Che immagine dell’Europa ci viene trasmessa in queste settimane dalle massime istituzioni continentali?
Dinanzi al caso del Regno Unito, difficile non rimanere colpiti e irritati dalla volontà di “farla pagare” a una popolazione che in piena autonomia ha deciso di uscire dall’Unione così come, alcuni decenni prima, aveva scelto di entrare nella Comunità stessa.
Non si comprende come gli eurocrati possano giustificare il loro disprezzo per una volontà espressa democraticamente e basata su ben precise argomentazioni.
Nell’affrontare la Brexit, í responsabili dell’Unione sono apparsi privi della minima disponibilità a fare autocritica, ad ammettere che un’antica società di tradizione liberale non poteva lasciarsi dominare da qualche grigio commissario, né poteva subire un modello di giustizia e comunità politica in cui non si riconosce.
Ugualmente imbarazzante è il modo in cui, in queste settimane, gli eurocrati hanno appoggiato l’azione repressiva condotta in Catalogna dal governo spagnolo.
Si può ritenere illegale (secondo la Costituzione del 1978) il referendum convocato dalla Generalitat catalana, oppure si può pensare che l’ordinamento spagnolo non possa ignorare il diritto internazionale, che è sovraordinato rispetto a quello costituzionale e garantisce il diritto di auto determinazione di ogni popolo.
Ma al di là di queste discussioni, è inammissibile che nell’Europa del 2017 la Guardia Civil picchi normali cittadini intenti a votare e che tribunali controllati politicamente mettano in prigione esponenti dell’opposizione e responsabili di associazioni culturali.
Molti giuristi spagnoli (tra il costituzionalista Javier Pérez Royo, dell’Università di Siviglia) hanno condannato senza mezzi termini l’arresto privo di ogni base legale degli esponenti della società civile e del governo catalano.
A Bruxelles, però, Jean-Paul Juncker e gli altri suoi sodali hanno fatto a gara nel sostenere il governo di Mariano Rajoy e le sue scelte.
Se oggi l’Unione è orientata a censurare le scelte della popolazione (come nel Regno Unito) e a difendere riemergenti tentazioni autoritarie, questa istituzione è la negazione di quella che avrebbe dovuto darci più libertà e pluralismo. Non c’è da stupirsi, allora, se l’euroscetticismo dilaga ormai un po’ ovunque.