28 dicembre 2014

UN VIALE ALBERATO RESILIENTE MA BISOGNOSO DI INTERVENTI

Di seguito alcune foto dello stato attuale del Viale della Pace. 


Gli ippocastani soffrono ancora i postumi da intossicazione da sale marino cosparso in quantità negli scorsi anni; altri sono definitivamente seccati e morti. Alcune piante (quelle più piccole sono state ripiantate da quasi due anni) sembrano resistere. Altre, forse, in primavera verranno ripiantate.

Di sicuro mancano arbusti nella parte centrale e alcune parti della siepe che delimita il cammino pedonale e una buona quantità di terra nuova o compost. 

E' un viale resiliente, nel senso che non molla, che tenta di resistere fino all'ultimo. Una parte della capacità di autoripararsi o autorigenerarsi, però,  è venuta meno per gli evidenti deterioramenti delle radici delle piante.  

Nella scorsa estate abbiamo visto come molte piante faticano proprio a reagire, anzi, sembrano non aver superato definitivamente gli eventi traumatici causati da imperizia e da potature eccessive.

Ecco i lavori da porre in essere nel corso della primavera 2015:

- ripristino dei tratti di siepe rovinata o non adeguatamente piantata a suo tempo

- posizionare nuova terra o compost nella parte interna e contro i muretti esterni al fine coprire le radici delle piante ed evitare di vedere tubi e muretti interni scrostati.

- controllare la corretta attivazione dell'irrigazione durante la stagione estiva

- ripristinare i cordoli di accesso al viale pedonale che in questo momento formano un gradino o meglio un buco, pericoloso (da riempire) onde evitare cadute da parte di persone anziane e bambini.












1 dicembre 2014

INSIPIENZA O MALAFEDE!

La politica dei rifiuti in Valle d'Aosta.

Nei ultimi due anni nulla di concreto è stato fatto per ridurre la produzione di rifiuti, migliorarne la raccolta e gestirne lo smaltimento.

Molte cose nella nostra Regione avvengono ad insaputa dell'Assessore regionale all'ambiente e al territorio Luca Bianchi:

● l'assessore non è a conoscenza del fatto che non esiste alcuna deroga alla circolare Orlando che vieta di conferire in discarica i rifiuti non trattati;


● l'assessore non sa che la discarica è esaurita e che da mesi sta crescendo oltre i limiti consentiti dal quinto ampliamento, compromettendo anche l'agibilità dell'aeroporto. La discarica misura infatti, alla data del 24 novembre 2014, una altezza di 40 metri sulla testata est della pista, superando di dieci metri la quota massima consentita di 571,50 metri s.l.m.;


● l'assessore dichiara di non avere autorità per coordinare le attività dei nove sub-ATO i quali continuano ad agire non tenendo conto dei nuovi indirizzi per la gestione dei rifiuti approvati all'unanimità nel Consiglio regionale del 30 luglio 2014; ne è un esempio l'acquisto di 128 contenitori seminterrati per i rifiuti, da parte della Comunità Montana Mont Emilius, prevedendo la tariffazione puntuale e il porta a porta solo come eventuali opzioni per il futuro.


● l'assessore non è a conoscenza del fatto che Valeco S.p.A., società a partecipazione regionale, ha sottoscritto il ricorso dell'Associazione temporanea di imprese aggiudicataria dell'appalto per il pirogassificatore tanto da dichiarare, nella seduta del Consiglio regionale del 18 novembre 2014: «Valeco ha agito in modo autonomo, [...]. LA REGIONE NON È STATA PREVENTIVAMENTE AVVISATA DI TALE DECISIONE CON NESSUN ATTO.» 

Tale azione, proposta da una partecipata regionale, potrebbe costare alla Regione e di conseguenza a noi cittadini la somma di 23 milioni di Euro: risorse che in un momento di crisi, come quello che stiamo vivendo, dovranno essere tolte a servizi essenziali per la popolazione valdostana.

http://patuasia.com/2014/12/02/di-chi-cura-gli-interessi

Tratto da Patuasia commenti:


Il dirigente in questione è l’esclusiva depositaria della gestione dei rifiuti in VdA da oltre un ventennio con i risultati sotto gli occhi di tutti, visto che in Campania ci sono 140 comuni che raggiungono i limiti di legge per la differenziata (65%), in VdA nemmeno uno. Cionostante continua a “dettare legge”, anche ai vari Assessori che avrebbero dovuto “indirizzarla” e nel frattempo si occupa di pubblica amministrazione in quota UV a St-Rhemy-en-Bosses.
Intanto il nuovo Piano rifiuti regionale se lo è aggiudicato il solito ingegnere torinese, già consulente della RAVA nell’ultimo già citato ventennio.
Le solite facce e il solito legame dirigenza/politica/impresa che scaricano sui cittadini il costo di scelte molto poco lungimiranti (discarica sottocosto unitamente a bassi livelli di raccolta differenziata) se non addirittura a tutela di interessi un po’ troppo personali: basterebbe scorrere l’elenco dei “veri” proprietari di Valeco, di cui la RAVA è mero socio di minoranza, che si dividono gli utili della società, caricando costi sulla tarsu e quindi sugli ignari cittadini.
Quasi nessuno si occupa dei rifiuti in modo approfondito, non solo i giornalisti, ma anche gli amministratori, i magistrati, la forestale e perfino le associazioni ambientaliste si limitano a grattare la superficie in modo raffazzonato.


http://patuasia.com/2014/12/01/un-cervello-piccolo-piccolo/




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luana.marcoccia@libero.it aggiunto. Premi backspace per rimuovere il destinatario.

30 novembre 2014

LEONIA E LA DISCARICA DI QUART (AO)

“La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, (…). Sul marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d’ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d’imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: più che dalle cose che vengono fabbricate vendute comprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. (…) 
Dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori della città, certo; ma ogni anno la città s’espande, e gli immondezzai devono arretrare più lontano; l’imponenza del gettito aumenta e le cataste s’innalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro più vasto. 

(Italo Calvino-Le città invisibili)

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PIU' LA RIEMPIONO,  PIU'  GUADAGNANO I SOCI PRIVATI E TUTTI I COMPARI DI CONSULENZE E AFFIDAMENTI DI SERVIZI!

ROMPERE L'ACCERCHIAMENTO E RIPORTARE UNA GESTIONE PUBBLICA E PIU TRASPARENTE.

23 novembre 2014

GESTIONE RIFIUTI: NELLA PALUDE DEI RICORSI... ANCHE DA PARTE DELLE SOCIETA PARTECIPATE DALLA REGIONE



Donzel (Pd)
Il Consiglio regionale ha chiesto e ribadito la volontà di rispettare l'esito referendario, ma il governo regionale tramite una sua partecipata ricorre contro se stesso! 
Il ricorso è molto pesante: le imprese vogliono che, sulla base di un'aggiudicazione provvisoria (che i gruppi PD e Alpe avevamo a suo tempo chiesto di non fare), venga loro riconosciuta la realizzazione del pirogassificatore.

Questo, quando i cittadini, esattamente due anni fa, con un referendum popolare si sono opposti.
Forse non è il caso di rivedere ruolo della Regione in questa società magari in direzione di una gestione pubblica....
La discarica deve essere portata alla chiusura e solo una gestione pubblica può garantire una corretta gestione della stessa.

Bianchi (assessore reg Ambiente, Uv)
La Regione NON ERA STATA PREVENTIVAMENTE AVVISATA DELLA DECISIONE CON NESSUN ATTO.
Donzel (Pd)
La risposta lapidaria dell'Assessore ci lascia perplessi e scioccati. Considerato che la Valeco è una società con un rappresentante della Regione nel suo Consiglio di amministrazione, la Giunta avrebbe dovuto essere informata di una decisione così delicata.... si chiedono 20 milioni di euro di danni: di fronte ad un atto di questo genere, il rappresentante della Regione avrebbe dovuto, come minimo, stracciarsi le vesti per difendere l'atto che questo Consiglio, tutto, ha votato riguardo agli indirizzi futuri della gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta che va verso la prospettiva rifiuti zero. 
 Ci domandiamo anche a che gioco stia giocando Valeco: è venuta in Commissione consiliare a parlarci di gestione a freddo dei rifiuti e contestualmente fa un ricorso per la gestione a caldo. Siamo curiosi di leggere il verbale, che pubblicheremo perché i cittadini valdostani devono sapere

8 novembre 2014

PARMA DA NOVEMBRE APPLICHERA' TARIFFAZIONE PUNTUALE

Da novembre 2014 è partita a Parma la fase sperimentale del nuovo metodo di calcolo e misurazione, che consentirà ai cittadini di pagare una tariffa calibrata a seconda della quantità di indifferenziata prodotta. Come promesso si procede con la raccolta porta a porta e ci si avvia verso il traguardo della tariffazione puntuale.


Dopo Trento e Treviso, dove il sistema ha già portato a risultati confortanti, con un significativo ulteriore aumento della raccolta differenziata rispetto al semplice porta a porta si aggiunge, ora, Parma.

In poco più di due anni la città ha portato le percentuali di raccolta differenziata a una media del 70 per cento in tutto l’abitato diminuendo la quantità di rifiuti da smaltire in discarica o nell'inceneritore.

La tariffazione puntuale è un’altra tappa verso il cambiamento di strategia sul trattamento dei rifiuti, che  contribuirà  ad abbassare ancora di più il livello dell’indifferenziata.
Il meccaniso della tariffiazione puntuale è stata illustrato dal consulente della multiutility Iren Raphael Rossi  che ha fortemente voluto tale cambiamento, affinché ognuno paghi in rapporto a ciò che consuma.

Il nuovo sistema richiederà la collaborazione dei cittadini, che dovranno rispettare gli orari di esposizione dell’immondizia utilizzando i sacchi giusti, a cui è stato applicato un microchip che verrà letto da appositi macchinari, attraverso i quali sarà determinata la tariffa puntuale per ogni famiglia. 


Le polemiche sono dietro l’angolo, visto che già il porta a porta spinto ha provocato malumori in molti quartieri per situazioni di degrado dovute a discariche a cielo aperto o conferimenti errati dei rifiuti. Ma il Comune sta già correndo ai ripari con strumenti per sorvegliare sulle irregolarità. “Ci stiamo dotando degli strumenti utili a limitare conferimenti sbagliati – sostiene Pizzarotti - sindaco di Parma – quali telecamere, una nuova squadra di controllo, adesivi sui rifiuti collocati in modo scorretto, ma stiamo anche lavorando per migliorare il servizio, soprattutto riducendo i tempi di esposizione nella città storica.

I cittadini avranno tempo per abituarsi al nuovo sistema, che sarà avviato a novembre a partire dal centro storico ed entrerà in vigore a gennaio 2015. Il lettore misurerà il numero di conferimenti dei sacchi dotati di microchip per l’indifferenziato, consentendo agli utenti di risparmiare o spendere a seconda della quantità di rifiuti prodotti. Banditi invece tutti i sacchi senza microchip e quelli esposti in orari o giorni diversi da quelli definiti, che non saranno più ritirati dagli operatori di Iren, ma che saranno lasciati agli utenti con un avviso ad adottare i comportamenti adeguati. Da gennaio 2015 ci sarà un primo semestre di prova, per dare tempo ai cittadini di calcolare i propri svuotamenti e calibrare il comportamento per il calcolo puntuale della bolletta, che partirà concretamente a luglio. Se tutto funzionerà al meglio, l’esempio di Parma è destinato a fare scuola in Regione, e non solo. “Oggi la tariffa rifiuti di Parma è la più bassa dell’Emilia Romagna e la tariffazione puntuale consentirà di far pagare a ciascuno in rapporto a quanti rifiuti indistinti produce – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente Gabriele Folli .

2 novembre 2014

CHE FATICA IN VDA PROCEDERE VERSO UNA CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI! TANTI ANNI PERSI...


NUOVO APPUNTAMENTO - SERATA INFORMATIVA ORGANIZZATA DAL MOVIMENTO 5 STELLE VDA
venerdì 7 novembre, ore 20,30,
Luogo: Aosta, Hostellerie du Cheval Blanc.

Serata di informazione e dibattito sulla gestione dei rifiuti, a livello locale, nazionale ed Europeo.

Parteciperanno alla serata l'europarlamentare del MoVimento 5 Stelle Eleonora Evi, Jeanne Cheillon e Paolo Meneghini di Valle Virtuosa, i consiglieri regionali M5S Roberto Cognetta e Stefano Ferrero, Manuel Voulaz.

Saranno spiegati i cambiamenti in corso sulla gestione della risorsa "materiale di scarto" , le difficoltà eanche le sfide e le opportunità da cogliere.

Parole come “rifiuto”, “discarica” e “inceneritore” devono essere consegnate al passato. 

30 ottobre 2014

LE MODIFICHE DEL GOVERNO ALL'ART. 35 NON SONO SODDISFACENTI. SBAGLIATO COSTRUIRE NUOVI INCENERITORI. OCCORRE INTRODURRE PERCORSO LEGGE RIFIUTI ZERO

 http://www.vallevirtuosa.it/sistemi-a-confronto
 
Le modifiche apportate al 30/10/2014 in fase di conversione non appaiono convincenti , permane contrarietà
 
Articolo 35.
(Misure urgenti per la realizzazione su scala nazionale di un sistema adeguato ed integrato di gestione dei rifiuti urbani e per conseguire gli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio. Misure urgenti per la gestione e per la tracciabilità dei rifiuti nonché per il recupero dei beni in polietilene).
        1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, individua, con proprio decreto, gli impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, esistenti o da realizzare per attuare un sistema integrato e moderno di gestione di tali rifiuti atto a conseguire la sicurezza nazionale nell'autosufficienza e superare le procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore. Tali impianti, individuati con finalità di progressivo riequilibrio socio economico fra le aree del territorio nazionale concorrono allo sviluppo della raccolta differenziata e al riciclaggio mentre deprimono il fabbisogno di discariche. Tali impianti di termotrattamento costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente.         1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, con proprio decreto, individua a livello nazionale la capacità complessiva di trattamento di rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento in esercizio o autorizzati a livello nazionale, con l'indicazione espressa della capacità di ciascun impianto, e gli impianti di incenerimento con recupero energetico di rifiuti urbani e assimilati da realizzare per coprire il fabbisogno residuo, determinato con finalità di progressivo riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale e nel rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio, tenendo conto della pianificazione regionale. Gli impianti così individuati costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale, attuano un sistema integrato e moderno di gestione di rifiuti urbani e assimilati, garantiscono la sicurezza nazionale nell'autosufficienza, consentono di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore e limitano il conferimento di rifiuti in discarica.
        2. Tutti gli impianti, sia esistenti che da realizzare, devono essere autorizzati a saturazione del carico termico, come previsto dall'articolo 15 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 46. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorità competenti provvedono ad adeguare le autorizzazioni integrate ambientali.         2. Ai medesimi fini di cui al comma 1, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, effettua la ricognizione dell'offerta esistente e individua, con proprio decreto, il fabbisogno residuo di impianti di recupero della frazione organica dei rifiuti urbani raccolta in maniera differenziata, articolato per regioni; sino alla definitiva realizzazione degli impianti necessari per l'integrale copertura del fabbisogno residuo così determinato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono autorizzare, ove tecnicamente possibile, un incremento fino al 10 per cento della capacità degli impianti di trattamento dei rifiuti organici per favorire il recupero di tali rifiuti raccolti nel proprio territorio e la produzione di compost di qualità.
        3. Tutti gli impianti di nuova realizzazione dovranno essere realizzati conformemente alla classificazione di impianti di recupero energetico di cui al punto R1 (nota 4), allegato C, del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152.         3. Tutti gli impianti di recupero energetico da rifiuti sia esistenti che da realizzare sono autorizzati a saturazione del carico termico, come previsto dall'articolo 237-sexies del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, qualora sia stata valutata positivamente la compatibilità ambientale dell'impianto in tale assetto operativo incluso il rispetto delle disposizioni sullo stato della qualità dell'aria di cui al decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, le autorità competenti provvedono ad adeguare le autorizzazioni integrate ambientali degli impianti esistenti, qualora la valutazione di impatto ambientale sia stata autorizzata a saturazione del carico termico, tenendo in considerazione lo stato della qualità dell'aria così come previsto dal citato decreto legislativo n. 155 del 2010.
        4. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorità competenti provvedono a verificare la sussistenza dei requisiti per la loro qualifica di impianti di recupero energetico R1, revisionando in tal senso e nello stesso termine, quando ne ricorrono le condizioni, le autorizzazioni integrate ambientali.         4. Gli impianti di nuova realizzazione devono essere realizzati conformemente alla classificazione di impianti di recupero energetico di cui alla nota 4 del punto R1 dell'allegato C alla parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni.
        5. Ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni non sussistendo vincoli di bacino per gli impianti di recupero, negli stessi deve essere data priorità al trattamento dei rifiuti urbani prodotti nel territorio nazionale e a saturazione del carico termico, devono essere trattati rifiuti speciali non pericolosi o pericolosi a solo rischio sanitario, adeguando coerentemente le autorizzazioni integrate ambientali alle presenti disposizioni nei termini sopra stabiliti.         5. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, per gli impianti esistenti, le autorità competenti provvedono a verificare la sussistenza dei requisiti per la loro qualifica di impianti di recupero energetico R1 e, quando ne ricorrono le condizioni e nel medesimo termine, adeguano in tal senso le autorizzazioni integrate ambientali.
        6. I termini previsti per l'espletamento delle procedure di espropriazione per pubblica utilità, di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale degli impianti di cui al comma 1, sono ridotti alla metà. Se tali procedimenti sono in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, sono ridotti della metà i termini residui.         6. Ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, non sussistendo vincoli di bacino al trattamento dei rifiuti urbani in impianti di recupero energetico, nei suddetti impianti deve comunque essere assicurata priorità di accesso ai rifiuti urbani prodotti nel territorio regionale fino al soddisfacimento del relativo fabbisogno e, solo per la disponibilità residua autorizzata, al trattamento di rifiuti urbani prodotti in altre regioni. Sono altresì ammessi, in via complementare, rifiuti speciali pericolosi a solo rischio infettivo nel pieno rispetto del principio di prossimità sancito dall'articolo 182-bis, comma 1, lettera b), del citato decreto legislativo n. 152 del 2006 e delle norme generali che disciplinano la materia, a condizione che l'impianto sia dotato di sistema di caricamento dedicato a bocca di forno che escluda anche ogni contatto tra il personale addetto e il rifiuto; a tale fine sono adeguate le autorizzazioni integrate ambientali ai sensi del presente comma.
        7. In caso di mancato rispetto dei termini di cui ai commi 2, 4, 5 e 6 si applica il potere sostitutivo previsto dall'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131.         7. Nel caso in cui in impianti di recupero energetico di rifiuti urbani localizzati in una regione siano smaltiti rifiuti urbani prodotti in altre regioni, i gestori degli impianti sono tenuti a versare alla regione un contributo, determinato dalla medesima, nella misura massima di 20 euro per ogni tonnellata di rifiuto urbano indifferenziato di provenienza extraregionale. Il contributo, incassato e versato a cura del gestore in un apposito fondo regionale, è destinato alla prevenzione della produzione dei rifiuti, all'incentivazione della raccolta differenziata, a interventi di bonifica ambientale e al contenimento delle tariffe di gestione dei rifiuti urbani. Il contributo è corrisposto annualmente dai gestori degli impianti localizzati nel territorio della regione che riceve i rifiuti a valere sulla quota incrementale dei ricavi derivanti dallo smaltimento dei rifiuti di provenienza extraregionale e i relativi oneri comunque non possono essere traslati sulle tariffe, poste a carico dei cittadini.
        8. I termini per le procedure di espropriazione per pubblica utilità degli impianti di cui al comma 1 sono ridotti della metà. Nel caso tali procedimenti siano in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, sono ridotti di un quarto i termini residui. I termini previsti dalla legislazione vigente per le procedure di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale degli impianti di cui al comma 1 si considerano perentori.
        9. In caso di mancato rispetto dei termini di cui ai commi 3, 5 e 8 si applica il potere sostitutivo previsto dall'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131.
        10. Al comma 9-bis dell'articolo 11 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, dopo le parole: «il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare» sono inserite le seguenti: «, anche avvalendosi di Consip S.p.A., per lo svolgimento delle relative procedure, previa stipula di convenzione per la disciplina dei relativi rapporti,».
        11. All'articolo 182 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, dopo il comma 3 è inserito il seguente:
        «3-bis. Il divieto di cui al comma 3 non si applica ai rifiuti urbani che il Presidente della regione ritiene necessario avviare a smaltimento, nel rispetto della normativa europea, fuori del territorio della regione dove sono prodotti per fronteggiare situazioni di emergenza causate da calamità naturali per le quali è dichiarato lo stato di emergenza di protezione civile ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225».
        12. All'articolo 234 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
            a) il comma 2 è abrogato;
            b) al comma 3 è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «In ogni caso, del consiglio di amministrazione del consorzio deve fare parte un rappresentante indicato da ciascuna associazione maggiormente rappresentativa a livello nazionale delle categorie produttive interessate, nominato con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentito il Ministro dello sviluppo economico»;
            c) al comma 13 sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Il contributo percentuale di riciclaggio è stabilito comunque in misura variabile, in relazione alla percentuale di polietilene contenuta nel bene e alla durata temporale del bene stesso. Con il medesimo decreto di cui al presente comma è stabilita anche l'entità dei contributi di cui al comma 10, lettera b).».
        13. Fino all'emanazione del decreto di cui al comma 13 dell'articolo 234 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come modificato dal presente articolo, i contributi previsti dal medesimo articolo 234, commi 10 e 13, sono dovuti nella misura del 30 per cento dei relativi importi.

  http://www.vallevirtuosa.it/sistemi-a-confronto

27 ottobre 2014

I RIFIUTI? NON ESISTONO. UN LIBRO DA LEGGERE E DA REGALARE !

 http://www.vallevirtuosa.it/sistemi-a-confronto

Più si ricicla, meno si producono rifiuti

E funziona meglio se a gestire il tutto è un ente pubblico. 

Perciò anche la TASI deve cambiare, puntando sulla valorizzazione della raccolta differenziata.

Piccole, grandi verità che Marco Boschini e Ezio Orzes, esponenti dell’Associazione dei Comuni virtuosi, svelano nel loro nuovo libro I rifiuti? Non esistono! Due o tre cose da sapere sulla loro gestione (Editrice Missionaria Italiana, pag. 64, euro 5,00). 

Boschini e Orzes sanno bene di quel che parlano e scrivono: entrambi sono stati e sono attualmente assessori all’ambiente nei rispettivi comuni (Colorno, Parma, e Ponte nelle Alpi, Belluno).  

Orzes è il fautore del «miracolo-Ponte nelle Alpi», il comune (circa 8000 abitanti) più «riciclone» d’Italia per diversi anni, premiato per vari anni di seguito da Legambiente.
Quale il segreto dunque di trattare ciò che noi scartiamo?

Boschini e Orzes hanno una convinzione, suffragata da dati precisi: se si ricicla, i rifiuti diminuiscono di numero e volume, anzi diventano strumento per altro, ovvero possono produrre lavoro e ricchezza. Partendo da una «buona pratica» concreta (il consorzio Priula nel trevigiano), i due autori dimostrano che funziona meglio una tassa comunale che non prenda in considerazione i metri quadrati di una casa o di un ufficio, bensì la capacità dei cittadini di produrre rifiuti differenziati. Lo dicono i numeri: in questo modo il rifiuto indifferenziato (il «secco») scende da 320 chilogrammi procapite a 40 kg, e la differenziata sale dal 27% all’84%! Anche le famiglie ne avrebbero un grande beneficio: prendendo l’esempio trevigiano, a fronte di 240 euro di tassa su scala nazionale, con la differenziata «spinta» si pagano 160 euro.

Nel libro Boschini e Orzes svelano anche che «le migliori esperienze europee nei servizi di raccolta differenziata sono italiane, gestite da società e consorzi pubblici». Ad esempio, le società pubbliche hanno una raccolta differenziata del 73,5% a fronte della media nazionale del 35%. L’emblema di questa buona gestione pubblica è Ponte nelle Alpi, passato da 23% a 80% di differenziata in un solo mese, fino ad arrivare al 91,5% di adesso: si producono così solo 30 chili di rifiuto secco, contro i 350 della media nazionale. Il risparmio economico? Ben 430 mila euro all’anno, investiti in lavoro, occupazione e servizi.

 http://www.vallevirtuosa.it/sistemi-a-confronto

22 ottobre 2014

ART 35 SBLOCCA ITALIA. NECESSARIO CAMBIARE L'ATTUALE FORMULAZIONE


E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 212 del 12 settembre 2014 il D.L. 133/2014 recante "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attivita' produttive"

E' il cosiddetto decreto "sblocca-Italia" che all'art 35 incentiva ancora una tecnologia superata ovverto l'utilizzo degli inceneritori ed omette di incentivare la strategia "rifiuti zero".

AMICI DEL VIALE DELLA PACE MANIFESTA TOTALE CONTRARIETA ALL'ATTUALE FORMULAZIONE E NE CHIEDE LA CANCELLAZIONE O LA MODIFICA SOSTANZIALE.

Amici del Viale della Pace ritiene auspicabile inserire invece  alcuni articoli della proposta di legge di iniziativa popollare cosiddetta "Legge Rifiuti Zero" vera sfida alla creazione di un ciclo virtuoso che oltre a tutelare l’ambiente e la salute permetterebbe il riavvio di un ciclo produttivo sostenibile con oltre 200.000 nuovi posti di lavoro.

Un ciclo virtuoso che va dalla raccolta “porta a porta” generalizzata alla introduzione della Tariffa puntuale, dall’attivazione dei Centri di riuso e riparazione alla realizzazione di impianti di riciclo dei materiali inorganici e di compostaggio dei materiali organici, dalla revisione del sistema di contributi CONAI all’introduzione della tassa sul “vuoto a perdere”.

Senza dimenticare le norme di contrasto come la moratoria contro gli inceneritori e la produzione di energia dai rifiuti, la revoca degli incentivi a forme di energia non rinnovabile, la revoca del D.M. Clini contro il CSS, la revoca dei contratti capestro per i Comuni per conferire negli inceneritori, la normativa sul reato di danno ambientale, la moratoria per le discariche di amianto e tanto altro ancora.

QUESTA E’ LA VERA RIVOLUZIONE CULTURALE ....

Amici del Viale della Pace è favorevole a riaprire una vertenza chiamata "Stop discariche di talquale e Stop al CSS da incenerire" , riprende infatti i temi dalla moratoria agli inceneritori ed al conferimento in discarica di rifiuti non trattati, oggi illegale dopo la Circolare Ministero ambiente del 6/8/2013.
 

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Art. 35

(Misure urgenti per l'individuazione e la realizzazione di impianti di recupero di energia, dai rifiuti urbani e speciali, costituenti infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale)

1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, individua, con proprio decreto, gli impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, esistenti o da realizzare per attuare un sistema integrato e moderno di gestione di tali rifiuti atto a conseguire la sicurezza nazionale nell'autosufficienza e superare le procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore.

Tali impianti, individuati con finalita' di progressivo riequilibrio socio economico fra le aree del territorio nazionale concorrono allo sviluppo della raccolta differenziata e al riciclaggio mentre deprimono il fabbisogno di discariche. Tali impianti di termotrattamento costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente.


2. Tutti gli impianti, sia esistenti che da realizzare, devono essere autorizzati a saturazione del carico termico, come previsto dall'articolo 15 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n.46. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorita' competenti provvedono ad adeguare le autorizzazioni integrate ambientali.

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5. Ai sensi del decreto legislativo n.152 del 2006 e successive modificazioni non sussistendo vincoli di bacino per gli impianti di recupero, negli stessi deve essere data priorita' al trattamento dei rifiuti urbani prodotti nel territorio nazionale e a saturazione del carico termico, devono essere trattati rifiuti speciali non pericolosi o pericolosi a solo rischio sanitario, adeguando coerentemente le autorizzazioni integrate ambientali alle presenti disposizioni nei termini sopra stabiliti.

21 ottobre 2014

RESOCONTO ATTIVITA ' DELLA TERZA COMMISSIONE CONSILIARE

Ecco il resoconto di Fabrizio Roscio sulle visite effettuate ad alcuni impianti di trattamento dei rifiuti nel Nord Italia.
Il 16 e 17 ottobre la III Commissione consiliare ha visitato alcuni impianti per la gestione dei rifiuti nel nord est dell'Italia, con l'obiettivo di verificare la possibilità di replicare le migliori soluzioni ad oggi esistenti.
Alla visita hanno preso parte anche l'assessore regionale Bianchi e il dott. Ghiringhelli, in qualità di esperto dell'Osservatorio regionale sui rifiuti.
La visita è iniziata al consorzio Contarina (TV), che ha presentato il proprio eccellente modello organizzativo, si è passati in seguito all'impianto di trattamento delle frazione organica di Faedo (TN) che produce in uscita energia elettrica e compost di qualità.
Il giorno seguente è stata la volta di Este (PD) dove si pratica la gestione integrata dei rifiuti, su scala ben più ampia rispetto alla nostra regione e infine l'impianto di Ceresara (MN) dove si tratta la frazione residuale, per la produzione di combustibile e di biostabilizzato per copertura discariche.
Nel corso della visita ci sono state presentate realtà di gestione dei rifiuti più o meno eccellenti, non sempre replicabili in Valle d'Aosta. È risultato evidente che purtroppo il nostro attuale modello gestionale è il più arretrato, caratterizzato da grande frammentazione nelle modalità di raccolta e di tariffazione e incentrato esclusivamente sullo smaltimento in discarica.


È emerso che i successi migliori sono stati ottenuti laddove le scelte politiche sono state condivise e fatte proprie dalla popolazione e dove il pubblico ha mantenuto il controllo delle scelte e dei processi.


Per dare concretezza agli indirizzi recentemente approvati dal Consiglio regionale occorre partire da subito con la raccolta porta a porta della frazione organica e introdurre modalità tariffarie omogenee su tutta la Regione. 


Le necessarie valutazioni sugli impianti da realizzare dovranno essere successive e fondarsi su dati comprovati, in un'ottica non d'emergenza ma di programmazione, che miri a una gestione di qualità.

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Giovedì 16 e venerdì 17 ottobre 2014, la terza Commissione "Assetto del territorio", integrata dalle forze politiche non rappresentate al suo interno, ha effettuato un sopralluogo agli impianti di trattamento dei rifiuti di Spresiano (TV), Faedo (TN), Este (PD) e Ceresara (MN).
«Il percorso di approfondimento all'interno della terza Commissione, che ha già visto un primo risultato con l'approvazione unanime del documento che detta gli indirizzi gestionali dei rifiuti, prosegue a completamento dell'impegno che mi ero assunto in Consiglio: l'obiettivo è quello di dare un contributo nell'individuazione delle soluzioni più adeguate per la Valle d'Aosta - riferisce il Presidente Stefano Borrello (SA) -. In questi due giorni, abbiamo visitato due siti per verificare l'aspetto gestionale e altri due per analizzare l'aspetto impiantistico. Questi modelli rappresentano uno spunto molto interessante che bisognerà poi contestualizzare alla realtà valdostana al fine di effettuare le scelte migliori per il nostro territorio.»
Per il Consigliere dell'UV Claudio Restano è stata «una trasferta significativa che ci ha permesso di prendere conoscenza di diversi modelli organizzativi anche se questi sono a servizio di territori e utenze profondamente diversi dai nostri. Serviranno per fare riflessioni in merito all'organizzazione che vorremmo darci per la Valle d'Aosta in questo ambito.»
«Nel corso della visita ci sono state presentate realtà di gestione dei rifiuti più o meno eccellenti, non sempre replicabili in Valle d'Aosta - commenta il Consigliere di Alpe Fabrizio Roscio -. È risultato evidente che purtroppo il nostro attuale modello gestionale è il più arretrato, caratterizzato da grande frammentazione nelle modalità di raccolta e di tariffazione e incentrato esclusivamente sullo smaltimento in discarica. È emerso che i successi migliori sono stati ottenuti laddove le scelte politiche sono state condivise e fatte proprie dalla popolazione e dove il pubblico ha mantenuto il controllo delle scelte e dei processi. Per dare concretezza agli indirizzi recentemente approvati dal Consiglio regionale occorre partire da subito con la raccolta porta a porta della frazione organica e introdurre modalità tariffarie omogenee su tutta la regione. Le necessarie valutazioni sugli impianti da realizzare dovranno essere successive e fondarsi su dati comprovati, in un'ottica non d'emergenza ma di programmazione, che miri a una gestione di qualità.»
I Consiglieri dell'UVP Alessandro Nogara e Vincenzo Grosjean evidenziano che «in questi due giorni di visita - con sorpresa abbiamo trovato l'Assessore all'ambiente Bianchi in compagnia del dottor Ghiringhelli ad attenderci al nostro arrivo -, abbiamo avuto un'ulteriore conferma di quanto tempo si sia perso per tentare di risolvere il problema del trattamento dei rifiuti in Valle d'Aosta, che altre località invece, con maggiori dimensioni e diverse complicazioni, hanno affrontato con efficacia e tempismo. Dal confronto abbiamo rilevato che gli impianti da realizzare in un territorio come il nostro sono, nella sostanza, di semplice concretizzazione e per i quali bisogna tenere conto di quattro punti essenziali, che sono la base di ogni gestione efficiente: la raccolta differenziata, la raccolta dell'umido, la tariffazione puntuale, l'individuazione di sistemi di riconoscimento dell'utenza. Dalla visita è inoltre emerso che una buona gestione pubblica dà migliori risultati per la comunità rispetto alla gestione privata.»
Per il Consigliere del M5S Roberto Cognetta, «la visita è stata veramente utile perché ci siamo confrontati con realtà diverse che hanno messo in campo grande efficienza e che hanno un'esperienza ventennale. Gli spunti che ci sono arrivati ci devono effettivamente fare riflettere sulle tante scelte ipotizzate fino ad ora: la strada da intraprendere è da individuare con maggiore attenzione, soprattutto alla luce dei numeri che abbiamo. Il rischio è quello di ritrovarsi con impianti che con il tempo risulterebbero troppo costosi per la comunità. A volte, fare meno è meglio.»
«Una "missione" sicuramente istruttiva sia per quanto riguarda i modelli gestionali sia impiantistici - afferma il Consigliere Jean-Pierre Guichardaz (PD-SVdA) -. Naturalmente le realtà visitate sono progettate per numeri di abitanti di molto superiori ai nostri e per territori con caratteristiche geomorfologiche specifiche, quindi non è pensabile traslare quei modelli senza adattarli alle esigenze della nostra realtà. Ho avuto conferma della bontà della gestione pubblica degli impianti di trattamento ma anche del sistema di raccolta dei rifiuti. Una buona politica sui rifiuti non può non andare di pari passo con l'applicazione di tariffe puntuali basate su una componente fissa e su una parametrata sulla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti (meno se ne producono meno si paga). Tutti gli esperti, i gestori, i progettisti di sistemi di raccolta e di impianti che abbiamo avuto modo di incontrare hanno concordato sul fatto che il punto di partenza necessario è senz'altro la raccolta dell'umido. Credo che da lì si debba partire prima di immaginare qualunque soluzione impiantistica: solo una volta compresa la capacità dei valdostani di differenziare si potranno immaginare sistemi e impianti adeguati. Diversamente si rischia di mettere in piedi soluzioni che prima di entrare a regime dovranno essere corrette con dispendio di risorse e di tempo.»

30 settembre 2014

TASSIAMO GLI INCENERITORI.

La proposta di Federico Valerio

Tassiamo la termovalorizzazione

Il primo luglio 2006 il governo svedese ha introdotto nuove tasse alla termovalorizzazione dei rifiuti.

Una tassa riguarda l'energia prodotta  da questi impianti ed ammonta a 16,5 € per tonnellata di carbonio fossile presente nei rifiuti. La seconda tassa riguarda la riduzione della produzione di anidride carbonica ed ammonta a 371 € per tonnellata di carbonio fossile termovalorizzato.

In sintesi,  queste tasse vogliono scoraggiare la termovalorizzazione delle plastiche (che contengono solo carbonio fossile) e favorire il riciclo dei materiali post consumo e le tecniche di trattamento biologico.

Il sistema svedese per la gestione dei materiali post consumo sta subendo profonde modifiche.

In questo paese esistono 30 inceneritori con recupero energetico dai rifiuti, ma i nuovi obiettivi  del governo svedese sono "più materiali per il riciclo e di migliore qualità " :  riciclo ( vero) del 55% degli imballaggi entro il 2008 e riciclo del 50%  entro il 2010 dei rifiuti domestici, anche grazie a trattamenti biologici (compostaggio e fermentazione anaerobica).

Questa scelta è una vera rivoluzione per la Svezia. Nonostante il fatto che nei rifiuti svedesi la plastica rappresenta il 14%  in peso, fino al 2006 i rifiuti urbani erano considerati una fonte di energia rinnovabile e quindi esentati dalle tasse applicate ai combustibili fossili. Questa scelta favoriva indebitamente i rifiuti rispetto ad altri  combustibili  usati per  il teleriscaldamento.

Oggi, grazie a queste tasse la concorrenza sleale in Svezia è azzerata.

In Italia, invece si continua a foraggiare l'incenerimento dei rifiuti con soldi tolti dalle tasche degli Italiani sotto forma di tasse pagate sulla bolletta dei rifiuti.  E' la voce A3 della bolletta della luce, tasse che dovrebbero andare ad incentivare le fonti di energia rinnovabile.
E lobby ben agguerrite e ben rappresentate nel Parlamento, sono riuscite a trasformare per legge i rifiuti organici in fonte di energia rinnovabile.
Peccato che, dal punto di vista energetico, sia molto meglio trasformare gli scarti organici in compost piuttosto che trasformarli in cenere tossica.
Ma questo, a Renzi, nessuno lo ha raccontato.

28 settembre 2014

I VANTAGGI DEL PORTA A PORTA SPINTO

Il porta porta spinto costa meno dei sistemi a cassonetto stradali.

Diminuendo il peso dei rifiuti cosiddetti indifferenziati, il bilancio economico chiude con un saldo positivo.

In più, sempre a parità di rifiuti, con il porta a porta si creano molti ma molti più posti di lavoro capillarmente distribuiti sul territorio e i cittadini ci guadagnano, grazie ad una tariffazione puntuale che consente di premiare i virtuosi penalizzando chi fa peggio la raccolta.

Ecco i comuni che la applicano: Ponte nelle Alpi (Bl),  Camigliano (Ce), Trento, Parma, Treviso, Capannori (Lu).

generale che, per anni, hanno voltato la faccia dall’altra parte? Non pensa che questo c’entri qualcosa, con la questione dei costi e del disservizio in essere?

L’Europa (non solo i comitati contro gli inceneritori) ci chiede di gestire la partita dei rifiuti diminuendoli, differenziandoli, riutilizzandoli, recuperandoli e, solo come ultima opzione possibile, bruciarli.

L’Associazione Comuni Virtuosi organizza, da qualche mese, viaggi virtuosi per consentire ad amministratori locali, funzionari, attivisti e giornalisti, di conoscere da vicino alcune tra le più significative esperienze in campo ambientale sperimentate con successo.

24 settembre 2014

PUNTO PRIMO. RIORGANIZZARE I SUB ATO E AVVIARE RACCOLTA ORGANICO.

Riorganizzare numero dei subATO (sotto Ambiti territoriali ottimali) per gestire al meglio il servizio raccolta dei rifiuti. Ancora una interpellanza nella seduta del 24 settembre 2014.

Con i nuovi indirizzi di gestione dei rifiuti approvati dal Consiglio il 30 luglio 2014, si dovranno porre in essere modifiche agli ambiti territoriali.

Il Governo regionale si era già impegnato in tal senso attraverso una mozione dell'ottobre 2013, ma ad oggi permangono notevoli differenze nei sottoambiti anche in considerazione del rinnovo di appalti per il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti, al fine di evitare disparità di servizi e maggiori spese a carico degli utenti.


L'Assessore al territorio e ambiente, Luca Bianchi, ha risposto: «In esecuzione della mozione approvata da quest'Aula e in coerenza con quanto disciplinato dalla normativa, la Giunta regionale il 19 settembre scorso ha approvato l'avvio di una procedura comparativa per il conferimento di un incarico professionale tecnico per l'adeguamento del piano regionale di gestione dei rifiuti.

Tra l'altro, il professionista dovrà occuparsi della verifica della coerenza della delimitazione degli attuali subATO sia per adeguarli alla nuova legge in materia di Enti locali, sia per ottimizzare i servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti, oltre che per trovare una modalità omogenea dell'applicazione della tariffa complessiva del servizio. La Regione persegue l'obiettivo di far sì che, alla luce della nuova pianificazione, siano definiti criteri omogenei, tenendo conto dell'individuazione di una tariffazione puntuale sugli utenti e della filosofia secondo cui chi inquina paga.

L'Assessorato si è già attivato operativamente in questo senso fin dall'estate 2013 con la convocazione di diversi incontri con le autorità di subATO, proprio per coordinare le linee di azione da porre in essere alla luce delle novità introdotte. A seguito di questi confronti, abbiamo concordato l'avvio di procedure per la gestione in via transitoria fino alla realizzazione di impianti per la frazione organica, per cui è prevista una raccolta che sarà avviata rogressivamente, man mano che i subATO si adegueranno.

Si è già perso troppo tempo. Speriamo che dalle parole si passi ai fatti.

19 settembre 2014

24 SETTEMBRE 2014 ORE 18: GIORNATA DI MOBILITAZIONE

http://comitatosipuofare.blogspot.it/

L’assessore regionale all’Ambiente afferma che la Valle d'Aosta non andrà in emergenza rifiuti. La disponibilità di spazio in discarica permetterebbe  di non andare in emergenza rifiuti.
La vita della vecchia discarica è stimabile a circa 18 mesi. I conferimenti di rifiuti indifferenziati sono passati  dalle 44 mila tonnellate circa all’anno nel 2012 alle 36 mila tonnellate circa del 2013.
Per l’adeguamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti sono previsti circa tre mesi da oggi.

15 settembre 2014

CORRETTA GESTIONE RIFIUTI: URGONO DECISIONI CONTRETE!


Urgono decisioni immediate.

La discarica di Brissogne si sta esaurendo (di sicuro durerà meno di 1 anno).

La Regione sta ancora scrivendo il nuovo piano di gestione dei rifiuti ma non riesce ad adottare iniziative concrete, operative.

Valle Virtuosa denuncia lo stato di inerzia. Il terzo lotto dell'attuale discarica di Brissogne, è praticamente esaurito ed il quarto lotto, sebbene già predisposto è inutilizzabile perché, per legge, non può accogliere rifiuti che non siano stati preventivamente trattati e stabilizzati.

Se continua l'attuale impasse la Valle d’Aosta sarà costretta a portare i propri rifiuti fuori Regione con un aumento dei costi di trasporto e di smaltimento che ricadranno sui cittadini.

I tempi stringono...


Occorre partire immediatamente con la raccolta dell’umido nei centri abitati che già fanno il porta a porta (dato che il conferimento dei rifiuti organici differenziati ai centri di compostaggio costa la metà di quanto costerebbe incenerirli) e unificare le  9 sub ato.

Questa suddivisone del territorio valdostano complica la gestione della raccolta, innalza i costi di gestione, impedisce di uniformare il servizio e le tariffe su tutto il territorio regionale.

10 settembre 2014

FINALMENTE I NUOVI INDIRIZZI MA I TEMPI STRINGONO!

Rifiuti: Valle d'Aosta, trattamento a freddo e più differenziata
Approvati indirizzi per nuovo piano regionale di gestione

Più raccolta differenziata, "trattamento a freddo" e meno rifiuti da destinare in discarica: il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha approvato a fine luglio i nuovi indirizzi e orientamenti per la formulazione di una nuova proposta di adeguamento del piano regionale di gestione dei rifiuti.

A seguito del referendum popolare di due anni or sono, il Consiglio Valle è giunto a questa decisione in modo unanime prendendo atto della recente evoluzione normativa comunitaria e nazionale in materia di gestione dei rifiuti, sempre più volta a ridurre la produzione dei rifiuti e di massimizzarne il riciclo e il recupero. 
Fattori che indirizzano verso soluzioni che hanno un minor impatto in termini economici e finanziari sulle amministrazioni pubbliche e, di riflesso, sui cittadini, attraverso l'impiego di soluzioni impiantistiche più flessibili e modulabili nel corso del tempo.

In questa ottica, nel rispetto della gerarchia fissata dall'Unione europea (con la Direttiva 2008/98/CE), al fine di perseguire la riduzione della produzione dei rifiuti e l'adozione di misure volte alla massima valorizzazione come materia, la nuova proposta di gestione dei rifiuti prevede diverse azioni.


Nell'immediato è ritenuto necessario incrementare le percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, con l'introduzione della raccolta separata sul territorio regionale del rifiuto organico (Forsu), secondo quanto previsto dalla normativa nazionale (articolo 182-ter del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152).
Parallelamente si guarda alla valorizzazione dei rifiuti indifferenziati (frazione residuale della raccolta differenziata) mediante la realizzazione di uno o più impianti per il solo "trattamento a freddo", anche attraverso la previsione di un impianto di digestione anaerobica della frazione organica con la produzione di biometano.    Infine viene considerata la riduzione della quantità di rifiuto da destinare in discarica - per prolungarne il più possibile la durata residua - o da destinare alla valorizzazione energetica in impianti fuori dalla Regione. 


In questo senso l'introduzione della raccolta della componente "umida" consente innanzitutto di ridurre il quantitativo di rifiuto da destinare allo smaltimento, prolungando cosi la vita residua della discarica di Brissogne, unico impianto regionale ad oggi esistente e operativo, e di incrementare poi la percentuale di raccolta differenziata nel rispetto delle finalità fissate dalle normative
nazionali.


http://www.aostasera.it/articoli/2014/09/15/33120/vallevirtuosa-lancia-lallarme-la-discarica-di-brissogne-ha-sei-mesi-di-vita

5 settembre 2014

REVOCA ATTI DI GARA DEL PIROGASSIFICATORE

Giovedi 5 settembre 2014
La Giunta regionale ha approvato i nuovi orientamenti per la gestione dei rifiuti prevedono la raccolta separata della frazione organica, l'introduzione di tariffe proporzionali alle quantità conferite e, in più in generale, la riduzione della produzione e la promozione del riuso.

 http://www.aostaoggi.it/politica/1684-il-governo-valdostano-conferma-la-revoca-degli-atti-di-gara-del-pirogassificatore-video.html

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Notizie da Roma

Iniziativa "Sbrocca Italia" voluta da Renzi.

 Nel futuro dell’Italia i rifiuti viaggeranno da nord a sud e saranno smaltiti non solo negli inceneritori già attivi, ma anche in impianti nuovi che saranno realizzati nei prossimi anni.

Gasp!

Proseguire con l'incremento della raccolta differenziata, ma, nel tempo, sarà meno conveniente a livello economico.

Gasp 2!

Il decreto "Sblocca Italia" alla voce “ambiente” porta avanti, in merito alla politica di gestione rifiuti, tutte le strategie già messe in piedi dai precedenti governi.

Si favorira' la circolazione dell’immondizia da una regione all’altra, sfruttando gli inceneritori esistenti a livello nazionale in modo che le regioni con più impianti, come quelle del nord Italia, sopperiscano alla mancanza di quelle del sud.

Gasp 3!

Compito del Governo sarà quello di creare un sistema integrato di gestione rifiuti per portare l’Italia all’autosufficienza nel settore, favorendo al contempo la raccolta differenziata e dismettendo progressivamente le discariche.

Gasp 4!

La proposta di una rete nazionale integrata degli inceneritori aveva già creato malumori in regioni come l’Emilia Romagna e la Lombardia, dove, insieme alla Toscana, si concentra il maggior numero degli impianti presenti in Italia.

Gasp 5!

Spalancare le porte dei forni ai rifiuti oltre le regioni danneggerebbe infatti le realtà che da anni hanno avviato una politica di smaltimento rifiuti e di raccolta differenziata nell’ottica di spegnere o ridurre il funzionamento degli impianti, che invece, con l’arrivo di spazzatura da tutta Italia, continuerebbero a bruciare a pieno regime. Con la scusa di semplificare si preferisce speculare per accontentare le potenti lobby del settore.

10 agosto 2014

COMPITI DELLE VACANZE...

Letture e compiti delle vacanze.
Le cose da fare a settembre 2014.

La prima cosa che l’Italia deve fare è rinegoziare la sua presenza in Europa. Concordo con le parole di Giulio Sapelli, docente di Storia economica presso l'Università degli Studi di Milano. Se rimaniamo ancelle della Germania, portiamo l’Italia alla miseria e al disastro e non c’è via di scampo, anche perché il ciclo della Germania sta terminando. Bisogna rinegoziare l’intero trattato, altrimenti la crescita non ci s
arà. Rinegoziare il Fiscal compact e toglierlo dalla Costituzione.*

*Filippo Astone, La riscossa, Magenes

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L'opinione pubblica, bene informata, è la corte suprema di ogni società.

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L'opinione di Mario Giordano, autore del libro "Non vale una lira".
Se siamo in recessione è colpa dell'euro.

Qualcuno se la prende con i fondi Ue utilizzati male. Qualcuno intona il solito ritornello: colpa delle mancate riforme. Qualcuno si spinge a dire che è colpa degli italiani che non spendono, brutti e cattivi che non sono altro, non capiscono l'importanza di cambiare l'automobile o il guardaroba, adesso che farebbe pure comodo a Renzi e a Draghi. Un economista di Bruxelles tira fuori dal cassetto l'immancabile «elemento psicologico».

Italo Piccoli, sociologo dei consumi, intervistato dal Corriere della Sera, cerca addirittura di suscitare il nostro senso di colpa dicendo che all'origine della crisi c'è il fatto che «siamo legati agli oggetti e non buttiamo via niente»

Ma possibile che nessuno oggi si faccia la domanda più semplice che ci sia? E cioè: la crisi che ci sta affossando non sarà mica colpa dell'euro? Nessuno si fa questa domanda perché la risposta, per quanto preoccupante, sarebbe evidente: tutto il mondo cresce, tranne l'Eurozona.

L'Italia è in recessione, la Francia in stagnazione.

E il rallentamento della Germania è l'ultimo atto del fallimento del sistema: un segnale devastante, purtroppo annunciato da tempo da tutti gli economisti non asserviti alla troika.

E i soloni dell'euro danno lezioni di economia. Questi ultimi, impuniti, non la smettono di distribuire bacchettate a destra e a manca, arrivando a minacciare di toglierci quel po' di sovranità nazionale che ancora ci resta.

Il meccanismo in cui ci hanno cacciato con l'euro è micidiale: sta facendo chiudere le nostre imprese, la nostra economia è stecchita, le famiglie faticano ad arrivare a fine mese, non c'è all'orizzonte nessuno sprazzo di ripresa o di salvezza, e intanto il debito pubblico continua a crescere a dismisura.

L'austerity non porta a nessun risultato, anche dal punto di vista dei bilanci dello Stato. In effetti solo i fessi potevano credere a quella favola crudele: se nessuno più produce e nessuno più consuma chi le paga le tasse?

I Draghi mangiafuoco di Bruxelles? La Fata Turchina travestita da Juncker? Biancaneve e i sette nani Ue guidati da Brontolo, Tassalo e Taglialo? Che Draghi e Renzi s'incontrino è bello, per carità. Speriamo che il caffè della casa di campagna del presidente Bce sia buono. Ma ci piacerebbe sapere che diavolo si sono detti davvero quei due l'altro ieri. Perché quell'incontro ci inquieta. 


Da una parte infatti c'è uno che vuole commissariare l'Italia in nome di una ricetta fallita. E dall'altra c'è un premier italiano che fino a qualche tempo fa sembrava voler sovvertire l'ordine costituito dell'Unione e invece adesso è diventato mansueto come un agnellino, docile ai comandi di Herr Angela e Mr Mario, sempre obbediente. 

L'altro giorno quando Draghi ha usato parole durissime contro l'Italia, lui si è affrettato a dire alla Fantozzi: «Sono d'accordo, ha fatto bene». E allora, se siamo d'accordo, continuiamo così, facciamoci del male, avanti tutti insieme allegramente sul treno che corre a folle velocità contro il muro del fallimento. Sul convoglio si discute un sacco. Si capisce, ci sono tante cose da aggiustare: i vagoni sono malandati, c'è la tappezzeria da cambiare, i sedili da ripulire, i finestrini da lavare, le riforme da fare... Per carità: tutte cose doverose. Ma lo vogliamo capire o no che non è per quello che stiamo andando a sbattere? Sono i binari che sono sbagliati. O saltiamo fuori da quelli e cambiamo direzione. Oppure appena avremo messo la tappezzeria nuova sul vagone, appena avuto il tempo di ammirarla, sentiremo il botto. E farà ancor più male del male che fa già oggi.


2 agosto 2014

FILM "TRASHED: OPINIONI A CONFRONTO SUL DOCUMENTARIO TRASMESSO ANCHE IN RAI



PUNTI DI VISTA ....

La Sig.a Paola Muraro dell'associazione ATIA-ISWA Italia si lamenta con la Rai Tv per la messa in onda del documentario "TRASHED".  

Nel documentario rileva la presenza di alcune notizie false e fuorvianti, per esempio l’affermazione di Vyvian Howard secondo la quale la diossina presente nel mondo è generata fra il 50 e l’80% dall’incenerimento dei rifiuti. Questa è smentita da risultati di numerosi Enti di Ricerca internazionali, che dimostrano il contrario. Solo a titolo di esempio, rilevazioni e studi di ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente italiano) dimostrano che dall’anno 2000 nel nostro Paese le diossine prodotte dai termovalorizzatori sono inferiori allo 0,05% di quelle complessivamente emesse dalle diverse fonti (residenze, traffico, industrie, generazione elettrica…). Altri studi recenti compiuti in Italia, dimostrano che le diossine emesse dai moderni termovalorizzatori sono comprese tra l’1 ed il 2% dei limiti imposto dalla normativa europea (e non 1.300 volte superiori, come viene affermato nel servizio).

La città di San Francisco ha deliberato nel 2000 di voler raggiungere l’obiettivo Rifiuti Zero nel 2020, ma ad oggi, pur avendo posto in atto un eccellente sistema di recupero di materie attraverso una efficace raccolta differenziata, smaltisce in discarica ogni anno poco meno di 500 kg di rifiuto per ogni suo abitante: più del doppio di quanto viene smaltito in Italia. Ciò dimostra che un sistema virtuoso come quello di San Francisco non può rinunciare agli impianti di smaltimento, a supporto di quelli di recupero.

Supportare le affermazioni sulla nocività dell’incenerimento con le immagini dei bambini vietnamiti, nati in zone bombardate col Napalm, erbicidi e defoglianti (il famigerato Agent Orange) contenenti diossine, è sicuramente d’effetto, ma non può che essere considerato distorsivo della realtà perché privo di ogni correlazione con il tema del servizio.

Certamente altre parti del documentario sono condivisibili e generano allarme in tutti noi, come quella riguardante l’inquinamento dei mari causato dalle plastiche per gli impatti che la loro diffusione genera nell’ecosistema.

 
In Italia è sempre più difficile realizzare le opere infrastrutturali necessarie ad assicurare la gestione di servizi essenziali, come quello dei rifiuti. Questo stato di cose ha portato molta parte del Paese a non essere più autosufficiente nella gestione dei rifiuti, con conseguenti gravi pericoli di ordine sanitario che incombono sulle popolazioni.

In mancanza del coraggio, da parte degli amministratori pubblici, di gestire il dissenso dei comitati che teorizzano che la soluzione debba essere ricercata nel superamento dell’attuale modello attraverso il progetto Rifiuti Zero
(progetto questo che non è stato realizzato in nessuna parte del Mondo), la soluzione principale è oggi quella di esportarli in Paesi come la Germania, l’Olanda, la Svezia ed altri del Nord Europa, con pesanti ripercussioni economiche a carico dei cittadini e dello Stato.


Questo stato di cose non è presente con la stessa cruenza in altri Paesi, in particolare quelli nord-europei, perché la fiducia nelle Istituzioni e negli Organi di controllo è, per i loro cittadini, una certezza che non può e non deve essere messa in discussione. 

                
ATIA-ISWA Italia


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La replica di Rossano Ercolini

L'intervento della presidente di ISWA Italia, Paola Muraro di fronte ad un fatto di “normale informazione” proposto da RAI 3 che ha ritenuto di programmare la visione del film-documentario TRASHED (premiato tra l’altro da CINEAMBIENTE TORINO 2013) ripropone il “riflesso condizionato” soprattutto di questa associazione che è quello di difendere le “ragioni sindacali” dei “fabbricanti e gestori di inceneritori”. 

 Anzichè mettere in luce tutte le gravi “criticità” dei processi di smaltimento (compresi quelli con recupero di energia che comunque ricadono per la normativa europea dentro questa tipologia) per enfatizzare l’attuazione delle buone pratiche di raccolta differenziata porta a porta finalizzata a riciclo/compostaggio, di riparazione/riuso e soprattutto di graduale “exit strategy” dal modello usa e getta si “indigna” perchè il film (visto da centinaia di migliaia di italiani e “sponsorizzato” da Zero Waste Italy per il coraggio culturale e l’indipendenza di giudizio) si atteggia a “difensore d’ufficio” della lobby dell’incenerimento. 

Intanto: la RAI 3 ha fatto bene (grazie dirigenza) a “passare” questo “documento” in quanto, comunque “registrazione” di una diffusa preoccupazione da parte della opinione pubblica circa TUTTE LE GESTIONI DEI RIFIUTI INCENTRATE SUGLI SMALTIMENTI (in discarica o/e negli inceneritori). Saranno poi gli spettatori a formulare le loro “conclusioni”. Per anni abbiamo assistito impotenti alla deformazione informativa tutta sbilanciata a favore della “trufffa” della “termovalorizzazione” (che non esiste nei dettati normativi europei e nazionali ma che è stata inventata dalle “pubblic relations” delle lobbyes dell’incenerimento (ricordate Piero Angela con Quark schiacciato a favore degli inceneritori e peggio ancora Veronesi a “Che tempo che fa” ?). 

Ora che gli inceneritori di TUTTA EUROPA sono in crisi per effetto della diffusione delle buone pratiche (anche in Italia e in… Danimarca!) non stupisce che la “loro” rappresentanza li difenda per “partito preso”. E dire che ISWA international ed Italia cerca di “accreditarsi” come sostenitrice di “zero waste…in discarica” con lo scopo malcelato di favorire l’altra forma di smaltimento : l’incenerimento. 

E il tutto senza dire che comunque gli inceneritori necessitano comunque di ben 2 tipi di discariche: una per le ceneri del forno ed una per le tossiche ceneri del camino. Non a caso TRASHED fa vedere tra l’altro la lotta oltre che contro le discariche per rifiuti “tal quali” (in Libano ed in Indonesia) anche di un gruppo di cittadini inglesi contro una micidiale discarica per ceneri.
Nel merito la presidente di ISWA Italia che si scaglia contro la strategia rifiuti zero (eppure abbiamo detto che la sua associazione “scimmiotta” la freseologia degli “zero waste (forse per esigenze di marketing?) ed anzi a più riprese noi “vituperati” siamo stati oggetto di ripetuti inviti ai suoi “ambigui” convegni” per un’ancronistica “sviolinata” a favore dei “malmessi” inceneritori (anche la Danimarca ha definito una graduale “exit strategy dall’incenerimento”!) approccia in modo approssimativo alcuni argomenti.
1-gli inceneritori non sarebbero più un pericolo sanitario rilevante;
2-la strategia rifiuti zero non sarebbe credibile nè a livello internazionale che nazionale/europeo

Sul primo argomento addirittura vorrebbe “crocifiggere” l’ex presidente mondiale di ISDE Vivyen Howard uno stimatissimo scienziato che correttamente afferma che gli inceneritori sarebbero i principali responsabili fino ad oggi delle micidiali diossine. Si controdeduce che dal 2001 le diossine non sono più causate per l’80% dalle combustioni di rifiuti (impianti per RSU, per rifiuti ospedaliere e per “biomasse trattate”) ma anche e soprattutto da altre fonti. Howard non entra nel dettaglio della evoluzione degli “inventari” ma fa una affermazione che riguarda almeno fino al 1994 che MOSTRA in tutti i paesi industrializzati che l’incenerimento dei rifiuti valeva complessivamente molto vicino a questa percentuale. E’ vero che con l’evolversi normativa adesso l’incenerimento (vedi dati USA e della Germania) è divenuta la SECONDA FONTE DI DIOSSINA (dopo la lavorazione dei metalli: ricordiamoci dell’ILLVA DI TARANTO!) ma è da considerarsi sempre una notevole preoccupazione sanitaria. E questo senza sottovalutare il crimine della combustione all’aperto dei rifiuti (la triste “Terra dei Fuochi”) e/o delle discariche per rifiuti “tal quali” (come quello operato fino a pochi mesi fa dal gestore della discarica di Malagrotta…ma potremmo anche aggiungere di Peccioli in Toscana e di molti altri casi in Italia nel silenzio di ISWA!) 

La presidente, invece, CI DICA DOVE VANNO LE CENERI TOSSICHE derivanti dalla combustione dei rifiuti operata dagli inceneritori italiani che nessuno sa dove finiscano (che rappresentano circa il 30% dei rifiuti bruciati) che in Germania finiscono nelle miniere di salgemma e in Danimarca invece …in Norvegia con buona pace della ipocrisia “rifiuti zero in discarica”;
Su San Francisco e sulla pretesa “velleità” di Rifiuti Zero: intanto semmai è la (ex) inceneritorista Danimarca che produce la più alta quota procapite di rifiuti in Europa (con oltre 700 kg) seguita a ruota dalla non proprio cosi’ “virtuosa” Olanda che vi è vicino.San Francisco al 2012 toglieva ben 82% dallo smaltimento (includendo i rifiuti da demolizione edilizia palesando un sistema diverso di contabilizzazione dei flussi rispetto a quello europeo che separa i rifiuti solidi urbani da quelli “speciali”). 

Se in Italia si dovesse includere il flusso della “demolizione” avremmo quote che arrivano a 1000 kg procapite! Personalmente sono stato a San Francisco ed oltre ad aver visto all’opera la raccolta porta a porta dei “magnifici tre” e cioè con tre contenitori (uno per l’organico, uno per il “secco” compresa la carta oltre a vetro, plastica e metalli, uno per il “residuo” non riciclabile) negli alberghi, nei ristoranti (ottimo è il training verso cuochi e camerieri perchè separino lo scarto organico) e nelle residenze ho avuto modo di visitare l’impianto RECOLOGY che impiega oltre 200 addetti nel separare i materiali secchi con una capacità “performativa” notevole abbinando selezione manuale (ben protetta per i lavoratori) con i set di “lettori ottici”. Ma forse la signora presidente dovrebbe guardare ai casi italiani: che dire del Veneto che fa praticamente a meno degli inceneritori con risultati eccellenti nelle raccolte differenziate e nella riduzione dei rifiuti? Che dire di realtà come per esempio nella piana di Lucca e dell’empolese Val D’Elsa (rispettivamente 80.000 e 220000 abitanti) dove senza gli inceneritori si gestisce praticamente il 90% del rifiuto in sicurezza dando molti posti di lavoro e a costi molto più bassi di dove si trovano comuni con gli inceneritori (a Parma una tonnellata da bruciare costa oltre 150 euro! Ed ora che la città ha raggiunto il 70% con il porta a porta l’inceneritore brucia solo per una potenzialità di circa il 40%). 

Capannori, poi, attuale meta di delegazioni da tutta Italia ed Europa che destino avrebbe avuto se la comunità non opponendosi avesse fatto realizzare gli inceneritori della Regione Toscana (ricordarsi di quando nel 2008 la magistratura ha poi fatto chiudere l’inceneritore di Pietrasanta perchè falsificava i dati? Altro che affidarsi agli inceneritori e al “sistema integrato”? 

E’ stato il non ancora sostituito commissario all’ambiente dell’UE a dire che RIFIUTI ZERO E’ POSSIBILE ED AUSPICABILE… proprio nel momento in cui il complesso “governo europeo” sta affermando PER MOTIVI ECONOMICI che nel “cassonetto c’è una miniera urbana” (il famoso “urban mining” da applicare al tempo della “scarsità conclamata delle risorse”). 
Evidentemente prima l’incenerimento era IMPOPOLARE solo per le comunità per motivi soprattutto sanitari ed ambientali. Oggi diventa impopolare anche per motivi economici visto che si “brucia” risorse dall’elevato valore economico, occupazionale e di mercato.

Rossano Ercolini,  presidente di Zero Waste Europe, vincitore del Goldman Environmental Prize 2013