prima prevede il mantenimento dell'attuale organizzazione del sistema di raccolta e la semplice selezione meccanica del rifiuto indifferenziato, con avvio a valorizzazione esterna alla regione di entrambi i flussi derivanti dalla selezione (frazione secco-leggera e frazione umida). Si prevede il trasporto fuori regione anche della frazione umida in quanto non è più possibile collocarla in discarica. "Tale soluzione - si legge nella ricerca - rappresenta la soluzione minimale da attuare per rispettare immediatamente le disposizioni normative nazionali ed europee". Tempi di realizzazione 9 mesi, incremento occupazionale di 5 addetti, costo complessivo sul 2015 9,7 mln (63 euro pro capite).

2) La seconda soluzione comporta il mantenimento dell'attuale organizzazione del sistema di raccolta e la selezione meccanica del rifiuto indifferenziato, seguita dalla raffinazione della componente secco-leggera finalizzata al recupero della frazione di rifiuto da avviare a riciclaggio come materia. "Si prevede al riguardo - prosegue lo studio - di orientarsi verso la scelta di un impianto multifunzionale, cioè in grado di gestire e trattare indifferentemente sia i rifiuti indifferenziati che i rifiuti derivanti dalle raccolte differenziate". Per la gestione del rifiuto organico selezionato e della frazione umida ci sono differenti possibilità, dall'invio fuori valle alla costruzione di un impianto regionale. Una soluzione alternativa alla fase di smaltimento all'esterno "può essere quella di prevedere la trasformazione del costruendo quarto lotto di discarica in un bioreattore a celle, che consente la valorizzazione energetica dell'intero flusso 'organico' e della frazione umida". Tempi di realizzazione 12 mesi, incremento occupazionale di 12 addetti, costo complessivo sul 2015 7,5 mln (48 euro pro capite).

3) La terza soluzione è basata sul mantenimento degli attuali 4 flussi principali di raccolta, sulla modifica della qualità dei flussi stessi, sul trattamento di selezione meccanica della frazione multimateriale secco leggera a base di plastica con recupero di materia rappresentata da plastiche, alluminio, materiali ferrosi, da avviare a riciclaggio. Per quanto attiene la gestione della frazione umida a prevalente base organica raccolta sul territorio in sostituzione della raccolta dell'indifferenziato si prevede, in una prima fase, di avviarlo a valorizzazione energetica nel bioreattore a celle. Tempi di realizzazione 12 mesi, incremento occupazionale di 35 addetti, costo complessivo sul 2015 6,9 mln (45 euro pro capite).
 

FONTE ANSA 7 marzo 2014 ore 14,55.

Commento:
la modernità non sta solo nella tecnologia, ma nell'informazione capillare su come cambiare questo sistema di gestire e produrre materiali che poi diventano rifiuti. L'industria del riciclo crea posti di lavoro. Tanti posti. Ma occorre in ogni caso non sprecare risorse...

La migliore soluzione è un'altra ( la quarta!) in cui si preveda che l'utilizzo e la costruzione degli impianti sia limitato al trattamento di quello che resta dopo aver applicato per intero  la gerarchia dei rifiuti che prevede azioni di  riduzione,  riutilizzo, raccolta differenziata e riciclo (compreso il compostaggio) ed infine la tariffa puntuale per premiare chi si comporta in modo virtuoso.


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Anno 2009
Ecco il testo della raccolta firme per attivare raccolta dell'organico

PETIZIONE POPOLARE PER UN CENTRO REGIONALE DI COMPOSTAGGIO
E PER LA RACCOLTA DELL’UMIDO IN VALLE D’AOSTA
Al Presidente del Consiglio Regionale della Valle d’Aosta
Ai Consiglieri regionali
 
                                      PREMESSO CHE
La frazione organica rappresenta un’ingente quota dei rifiuti (RSU) che finiscono in discarica a Brissogne: circa il 21% del totale, ovvero 10.000 ton all’anno.
Una raccolta ben eseguita, oltre a trasformare i rifiuti in risorsa, consentirebbe di allungare fino al 20% la vita residua della discarica, con i relativi benefici economici e ambientali.
Senza la raccolta della frazione umida risulterà estremamente difficile raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata (RD) imposti dalla legge Italiana e dall’ Unione Europea.
La frazione organica dei rifiuti è responsabile dei cattivi odori e dell’emissione in atmosfera della maggior parte dei gas climateranti.Dalla frazione organica, trattata invece in un centro di compostaggio, si ottiene compost utilizzabile nei giardini e negli orti.
La raccolta dell’umido con gli appositi cassonetti è una pratica abituale e consolidata inmolte città d’Italia e sarebbe fattibile anche da noi.

           CON LA PRESENTE PETIZIONE NOI SOTTOSCRITTI CHIEDIAMO 


- DI COSTRUIRE UN CENTRO DI COMPOSTAGGIO REGIONALE PER IL
TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI (o in alternativa vari centro di compostaggio per ogni singola Comunità Montana).


- DI INCENTIVARE LA RACCOLTA DEI RIFIUTI ORGANICI, LADDOVE NON SIA POSSIBILE IL COMPOSTAGGIO DOMESTICO.


http://www.youtube.com/watch?v=G4s8KYhip5Y&feature=player_embedded


PAROLE, PAROLE, PAROLE... ANCORA SENZA INDICAZIONE DEI TEMPI DI ATTUAZIONE ...

La giunta regionale nella riunione del 7 marzo 2014 annuncia nuove iniziative in materia di gestione dei rifiuti.
La decisione poteva essere assunta il giorno dopo il referendum e non dopo 470 giorni. E intanto la montagna dei rifiuti in discarica è continuata a salire.  Si stima che assumendo le decisioni nei  tempi previsti (e non in ritardo) si poteva evitare di far entrare in discarica oltre 40.000 tonnellate di materiale.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-8e7b4aed-1a89-41cf-8a26-343fedf58429-tgr.html?refresh_ce#p=0

Ecco alcuni punti fermi adottati nella riunione di giunta del 7 marzo 2014:
  • Riorganizzare i servizi di raccolta e gestione dei rifiuti anche mediante la progressiva introduzione di sistemi di determinazione delle tariffe che consentano un’applicazione proporzionale dei costi coerente con il principio "chi inquina paga”.
  • introdurre la raccolta separata del rifiuto organico
  • realizzare un “trattamento a freddo” anche attraverso la previsione di un impianto di digestione anaerobica della frazione organica con la produzione di biometano

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Le richieste presentate dalle associazioni nel 2010

 passaggi da fare a monte della produzione dei rifiuti:
la diminuzione dei rifiuti alla base (vuoto a rendere, riutilizzo) attraverso un piano regionale di riduzione dei rifiuti con obiettivi vincolanti; l’introduzione di una raccolta differenziata spinta, con riduzione della tariffa al cittadino in base al livello di raccolta differenziata raggiunto; la raccolta dell'organico attraverso il compostaggio domestico oppure attraverso appositi contenitori.

I passaggi da fare a valle della produzione dei rifiuti:
Sulla "frazione secca residua", cioè la parte che residua dopo aver applicato la raccolta dell’organico, sarà applicato un trattamento simile a quello del Centro di Riciclo Vedelago (TV) che ottimizza la qualità della raccolta differenziata della plastica.

Le iniziative da adottare nel periodo transitorio.
In attesa di raggiungere alti livelli di raccolta differenziata è possibile adottare un trattamento a freddo (Trattamento Meccanico Biologico).


2 marzo 2014

PAROLE AL VENTO....

Parole al vento di Luca Bianchi (Assessore regionale all'Ambiente) nel corso di recenti interventi pubblici.

18 dicembre 2013
L'Assessorato sta lavorando per la definizione di un sistema integrato di trattamento dei rifiuti coerente con tutte le disposizioni comunitarie, statali e regionali vigenti, che riporti le necessarie valutazioni di carattere tecnico, impiantistico, economico-finanziarie e tariffarie, nonché i tempi di realizzazione. Vogliamo un modello che sia a misura della Valle d'Aosta.
Abbiamo detto che vogliamo rispettare la volontà popolare, tant'è che non parliamo più di pirogassificatore. A breve proporremo delle soluzioni...

Commento:
Si, ma quando? Speriamo che le eventuali scelte non siano solo a misura delle aziende già interessatie da appalti e prebende ... Dal referendum popolare sono passati oltre 450 giorni senza decisioni di rilievo.



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9 ottobre 2013

La "nebulosa" Luca Bianchi (neo assessore regionale al Territorio e Ambiente, in servizio da giugno 2013) al primo passaggio cruciale  in Consiglio regionale è apparsa opaca, scialba. 


Ecco cosa dichiarava in consiglio regionale: La linea politica sull'argomento la vedremo nei prossimi mesi: ... abbiamo appena commissionato uno studio di prefattibilità...

commento:
Nessuna linea di direzione chiara. Anzi nebbia completa  anche in merito all'applicazione concreta dell'ultima direttiva del Ministero dell'Ambiente del 6 agosto 2013 che impedisce l'afflusso dei rifiuti indifferenziati non trattati (senza componente organica, quindi) direttamente in discarica. Ancora oggi in  discarica a Brissogne, l'indifferenziato viene smaltito senza alcun processo di stabilizzazione e gli obiettivi di raccolta differenziata, previsti dalla legge, non sono stati raggiunti...

La maggioranza regionale, ad oggi, non ha concretizzato nulla, nonostante le indicazioni degli esperti emerse nella commissione speciale dell'ultima legislatura.

17 febbraio 2014

COMITATO NO PIRO A BORGOFRANCO: CORTEO DI SENSIBILIZZAZIONE RIUSCITO





privilegiare  il recupero di materia rispetto al recupero di energia, rafforzando quanto già recepito nella normativa italiana con la modifica dell'art. 179 del D. Lgs n. 152/2006 operata dal D. lgs n. 295/2010;

prevedere l’affidamento diretto a proprie società interamente pubbliche.


renere conto della gerarchia dei rifiuti e della necessità di ridurre i rifiuti residui fino a raggiungere livelli prossimi allo zero;

promuovere e incentivare anche economicamente  una corretta filiera di trattamento dei materiali post-utilizzo, basata su pratiche per la riduzione della produzione dei rifiuti, sulla raccolta differenziata domiciliare spinta, sulla tariffa puntuale che responsabilizzi l’utente, sul riuso dei beni a fine vita, sul riciclo dei materiali differenziati, sul recupero massimo di materia anche dai rifiuti residuali, sulla riduzione della loro pericolosità, la riprogettazione dei materiali in vista di una loro totale ricuperabilità.

spostare risorse dallo smaltimento e dall’incenerimento verso la riduzione, il riuso e il riciclo sia attraverso meccanismi economici automatici di premiazione dei soggetti che, applicando le migliori pratiche, ottengono i migliori risultati  in termini di riduzione, riuso e riciclo, e viceversa penalizzando i soggetti che continuano ad applicare pratiche contrarie, sia finanziando i costi di avvio ai soggetti che decidono di riconvertire la gestione verso pratiche virtuose, sia sostenendo gli investimenti delle filiere legate al riuso e riciclo;


ridurre progressivamente il conferimento in discarica e l'incenerimento, perseguendo la progressiva dismissione degli inceneritori esistenti, a partire da una moratoria sino al 2020 delle autorizzazioni alla costruzione di nuovi impianti;

sancire il principio “chi inquina paga” prevedendo la responsabilità civile e penale  per il reato di danno ambientale per chi inquina l’ambiente, con particolare attenzione ai reati commessi da soggetti industriali;

dettare le norme che regolano l'accesso dei cittadini all'informazione e alla partecipazione in materia di rifiuti e salvaguardia della salute e dell'ambiente, anche  tramite il  riconoscimento da parte delle istituzioni dei “Comitati dei Garanti” nominati anche dalle comunità, che collaborino con le istituzioni nella valutazione e gestione dei Piani Regionali dei rifiuti e nella verifica del loro impatto ambientale e sanitario.




La tecnologia dell’incenerimento dei rifiuti è da sempre stata oggetto di interventi normativi incentivanti, come il regime cosiddetto CIP6 o attualmente quello dei certificati verdi, che hanno di fatto rappresentato un ostacolo concorrenziale che ha distorto e fortemente limitato sinora lo sviluppo delle pratiche e delle tecnologie legate al riciclo e recupero di materia quali fasi preordinate nella scala gerarchica normativa, come gli incentivi richiamati dagli articoli 24, 28 e 29 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28 e non ultimo quanto previsto dal DM del 6 luglio 2012 che anacronisticamente rilancia gli incentivi all’incenerimento della parte biodegradabile dei rifiuti.

Occorre anche ricordare che gli impianti industriali di incenerimento di rifiuti e gli impianti di combustione di biomasse e biogas, che producono entrambi particolato atmosferico tossico anche se di composizione diversa, hanno necessità di elevati investimenti di capitali e parimenti di elevati periodi di ammortamento del capitale in genere previsti entro i quindici anni di vita dell’impianto stesso.

Tali piani di ammortamento sono garantiti dalla sottoscrizione di un contratto di fornitura di materiali in ingresso a carico delle amm.ni comunali conferenti, che prefigura il deleterio meccanismo del “vuoto per pieno”, ossia l’obbligo a pagare comunque sulla base del tonnellaggio garantito contrastando di fatto l’avanzata della raccolta differenziata e della riduzione dei rifiuti, che rappresenta oggi sulla base delle prescrizioni del Parlamento Europeo, una vera e propria ipoteca ed un ostacolo insormontabile al rispetto degli obiettivi comunitari presenti e futuri.


fonte: relazione proposta di legge di iniziativa popolare rifiuti zero

2 febbraio 2014

SI FACCIA SUBITO LA MODIFICA DELLA LEGGE IN MATERIA DI GESTIONE RIFIUTI

Si faccia subito la modifica della legge!


Le società che avevano ottenuto l'aggiudicazione provvisoria della gara d'appalto hanno fatto appello alla sentenza del Tar che aveva respinto la richiesta di risarcimento danni nei confronti della Regione.

Per bloccare questa azione è necessario che il Consiglio Regionale modifichi la legge per renderla conforme alle indicazioni della Corte Costituzionale.


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Gestione rifiuti in discarica

A sei mesi dall'emanazione delle disposizioni ministeriali non si conoscono, ad oggi, le decisioni assunte dalla Giunta regionale in materia di ammissibilità dei rifiuti in discarica e in merito alla nuova pianificazione dell'intero settore. 

Occorre, infatti, effettuare un adeguato trattamento, comprensivo della stabilizzazione della frazione organica dei rifiuti stessi, prima della messa in discarica, onde evitare o ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente e i rischi per la salute umana.

Non basta la tritovagliatura!

Occorre infatti effettuare un trattamento previsto dall’art. 6, lettera a) della direttiva 1999/31/CE e dall'art. 7, comma 1, del D.lgs. 36/2003 che deve necessariamente includere un’adeguata selezione delle diverse frazioni dei rifiuti e la stabilizzazione della frazione organica.

La sola raccolta differenziata spinta non è di per se idonea a escludere la necessità di sottoporre a preventivo trattamento i rifiuti indifferenziati residuali, data anche la dimostrazione che il trattamento non contribuisce a prevenire o a ridurre le ripercussioni negative sull’ambiente e i rischi per la salute umana.
 

A tale proposito è utile ricordare che è scaduto il regime transitorio di cui all'articolo 17 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36.

Occcorre, quindi, anche dare attuazione e definire un programma per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica, come previsto dall’art. 5 del D.Lgs 36/2003.

Pianificare, pianificare e ancora pianificare...


Ecco il compito, per ora disatteso, da parte dell'Assessorato regionale all'Ambiente!


http://www.vallevirtuosa.it/non-dimentichiamo-e-diffondiamo




LATET ANGUIS IN ERBA...

Il serpente è nascosto tra l'erba. Pronto a rialzare la testa.

Chi ha avuto modo di leggere il retro del volantino distribuito da Valle Virtuosa in questi giorni, probabilmente ha avuto questa sensazione. 

Insomma stiamo vivendo giornate invernali con cieli cupi e nebbia e  nuvole basse persistenti. 

Esattamente simile la sensazione che si respira sulle prospettive future  in materia di gestione rifiuti. Una gestione dell'assessorato regionale all'ambiente grigia, cupa, poco trasparente.

Continuano a girare  tra le scrivanie parte degli studi commissionati alla società a partecipazione pubblica che già gestisce la discarica e che di sicuro avrà un conflitto di interessi per la nuova impiantistica. 

Ecco cosa si legge sul volantino:
Le società che volevano costruire l'impianto di incenerimento hanno fatto appello contro la sentenza del Tar che aveva respinto la richiesta di risarcimento danni nei confronti della Regione.

Per bloccare questa azione è necessario che il Consiglio regionale modifchi la legge per renderla conforme alle indicazioni della Corte Costituzionale.

Ma tutto tace e i mesi passano...