6 settembre 2017

L'AUTONOMIA E IL FUTURO DELLA VALLE D'AOSTA

Autonomia e futuro.
Faccio politica da un po’ di tempo, tuttavia mi sta venendo il dubbio di non aver ancora imparato “il mestiere” del politico e non so se sia un male.
Se la politica non è più in grado di offrire altro oltre allo spettacolo cui stiamo assistendo, fra tavoli allargati e tavolini ristretti, annunci di “réunification”, propositi di “réunion”, appelli all’”embrassons-nous” e improvvisa riscoperta dell’autonomia, il mio dubbio cresce ancora.
Quello che vorrei far capire a chi mi legge è che sono anch’io sconcertato per quanto parrebbe stia accadendo, anche se in questo momento non ho proprio idea se certe notizie appaiano sui giornali senza grosso costrutto, o se realmente si stia lavorando ad un ennesimo imminente cambio di alleanze politiche.
Mi permetto semplicemente di ricordare che neanche sei mesi fa, l’alleanza fra UV e UVP è saltata, ufficialmente perché non c’erano più le condizioni per governare assieme. L’UVP scelse di uscire dall’allora maggioranza votando con ALPE e MOUV una mozione di sfiducia costruttiva attraverso cui si diede poi vita ad una nuova maggioranza e ad un nuovo governo regionale.
Governo che, tra problemi contingenti ed emergenze, sta portando avanti il programma di legislatura e, senza proclami, cerca di venire incontro alle esigenze dei valdostani.
Ci sono tante cose ancora da fare da qui a fine legislatura, tanti tasselli ancora da sistemare per ricomporre il quadro della nostra piccola realtà che sia al contempo armonioso e ambizioso. Non avremmo dovuto, in passato, dormire sugli allori del nostro ricco bilancio; a maggior ragione non possiamo permetterci ora di non agire, di perdere tempo in discussioni pretestuose.
Anche ALPE ha accettato di sedersi a quel tavolo, ma lo ha fatto perché crede che può essere l’occasione, finalmente, per parlare di ciò che i movimenti autonomisti vogliono fare per la Valle d’Aosta, per difenderne l’autonomia e salvaguardarne la storia, ma soprattutto per proiettarla verso un futuro solido.
ALPE intende però mantenere l’impegno assunto con MOUV, PNV, S.A, UVP e il consigliere Padovani il 10 marzo 2017. Abbiamo il compito di traghettare la Valle d’Aosta dallo stallo in cui è stata lasciata andare spesso, ad una navigazione responsabilmente guidata, in grado di affrontare le difficoltà del momento, ma avendo ben chiara la mappa e il percorso che ci dovrà condurre ad un nuovo mondo.
Nel futuro della Valle d’Aosta ci sarà ancora, eccome!, l’autonomia, ma per difenderla e garantirla nel tempo dobbiamo essere capaci di farne buon uso: in primis governando bene e amministrando al meglio le nostre risorse, senza dimenticare però che facciamo parte di uno Stato e che apparteniamo ad una categoria, quella delle regioni a Statuto Speciale, che non gode di molte simpatie.
Ai signori che dichiarano di avere a cuore le sorti dell’autonomia, ai consiglieri regionali che si siedono ai vari tavoli dove si dovrebbe decidere per il bene della Valle, chiedo di riflettere bene prima di assecondare sommovimenti che, non solo non sarebbero capiti né graditi da gran parte dei valdostani, ma rischierebbero di mettere in ridicolo la nostra regione, senza peraltro portare a niente di concreto o di più incisivo, sul fronte politico, rispetto a quanto si sta facendo ora.
Convinto come sono che c’è bisogno più che mai di sobrietà, che le energie andrebbero spese per costruire una Valle d’Aosta proiettata oltre il 2020, chiedo a chi si occupa di politica un po’ di serietà. Mancano pochi mesi a fine legislatura, facciamo in modo di non dare ragione ai qualunquisti o ai disfattisti, cerchiamo di ridare dignità al “fare politica”, se ci riusciamo.
#Bienfaireetlaisserdire
Albert Chatrian

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Il presidente di Alpe Vallet: nessuna maggioranza con questa Union Valdotaine.

Alle condizioni attuali non è immaginabile una maggioranza che includa Alpe e questa Union Valdôtaine. Lo abbiamo sempre detto in maniera chiara. Oggi rappresentiamo due modelli opposti di Valle d'Aosta".

Lo ha dichiarato oggi in una nota Alexis Vallet, presidente di Alpe, in merito alle trattative in corso per un 'Rassemblement' delle forze autonomiste e all'eventualità di un cambio di maggioranza in Regione. Due giorni fa Vallet aveva dichiarato di non essere intenzionato ad abbandonare il tavolo di confronto sul documento comune, che dovrebbe essere sottoscritto in questi giorni da Uv, Uvp e Alpe, circa il rilancio di una politica regionalista e autonomista. 

Afferma oggi Vallet: "Noi pensiamo che il progetto nato a marzo (ovvero la coalizione di maggioranza Stella Alpina, Alpe, Uvp e Mouv ndr) rimanga la base da cui partire per costruire quel nuovo modello condiviso di Valle d'Aosta da proporre alle prossime elezioni"; e aggiunge: "Nessuno di noi si nasconde dietro a un dito. A marzo tutti sapevano perfettamente i rischi di un cambio di maggioranza a 18 e ci siamo assunti delle responsabilità. Ora va verificato e in fretta se la maggioranza c'è e a che condizioni. Se c'è, sarà necessario che ognuno rinnovi il suo impegno di responsabilità. Se non c'è, chi l'ha fatta mancare si assumerà la responsabilità politica di lasciare la Valle senza un governo". 

"Per quel che ci riguarda - conclude Vallet - daremo disponibilità a chiudere un bilancio che a questo punto non potrà più essere di maggioranza ma che sarà di responsabilità. Perché noi manteniamo i patti con i cittadini e non ci tiriamo indietro dagli impegni assunti per un calcolo elettorale".

Quanto all'ipotesi di abbandono del tavolo autonomista, il presidente di Alpe precisa: "Dovere di una forza politica è quello di proporre i modelli della società che verrà e non quello di distruggere senza prospettiva. Questa è la logica per noi degli 'Stati Generali Autonomisti' e la logica della nostra partecipazione ai tavoli di questi giorni".

Si tratta, per Vallet, di un "tentativo di superare il fossato che ancora oggi divide le forze nell’ottica del bene comune. Un tentativo dal risultato tutt’altro che scontato, perché implica la volontà di ciascuno di mettersi in discussione e di voler cambiare, ma è un tentativo che noi riteniamo vitale se vogliamo rilanciare questa Valle dopo anni di passi indietro sotto tutti i punti di vista".

Gli 'Stati Generali dell’Autonomia' potrebbero diventare per il vertice di Alpe "un momento rifondativo e ideale, aperto e moderno che porti allo scioglimento delle attuali forze politiche per creare qualcosa di nuovo. Una sfida epocale, ma una sfida per il futuro.Nei giorni scorsi abbiamo lavorato a un documento che lanciasse questa prospettiva. Un documento che verrà vagliato e valutato nelle prossime settimane dai rispettivi movimenti prima di un eventuale firma".

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ALPE propone una strada diversa 
25 settembre 2017

Eravamo e restiamo convinti della necessità di un momento rifondativo del quadro autonomista valdostano. Un momento che abbiamo sin da subito identificato con gli “Stati Generali dell’Autonomia”, con lo scopo di aprire un confronto per definire un modello politico e amministrativo condiviso fra tutte le forze autonomiste valdostane. E’ per questo che con interesse abbiamo accolto l’invito dell’UVP, perché quando si discute del futuro dell’autonomia della Valle noi vogliamo esserci, al pari di quando si discute di libertà, di partecipazione e di ecologia, il nostro acronimo che è anche il nostro pilastro. 

Il documento, sul quale anche noi abbiamo lavorato e ci siamo confrontati, alla fine però presenta una sintesi parziale per noi non sottoscrivibile poiché: 

1. ALPE è convinta che un futuro diverso e migliore non possa prescindere da una rilettura critica dei percorsi compiuti negli anni precedenti su cui riposano buona parte delle ragioni della crisi delle nostre istituzioni. 

2. ALPE sin dal primo momento aveva rilevato come la definizione “Unionista” fosse troppo restrittiva per un progetto che si vuole invece aperto e inclusivo. Per ALPE infatti una visione politica di prospettiva deve guardare avanti e non indietro, deve essere libera dai condizionamenti del passato e deve includere sensibilità ed energie, che si ritrovano nell’autonomismo e nel federalismo, ma non necessariamente nell’unionismo. 

3. Sono completamente assenti quegli elementi di discontinuità che riteniamo indispensabili per immaginare qualunque accordo elettorale a fianco dell’UV, il principale partito con cui tanto duramente ci siamo scontrati negli ultimi anni, in ragione della profonda diversità di visione della Valle d’Aosta. 

Quattro anni fa abbiamo chiesto fiducia agli elettori sulla base di un progetto autonomista e progressista. Oggi i nostri amministratori quotidianamente dimostrano nei fatti come sia possibile affrontare e risolvere i problemi eredità del passato e con questa stessa determinazione affronteremo i prossimi mesi densi di impegni e appuntamenti elettorali. 

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GESTIONE RIFIUTI: IL CPEL ESPRIME IL PROPRIO PARERE DOPO CIRCA TRE MESI



Osservazione emersa durante l’Assemblea del Consiglio Permanente degli Enti Locali del 22 agosto 2017 in merito alla proposta di deliberazione della Giunta regionale “Esame di deliberazione recante attuazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti approvato con l.r. 22/2015 – approvazione delle linee guida per la redazione dei piani di gestione dei rifiuti da adottare a livello di SubATO e per l’applicazione puntuale degli oneri di gestione dei rifiuti urbani indifferenziati”.


L’Assemblea del CPEL rimarca la volontà di permettere ai SubATO di utilizzare i sistemi di raccolta esistenti o di introdurre sistemi di raccolta diversi dal porta-a-porta, ove questi risultino tecnicamente ed economicamente sostenibili, in considerazione della situazione locale, e che perseguano il raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata.

GESTIONE RIFIUTI: UNO DEI TANTI TASSELLI NON RISOLTI...

22 agosto 2017

CVA E QUOTAZIONE IN BORSA: TROPPI SILENZI

Cva quotata in borsa ci sono troppi silenzi

Nel Celva (Consorzio Enti Locali Valle d'Aosta) l'assemblea dei sindaci, i giorni scorsi, ha discusso molto sulla variazione del bilancio regionale proposta dal governo. Non risulta invece che alcuna discussione sia stata intrapresa sulla quotazione in borsa (privatizzazione) della Cva (Compagnia Valdostana Acque) che pure avrebbe conseguenze nefaste sulle finanze dei Comuni. Sottolineo le conseguenze nefaste: gli utili prodotti dalla Cva anziché interamente alla Regione, e quindi ai Comuni, andranno in parte a banche, privati e speculatori nostrani. A meno che la Regione successivamente non intenda riacquistarne le quote. Ma allora perché vendere? In borsa poi esistono le Opa (Offerte Pubbliche di Acquisto) delle aziende quotate. Chi ci garantisce che, venduta anche solo una quota di minoranza della Cva, non ci sarà in futuro una offerta pubblica di ac- Cva quotata in borsa ci sono troppi silenzi qui sto da parte dei privati sino a raggiungere il 51% e quindi il controllo totale della società? E con la privatizzazione, di fronte al repentino cambio climatico e alle conseguenze idriche, i nostri grandi bacini, Beauregard, Maen, Place Moulin, da chi saranno gestiti? E In funzione della pubblica utilità o dei profitti? E ancora, chi ci garantisce che, con la privatizzazione, non ci aumentino la bolletta dei consumi di energia elettrica? Vedi autostrada valdostana gestita da privati. Molti giustificano le scelte di privatizzare con due motivazioni. La prima: gli introiti della privatizzazione della Cva permetteranno di investire di più e di fare nuove acquisizioni. Ma si può sempre rispondere che Cva, su indicazioni del Consiglio regionale, può sempre utilizzare una parte degli utili per nuovi investimenti. La seconda: ci sarà maggiore trasparenza sulle assunzioni, sulla gestione degli impianti, sulle nomine dei dirigenti. Ma chi dice che queste cose non si possano fare subito? Per esempio eliminando le assunzioni clientelari e introducendo il concetto delle professionalità. E i dirigenti? Potrebbero essere nominati dal Consiglio regionale, anziché dal governo rendendo il tutto maggiormente trasparente. Nel 2011 al referendum nazionale contro la privatizzazione delle acque, anche in valle la maggioranza dei cittadini si era espressa affinché le acque rimanessero un bene pubblico e un bene comune. Domanda: come intendono il governo e il consiglio regionale rispettare questo mandato della sovranità popolare? Infine, sindaci, assessori e Consigli comunali come intendono intervenire su una questione fondamentale per il futuro della nostra Valle? Con il silenzio? 

ALESSANDRO BORTOT LEWIS 
NUS

La Stampa ed. vda
13/08/2017

9 agosto 2017

CVA SPA - DATI FINANZIARI E PIANO INDUSTRIALE ANCORA RISERVATI

CVA ( Compagnia Valdostana delle Acque) ha depositato in data 7 agosto 2017 presso Finaosta il Piano Industriale 2018-2020 e il Piano Strategico.

Sul proprio sito web http://www.cvaspa.it/cva/dati_finanziari/bilanci ad oggi non risulta ancora pubblicato il bilancio 2016 nonostante lo stesso sia gia stato approvato a luglio 2017.
La presentazione di tali documenti era stata richiesta da apposite mozione approvate in Consiglio Regionale nelle sedute del 21 giugno 2017 e 14 luglio 2017.
I documenti per il momento ancora riservati sono rivolti all'azionista e agli organi competenti alla vigilanza.
E' auspicabile che questi documenti una volta esaminati dagli organi competenti vengano messi a disposizione di tutti i cittadini interessati.


7 agosto 2017

VADEMECUM VACCINI - ISTRUZIONI PRATICHE


0 - VADEMECUM ISTRUZIONI VACCINAZIONI

1 - SONO LA MAMMA/IL PAPA’ DI........

2- IL BAMBINO HA AVUTO LE SEGUENTI MALATTIE............
3- IL BAMBINO HA RICEVUTO I SEGUENTI VACCINI..........
4- RIFERITE AL MEDICO QUALSIASI MALATTIA, DISTURBO PREGRESSO o IN ATTO, ALLERGIE ANCHE DI PAPA’ E MAMMA. ALTRE PATOLOGIE FAMIGLIARI.
Poi
4- ESIGETE CHE IL MEDICO NON VACCINI VOSTRO FIGLIO PER MALATTIE CHE HA GIÀ' AVUTO
(se dice che una vaccinazione in più non fa male, chiedete su quale libro è scritto). Chiedete vaccini monodose.
5 - CHIEDETE CHE IL MEDICO VERIFICHI SE IL BAMBINO ABBIA GIÀ' UNA IMMUNITÀ INNATA PER LA MALATTIA PER LA QUALE DEVE ESSERE VACCINATO.
6- CHIEDETE IL NOME DI CHI VACCINERÀ VOSTRO FIGLIO E A QUALE ORDINE PROFESSIONALE MEDICO È ISCRITTO
(Se ci saranno effetti collaterali, il nome del vaccinatore deve essere conosciuto e il medico al quale ci si rivolge deve obbligatoriamente certificare il fatto e compilare il modulo per l'AIFA)
7- CHIEDETE DI ESSERE INFORMATO SUL VACCINO CHE IL MEDICO SOMMINISTRERÀ’ PER DARE IL VOSTRO CONSENSO. IL MEDICO DEVE LEGGERVI TUTTO IL BUGIARDINO CON PARTICOLARE ATTENZIONE AGLI EFFETTI COLLATERALI.
(fate domande se non capite)
8- QUANDO IL MEDICO PARLA DI EFFETTI COLLATERALI, CHIEDETE SE TUTTO CIO' PUÒ' CAPITARE A VOSTRO FIGLIO. CHIEDETE QUALI GARANZIE VI DA’ CHE VOSTRO FIGLIO NON SUBIRÀ’ QUEGLI EFFETTI
(se il medico si spazientisce chiedete di chiamare il direttore sanitario o il responsabile del centro in cui si sta svolgendo il fatto)
10- CHIEDETE CHE IL MEDICO VERIFICHI CHE IL BAMBINO NON SIA ALLERGICO AD UNO O PIÙ' COMPONENTI DEI VACCINI COME, TRA GLI ALTRI, ALLUMINIO E POLISORBATO.
(il medico deve rilasciare un certificato debitamente firmato in cui dichiari che vostro figlio non è allergico. La cosa non è possibile senza specifici esami sul sangue, ottenibili in non meno di una settimana)
11- INFORMATE IL MEDICO CHE AVETE DOCUMENTATO CON UN FILMATO LE CAPACITÀ DI VOSTRO FIGLIO PRIMA DELLA VACCINAZIONE E CHE, SE SI VERIFICANO EFFETTI COLLATERALI IMPUTABILI AL VACCINO, IL MEDICO NE DOVRÀ RISPONDERNE PERSONALMENTE.
12- SE SI ARRIVA A VACCINARE, CHIEDETE CHE LA PRIMA GOCCIA DEL VACCINO VENGA BUTTATA PERCHÉ' SPESSO CONTIENE I RESIDUI DI USURA DELLA LAVORAZIONE MECCANICA DELL' AGO.
13- CHIEDETE CHE VI VENGA CONSEGNATA LA SIRINGA E LA SCATOLA CON IL NUMERO DEL LOTTO E IL BUGIARDINO.

17 luglio 2017

CVA VERSO LA QUOTAZIONE IN BORSA?

Cva verso la quotazione in Borsa?

Nel consiglio regionale di metà luglio 2017 è stata approvata una risoluzione di indirizzo con 33 sì e il no del M5S, in merito alla possibile quotazione in Borsa di Cva (Compagnia Valdostana delle Acque).  Il testo chiede a Cva che i documenti necessari all'eventuale quotazione siano predisposti secondo le "best practices" di mercato senza scadenze. 



La risoluzione chiede anche che il Consiglio possa esaminare attentamente i risultati del Piano strategico e industriale di Cva e possa effettuare tutti gli approfondimenti sia in merito alla percentuale di azioni da immettere sul mercato sia in relazione alla migliore qualità di impiego delle entrate Conseguenti alla vendita delle azioni.



Il documento chiede infine che il governo regionale  di valutare  la nomina di un advisor (consulente) che possa fornire adeguato supporto all'azionista nella valutazione dell'operazione.


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L’Assemblea degli azionisti di CVA (Compagnia Valdostana delle Acque – Compagnie Valdôtaine des Eaux S.p.A.) - società capofila dell’omonimo gruppo operante nel settore della produzione, distribuzione e vendita di energia (a mercato libero e a mercato di maggior tutela) ha approvato il bilancio relativo all’esercizio 2016 e il consolidato del Gruppo industriale cui questa fa capo, redatti secondo i Principi Contabili Internazionali (IFRS).

Al 31 dicembre 2016 il perimetro di consolidamento del Gruppo risulta variato, rispetto all’esercizio precedente, a seguito dell’acquisizione totalitaria della società Laterza Aria Wind titolare degli impianti eolici di Lamacarvotta e Lamia Di Clemente. A livello consolidato, il Gruppo CVA al 31 dicembre 2016 ha registrato ricavi netti pari a 1,04 miliardi di Euro, rispetto ai 1,1 miliardi di Euro registrati al 31 dicembre 2015. «Questo leggero calo - si legge in una nota diffuda dall'azienda - è conseguenza dei minori volumi di energia prodotti (440 GWh prodotti in meno da CVA nel 2016 rispetto al 2015 – dato in linea con la flessione rilevata a livello nazionale) e della riduzione dei prezzi medi di cessione dell’energia, quest’ultima parzialmente mitigata dal rialzo dei prezzi all’ingrosso registrato nel quarto trimestre 2016 in conseguenza dell’arresto imprevisto di numerose centrali nucleari in Francia, della persistente scarsità della risorsa idrica su tutto l’arco alpino europeo e dell’ondata di freddo registrata nell’Europa centrale».

Data la struttura dei costi del Gruppo, caratterizzata dall’alta intensità di capitale e dalla predominanza dei costi fissi su quelli variabili, nel corso del 2016 CVA ha lavorato nella direzione dell’aumento dell’efficienza, con un contenimento dei costi operativi, che nell’esercizio 2016 hanno raggiunto i 921 milioni di Euro, in flessione del 6,1% rispetto ai 980.7 milioni del 2015. Ciò ha permesso di contenere la riduzione del margine operativo lordo (EBITDA), passato dai 163,9 milioni di Euro dell’esercizio 2015 ai 121,9 milioni di Euro dell’esercizio 2016 e del margine operativo netto (EBIT), che dai 118,4 milioni di Euro dell’esercizio 2015 passa a 73,9 milioni di Euro dell’esercizio 2016.



Al 31 dicembre 2016, l’utile netto consolidato è pari a 48,3 milioni di Euro, rispetto ai 79,3 milioni di Euro registrati nell’esercizio 2015.


A fine 2016 l’indebitamento finanziario netto era pari a 26,1 milioni di Euro, rispetto ai 44,5 milioni di euro a fine 2015, mentre il patrimonio netto di Gruppo era pari a 893,1 milioni al 31 dicembre 2016 (884,7 milioni a fine 2015).


«Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti – ha affermato Enrico De Girolamo, amministratore delegato di CVA – il bilancio 2016, pur riflettendo le condizioni del mercato dell’energia in generale e della produzione idroelettrica nazionale, dà evidenza di un importante recupero in termini di efficienza del Gruppo, che continua a porsi come società di riferimento per la creazione e distribuzione di valore nella regione Valle d’Aosta. Anche in termini finanziari la società ha mantenuto una struttura del capitale solida, con un patrimonio netto di quasi 900 mln di euro, che ci ha consentito di distribuire anche nel 2016 dividendi per 45 milioni di Euro, in linea con il 2015».



«Si tratta di un importante bilancio di transizione – ha proseguito Marco Cantamessa, presidente di CVA – il settore dell’energia è caratterizzato da profondi cambiamenti che, unitamente al calo dei consumi e dei prezzi di energia, pone significative sfide, che il Gruppo CVA affronterà attraverso un articolato percorso di sviluppo e di trasformazione del modello di business. Il percorso nasce dalla visione di rendere CVA un attore di riferimento nel settore per innovazione, crescita e redditività, contribuendo al contempo allo sviluppo del territorio. Pertanto il management di CVA sta definendo un Piano Strategico che punta alla crescita dimensionale e alla diversificazione dei ricavi e delle fonti di produzione di energia, con l’aumento della quota di eolico e di eventuali altre FER (Fonti Energetiche Rinnovabili). Al fine di rendere possibile questo piano di sviluppo, CVA ha avviato i primi passi di un percorso finalizzato all’accesso al mercato dei capitali, attraverso la quotazione di una quota di minoranza delle azioni nel mercato MTA di Borsa Italiana, operazione che chiaramente richiederà la valutazione e l’approvazione dall’Azionista».


«Anche sul lato della vendita – ha concluso De Girolamo - verranno offerti nuovi servizi finalizzati al risparmio energetico e al progressivo spostamento da fonti fossili al vettore elettrico (ad esempio nel campo dell’efficienza energetica e della mobilità), con positive ricadute sia ambientali che industriali sul territorio valdostano e con benefici per la comunità».


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Per i vertici della società è stata migliorata efficienza del gruppo. I ricavi e gli utili quasi si dimezzano. Il 2016 si chiude con numeri che comunque consentono

ai vertici aziendali di dichiararsi soddisfatti. Secondo le cifre del documento contabile, il gruppo Cva al 31 dicembre 2016 ha ottenuto ricavi netti pari a 1,04 miliardi di euro, in diminuzione rispetto ai 1,1 miliardi di euro del 2015. Il  calo  è conseguenza dei minori volumi di energia prodotti (440 GWh prodotti in meno nel 2016 rispetto al 2015, un dato in linea con la flessione rilevata a livello nazionale) e della riduzione dei prezzi medi di cessione dell'energia.


Al calo dei ricavi si accompagna anche un ridimensionamento dell'utile netto consolidato, che al 31 dicembre 2016 era sceso a 48,3 milioni di euro rispetto ai 79,3 dell'esercizio 2015. 



D'altra parte Cva ha anche ridotto l'indebitamento finanziario netto (26,1 milioni, rispetto ai 44,5 milioni di fine 2015), apportato un contenimento dei costi operativi, che nel 2016 hanno raggiunto i 921 milioni, in flessione del 6,1 per cento rispetto ai 980,7 milioni del 2015, e accresciuto il patrimonio netto (893,1 milioni rispetto agli 884,7 del 2015).



Enrico De Girolamo, amministratore delegato di Cva si ritiene soddisfatto dei risultati ottenuti. Il bilancio 2016, pur riflettendo le condizioni del mercato dell'energia in generale e della produzione idroelettrica nazionale, dà evidenza di un importante recupero in termini di efficienza del Gruppo, che continua a porsi

come società di riferimento per la creazione e distribuzione di valore nella regione Valle d'Aosta.


Il management di Cva sta definendo un Piano strategico che punta alla crescita dimensionale e alla diversificazione dei ricavi e delle fonti di produzione di energia, con l'aumento della quota di eolico e di eventuali altre fonti energetiche

rinnovabili. Per rendere possibile questo piano, Cva ha avviato i primi passi di un percorso finalizzato all'accesso al mercato dei capitali, attraverso la quotazione di una quota di minoranza delle azioni nel mercato Mta di Borsa Italiana.


Un'operazione che chiaramente richiederà la valutazione e l'approvazione dall'azionista, cioè della Regione.