12 novembre 2016

CVA: COMPAGNIA VALDOSTANA DELLE ACQUE PRESTO QUOTATA BORSA. QUALI I RISCHI?

State attenti alla Cva e a scelte affrettate Lo impone una legge di questo governo liberticida e ultraliberista: liquidare, privatizzare, svendere le aziende pubbliche, dalle poste, alle ferrovie, a quelle dell’energia, e per venire a noi alla Compagnia Valdostana Acque, l’azienda regionale di proprietà interamente della Regione e proprietaria di tutte le più grandi centrali idroelettriche nel nostro territorio e altro ancora.

E così, se non vogliamo che la Cva finisca nelle mani di qualche multinazionale, di un fondo pensioni, o di qualche banca dovremmo acquistarci per la terza volta le nostre acque. La prima fu nel 1784 quando tutti i Comuni valdostani si tassarono per acquistare le acque dai nobili indigeni compresi i Savoia, pagando ben 780.000 in lire d’oro, diritto poi riconfermato anche dal Codice Albertino. La seconda, nel 2001 quando acquistammo dall’Enel le centrali per 1800 miliardi di vecchie lire, centrali di cui l’Enel, dal 1964 anno della nazionalizzazione, aveva oramai abbondantemente ammortizzato l’investimento occorso per acquistarle dalle aziende private quali la Sip. La terza sarà nei prossimi mesi se, come ho detto, non vogliamo che la Cva finisca in mano a speculatori, approfittatori con gravi conseguenze per il nostro territorio e ambiente. 

Ma è proprio necessario mettere la Cva sul mercato azionario con il rischio, anzi la certezza che con un’Opa (offerta di acquisto) finisca in proprietà a società che non centrano nulla con la nostra regione e, visti i lauti profitti che genera, acquistino e controllino la maggioranza del pacchetto azionario e di conseguenza decidano le politiche aziendali, economiche e finanziarie dell’azienda?

L’alternativa c’è, ma forse Rollandin & C. ha bisogno di fare cassa, per la prossima campagna elettorale. O ancora peggio, tramite qualche «testa di legno » non gli basta controllarne i profitti, dove investirli, quali aziende finanziare, (vedi Casinò) ma, magari in cordata con qualcun altro, vorrebbe metterci le mani sopra e tenersi i profitti senza dover rendere conto al Consiglio regionale? Qual è l’alternativa? Una società ad azionariato popolare accessibile innanzitutto a tutti i cittadini valdostani ove nessun soggetto, compresi banche locali, comuni e altri enti, possa superare, per esempio, il 5% della proprietà. 

In questo modo avremmo raggiunto almeno quattro obbiettivi: 
1) restare noi proprietari della Cva. 
2) Controllare meglio il prelievo di acque rispettando e ampliando il deflusso minimo vitale e cioè: consumo umano, flora e fauna e anche a fini turistici.
3) Decidere noi se gli utili della società ad azionariato popolare debbano essere distribuiti agli azionisti o utilizzati per abbassare il costo della bolletta della luce.
4) Le assunzioni nell’azienda saranno meno clientelari.

Già le nostre acque non sono più nostre. Infatti con trecento e più centraline idroelettriche private, praticamente su tutti i torrenti, ruscelli, Dora compresa, i maggiori profitti vanno nelle tasche dei soliti noti che in questi decenni hanno incassato con il beneplacito di Comuni e Regione utili molto consistenti e che addirittura nel nuovo piano acque vorrebbero ancora maggiore possibilità di captazioni.

Tutto questo con il silenzio assordante dei nostri Comuni che lamentano la mancanza di soldi pur avendo, se lo volessero, una miniera d’oro da utilizzare, anzi una miniera d’acqua invece di accontentarsi delle briciole. 

E a proposito del prossimo piano acque, noi e altre associazioni, come Attac Valle d’Aosta, le proposte le abbiamo fatte. I rinnovi delle subconcessioni ai privati non possono avvenire come ora in automatico. Le quote di proprietà dei Comuni vanno riviste al rialzo pena il mancato rinnovo della subconcessione. Capovolgimento del paradigma: ovvero la Regione deve stabilire come, quanto e dove si possano captare le acque, distinguendo a secondo della portata stagionale di torrenti, ruscelli, eccetera Queste captazioni devono essere messe all’asta e vinca il migliore, ponendo fine una volta per tutte che le subconcessioni vadano ai soliti noti, con le decine e decine di domande di captazioni giacenti e in attesa di qualche spinta o scambio di favori.

ALESSANDRO BORTOT LEVIS
NUS

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La divaricazione tra liberalismo e democrazia spinge l’uno e l’altra verso due estremi che rischiano di allontanarsi sempre di più.

Da un lato il sistema globale neoliberale tende ad emanciparsi dai governi nazionali, dettando loro le proprie regole, senza farsi carico degli interessi e delle volontà dei popoli.

Dall’altro le democrazie, chiuse nei confini dei singoli Stati, incorporano dosi sempre maggiori di populismo anti-istituzionale, col rischio di cancellare le indispensabili mediazioni rappresentative.

Così i due processi opposti di globalizzazione e nazionalizzazione minacciano di deflagrare.

La via da seguire sarebbe un’altra.

Quella di articolare istituti democratici e istanze sovranazionali, diritto pubblico e diritto privato.

La stessa Unione Europea, con tutte le sue contraddizioni, costituisce per sempre l’unico spazio in cui tali esigenze possono trovare una misura comune.

7 novembre 2016

DOSSIER IGIENE URBANA COMUNE DI AOSTA

DOSSIER IGIENE URBANA COMUNE DI AOSTA.
TARI – TASSA RIFIUTI: Aosta è il più caro di tutti i comuni valdostani. Ogni nucleo familiare spende, in media, oltre 280 Euro. Per chi vive in condominio il costo annuo aumenta di ulteriori 60 euro annui.
Il contratto di igiene urbana di Aosta, che comprende la raccolta rifiuti e lo spazzamento delle strade comunali andrà in scadenza ad Agosto 2019. Il costo annuo a carico dei cittadini supera 6,5 milioni e, mediamente, ogni nucleo familiare spende oltre 280 euro annui (dati in costante aumento). Il Comune del capoluogo, adottando la delibera di giunta n. 83/2016, ha ritenuto di affidare a un professionista (consulente esterno) l’attività di controllo e monitoraggio del contratto di igiene urbana con una spesa media annua aggiuntiva di 90 mila euro, a totale carico dei cittadini. Nel 2016 il Comune di Aosta è quello più caro di tutta la regione. Sull'argomento è intervenuto il Codacons VdA, esprimendo parere negativo e richiedendo di limitare la durata del nuovo contratto di consulenza esterna, utilizzarndo al meglio le risorse interne per i vari controlli previsti. Il Codacons ritiene sia altresì possibile risparmiare 150 mila euro sulle consulenze (da subito) e, a regime, oltre 600 mila sui costi totali del servizio addebitati ai cittadini, che ammontano a 6.600.000 euro annui. Ogni famiglia di Aosta, per lo spazzamento delle strade e pulizie varie, paga mediamente 70 euro in più rispetto alle famiglie che abitano negli altri comuni valdostani. Ad oggi nella sezione “ambiente” del sito comunale non risulta possibile visionare i dettagli dei costi del servizio e tutti i dati relativi agli andamenti della raccolta differenziata, in particolare il dato riguardante la raccolta dell'indifferenziato residuo procapite. Il Codacons VdA ha presentato osservazioni e suggerimenti per intervenire sul dossier rifiuti e per diminuire i costi per i cittadini. Ancora troppe persone ad Aosta non separano in modo corretto i materiali. Se però, finora, non si è mai parlato di sanzioni, ma di semplici ammonimenti (cartelli verdi, gialli e rossi in base alle capacità di differenziare dei singoli condomini) a breve si passerà ad azioni più mirate. Il dirigente comunale del settore segnalerà i nominativi di ogni stabile e le anomalie riscontrate nel conferimento dei rifiuti anche alla polizia locale, che potrà fare le sanzioni del caso. Si passerà, quindi, dagli avvertimenti alle multe. La società Quendoz, inoltre, sarà autorizzata, in caso di ripetuti errori, a non procedere allo svuotamento dei cassonetti interessati.
Le principali richieste avanzate al Comune di Aosta da parte del Codacons Vda:
A 17 mesi dall’attivazione della raccolta dell’organico, non risultano ancora disponibili le modalità e il cronoprogramma per l'attivazione della tariffazione puntuale.
Non risulta che sia stato individuato un sistema sanzionatorio efficace per far pagare di più chi non differenzia correttamente.
II cittadini e le associazioni operanti nel settore ambientale non sono coinvolti in modo continuativo sul corretto svolgimento dei servizi da parte del soggetto gestore.
Il personale comunale in servizio nel settore Ambiente non ha mai acquisito la qualifica di “ispettore ambientale” e, pertanto, ad oggi, non risultano emesse delle sanzioni.
La riduzione dei rifiuti indifferenziati prodotti: l’obiettivo da perseguire è quello di arrivare a produrre meno di 100 kg pro-capite annui, pubblicando mensilmente i dati dell'andamento pro-capite.
Valutare l’adozione di una delibera “verso rifiuti zero” già prevista da molti comuni “virtuosi”

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IL DECALOGO CONDOMINIALE PROPOSTO PER FAVORIRE LA DIMINUZIONE DEGLI ERRORI.

CONDOMINIO ALFA
PER UNA CORRETTA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Il Comune di Aosta ha notificato al Condominio che sono state rilevate anomalie nella raccolta dei materiali che ha luogo nel cortile condominiale.

CASSONETTO VERDE:
NON SI DEVE INSERIRE ORGANICO, MA INSERIRE SOLO MATERIALE NON DIFFERENZIABILE
CASSONETTO MARRONE: SOLO ORGANICO ED UTILIZZARE BUSTE APPOSITE IN MATERIALE COMPOSTABILE, DA RITIRARE PRESSO QUENDOZ SRL O DA COMPRARE NEI SUPERMERCATI

CASSONETTO ARANCIONE (SOLO VETRO): NON SACCHETTI DI PLASTICA E NON BOTTIGLIETTE
DI ALLUMINIO

CASSONETTO BIANCO: (MULTIMATERIALE + ALLUMINIO + PLASTICA):
PLASTICA E BOTTIGLIETTE IN ALLUMINIO E FERRO

CARTONI: VANNO RIPOSTI IN STRADA DOPO LE
19,00. NON METTERE I CARTONI NEL CASSONETTO DELLA CARTA.

SONO STATI RILEVATI ERRORI
SONO PREVISTE SANZIONI

Per informazioni sulla raccolta differenziata e per
concordare ritiro materiali ingombranti (frigo, ecc.)
telefonare alla ditta Quendoz Srl 800778797

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TABELLA COSTI IGIENIE URBANA ANNO 2016
a Servizio di igiene urbana 1.964.571,19
b Raccolta e trasporto dei rifiuti urbani ed assimilati 2.267.709,80
c Servizio di gestione tecnico-operativa dei centri comunali di conferimento 237.428,48
d Oneri di investimento per la realizzazione del Centro di Entrebin (1) 57.285,84
e Campagne informative (2) 628,25
f Servizio di assistenza tecnica (2) 764,47
Totale imponibile 4.528.388,03
IVA 10% 452.838,80
COSTI APPALTO + COSTI SMALTIMENTO DISCARICA
Costi appalto impresa QUENDOZ S.r.l. 4.990.000,00
Costi smaltimento (soc. VALECO S.p.A. e Regione) 1.025.000,00
Proventi da RAEE -10.000,00
Tributo speciale 100.000,00
Totale 6.105.000,00
COSTI APPALTO + COSTI SMALTIMENTO DISCARICA + COSTI INDIRETTI
Costi Amministrativi di accertamento, della riscossione e del contenzioso 160.000,00
Ribaltamenti da altri centri di costo 174.000,00
Incarico Direttore dell’esecuzione del contratto 60.000,00
Totale 394.000,00
Totale generale 6.684.000,00

4 novembre 2016

IMPOSTARE UN MECCANISMO DI MIGLIORAMENTO CONTINUO...

Prevenzione e tariffazione puntuale n Emilia Romagna.
Diventare modello per l’Italia e tutto il Vecchio Continente, dimostrare che, quando si lavora in squadra, gli obiettivi si raggiungono e la soddisfazione è doppia. L’esperienza di Parma. Parma, città di 190 mila abitanti. Nel 2012 la raccolta differenziata era al 48,5%. Oggi è al 74%, e si punta a portarla all’80%. I rifiuti residui prodotti all’anno da ogni cittadino sono diminuiti di 167 kg e anche il rifiuto totale si è ridotto del 3%. Il risultato è stato ottenuto puntando su un’elevata intercettazione della frazione organica, sul porta a porta e sulla tariffazione puntuale.

Molti piccoli comuni hanno deciso di lavorare insieme, scegliendo un’unica tariffa per i rifiuti e dotandosi di sistemi di raccolta porta a porta con tariffazione puntuale: oggi sono tra i comuni più virtuosi in tutta Italia, con risultati eccellenti. Circa l’81% delle famiglie residenti che hanno correttamente differenziato ha ottenuto nel 2015 un risparmio rispetto a quanto pagato con la Tari 2014.

Economia della condivisione è questa una delle linee sulle quali si articola la declinazione ferrarese dell’economia circolare. A Ferrara la tariffazione puntuale partirà il 1 gennaio 2018 con cassonetti a calotta per la quantificazione dell’indifferenziato e i bidoni per l’organico dotati di oblò per ridurre le dimensioni della bocca attraverso cui immettere i rifiuti, allungamento del ciclo di vita dei prodotti (grazie al centro del riuso, al market solidale).

Anche Bologna il capoluogo di regione che raccoglie 390 mila persone è alle prese con alcune sperimentazioni che porteranno alla tariffazione puntuale. La criticità più rilevante condivisa da tutte le grandi città, è l’abbandono dei rifiuti, attraverso la tariffazione puntuale si tenta di risolvere il problema.

La Regione Emilia-Romagna ha istituito un fondo incentivante pari a 5,5 milioni che sono stati tradotti in sconti in bolletta per i comuni virtuosi. Sono 75 gli enti locali che hanno centrato l'obiettivo di far scendere sotto il 70% della media regionale la produzione di rifiuti indifferenziati. Grazie ai contributi assegnati a ciascun Comune in proporzione alla riduzione raggiunta, cittadini e imprese beneficeranno quindi di una riduzione dei costi direttamente sulla tassa o tariffa dei rifiuti. Il fondo continuerà la sua finzione anche nei prossimi anni come strumento principale per raggiungere gli obiettivi.

1 novembre 2016

RISCALDAMENTO INVERNALE: CON L'OBBLIGO DELLE VALVOLE, SI CAMBIA REGISTRO...

Riscaldamento invernale 2016: con l'obbligo delle valvole cambiano le abitudini. Si cambia registro.
Nel 2016 gli appartamenti con un impianto di riscaldamento centralizzato hanno l’obbligo di installare su ogni termosifone le valvole termostatiche e i contabilizzatori di calore. C’è tempo fino al 31 dicembre 2016; dopo quella data sarà erogata, salvo proroghe ed esenzioni, una multa salata che può variare dai 500 ai 2500 euro. Con un apposito decreto, che risale a due anni fa (DL 102/2014), l’Italia ha seguito le direttive europee riguardo l’efficienza energetica, da raggiungere rendendo il consumatore più responsabile. Per mezzo della contabilizzazione individuale, ora l’utente può, infatti, gestire direttamente i propri consumi, pur vivendo in una casa ad impianto centralizzato. Niente più orari fissi stabiliti dall’assemblea condominiale!
Si cambia registro, o meglio, fascia oraria, decidendo non solo quando, ma anche in quale stanza accendere i termosifoni.
Buona parte degli edifici italiani hanno impianti di riscaldamento a distribuzione verticale (con un sistema di tubature alla base dell’edificio dal quale partono colonnine verticali lungo i vari piani), con una contabilizzazione indiretta.
Cosa vuol dire? Che in queste case ogni singolo termosifone avrà bisogno della valvola termostatica per regolare la temperatura e del contabilizzatore per registrare i consumi.  Per la loro installazione il costo si aggira attorno ai 100 euro. Ci sono anche tecnici che erogano il servizio a 70 euro, ma attenzione: manodopera e prodotti potrebbero essere scadenti.
Ultima precauzione: meglio posizionare la valvola sul livello 3, si avrà una temperatura al di sotto dei 20°, che riscalda adeguatamente la casa, senza morir di caldo e – il che non fa male alla tasca – senza sprecare.


31 ottobre 2016

LE ASPETTATIVE DEL COMUNE AOSTA PER LA NUOVA FIGURA DI DIRETTORE DI ESECUZIONE DEL CONTRATTO DI IGIENE URBANA

I compiti del Direttore dell’Esecuzione del Servizio di Igiene Urbana del Comune di Aosta con scadenza 31 agosto 2019:
- perseguire obiettivi di risparmio economico, salvaguardia ambientale, miglioramento del decoro urbano, raccolta differenziata e  riduzione della produzione dei rifiuti.
- Accertare in termini di qualità e quantità della prestazione dell' Ente appaltante.
- Tenere la contabilità dei servizi e verificarne la congruità in ragione del contratto. (predisporre in base alla fatturazione contrattuale prevista, i certificati di pagamento mensili delle rate d’appalto spettanti all’appaltatore;
- Provvedere al coordinamento, alla direzione, al controllo tecnico e contabile dell'esecuzione
del contratto relativo al servizio di igiene urbana e raccolta dei RU stipulato dal Comune di
Aosta con la soc. Quendoz S.r.l. ;
- Assicurare la regolare esecuzione del contratto da parte dell'appaltatore, verificando che le
attività e le prestazioni contrattuali siano eseguite in conformità ai documenti contrattuali;
- Assistere e supportare la stazione appaltante, nelle problematiche tecniche ed amministrative
connesse alla gestione dell’appalto di igiene urbana e di trasporto dei rifiuti urbani;
- Collaborare con l’Ufficio Ambiente al fine della eventuale rimodulazione del regolamento
comunale dei rifiuti; (passaggio da tassa a tariffa)
- Redigere le relazioni tecniche riassuntive per individuare possibili interventi correttivi, che potranno essere di natura gestionale, in occasione di eventuali modifiche normative.
- Presenziare alle riunioni collegiali indette dall’Amministrazione per l’illustrazione dell’attività in corso e dell’attività programmata, su richiesta della stessa Amministrazione tra cui le riunioni dell’Osservatorio Comunale dei Rifiuti;
- Esercitare funzioni propositive e consultive nei confronti del Responsabile unico del procedimento con generali funzioni di vigilanza;
- Verificare lo svolgimento del servizio da parte dell'appaltatore con esecuzione di sopralluoghi,   anche non programmati preventivamente,  e segnalare all'Ente per l'applicazione di eventuali penali,  qualora non vengano rispettati i termini contrattuali, attraverso relazioni, computi, documentazione fotografica, relativi allo svolgimento dei servizi.
- Provvedere all’istruttoria completa delle procedure attinenti eventuali contestazioni d’addebito in contradditorio con la Ditta appaltatrice, compresa la definizione degli importi e relative penali da applicare;
- Acquisire le comunicazioni dell'appaltatore riguardanti la presenza di ostacoli o di condizioni di forza maggiore alla regolare esecuzione del servizio e rilascio di pareri di merito;
- In particolare le attività di rilevazione in campo riguarderanno la verifica della gestione della raccolta, rispetto degli orari, delle frequenze e dei percorsi di svuotamento nel porta a porta;
- Efficienza dello spazzamento stradale (programmi di lavaggio e pulizia strade e spazi pubblici);
- Proporre eventuali ottimizzazioni del servizio di igiene urbana e raccolta dei rifiuti;
- Reimpostare il Sistema di Gestione Ambientale, in collaborazione con il Servizio Ambiente
e con l’Amministrazione Comunale, previa lettura, verifica e proposte di eventuali  correzioni/miglioramenti delle procedure attualmente esistenti;
- Collaborare con il Servizio Ambiente al fine del reperimento dei dati ambientali utili al
popolamento dei diversi data-base sulla base dei quali elaborare i programmi di miglioramento ambientale;
- Aggiornare i diversi Registri previsti dalle diverse procedure del Sistema di Gestione Ambientale in base alle periodicità ivi indicate.
L’organizzazione complessiva dei servizi sopra indicati si pone l’obiettivo di:
- migliorare la capacità di controllo dell’Amministrazione Comunale nei confronti dell’Impresa
Appaltatrice
- migliorare ulteriormente il livello dei servizi offerti alla cittadinanza ed ai turisti;
- migliorare la capacità del Servizio di Igiene Urbana di fare rispettare ai cittadini e ai turisti le
regole di utilizzo dei servizi offerti;
- aumentare la capacità del Servizio Ambiente e di Igiene Urbana di elaborazione di dati,
programmi ed iniziative nei confronti dell’Amministrazione Comunale affinché gli amministratori possano avere una rappresentazione fedele della situazione e sulla base di questa assumere le proprie decisioni;
- ridurre i tempi di adeguamento alle normative ambientali che vengono emanate nel corso del
tempo.

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Comune di Aosta: punire i condomini che non differenziano

Ancora troppe persone ad Aosta non separano i rifiuti. Se però , finora, non si è mai parlato di sanzioni, ma ci si è affidati a un sistema di segnalazioni mirate con cartelli verdi, gialli e rossi in base alle capacità di differenziare dei singoli condomini, stanno per arrivare segnalazioni mirate in alcuni condomini della città. Il dirigente comunale dell'Ambiente Marco Framarin, indica per ogni stabile il numero di segnalazioni di «anomalie riscontrate nel conferimento dei rifiuti ai cassonetti» nei tre mesi estivi, da inizio giugno a fine agosto 2016, con il numero di errori gravi rilevati nell'indifferenziata, nell'organico, nel vetro, nella carta. La novità è che la segnalazione della ditta Quendoz, che si occupa della raccolta, arrivata al Comune, è stata inoltrata per conoscenza anche alla polizia locale, che potrà fare le sanzioni del caso individuando i singoli responsabili. Si passerà dagli avvertimenti alle multe. Un addetto del Comune sta facendo i controlli, insieme alla ditta Quendoz Srl.  Nella lettera, il dirigente comunale segnala la presenza dei «report» di raccolta e della documentazione fotografica degli errori di ogni stabile. La società Quendoz sarà  autorizzata a non procedere allo svuotamento dei cassonetti interessati..

11 settembre 2016

ANCORA POLEMICHE SUGLI INCENERITORI

Polemiche sulle dichiarazioni espresse dalla dalla Società Italiana di Igiene,medicina preventiva e sanità pubblica (SItI) a sostegno dell’incenerimento dei rifiuti con recupero energetico.

Amici del Viale della Pace esprime totale disaccordo su quanto dichiarato dalla SitI.

Gli inceneritori, anche quelli definiti di nuova generazione, non eliminano i rifiuti, ma li trasformano in emissioni, ricche di un variegato cocktail di inquinanti con residui (scorie pesanti e leggere) al circa il 25% in peso dei rifiuti in ingresso. Le discariche di servizio sono necessarie anche per gli inceneritori, e questi ultimi creano residui che non ci sarebbero senza la combustione dei rifiuti. 

Le ceneri leggere sono estremamente tossiche in quanto residuano dai filtri e dai processi di abbattimento dei fumi, devono essere conferite in discariche speciali o alla “tombazione” in siti minierari.

Dal punto di vista energetico, le migliori tecnologie disponibili consentono di raggiungere un rendimento pari al 25% dell’energia associata ai rifiuti combusti. Il bilancio energetico è tutt’altro che ottimale, se confrontato con il riciclo, inteso come recupero di materia), da due a sei volte superiore a quella “recuperata” con l’incenerimento.

Sul piano dell’impatto sulla salute umana non esiste alcuno studio pubblicato su riviste internazionali che dimostra l’assenza di rilevanti rischi sanitari acuti e cronici per chi vive in prossimità degli impianti.    

Di contro un solo studio, pubblicato su rivista internazionale, ha dimostrato con adeguato livello di accuratezza, utilizzando i dati dello studio  “Moniter” della Regione Emilia Romagna, come le emissioni degli inceneritori sono in relazione con un aumentato rischio di nascite pretermine e aborti spontanei (Candela et al, Environ Int, 2015. 78:51).
Inoltre, dallo studio Moniter, sono emersi incrementi di: mortalità per tumori di fegato e vescica negli uomini, incidenza di tumori del pancreas negli uomini, mortalità per cancro del colon nelle donne e per i linfomi non-Hodgkin in entrambi i sessi nella coorte di Modena. E ancora tale studio ha documentato anche associazioni statisticamente significative con aumento di rischio di malattie ischemiche cardiache e di mortalità per malattie cardiocircolatorie nelle femmine, aumento di rischio di mortalità per malattie respiratorie acute nelle femmine, andamento crescente del rischio di malformazioni nel loro complesso con l’aumentare dell’esposizione. Risultati tutti coerenti con altre pubblicazioni scientifiche nazionali ed internazionali.                                                                                               Quanto al fatto che gli inceneritori  “non provocano rischi sanitari acuti e cronici per chi vive in prossimità degli impianti” si segnala che sono numerosi gli studi scientifici che dimostrano esattamente il contrario e descrivono effetti sia a breve (esiti riproduttivi, malformazioni, esiti cardiovascolari, respiratori) che a lungo termine ( soprattutto tumori).                                                                                                                   Senza considerare che in alcune aree dove insistono tali impianti, la pressione ambientale e già di per se notevolmente compromessa tale da consigliare azioni di bonifica immediata. Per tutti basta menzionare la cosidetta #terradeifuochi, tra Napoli e Caserta, dove al dramma dell’infossamento di rifiuti speciali, pericolosi e tossici, si sommano gli effetti della combustione, sotto forma di  nanoparticolato, dei derivati dell’inceneritore tra i piu “moderni” e grandi d’Europa.

"NESSUN RISCHIO E' ACCETTABILE SE E' EVITABILE".
E con Rifiuti Zero i pericoli derivanti dall'incenerimento ancorchè diminuiti ma ancora ben presenti, non sono accettabili perchè con le buone pratiche verso R.Z. si possono evitare, tra l'altro, dando origine a possibilità di impresa e di lavoro secondo i dettami della #circulareconomy che poggia i suoi fondamenti sul recupero di materia e non di energia.     E tale vision ci consente di analizzare senza pregiudizi di sorta l’impatto dell’uso degli inceneritori di RSU non solo in chiave di prevenzione del rischio sanitario ma anche, e soprattutto, tema purtroppo sempre poco dibattuto, in chiave economica e di sostenibilità.    
Bruciare materiali post consumo è antieconomico, distrugge risorse e impoverisce il pianeta.                             L’idea della linearità del processo di smaltimento di ciò che consumiamo è una visone novecentesca, fuori epoca e antieconomica. Di contro, la circolarità del processo di gestione dei materiali post consumo recupera preziosi materiali da reimmettere sul mercato (materie prime secondarie) ancora utilissime per l’industria manifatturiera con cui l’occidente fa crescere il proprio PIL.
Ecco perché, guardando all’economia di scala, bruciare i materiali di scarto per produrre una scarsa e sporca quota di energia è una bestialità che in termini di spreco delle risorse (come ci rammenta il dibattito europeo sul Pacchetto “Economia Circolare” e le conseguenti proposte tematizzate) e in termini di impatto negativo sul climate change, nel rispetto delle generazioni future, non ci possiamo più permettere.
L’aperta critica alla strategia Rifiuti Zero è un’altra estemporanea deduzione di SItI non motivata e non condivisa da eminenti personalità del settore rifiuti e in ambito di Commissione Europea che si richiama all’ “efficientamento progressivo” dell’uso delle risorse e poggia sull’elemento fondante della riprogettazione: entrambi concetti alla base del Pacchetto “Economia Circolare” attualmente in discussione nelle Istituzioni EU (non certo in un ristretto circolo di ambientalisti di assalto).
Certo è che, come il nome “Zero Waste/Rifiuti Zero” dovrebbe suggerire,  non si tratta di una strategia limitata alla gestione dei rifiuti una volta prodotti, ma abbraccia una visione più ampia sull’intero sistema produttivo delle merci coinvolgendo i produttori mediante la “responsabilità estesa” dove l’industria si fa carico della riprogettazione  (re-design) onde evitare di produrre rifiuto non riciclabile che resta sul groppone delle comunità (cittadini), costretti a pagarne il costo dello smaltimento.
Per quanto riguarda la raccolta differenziata, invece, le affermazioni fuori luogo di SItI lasciano davvero esterrefatti: non si tratta di una predica di qualche santone antiinceneritorista, ma di un obbligo di legge; raccolte differenziate col metodo PaP ben oltre il 60%, 70% e anche 80%,  prossime agli obiettivi di Rifiuti Zero, vengono attuate in ampi territori italiani con successo e con costi più contenuti del “sistema integrato” ad esempio applicando la Tariffa puntuale (TIA) e ponendosi obiettivi ambiziosi in tema di riduzione della componente residuale come dimostrano realtà italiane tra le più virtuose d’Europa  (Consorzio Contarina - prov.Treviso - 550mila ab.).
Le direttive EU in tema di gestione di rifiuti pongono il recupero di materia prioritario rispetto al recupero di energia e che indicano nella #circulaeconomy la strada maestra per la tutela non solo delle risorse, ma dell’ambiente e della salute.