1 novembre 2016

RISCALDAMENTO INVERNALE: CON L'OBBLIGO DELLE VALVOLE, SI CAMBIA REGISTRO...

Riscaldamento invernale 2016: con l'obbligo delle valvole cambiano le abitudini. Si cambia registro.
Nel 2016 gli appartamenti con un impianto di riscaldamento centralizzato hanno l’obbligo di installare su ogni termosifone le valvole termostatiche e i contabilizzatori di calore. C’è tempo fino al 31 dicembre 2016; dopo quella data sarà erogata, salvo proroghe ed esenzioni, una multa salata che può variare dai 500 ai 2500 euro. Con un apposito decreto, che risale a due anni fa (DL 102/2014), l’Italia ha seguito le direttive europee riguardo l’efficienza energetica, da raggiungere rendendo il consumatore più responsabile. Per mezzo della contabilizzazione individuale, ora l’utente può, infatti, gestire direttamente i propri consumi, pur vivendo in una casa ad impianto centralizzato. Niente più orari fissi stabiliti dall’assemblea condominiale!
Si cambia registro, o meglio, fascia oraria, decidendo non solo quando, ma anche in quale stanza accendere i termosifoni.
Buona parte degli edifici italiani hanno impianti di riscaldamento a distribuzione verticale (con un sistema di tubature alla base dell’edificio dal quale partono colonnine verticali lungo i vari piani), con una contabilizzazione indiretta.
Cosa vuol dire? Che in queste case ogni singolo termosifone avrà bisogno della valvola termostatica per regolare la temperatura e del contabilizzatore per registrare i consumi.  Per la loro installazione il costo si aggira attorno ai 100 euro. Ci sono anche tecnici che erogano il servizio a 70 euro, ma attenzione: manodopera e prodotti potrebbero essere scadenti.
Ultima precauzione: meglio posizionare la valvola sul livello 3, si avrà una temperatura al di sotto dei 20°, che riscalda adeguatamente la casa, senza morir di caldo e – il che non fa male alla tasca – senza sprecare.


31 ottobre 2016

LE ASPETTATIVE DEL COMUNE AOSTA PER LA NUOVA FIGURA DI DIRETTORE DI ESECUZIONE DEL CONTRATTO DI IGIENE URBANA

I compiti del Direttore dell’Esecuzione del Servizio di Igiene Urbana del Comune di Aosta con scadenza 31 agosto 2019:
- perseguire obiettivi di risparmio economico, salvaguardia ambientale, miglioramento del decoro urbano, raccolta differenziata e  riduzione della produzione dei rifiuti.
- Accertare in termini di qualità e quantità della prestazione dell' Ente appaltante.
- Tenere la contabilità dei servizi e verificarne la congruità in ragione del contratto. (predisporre in base alla fatturazione contrattuale prevista, i certificati di pagamento mensili delle rate d’appalto spettanti all’appaltatore;
- Provvedere al coordinamento, alla direzione, al controllo tecnico e contabile dell'esecuzione
del contratto relativo al servizio di igiene urbana e raccolta dei RU stipulato dal Comune di
Aosta con la soc. Quendoz S.r.l. ;
- Assicurare la regolare esecuzione del contratto da parte dell'appaltatore, verificando che le
attività e le prestazioni contrattuali siano eseguite in conformità ai documenti contrattuali;
- Assistere e supportare la stazione appaltante, nelle problematiche tecniche ed amministrative
connesse alla gestione dell’appalto di igiene urbana e di trasporto dei rifiuti urbani;
- Collaborare con l’Ufficio Ambiente al fine della eventuale rimodulazione del regolamento
comunale dei rifiuti; (passaggio da tassa a tariffa)
- Redigere le relazioni tecniche riassuntive per individuare possibili interventi correttivi, che potranno essere di natura gestionale, in occasione di eventuali modifiche normative.
- Presenziare alle riunioni collegiali indette dall’Amministrazione per l’illustrazione dell’attività in corso e dell’attività programmata, su richiesta della stessa Amministrazione tra cui le riunioni dell’Osservatorio Comunale dei Rifiuti;
- Esercitare funzioni propositive e consultive nei confronti del Responsabile unico del procedimento con generali funzioni di vigilanza;
- Verificare lo svolgimento del servizio da parte dell'appaltatore con esecuzione di sopralluoghi,   anche non programmati preventivamente,  e segnalare all'Ente per l'applicazione di eventuali penali,  qualora non vengano rispettati i termini contrattuali, attraverso relazioni, computi, documentazione fotografica, relativi allo svolgimento dei servizi.
- Provvedere all’istruttoria completa delle procedure attinenti eventuali contestazioni d’addebito in contradditorio con la Ditta appaltatrice, compresa la definizione degli importi e relative penali da applicare;
- Acquisire le comunicazioni dell'appaltatore riguardanti la presenza di ostacoli o di condizioni di forza maggiore alla regolare esecuzione del servizio e rilascio di pareri di merito;
- In particolare le attività di rilevazione in campo riguarderanno la verifica della gestione della raccolta, rispetto degli orari, delle frequenze e dei percorsi di svuotamento nel porta a porta;
- Efficienza dello spazzamento stradale (programmi di lavaggio e pulizia strade e spazi pubblici);
- Proporre eventuali ottimizzazioni del servizio di igiene urbana e raccolta dei rifiuti;
- Reimpostare il Sistema di Gestione Ambientale, in collaborazione con il Servizio Ambiente
e con l’Amministrazione Comunale, previa lettura, verifica e proposte di eventuali  correzioni/miglioramenti delle procedure attualmente esistenti;
- Collaborare con il Servizio Ambiente al fine del reperimento dei dati ambientali utili al
popolamento dei diversi data-base sulla base dei quali elaborare i programmi di miglioramento ambientale;
- Aggiornare i diversi Registri previsti dalle diverse procedure del Sistema di Gestione Ambientale in base alle periodicità ivi indicate.
L’organizzazione complessiva dei servizi sopra indicati si pone l’obiettivo di:
- migliorare la capacità di controllo dell’Amministrazione Comunale nei confronti dell’Impresa
Appaltatrice
- migliorare ulteriormente il livello dei servizi offerti alla cittadinanza ed ai turisti;
- migliorare la capacità del Servizio di Igiene Urbana di fare rispettare ai cittadini e ai turisti le
regole di utilizzo dei servizi offerti;
- aumentare la capacità del Servizio Ambiente e di Igiene Urbana di elaborazione di dati,
programmi ed iniziative nei confronti dell’Amministrazione Comunale affinché gli amministratori possano avere una rappresentazione fedele della situazione e sulla base di questa assumere le proprie decisioni;
- ridurre i tempi di adeguamento alle normative ambientali che vengono emanate nel corso del
tempo.

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Comune di Aosta: punire i condomini che non differenziano

Ancora troppe persone ad Aosta non separano i rifiuti. Se però , finora, non si è mai parlato di sanzioni, ma ci si è affidati a un sistema di segnalazioni mirate con cartelli verdi, gialli e rossi in base alle capacità di differenziare dei singoli condomini, stanno per arrivare segnalazioni mirate in alcuni condomini della città. Il dirigente comunale dell'Ambiente Marco Framarin, indica per ogni stabile il numero di segnalazioni di «anomalie riscontrate nel conferimento dei rifiuti ai cassonetti» nei tre mesi estivi, da inizio giugno a fine agosto 2016, con il numero di errori gravi rilevati nell'indifferenziata, nell'organico, nel vetro, nella carta. La novità è che la segnalazione della ditta Quendoz, che si occupa della raccolta, arrivata al Comune, è stata inoltrata per conoscenza anche alla polizia locale, che potrà fare le sanzioni del caso individuando i singoli responsabili. Si passerà dagli avvertimenti alle multe. Un addetto del Comune sta facendo i controlli, insieme alla ditta Quendoz Srl.  Nella lettera, il dirigente comunale segnala la presenza dei «report» di raccolta e della documentazione fotografica degli errori di ogni stabile. La società Quendoz sarà  autorizzata a non procedere allo svuotamento dei cassonetti interessati..

11 settembre 2016

ANCORA POLEMICHE SUGLI INCENERITORI

Polemiche sulle dichiarazioni espresse dalla dalla Società Italiana di Igiene,medicina preventiva e sanità pubblica (SItI) a sostegno dell’incenerimento dei rifiuti con recupero energetico.

Amici del Viale della Pace esprime totale disaccordo su quanto dichiarato dalla SitI.

Gli inceneritori, anche quelli definiti di nuova generazione, non eliminano i rifiuti, ma li trasformano in emissioni, ricche di un variegato cocktail di inquinanti con residui (scorie pesanti e leggere) al circa il 25% in peso dei rifiuti in ingresso. Le discariche di servizio sono necessarie anche per gli inceneritori, e questi ultimi creano residui che non ci sarebbero senza la combustione dei rifiuti. 

Le ceneri leggere sono estremamente tossiche in quanto residuano dai filtri e dai processi di abbattimento dei fumi, devono essere conferite in discariche speciali o alla “tombazione” in siti minierari.

Dal punto di vista energetico, le migliori tecnologie disponibili consentono di raggiungere un rendimento pari al 25% dell’energia associata ai rifiuti combusti. Il bilancio energetico è tutt’altro che ottimale, se confrontato con il riciclo, inteso come recupero di materia), da due a sei volte superiore a quella “recuperata” con l’incenerimento.

Sul piano dell’impatto sulla salute umana non esiste alcuno studio pubblicato su riviste internazionali che dimostra l’assenza di rilevanti rischi sanitari acuti e cronici per chi vive in prossimità degli impianti.    

Di contro un solo studio, pubblicato su rivista internazionale, ha dimostrato con adeguato livello di accuratezza, utilizzando i dati dello studio  “Moniter” della Regione Emilia Romagna, come le emissioni degli inceneritori sono in relazione con un aumentato rischio di nascite pretermine e aborti spontanei (Candela et al, Environ Int, 2015. 78:51).
Inoltre, dallo studio Moniter, sono emersi incrementi di: mortalità per tumori di fegato e vescica negli uomini, incidenza di tumori del pancreas negli uomini, mortalità per cancro del colon nelle donne e per i linfomi non-Hodgkin in entrambi i sessi nella coorte di Modena. E ancora tale studio ha documentato anche associazioni statisticamente significative con aumento di rischio di malattie ischemiche cardiache e di mortalità per malattie cardiocircolatorie nelle femmine, aumento di rischio di mortalità per malattie respiratorie acute nelle femmine, andamento crescente del rischio di malformazioni nel loro complesso con l’aumentare dell’esposizione. Risultati tutti coerenti con altre pubblicazioni scientifiche nazionali ed internazionali.                                                                                               Quanto al fatto che gli inceneritori  “non provocano rischi sanitari acuti e cronici per chi vive in prossimità degli impianti” si segnala che sono numerosi gli studi scientifici che dimostrano esattamente il contrario e descrivono effetti sia a breve (esiti riproduttivi, malformazioni, esiti cardiovascolari, respiratori) che a lungo termine ( soprattutto tumori).                                                                                                                   Senza considerare che in alcune aree dove insistono tali impianti, la pressione ambientale e già di per se notevolmente compromessa tale da consigliare azioni di bonifica immediata. Per tutti basta menzionare la cosidetta #terradeifuochi, tra Napoli e Caserta, dove al dramma dell’infossamento di rifiuti speciali, pericolosi e tossici, si sommano gli effetti della combustione, sotto forma di  nanoparticolato, dei derivati dell’inceneritore tra i piu “moderni” e grandi d’Europa.

"NESSUN RISCHIO E' ACCETTABILE SE E' EVITABILE".
E con Rifiuti Zero i pericoli derivanti dall'incenerimento ancorchè diminuiti ma ancora ben presenti, non sono accettabili perchè con le buone pratiche verso R.Z. si possono evitare, tra l'altro, dando origine a possibilità di impresa e di lavoro secondo i dettami della #circulareconomy che poggia i suoi fondamenti sul recupero di materia e non di energia.     E tale vision ci consente di analizzare senza pregiudizi di sorta l’impatto dell’uso degli inceneritori di RSU non solo in chiave di prevenzione del rischio sanitario ma anche, e soprattutto, tema purtroppo sempre poco dibattuto, in chiave economica e di sostenibilità.    
Bruciare materiali post consumo è antieconomico, distrugge risorse e impoverisce il pianeta.                             L’idea della linearità del processo di smaltimento di ciò che consumiamo è una visone novecentesca, fuori epoca e antieconomica. Di contro, la circolarità del processo di gestione dei materiali post consumo recupera preziosi materiali da reimmettere sul mercato (materie prime secondarie) ancora utilissime per l’industria manifatturiera con cui l’occidente fa crescere il proprio PIL.
Ecco perché, guardando all’economia di scala, bruciare i materiali di scarto per produrre una scarsa e sporca quota di energia è una bestialità che in termini di spreco delle risorse (come ci rammenta il dibattito europeo sul Pacchetto “Economia Circolare” e le conseguenti proposte tematizzate) e in termini di impatto negativo sul climate change, nel rispetto delle generazioni future, non ci possiamo più permettere.
L’aperta critica alla strategia Rifiuti Zero è un’altra estemporanea deduzione di SItI non motivata e non condivisa da eminenti personalità del settore rifiuti e in ambito di Commissione Europea che si richiama all’ “efficientamento progressivo” dell’uso delle risorse e poggia sull’elemento fondante della riprogettazione: entrambi concetti alla base del Pacchetto “Economia Circolare” attualmente in discussione nelle Istituzioni EU (non certo in un ristretto circolo di ambientalisti di assalto).
Certo è che, come il nome “Zero Waste/Rifiuti Zero” dovrebbe suggerire,  non si tratta di una strategia limitata alla gestione dei rifiuti una volta prodotti, ma abbraccia una visione più ampia sull’intero sistema produttivo delle merci coinvolgendo i produttori mediante la “responsabilità estesa” dove l’industria si fa carico della riprogettazione  (re-design) onde evitare di produrre rifiuto non riciclabile che resta sul groppone delle comunità (cittadini), costretti a pagarne il costo dello smaltimento.
Per quanto riguarda la raccolta differenziata, invece, le affermazioni fuori luogo di SItI lasciano davvero esterrefatti: non si tratta di una predica di qualche santone antiinceneritorista, ma di un obbligo di legge; raccolte differenziate col metodo PaP ben oltre il 60%, 70% e anche 80%,  prossime agli obiettivi di Rifiuti Zero, vengono attuate in ampi territori italiani con successo e con costi più contenuti del “sistema integrato” ad esempio applicando la Tariffa puntuale (TIA) e ponendosi obiettivi ambiziosi in tema di riduzione della componente residuale come dimostrano realtà italiane tra le più virtuose d’Europa  (Consorzio Contarina - prov.Treviso - 550mila ab.).
Le direttive EU in tema di gestione di rifiuti pongono il recupero di materia prioritario rispetto al recupero di energia e che indicano nella #circulaeconomy la strada maestra per la tutela non solo delle risorse, ma dell’ambiente e della salute.  

5 settembre 2016

CODACONS VDA: COSTI SERVIZIO RACCOLTA RIFIUTI GIA GRAVOSI PER I CITTADINI - DIMEZZARE LA CONSULENZA E' POSSIBILE

Spett.le Comune di Aosta

Ai componenti dell’Osservatorio
comunale sui rifiuti del Comune di Aosta

Alle associazioni ambientaliste e
dei consumatori della Valle d’Aosta

Oggetto: Delibera Giunta comunale n. 83 del 30/06/2016 – Nomina direttore di esecuzione del contratto igiene urbana (1/09/2013 al 31/08/2019) per un costo annuo pari a Euro 90.000 a carico dei cittadini di Aosta – Richiesta di nuove misure per migliorare in ambito comunale la gestione dell’igiene urbana.

Facendo seguito alla nota del 15 luglio 2016 con cui si richiedeva l’accesso alla documentazione allegata alla delibera di Giunta comunale n. 83 del 30/06/2016, il Codacons Valle d’Aosta esprime parere negativo in merito alla attivazione immediata della nuova figura di “direttore di esecuzione del contratto di igiene urbana comunale”.
Si richiede, pertanto, di posticipare l’eventuale adozione di tale figura nell’ultimo periodo di attività del contratto che scade ad Agosto 2019 remunerando il professionista per una annualità (Gennaio 2018 – gennaio 2019), in modo da poter acquisire suggerimenti utili per inserire modifiche al bando del nuovo contratto di igiene urbana che riguarderà il periodo settembre 2019 – settembre 2024 con risparmi per i cittadini di oltre 150.000 Euro. Si ritiene, inoltre, che molti controlli di regolarità del servizio nei confronti del soggetto gestore possono essere svolti dal personale dipendente del Comune. Ad oggi non è stato possibile visionare il piano dei controlli al soggetto gestore di igiene urbana. Nella seconda seduta dell’Osservatorio comunale sui rifiuti è stata presentata la relazione sui controlli su un campione di utenti del servizio (utenze condominiali: esaminato un campione di 400 su un totale di 1100) con notevoli difformità per la raccolta dell’organico, del multimateriale, dell’indifferenziato e del vetro. In allegato si riporta una locandina in corso di distribuzione da parte del Codacons VdA ai propri associati per ricordare alcune regole per una corretta raccolta dei materiali. Si invita l’Amministrazione a farla propria ed a veicolarla integrandola con altre informazioni utili a tutti gli utenti (domestici, commerciali, ecc) che ammontano a circa 22.000.

Si elencano alcuni punti meritevoli di approfondimento da parte di codesta Amministrazione comunale:
• A settembre 2016, ad oltre un anno dall’attivazione della raccolta dell’organico, non risulta disponibile il cronoprogramma per attivazione della tariffazione puntuale e delle relative modalità di svolgimento. Si segnala che in altri comuni (per esempio Parma) in un anno è stata raggiunta una percentuale di differenziata superiore al 74%. Si chiede di introdurre incentivazioni e premi sia al personale, sia al soggetto gestore, in caso di miglioramenti in punti percentuali della raccolta differenziata.
• Non risulta attivato un sistema sanzionatorio efficace per far pagare di più chi non differenzia correttamente. Non risultano coinvolti, nei controlli sulla raccolta differenziata o sul corretto svolgimento dei servizi da parte del soggetto gestore, cittadini o associazioni operanti nel settore ambientale, anche mediante l’attivazione dell’ audit civico per i servizi di igiene urbana.
• Il personale comunale in servizio nel settore Ambiente non ha mai acquisito la qualifica di “ispettore ambientale” e, pertanto, ad oggi, non risultano emesse sanzioni nei confronti di utenti che hanno commesso varie irregolarità.
• Obiettivo riduzione rifiuti indifferenziati prodotti: l’obiettivo di arrivare a produrre meno di 100 kg pro-capite annuo va perseguito. Si chiede di pubblicare mensilmente e rendere partecipe la popolazione in merito all’andamento del dato pro capite annuo su base mensile.
• Si richiede di valutare l’adozione di una delibera “verso rifiuti zero” già adottata da parte di altri comuni “virtuosi”.

Il Codacons  VdA
Aosta - Via Gorret 29
Tel  0165238126

IPPOCASTANI DI VIALE DELLA PACE. UNA POTATURA DISASTROSA.

Ippocastani di Viale della Pace (lato nord). Potatura nefasta con effetti dirompenti.

La signora che vi ha scritto ha pienamente ragione: la zona a nord di corso XXVI febbraio è compromessa, quella a sud, non potata, è verde e rigogliosa.

Infatti il punto sta proprio nella potatura: il mio sopralluogo mi ha permesso di identificare la presenza di un fungo che purtroppo di frequente attacca gli ippocastani, si tratta di Guignardia aesculi, che porta alla cosiddetta antracnosi, vale a dire “Malattia delle foglie o del fusto causata da funghi che si manifesta con alterazioni cromatiche a macchia e successiva necrosi dei tessuti”. Il fungo ha probabilmente attaccato una pianta e quindi è stata trasmessa a tutte le altre perché i potatori non si sono preoccupati di disinfettare gli strumenti di taglio e quindi l’hanno propagata a tutti gli esemplari.
La potatura è decisamente eccessiva, al limite della capitozzatura che, su un soggetto delicato come l’ippocastano, è deleteria. Potature simili si effettuano su specie arboree con maggiore capacità di ricaccio come il tiglio o il platano (e anche lì c’è da andarci cauti). Per queste osservazioni ho contattato un potatore professionale di Ivrea, che si occupa di arboricoltura ornamentale da anni e che ha confermato le mie impressioni.
Quindi il deperimento degli ippocastani è l’effetto di due fattori concomitanti, potatura mal eseguita e attacco di un fungo.
Ora queste piante stanno di nuovo germogliando e non è un buon segno: rischiano di compiere due cicli nell’arco di una sola annata, il che in pratica dimezza le aspettative di vita della pianta (che in condizioni normali è di circa 80 anni).
Non credo vi siano rischi di stabilità delle piante, ma sicuramente si assiste a perdita di vigore, nonché, non secondario, alla diminuzione del pregio estetico.
...
Fp

20 agosto 2016

CASSONETTI "INTELLIGENTI" VERSUS RACCOLTA PORTA A PORTA SPINTA

L'ESEMPIO  DEL COMUNE DI SAN MAURO PASCOLI - UN FLOP.

Era stata presentata come l’idea del futuro, principio di una nuova era che avrebbe reso i nostri cassonetti intelligenti e tecnologici: chiavette elettroniche, in grado di migliorare “la quantità e la qualità della raccolta differenziata”, e di tracciare il ciclo di una bottiglia di vetro o di un cartone di latte usato. E invece sono bastati 4 anni per ribaltare la situazione e trasformare un esperimento di ultima generazione, firmato dalla multiutility Hera, in un vero e proprio flop, costato alle casse pubbliche 70mila euro e altre migliaia di manutenzione.

Il sistema era stato avviato a San Mauro Pascoli, piccola realtà in provincia di Forlì, scelta come città apripista. Ma invece di aumentare la percentuale di differenziata l’ha diminuita. È stata la stessa amministrazione comunale ad ammettere il fiasco e a decidere il dietrofront, annunciando la sospensione della modalità di raccolta rifiuti con l’accesso elettronico attraverso E-Key, dal 1 gennaio 2015. “L’abbiamo provato – racconta il sindaco di San Mauro, Luciana Garbuglia – e nel primo anno abbiamo ottenuto buoni risultati, passando dal 35% al 54% di raccolta differenziata. Successivamente però sono emerse delle difficoltà nella gestione del meccanismo, con costi esagerati di manutenzione. E la percentuale di differenziata è calata di nuovo al 46%”.

Avviata nell’autunno del 2011, l’iniziativa delle E-Key, di cui il colosso dei rifiuti Hera è comproprietaria del brevetto, aveva coinvolto circa 12 mila abitanti. Ossia 4.700 utenze per 600 cassonetti, compresi i bidoni da 240 litri. Un “sistema flessibile” l’aveva definito Hera, finanziato con 70mila euro dalla Regione Emilia Romagna. “Si inserisce la chiave elettronica nell’apposita fessura – si legge in un vecchio volantino – e il contenitore riconosce l’utente, che può così gettare i propri rifiuti. La chiave elettronica è personalizzata, consegnata casa per casa, apre solo i contenitori dell’isola ecologica assegnata alla specifica utenza”.

Un gioco da ragazzi? Non proprio, visto che dopo alcuni mesi, negli uffici comunali hanno cominciato a moltiplicarsi le segnalazioni degli abitanti, tra chi aveva perso la chiavetta, chi l’aveva smagnetizzata, chi aveva trovato la serratura inceppata o guasta e quindi era stato costretto a lasciare il sacchetto dei rifiuti nel primo bidone disponibile. “Una parte di responsabilità sta nella progettazione: il sistema era troppo delicato, non era adatto, e nel tempo non ha retto. Anche perché veniva applicato su cassonetti di vecchia generazione. C’è poi una responsabilità del cittadino: alcuni forzavano la serratura, rompendola. Era un’iniziativa che andava abbinata a un lavoro di educazione” spiega ancora il sindaco.

Archiviate le chiavette, ora a San Mauro si sta lavorando per avviare un mero tecnologico sistema di porta a porta. Intanto però la polemica resta. “Quello delle chiavette è stato un fallimento da tutti i punti di vista” attacca il Movimento 5 stelle. “E si poteva evitare. Bastava semplicemente usare il buon senso, e andare a vedere l’esperienza dei comuni che avevano adottato quella gestione. Tutti ne erano usciti per i problemi che comportava. Basti pensare che quando un cassonetto era rotto o non si riusciva ad aprire (e capitava molto spesso) si versava nel primo bidone utile.

Il comune di San Mauro Pascoli ha l’obiettivo di raggiungere il 70% di raccolta differenziata, ma l’unico modo, lo ripetiamo da sempre, è il porta a porta”.