23 novembre 2016

VALLE VIRTUOSA: VALUTAZIONI A QUATTRO ANNI DAL REFERENDUM

CONFERENZA STAMPA IN OCCASIONE DEL QUARTO ANNIVERSARIO DEL REFERENDUM.

Le iniziative proposte da Valle Virtuosa per portare la Valle d'Aosta verso Rifiuti Zero:
- Metodo uniforme di raccolta dei rifiuti in tutta la Valle
- Trasparenza sui dati di produzione dei rifiuti di ogni singolo comune per verificarne qualità e quantità
- Impedire l'installazione di ulteriori raccoglitori stradali e delle calotte sui seminterrati (molok) già installati per costi e perché destinate a rotture e problemi di utilizzo
- Diffondere il più possibile la raccolta dei rifiuti "porta a porta"
- Estendere a tutto il territorio regionale la raccolta della frazione umida
- Promuovere politiche di formazione (amministratori e pro loco) e informazione per diffondere le buone pratiche di gestione dei rifiuti tra i cittadini
- Trasformare tutte le sagre e manifestazioni in VERE eco-feste con vigilanza e presidio, compresi concerti e "batailles des reines"
- Applicazione della tariffa puntuale per premiare i cittadini virtuosi secondo la reale produzione di rifiuti
- Realizzare al più presto la Fabbrica dei materiali, impianto all'avanguardia tecnologica per lo Smaltimento dei rifiuti, flessibile e in grado di massimizzare la materia producendo il minimo residuo di rifiuti indifferenziati non riciclabili
----
Valle Virtuosa celebra 4 anni dal referendum: "Il nuovo piano rifiuti è uno spreco di denaro"
L'anniversario della consultazione che fermò la costruzione del pirogassificatore è l'occasione, per l'associazione ecologista, di tirare le somme sulla corretta gestione dei rifuti.
Sono passati quattro anni dal momento di gloria di Valle Virtuosa, quel 18 novembre 2012 nel quale un referendum propositivo costrinse l'amministrazione regionale a fare un passo dietro – obtorto collo – sulla costruzione a Brissogne di un pirogassificatore, ad appalto già avviato.
Quattro anni nei quali è passata tanta acqua sotto i ponti e nei quali il membro di punta dell'associazione ecologista, Fabrizio Roscio, è finito nel frattempo dritto dritto in Consiglio Valle tra le fila di Alpe sull'onda lunga di quella – per certi versi irripetibile – 'stagione referendaria'.
La battaglia di Valle Virtuosa, però, nel giorno dell'anniversario del suo successo, non è finita: “Questa – spiega le Presidente Jeanne Cheillon – è sì l'occasione per rivedere insieme cosa è stato fatto, ma soprattutto per rileggere le iniziative che abbiamo portato avanti e per fare un punto della situazione post-voto referendario”.
Situazione non rosea, a loro dire: “Il nuovo Piano regionale di gestione rifiuti approvato velocemente a dicembre 2015 – prosegue Cheillon – non ha rivoluzionato nulla ma è un evidente spreco di denaro pubblico con una ripercussione negativa anche sul comportamento dei cittadini, che non vengono 'invogliati' a differenziare correttamente”. Tante le colpe della Regione, spiegano, in primis i 'molok' installati recentemente su gran parte del territorio valdostano: “Un metodo omogeneo di raccolta dei rifiuti non è stato ancora attuato – ancora Cheillon – e con 128mila abitanti, dopo il referendum, ci aspettavamo dall'amministrazione regionale che cercassero di trovare un metodo di conferimento uniforme.




Non ha senso che alcuni comuni e Unités possano adottare sistemi differenti con ricadute negative sulla collettività, una doppia adozione di metodo che non porta a risultati soddisfacenti. La scelta miope di fare un investimento milionario sui 'molok' seminterrati è uno spreco incredibile di denaro, la raccolta stradale costa moltissimo ai cittadini ed i rifiuti continuano ad essere abbandonati in prossimità dei 'molok stessi'. È chiaro che gli amministratori non mettono in condizione i cittadini di fare la raccolta per bene”.
La protesta lascia presto spazio alla proposta: raccolta dell'umido su tutto il territorio regionale e quella raccolta 'porta a porta' che per Valle Virtuosa – suo cavallo di battaglia da sempre – rappresenta l'unico modo per arrivare alla tanto agognata 'tariffa puntuale' per la quale ogni utente paga per quanti rifiuti conferisce, invogliandosi anche a produrre meno immondizia. L'imbocco, de facto, per arrivare al tanto desiderato 'rifiuti zero'.
Ma la proposta è anche prettamente formale e concreta, per certi versi quasi tecnica: “Chiediamo alla Regione che si tenga in considerazione il 'porta a porta' della frazione umida facendola combaciare con quella del secco indifferenziato e non riciclabile, risparmiando così del denaro unendo le due operazioni in una sola”.
L'esempio c'è, e si vede: “Con il 'porta a porta' e la frazione umida – spiega Lorenza Palma – il Comune di Sarre è passato da maggio a luglio 2016 dal 50% di raccolta differenziata al 78%. Sarre per i 'bidoncini' forniti alle famiglie ha speso 35mila euro, senza altare le tasse. Non certo i 4 milioni spesi per i 'molok', che non potranno neanche essere aumentati quando arriverà la raccolta nelle Unités della frazione umida”.
C'è spazio anche per un piccolo 'moto d'orgoglio', in questa conferenza stampa di Valle Virtuosa, una nota squisitamente legale: “Jeanne Cheillon – prosegue Palma – è stata denunciata da Valeco (la società che ha in gestione la discarica di Brissogne) alla Procura per diffamazione a mezzo stampa a seguito della segnalazione fatta sulla vicenda dei 'fusti blu' rinvenuti in discarica. Il pm, ricevuta la querela, ha richiesto archiviazione, ma la società si è opposta. La vicenda si è conclusa il 16 giugno 2016 il gip ha emesso una ordinanza di archiviazione, ritenendo il reato infondato."
fonte: www.aostasera.it

VALLE VIRTUOSA: VALUTAZIONI A QUATTRO ANNI DAL REFERENDUM

CONFERENZA STAMPA IN OCCASIONE DEL QUARTO ANNIVERSARIO DEL REFERENDUM.

Le iniziative proposte da Valle Virtuosa per portare la Valle d'Aosta verso Rifiuti Zero:
- Metodo uniforme di raccolta dei rifiuti in tutta la Valle
- Trasparenza sui dati di produzione dei rifiuti di ogni singolo comune per verificarne qualità e quantità
- Impedire l'installazione di ulteriori raccoglitori stradali e delle calotte sui seminterrati (molok) già installati per costi e perché destinate a rotture e problemi di utilizzo
- Diffondere il più possibile la raccolta dei rifiuti "porta a porta"
- Estendere a tutto il territorio regionale la raccolta della frazione umida
- Promuovere politiche di formazione (amministratori e pro loco) e informazione per diffondere le buone pratiche di gestione dei rifiuti tra i cittadini
- Trasformare tutte le sagre e manifestazioni in VERE eco-feste con vigilanza e presidio, compresi concerti e "batailles des reines"
- Applicazione della tariffa puntuale per premiare i cittadini virtuosi secondo la reale produzione di rifiuti
- Realizzare al più presto la Fabbrica dei materiali, impianto all'avanguardia tecnologica per lo Smaltimento dei rifiuti, flessibile e in grado di massimizzare la materia producendo il minimo residuo di rifiuti indifferenziati non riciclabili
----
Valle Virtuosa celebra 4 anni dal referendum: "Il nuovo piano rifiuti è uno spreco di denaro"
L'anniversario della consultazione che fermò la costruzione del pirogassificatore è l'occasione, per l'associazione ecologista, di tirare le somme sulla corretta gestione dei rifuti.
Sono passati quattro anni dal momento di gloria di Valle Virtuosa, quel 18 novembre 2012 nel quale un referendum propositivo costrinse l'amministrazione regionale a fare un passo dietro – obtorto collo – sulla costruzione a Brissogne di un pirogassificatore, ad appalto già avviato.
Quattro anni nei quali è passata tanta acqua sotto i ponti e nei quali il membro di punta dell'associazione ecologista, Fabrizio Roscio, è finito nel frattempo dritto dritto in Consiglio Valle tra le fila di Alpe sull'onda lunga di quella – per certi versi irripetibile – 'stagione referendaria'.
La battaglia di Valle Virtuosa, però, nel giorno dell'anniversario del suo successo, non è finita: “Questa – spiega le Presidente Jeanne Cheillon – è sì l'occasione per rivedere insieme cosa è stato fatto, ma soprattutto per rileggere le iniziative che abbiamo portato avanti e per fare un punto della situazione post-voto referendario”.
Situazione non rosea, a loro dire: “Il nuovo Piano regionale di gestione rifiuti approvato velocemente a dicembre 2015 – prosegue Cheillon – non ha rivoluzionato nulla ma è un evidente spreco di denaro pubblico con una ripercussione negativa anche sul comportamento dei cittadini, che non vengono 'invogliati' a differenziare correttamente”. Tante le colpe della Regione, spiegano, in primis i 'molok' installati recentemente su gran parte del territorio valdostano: “Un metodo omogeneo di raccolta dei rifiuti non è stato ancora attuato – ancora Cheillon – e con 128mila abitanti, dopo il referendum, ci aspettavamo dall'amministrazione regionale che cercassero di trovare un metodo di conferimento uniforme.




Non ha senso che alcuni comuni e Unités possano adottare sistemi differenti con ricadute negative sulla collettività, una doppia adozione di metodo che non porta a risultati soddisfacenti. La scelta miope di fare un investimento milionario sui 'molok' seminterrati è uno spreco incredibile di denaro, la raccolta stradale costa moltissimo ai cittadini ed i rifiuti continuano ad essere abbandonati in prossimità dei 'molok stessi'. È chiaro che gli amministratori non mettono in condizione i cittadini di fare la raccolta per bene”.
La protesta lascia presto spazio alla proposta: raccolta dell'umido su tutto il territorio regionale e quella raccolta 'porta a porta' che per Valle Virtuosa – suo cavallo di battaglia da sempre – rappresenta l'unico modo per arrivare alla tanto agognata 'tariffa puntuale' per la quale ogni utente paga per quanti rifiuti conferisce, invogliandosi anche a produrre meno immondizia. L'imbocco, de facto, per arrivare al tanto desiderato 'rifiuti zero'.
Ma la proposta è anche prettamente formale e concreta, per certi versi quasi tecnica: “Chiediamo alla Regione che si tenga in considerazione il 'porta a porta' della frazione umida facendola combaciare con quella del secco indifferenziato e non riciclabile, risparmiando così del denaro unendo le due operazioni in una sola”.
L'esempio c'è, e si vede: “Con il 'porta a porta' e la frazione umida – spiega Lorenza Palma – il Comune di Sarre è passato da maggio a luglio 2016 dal 50% di raccolta differenziata al 78%. Sarre per i 'bidoncini' forniti alle famiglie ha speso 35mila euro, senza altare le tasse. Non certo i 4 milioni spesi per i 'molok', che non potranno neanche essere aumentati quando arriverà la raccolta nelle Unités della frazione umida”.
C'è spazio anche per un piccolo 'moto d'orgoglio', in questa conferenza stampa di Valle Virtuosa, una nota squisitamente legale: “Jeanne Cheillon – prosegue Palma – è stata denunciata da Valeco (la società che ha in gestione la discarica di Brissogne) alla Procura per diffamazione a mezzo stampa a seguito della segnalazione fatta sulla vicenda dei 'fusti blu' rinvenuti in discarica. Il pm, ricevuta la querela, ha richiesto archiviazione, ma la società si è opposta. La vicenda si è conclusa il 16 giugno 2016 il gip ha emesso una ordinanza di archiviazione, ritenendo il reato infondato."
fonte: www.aostasera.it

12 novembre 2016

CVA: COMPAGNIA VALDOSTANA DELLE ACQUE PRESTO QUOTATA BORSA. QUALI I RISCHI?

State attenti alla Cva e a scelte affrettate Lo impone una legge di questo governo liberticida e ultraliberista: liquidare, privatizzare, svendere le aziende pubbliche, dalle poste, alle ferrovie, a quelle dell’energia, e per venire a noi alla Compagnia Valdostana Acque, l’azienda regionale di proprietà interamente della Regione e proprietaria di tutte le più grandi centrali idroelettriche nel nostro territorio e altro ancora.

E così, se non vogliamo che la Cva finisca nelle mani di qualche multinazionale, di un fondo pensioni, o di qualche banca dovremmo acquistarci per la terza volta le nostre acque. La prima fu nel 1784 quando tutti i Comuni valdostani si tassarono per acquistare le acque dai nobili indigeni compresi i Savoia, pagando ben 780.000 in lire d’oro, diritto poi riconfermato anche dal Codice Albertino. La seconda, nel 2001 quando acquistammo dall’Enel le centrali per 1800 miliardi di vecchie lire, centrali di cui l’Enel, dal 1964 anno della nazionalizzazione, aveva oramai abbondantemente ammortizzato l’investimento occorso per acquistarle dalle aziende private quali la Sip. La terza sarà nei prossimi mesi se, come ho detto, non vogliamo che la Cva finisca in mano a speculatori, approfittatori con gravi conseguenze per il nostro territorio e ambiente. 

Ma è proprio necessario mettere la Cva sul mercato azionario con il rischio, anzi la certezza che con un’Opa (offerta di acquisto) finisca in proprietà a società che non centrano nulla con la nostra regione e, visti i lauti profitti che genera, acquistino e controllino la maggioranza del pacchetto azionario e di conseguenza decidano le politiche aziendali, economiche e finanziarie dell’azienda?

L’alternativa c’è, ma forse Rollandin & C. ha bisogno di fare cassa, per la prossima campagna elettorale. O ancora peggio, tramite qualche «testa di legno » non gli basta controllarne i profitti, dove investirli, quali aziende finanziare, (vedi Casinò) ma, magari in cordata con qualcun altro, vorrebbe metterci le mani sopra e tenersi i profitti senza dover rendere conto al Consiglio regionale? Qual è l’alternativa? Una società ad azionariato popolare accessibile innanzitutto a tutti i cittadini valdostani ove nessun soggetto, compresi banche locali, comuni e altri enti, possa superare, per esempio, il 5% della proprietà. 

In questo modo avremmo raggiunto almeno quattro obbiettivi: 
1) restare noi proprietari della Cva. 
2) Controllare meglio il prelievo di acque rispettando e ampliando il deflusso minimo vitale e cioè: consumo umano, flora e fauna e anche a fini turistici.
3) Decidere noi se gli utili della società ad azionariato popolare debbano essere distribuiti agli azionisti o utilizzati per abbassare il costo della bolletta della luce.
4) Le assunzioni nell’azienda saranno meno clientelari.

Già le nostre acque non sono più nostre. Infatti con trecento e più centraline idroelettriche private, praticamente su tutti i torrenti, ruscelli, Dora compresa, i maggiori profitti vanno nelle tasche dei soliti noti che in questi decenni hanno incassato con il beneplacito di Comuni e Regione utili molto consistenti e che addirittura nel nuovo piano acque vorrebbero ancora maggiore possibilità di captazioni.

Tutto questo con il silenzio assordante dei nostri Comuni che lamentano la mancanza di soldi pur avendo, se lo volessero, una miniera d’oro da utilizzare, anzi una miniera d’acqua invece di accontentarsi delle briciole. 

E a proposito del prossimo piano acque, noi e altre associazioni, come Attac Valle d’Aosta, le proposte le abbiamo fatte. I rinnovi delle subconcessioni ai privati non possono avvenire come ora in automatico. Le quote di proprietà dei Comuni vanno riviste al rialzo pena il mancato rinnovo della subconcessione. Capovolgimento del paradigma: ovvero la Regione deve stabilire come, quanto e dove si possano captare le acque, distinguendo a secondo della portata stagionale di torrenti, ruscelli, eccetera Queste captazioni devono essere messe all’asta e vinca il migliore, ponendo fine una volta per tutte che le subconcessioni vadano ai soliti noti, con le decine e decine di domande di captazioni giacenti e in attesa di qualche spinta o scambio di favori.

ALESSANDRO BORTOT LEVIS
NUS

---
La divaricazione tra liberalismo e democrazia spinge l’uno e l’altra verso due estremi che rischiano di allontanarsi sempre di più.

Da un lato il sistema globale neoliberale tende ad emanciparsi dai governi nazionali, dettando loro le proprie regole, senza farsi carico degli interessi e delle volontà dei popoli.

Dall’altro le democrazie, chiuse nei confini dei singoli Stati, incorporano dosi sempre maggiori di populismo anti-istituzionale, col rischio di cancellare le indispensabili mediazioni rappresentative.

Così i due processi opposti di globalizzazione e nazionalizzazione minacciano di deflagrare.

La via da seguire sarebbe un’altra.

Quella di articolare istituti democratici e istanze sovranazionali, diritto pubblico e diritto privato.

La stessa Unione Europea, con tutte le sue contraddizioni, costituisce per sempre l’unico spazio in cui tali esigenze possono trovare una misura comune.

7 novembre 2016

DOSSIER IGIENE URBANA COMUNE DI AOSTA

DOSSIER IGIENE URBANA COMUNE DI AOSTA.
TARI – TASSA RIFIUTI: Aosta è il più caro di tutti i comuni valdostani. Ogni nucleo familiare spende, in media, oltre 280 Euro. Per chi vive in condominio il costo annuo aumenta di ulteriori 60 euro annui.
Il contratto di igiene urbana di Aosta, che comprende la raccolta rifiuti e lo spazzamento delle strade comunali andrà in scadenza ad Agosto 2019. Il costo annuo a carico dei cittadini supera 6,5 milioni e, mediamente, ogni nucleo familiare spende oltre 280 euro annui (dati in costante aumento). Il Comune del capoluogo, adottando la delibera di giunta n. 83/2016, ha ritenuto di affidare a un professionista (consulente esterno) l’attività di controllo e monitoraggio del contratto di igiene urbana con una spesa media annua aggiuntiva di 90 mila euro, a totale carico dei cittadini. Nel 2016 il Comune di Aosta è quello più caro di tutta la regione. Sull'argomento è intervenuto il Codacons VdA, esprimendo parere negativo e richiedendo di limitare la durata del nuovo contratto di consulenza esterna, utilizzarndo al meglio le risorse interne per i vari controlli previsti. Il Codacons ritiene sia altresì possibile risparmiare 150 mila euro sulle consulenze (da subito) e, a regime, oltre 600 mila sui costi totali del servizio addebitati ai cittadini, che ammontano a 6.600.000 euro annui. Ogni famiglia di Aosta, per lo spazzamento delle strade e pulizie varie, paga mediamente 70 euro in più rispetto alle famiglie che abitano negli altri comuni valdostani. Ad oggi nella sezione “ambiente” del sito comunale non risulta possibile visionare i dettagli dei costi del servizio e tutti i dati relativi agli andamenti della raccolta differenziata, in particolare il dato riguardante la raccolta dell'indifferenziato residuo procapite. Il Codacons VdA ha presentato osservazioni e suggerimenti per intervenire sul dossier rifiuti e per diminuire i costi per i cittadini. Ancora troppe persone ad Aosta non separano in modo corretto i materiali. Se però, finora, non si è mai parlato di sanzioni, ma di semplici ammonimenti (cartelli verdi, gialli e rossi in base alle capacità di differenziare dei singoli condomini) a breve si passerà ad azioni più mirate. Il dirigente comunale del settore segnalerà i nominativi di ogni stabile e le anomalie riscontrate nel conferimento dei rifiuti anche alla polizia locale, che potrà fare le sanzioni del caso. Si passerà, quindi, dagli avvertimenti alle multe. La società Quendoz, inoltre, sarà autorizzata, in caso di ripetuti errori, a non procedere allo svuotamento dei cassonetti interessati.
Le principali richieste avanzate al Comune di Aosta da parte del Codacons Vda:
A 17 mesi dall’attivazione della raccolta dell’organico, non risultano ancora disponibili le modalità e il cronoprogramma per l'attivazione della tariffazione puntuale.
Non risulta che sia stato individuato un sistema sanzionatorio efficace per far pagare di più chi non differenzia correttamente.
II cittadini e le associazioni operanti nel settore ambientale non sono coinvolti in modo continuativo sul corretto svolgimento dei servizi da parte del soggetto gestore.
Il personale comunale in servizio nel settore Ambiente non ha mai acquisito la qualifica di “ispettore ambientale” e, pertanto, ad oggi, non risultano emesse delle sanzioni.
La riduzione dei rifiuti indifferenziati prodotti: l’obiettivo da perseguire è quello di arrivare a produrre meno di 100 kg pro-capite annui, pubblicando mensilmente i dati dell'andamento pro-capite.
Valutare l’adozione di una delibera “verso rifiuti zero” già prevista da molti comuni “virtuosi”

----
IL DECALOGO CONDOMINIALE PROPOSTO PER FAVORIRE LA DIMINUZIONE DEGLI ERRORI.

CONDOMINIO ALFA
PER UNA CORRETTA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Il Comune di Aosta ha notificato al Condominio che sono state rilevate anomalie nella raccolta dei materiali che ha luogo nel cortile condominiale.

CASSONETTO VERDE:
NON SI DEVE INSERIRE ORGANICO, MA INSERIRE SOLO MATERIALE NON DIFFERENZIABILE
CASSONETTO MARRONE: SOLO ORGANICO ED UTILIZZARE BUSTE APPOSITE IN MATERIALE COMPOSTABILE, DA RITIRARE PRESSO QUENDOZ SRL O DA COMPRARE NEI SUPERMERCATI

CASSONETTO ARANCIONE (SOLO VETRO): NON SACCHETTI DI PLASTICA E NON BOTTIGLIETTE
DI ALLUMINIO

CASSONETTO BIANCO: (MULTIMATERIALE + ALLUMINIO + PLASTICA):
PLASTICA E BOTTIGLIETTE IN ALLUMINIO E FERRO

CARTONI: VANNO RIPOSTI IN STRADA DOPO LE
19,00. NON METTERE I CARTONI NEL CASSONETTO DELLA CARTA.

SONO STATI RILEVATI ERRORI
SONO PREVISTE SANZIONI

Per informazioni sulla raccolta differenziata e per
concordare ritiro materiali ingombranti (frigo, ecc.)
telefonare alla ditta Quendoz Srl 800778797

----

TABELLA COSTI IGIENIE URBANA ANNO 2016
a Servizio di igiene urbana 1.964.571,19
b Raccolta e trasporto dei rifiuti urbani ed assimilati 2.267.709,80
c Servizio di gestione tecnico-operativa dei centri comunali di conferimento 237.428,48
d Oneri di investimento per la realizzazione del Centro di Entrebin (1) 57.285,84
e Campagne informative (2) 628,25
f Servizio di assistenza tecnica (2) 764,47
Totale imponibile 4.528.388,03
IVA 10% 452.838,80
COSTI APPALTO + COSTI SMALTIMENTO DISCARICA
Costi appalto impresa QUENDOZ S.r.l. 4.990.000,00
Costi smaltimento (soc. VALECO S.p.A. e Regione) 1.025.000,00
Proventi da RAEE -10.000,00
Tributo speciale 100.000,00
Totale 6.105.000,00
COSTI APPALTO + COSTI SMALTIMENTO DISCARICA + COSTI INDIRETTI
Costi Amministrativi di accertamento, della riscossione e del contenzioso 160.000,00
Ribaltamenti da altri centri di costo 174.000,00
Incarico Direttore dell’esecuzione del contratto 60.000,00
Totale 394.000,00
Totale generale 6.684.000,00

4 novembre 2016

IMPOSTARE UN MECCANISMO DI MIGLIORAMENTO CONTINUO...

Prevenzione e tariffazione puntuale n Emilia Romagna.
Diventare modello per l’Italia e tutto il Vecchio Continente, dimostrare che, quando si lavora in squadra, gli obiettivi si raggiungono e la soddisfazione è doppia. L’esperienza di Parma. Parma, città di 190 mila abitanti. Nel 2012 la raccolta differenziata era al 48,5%. Oggi è al 74%, e si punta a portarla all’80%. I rifiuti residui prodotti all’anno da ogni cittadino sono diminuiti di 167 kg e anche il rifiuto totale si è ridotto del 3%. Il risultato è stato ottenuto puntando su un’elevata intercettazione della frazione organica, sul porta a porta e sulla tariffazione puntuale.

Molti piccoli comuni hanno deciso di lavorare insieme, scegliendo un’unica tariffa per i rifiuti e dotandosi di sistemi di raccolta porta a porta con tariffazione puntuale: oggi sono tra i comuni più virtuosi in tutta Italia, con risultati eccellenti. Circa l’81% delle famiglie residenti che hanno correttamente differenziato ha ottenuto nel 2015 un risparmio rispetto a quanto pagato con la Tari 2014.

Economia della condivisione è questa una delle linee sulle quali si articola la declinazione ferrarese dell’economia circolare. A Ferrara la tariffazione puntuale partirà il 1 gennaio 2018 con cassonetti a calotta per la quantificazione dell’indifferenziato e i bidoni per l’organico dotati di oblò per ridurre le dimensioni della bocca attraverso cui immettere i rifiuti, allungamento del ciclo di vita dei prodotti (grazie al centro del riuso, al market solidale).

Anche Bologna il capoluogo di regione che raccoglie 390 mila persone è alle prese con alcune sperimentazioni che porteranno alla tariffazione puntuale. La criticità più rilevante condivisa da tutte le grandi città, è l’abbandono dei rifiuti, attraverso la tariffazione puntuale si tenta di risolvere il problema.

La Regione Emilia-Romagna ha istituito un fondo incentivante pari a 5,5 milioni che sono stati tradotti in sconti in bolletta per i comuni virtuosi. Sono 75 gli enti locali che hanno centrato l'obiettivo di far scendere sotto il 70% della media regionale la produzione di rifiuti indifferenziati. Grazie ai contributi assegnati a ciascun Comune in proporzione alla riduzione raggiunta, cittadini e imprese beneficeranno quindi di una riduzione dei costi direttamente sulla tassa o tariffa dei rifiuti. Il fondo continuerà la sua finzione anche nei prossimi anni come strumento principale per raggiungere gli obiettivi.

1 novembre 2016

RISCALDAMENTO INVERNALE: CON L'OBBLIGO DELLE VALVOLE, SI CAMBIA REGISTRO...

Riscaldamento invernale 2016: con l'obbligo delle valvole cambiano le abitudini. Si cambia registro.
Nel 2016 gli appartamenti con un impianto di riscaldamento centralizzato hanno l’obbligo di installare su ogni termosifone le valvole termostatiche e i contabilizzatori di calore. C’è tempo fino al 31 dicembre 2016; dopo quella data sarà erogata, salvo proroghe ed esenzioni, una multa salata che può variare dai 500 ai 2500 euro. Con un apposito decreto, che risale a due anni fa (DL 102/2014), l’Italia ha seguito le direttive europee riguardo l’efficienza energetica, da raggiungere rendendo il consumatore più responsabile. Per mezzo della contabilizzazione individuale, ora l’utente può, infatti, gestire direttamente i propri consumi, pur vivendo in una casa ad impianto centralizzato. Niente più orari fissi stabiliti dall’assemblea condominiale!
Si cambia registro, o meglio, fascia oraria, decidendo non solo quando, ma anche in quale stanza accendere i termosifoni.
Buona parte degli edifici italiani hanno impianti di riscaldamento a distribuzione verticale (con un sistema di tubature alla base dell’edificio dal quale partono colonnine verticali lungo i vari piani), con una contabilizzazione indiretta.
Cosa vuol dire? Che in queste case ogni singolo termosifone avrà bisogno della valvola termostatica per regolare la temperatura e del contabilizzatore per registrare i consumi.  Per la loro installazione il costo si aggira attorno ai 100 euro. Ci sono anche tecnici che erogano il servizio a 70 euro, ma attenzione: manodopera e prodotti potrebbero essere scadenti.
Ultima precauzione: meglio posizionare la valvola sul livello 3, si avrà una temperatura al di sotto dei 20°, che riscalda adeguatamente la casa, senza morir di caldo e – il che non fa male alla tasca – senza sprecare.