16 giugno 2016

CONTINUA LA RACCOLTA. IOVOTONOVDA.ORG

Una montagna di firme, superata quota Monte Bianco!
Oltre 5.500 firme, quasi 2.000 elettori hanno sottoscritto i tre quesiti referendari, uno sulla “nuova” Costituzione e due sulla legge elettorale il cosiddetto Italicum.
In particolare oltre 1850 elettrici ed elettori hanno posto la loro firma per sostenere il NO alla Renzi-Boschi-Verdini, la deforma costituzionale che stravolge le basi del nostro sistema democratico. Altrettanti per ogni singolo quesito dell’abominevole legge elettorale ipermaggioritaria.
Una percentuale di adesioni ben superiore a quanto richiesto dalla normativa vigente, proporzionalmente al numero degli iscritti alle liste elettorali della Valle d’Aosta praticamente il doppio!
Ringraziamo tutte le valdostane e tutti i valdostani che hanno finora aderito all’appello dei 56 Costituzionalisti del NO sia nel ruolo di volontarie e volontari per questa campagna referendaria che in quello di elettrici ed elettori informati e consapevoli.
Ma questo ce n’est qu’un début, il Comitato Valdostano del NO continuerà fino a fine mese la raccolta firme e durante tutta l’estate ad informare le cittadine e i cittadini di tutti i rischi e di tutte le incognite a cui ci espone, attualmente, l’applicazione contemporanea delle nuove norme costituzionali ed elettorali.
Quindi invitiamo cittadine e cittadini, associazioni, movimenti politici a mobilitarsi per affiancare il Comitato del NO in questi ultimi giorni di giugno, saremo presenti ancora con punti di raccolta firme ad Aosta ed in vari Comuni della Valle già a partire da questo fine settimana.

Venerdì pomeriggio e Sabato ad Aosta in Place des Franchises ed in via Aubert,  sempre Sabato a Saint-Vincent in via Chanoux, Lunedì mattina al mercato di Châtillon, nei giorni seguenti ancora ad Aosta, Saint-Vincent, Hône.

Per informazioni e per offrire collaborazione abbiamo attivato il sito www.iovotonovda.org e la pagina Facebook “Comitato Vda per il NO Referendum costituzionale - NO Italicum”.



Per il comitato valdostano per il NO al referendum sulle modifiche costituzionali

Valeria Fadda, Luca Scacchi e Domenico Palmas

15 giugno 2016

ACQUA: BENE COMUNE.OPINIONI A CONFRONTO IL 17-18 GIUGNO A ST. VINCENT



Pubblica: la nostra acqua a cinque anni dal referendum


Sono passati cinque anni dallo storico referendum sull’acqua pubblica del giugno 2011. Si può dire “sono già passati” oppure “sono appena passati”, ma è comunque un periodo significativo.
È tempo di bilanci per valutare sia i progressi di questo quinquennio che le criticità emerse nella gestione della risorsa potabile, così come è il momento di discutere degli effetti reali che l’esito della consultazione popolare ha avuto sui processi di privatizzazione.
Il dopo referendum è stato segnato da eventi clamorosi e da processi meno spettacolari ma pur sempre gravidi di conseguenze: tentativi di elusione sul piano legislativo, pronunce giurisprudenziali, esperienze amministrative di ripubblicizzazione del servizio idrico e avvio di un percorso legislativo oggi fortemente dibattuto, per non citarne che alcuni. Ma anche fuori dall’Italia il nostro referendum ha avuto un grande impatto ed è stato spesso presentato come un caso esemplare.
Nel frattempo, alle motivazioni economiche e sociali che tanta parte hanno avuto nel far lievitare nel 2011 la partecipazione popolare nella raccolta delle firme, nella campagna referendaria e nella mobilitazione per il voto, si è aggiunta anche una crescente preoccupazione per gli aspetti ecologici complessivi e per la conservazione di una quantità adeguata di acqua buona e pulita per tutti.
Insomma, è tempo di discutere seriamente delle politiche idriche fra studiosi di varia estrazione e soggetti impegnati a vario titolo a difesa dell’acqua pubblica, evitando eccessi ideologici, esasperate fumisterie accademiche e culto tecnocratico. È l’occasione per una lettura critica delle scelte, delle regole e degli enti che governano in questo momento l’acqua e la somministrano, per orientare meglio le strategie e i comportamenti dei prossimi anni.
La cittadina di Saint-Vincent, in Valle d’Aosta, è stata scelta come sede per fare il punto, in una cornice accogliente, sulle politiche e sulla legislazione dell’acqua pubblica con una nutrita serie di incontri, seminari e conferenze nell’arco di due intere giornate dal titolo “Pubblica: la nostra acqua a 5 anni dal referendum”, promosse e coordinate dall’International University College di Torino.

L’iscrizione è  gratuita e l’invito è aperto a chiunque abbia a cuore le sorti della ‘nostra’ acqua.

11 giugno 2016

ACQUA PUBBLICA: FERMARE IL DECRETO MADIA!

Acqua Pubblica - Buon compleanno referendum!

5 anni fa abbiamo vinto contro le privatizzazioni di Ronchi, oggi fermiamo il decreto Madia!

In questi giorni il referendum sull'acqua bene comune e per la difesa dei servizi pubblici compie 5 anni. Sono stati anni vissuti pericolosamente. Anni in cui l'esito referendario è stato ripetutamente messo sotto attacco dai Governi succedutisi alla guida del Paese. Solo la persisente mobilitazione del movimento per l'acqua ha finora evitato che venisse completamente stravolto.
Il 12 e 13 giugno 2011, infatti, oltre 26 milioni di persone si recarono alle urne per bloccare il progetto del Governo Berlusconi di definitiva privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali.
10 giorni prima della scadenza referendaria l'allora Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, pubblicava sul suo profilo Facebook il seguente post: “Referendum. Vado a votare sì all’acqua pubblica ...".
Ora Matteo Renzi è Segretario del PD, Presidente del Consiglio e il PD è il principale partito di maggioranza.
Quali migliori condizioni per attuare l'esito referendario e rispettare la volontà popolare?
Ma qual'era la volontà popolare?
Così la riassumeva la Corte costituzionale: "rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua."
Invece il Governo ha deciso di muoversi lungo una direzione contraria, soprattutto con i decreti attuativi della legge Madia, i cui obiettivi espliciti, riportati nella relazione di accompagnamento, sono “la riduzione della gestione pubblica ai soli casi di stretta necessità” e il “rafforzamento del ruolo dei soggetti privati”.
Il decreto Madia sui servizi pubblici locali vieta, inoltre, la gestione pubblica per i servizi a rete, quindi acqua inclusa, e ripristina l’”adeguatezza della remunerazione del capitale investito” nella composizione della tariffa, nell’esatta dicitura che 26 milioni di cittadini avevano abrogato.
E' significativo che proprio mentre milioni di italiane e italiani stanno per votare le future amministrazioni delle loro città, il Governo discuta un decreto che, di fatto, viola l'art. 75 della Costituzione e sposta la gestione dei servizi pubblici dai consigli comunali ai consigli di amministrazione. Bloccare questo progetto è innanzitutto una questione di democrazia.
Per cui in questi giorni sono in programma decine di iniziative diffuse sui territori e prosegue la raccolta firme sulla petizione popolare per il ritiro di questi decreti nell'ambito del “Firma Day” promosso dalla campagna sui referendum sociali e costituzionali.
Inoltre, come movimento per l'acqua, contestiamo lo stravolgimento della legge per la ripubblicizzazione dell'acqua compiuta dalla maggioranza alla Camera il 20 Aprile scorso.
Per questo nei giorni in cui ricorre il 5° compleanno del referendum nelle iniziative in programma intendiamo ribadire la richiesta di ritiro immediato del decreto Madia e il ripristino del testo originario della legge per l'acqua.
Roma, 10 Giugno 2016.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

1 maggio 2016

FIRMA ANCHE TU PER LE DUE INIZIATIVE DI LEGGE POPOLARE REGIONALE

Anche nei prossimi giorni sarà possibile firmare ad Aosta (vie centrali - Piazza Chanoux piazza des Franchises) per per le due LiP su Trasporti e Democrazia. 

5 maggio pomeriggio (zona centrale di Aosta)
7 maggio pomeriggio (zona centrale di Aosta)
Per vedere il testo dei due disegni di legge visita il link sottoriportato:

https://www.facebook.com/notes/la-valle-daosta-riparte/i-testi-delle-due-leggi/1147699331917404

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Link ultimo intervento della dott.sa Gentilini a Torino il 29 aprile 2016
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FERMIAMO IL CONSUMO DEL SUOLO IN TUTTA EUROPA

Fermare il consumo di suolo in tutta Europa: tocca a noi organizzarci, anche in Valle d'Aosta ...

Il 2015 - anno internazionale del suolo - ha permesso di porre concretamente l'attenzione sul degrado cui è sottoposto questo elemento fondamentale per la vita dell'essere umano e dell'intero pianeta. All'aumento della consapevolezza della perdita di questa risorsa, non è corrisposta un'equivalente azione di salvaguardia. Il Forum Salviamo il Paesaggio, con tutte le sue associazioni e reti di persone, si trova ad essere impegnato su molteplici fronti al fine di far rispettare anche livelli minimi di protezione.
In Italia, per esempio, ci si è occupati della modifica in profondità del Disegno di legge atto Camera 2039 denominato “Contenimento del Consumo del suolo e riuso del suolo edificato” che, contrariamente al suo titolo, contiene norme disastrose che vanno nella direzione opposta alla salvaguardia del suolo. 
Non va meglio a livello europeo. Dopo il ritiro, nel 2014, della proposta di direttiva sul suolo, le istituzioni europee continuano a non prendere in considerazione alcuna altra opzione. Il ritmo di perdita di suolo fertile continua indisturbato e senza limiti. Tocca quindi ai cittadini europei e alle loro associazioni il compito di essere attori primari e prendere le iniziative necessarie a promuovere "dal basso" la protezione dei suoli all'interno dell'intero continente europeo. 
Per questo motivo nel 2015 è stata creata People4Soil - una grande campagna a cui aderiscono oltre 200 associazioni in tutta Europa - con l’obiettivo di affermare il ruolo determinante che i suoli hanno nel creare le condizioni sociali, ambientali, sanitarie ed economiche in grado di risolvere le enormi problematiche relative alla sicurezza alimentare, al cambiamento climatico, alla riduzione della povertà e a delineare i contorni di un equilibrato modello sostenibile.
Entro settembre 2016, sarà presentata la richiesta formale di una proposta d'iniziativa europea sul suolo. La proposta d'iniziativa dei cittadini europei (ICE) è lo strumento di partecipazione e di democrazia introdotto dal Trattato di Lisbona del dicembre 2009, il cui regolamento attuativo è stato definito nel 2011. Con esso i cittadini dell’UE possono chiedere di dibattere proposte legislative su specifiche tematiche. 
Quattro sono le regole da rispettare:
a) una proposta d’iniziativa deve rientrare in un settore di competenza dell’Unione Europea ed essere coerente con i valori dell’Unione; 
b) l’iniziativa deve raccogliere le firme (sotto forma cartacea o elettronica) di almeno un milione di sostenitori in rappresentanza di almeno un quarto del numero degli Stati membri (attualmente minimo sette); 
c) le firme devono essere raccolte in un lasso di tempo inferiore a dodici mesi dal momento della registrazione dell’iniziativa; 
d) il numero minimo di firme richiesto per ogni Stato membro è equivalente al numero dei loro deputati eletti al Parlamento Europeo moltiplicato per 750 (per l’Italia circa 55mila).
Stiamo dunque entrando nel vivo dell'iniziativa e dobbiamo essere pronti a rispondere rapidamente ed efficacemente. Ciò implica che tutti i membri del Forum - ogni persona fisica e ciascuna delle oltre 1.000 organizzazioni aderenti - siano in grado di raccogliere le firme a sostegno dell'iniziativa e a tale scopo invitiamo tutte e tutti a contattare People4Soil (www.people4soil.eu) per confermare la piena disponibilità a contribuire alla riuscita della petizione europea e a indicare, se possibile, un minimo obiettivo "personale" cui impegnarsi.
A breve saranno fornite le informazioni sull'evoluzione della campagna e le modalità su come raccogliere le firme.


>>> Tomaso Montanari