15 marzo 2020

CORONAVIRUS - CONSIGLI...


TÜBINGEN, Germania / BOSTON - 15 marzo 2020 - CureVac AG, un'azienda biofarmaceutica in fase clinica pioniera dei farmaci a base di mRNA per vaccini e terapie, ha confermato oggi che gli sforzi interni sono focalizzati sullo sviluppo di un vaccino contro il coronavirus con l'obiettivo di raggiungere, aiutare e per proteggere persone e pazienti in tutto il mondo.

Di conseguenza, la società è in contatto con CEPI e molte altre organizzazioni e autorità in tutto il mondo, tuttavia si astiene dal commentare le speculazioni e respinge le accuse sulle offerte per l'acquisizione della società o della sua tecnologia.

Basato sul suo modo d'azione intrinseco, CureVac vede l'mRNA come una delle molecole più potenti per fornire soluzioni rapide ed efficienti in scenari di epidemia, come il Coronavirus. Con esperienza interna di oltre due decenni e la profonda conoscenza scientifica dell'azienda, CureVac sta sfruttando la sua potente piattaforma di vaccini per concentrarsi sullo sviluppo di un vaccino potente, efficace, sicuro e veloce per la produzione di Covid-19.

CureVac ha recentemente annunciato risultati di vaccinazione di successo nel suo programma Rabies per proteggere completamente gli umani con due dosi di solo 1 microgrammo (1 milionesimo di grammo). Questi risultati sono incoraggianti quando si pensa di fornire popolazioni e persone in tutto il mondo in uno scenario di pandemia.

La società ha anche una lunga e forte esperienza nella produzione di vaccini e terapie a base di mRNA dal 2006. In questo momento, CureVac sta lavorando per espandere le sue capacità produttive per essere in grado di fornire fino a miliardi di dosi per situazioni di epidemie come Covid-19.

Mariola Fotin-Mleczek, Chief Technology Officer di CureVac, ha commentato: “La natura ha inventato meccanismi per attivare il nostro sistema immunitario contro le malattie infettive. Con la nostra esclusiva tecnologia RNA di messaggistica imitiamo la natura e forniamo al nostro corpo le informazioni su come combattere il virus. La combinazione di scienza dell'mRNA, comprensione delle malattie, formulazione ed esperienza nella produzione rendono CureVac un attore unico nella lotta contro qualsiasi malattia infettiva, indipendentemente dal fatto che siano stagionali o pandemici. "

Informazioni su CureVac AG

CureVac è una società di biotecnologia di livello clinico leader nel campo della tecnologia messenger RNA (mRNA) con 20 anni di esperienza nello sviluppo e nell'ottimizzazione di questa versatile molecola per scopi medici. Il principio della tecnologia proprietaria di CureVac è l'uso dell'mRNA come supporto dati per istruire il corpo umano a produrre le proprie proteine ​​in grado di combattere una vasta gamma di malattie. La società applica le sue tecnologie per lo sviluppo di terapie antitumorali, terapie anticorpali, trattamento di malattie rare e vaccini profilattici. CureVac ha ricevuto importanti investimenti, tra gli altri da Dievini Hopp BioTech Holding e dalla Bill & Melinda Gates Foundation. CureVac ha inoltre avviato collaborazioni con società e organizzazioni multinazionali, tra cui CEPI, Boehringer Ingelheim, Eli Lilly & Co, Genmab, CRISPR Therapeutics, la Bill & Melinda Gates Foundation e altri. CureVac ha sede a Tubinga, in Germania, con sedi a Francoforte e Boston, negli Stati Uniti.

Per ulteriori informazioni, visitare www.curevac.com 

Contatto multimediale CureVac





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28 dicembre 2019

maria rosa di fazio - metodo lagarde

https://youtu.be/b9WtUHhz7a4?t=454

https://youtu.be/uaXjAdSXHMg?t=2015

https://youtu.be/gfuYkGXbv1I?t=12


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19 dicembre 2019

mozzi testimonianze + gruppo A



https://youtu.be/pV15j1mF-EM





https://youtu.be/M3YNAxJ5H10
https://youtu.be/60mHxdTe7CE
https://youtu.be/m82_VytoaxE?t=357

https://youtu.be/tQACJ5_f1to?t=2284
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7 dicembre 2019

Iluminazione pubblica nella zona di viale della pace - Buone notizie


Il comune di Aosta ha approvato in data 6 dicembre 2019 uno stanziamento per sistemare l'illuminazione pubblica in viale della Pace. La delibera prevede una spesa di quasi 50.000 euro per l'intervento di riqualificazione dell'impianto.
L'intervento è  finalizzatio a consentire il ripristino del regolare funzionamento degli impianti di illuminazione pubblica presenti sul territorio comunale, anche sulla base delle numerose segnalazioni ricevute.


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12 settembre 2019

Odissea Alzheimer - verso una riabilitazione cognitiva in Valle d'Aosta


Riabilitazione cognitiva in Valle d'Aosta onde poter mantenere valide per più tempo le capacità del paziente che inizia ad accusare disturbi della memoria e che non necessita ancora di trattamento farmacologico.  (si potrebbe per esempio attivare un ambulatorio con una neuropsicologa)

Migliorare il rinnovo dei piani terapeutici dei pazienti ricoverati in struttura. Ruolo e competenze del medico interdivisionale copre il servizio su 3 presidi. Due possibili nuovi farmaci - bapinuzumab e interpiridina - hanno disatteso le aspettative.


Le molecole avevano l’obiettivo di eliminare le placche di beta-amiloide dal cervello, uno dei marcatori della più comune forma di demenza. Senza successo.

«Ci sono 50 molecole in fase di sperimentazione, a volte anche abbastanza avanzata - ragiona Claudio Mariani, ordinario di neurologia all’Università di Milano e presidente dell’Associazione per la Ricerca sulle Demenze (Ard) -. Il problema è che, una volta rimossa l’amiloide, molti cervelli non tornano al punto di partenza: il danno è irreversibile ». 


Motivo per cui, piuttosto che attendere la pillola «magica », l’auspicio diventa un altro: riconoscere le persone affette da un lieve declino cognitivo per trattarle a scopo quasi profilattico. 



La malattia inizia molto prima che si manifesti, più di un indizio fa pensare che i farmaci sopracitati, se somministrati prima o all’inizio del deposito dell’amiloide, possano porre un argine all’Alzheimer.

Al via «Interceptor». Come individuare le persone da curare con gli «spazzini» dell’amiloide, evitando che ad assumere i farmaci sia chi non ne ha bisogno? È questo l’obiettivo che gli specialisti italiani si sono prefissati con «Interceptor», un progetto su cui il ministero della Salute e l’Agenzia del Farmaco sono pronti a investire quattro milioni di euro per «individuare il biomarcatore o l’insieme di molecole più accurato in modo da completare una diagnosi di declino cognitivo lieve, fornendo ai cittadini libero accesso a questo screening preventivo ed, eventualmente, a una cura», dice Paolo Maria Rossini, responsabile della struttura di neurologia del Policlinico Gemelli di Roma e coordinatore del progetto che è pronto a partire, arruolando 400 pazienti.
Identificare i pazienti. Potendo predire con accuratezza la conversione della diagnosi di declino cognitivo in Alzheimer, dopo due o tre anni di «follow-up», si spera di identificare i pazienti che potranno beneficiare di (eventuali) nuove terapie. 


Ai soggetti coinvolti - già affetti da una forma di declino lieve - sarà somministrato un test neuropsicologico per valutare la performance cognitiva. Poi saranno sottoposti a una serie di esami: a un elettroencefalogramma, a una risonanza magnetica, alla «Fdg Pet» (per misurare il metabolismo cerebrale) e alla «Pet amiloide» (che rileva le proteine betaamiloide e tau), oltre che al dosaggio di alcune proteine su campioni di liquor cefalorachidiano  all’esame del Dna così da valutare il rischio genetico.

Attraverso questi sette biomarcatori si punta a misurare l’evoluzione della malattia con più precisione. Declino cognitivo lieve. Le persone già colpite da una forma di declino cognitivo lieve «non hanno la certezza di ammalarsi di Alzheimer, ma convivono con un rischio più alto », aggiunge Mariani, alla vigilia della giornata mondiale dedicata alla malattia, il 21 settembre. 


E, allora, come riconoscerle?

Non di certo in modo superficiale, perché «parliamo di individui autosufficienti: non basta dimenticare un paio di nomi o date per considerare se stessi o qualcun altro sulla strada della malattia». Occorre sottoporsi ad alcuni test neuropsicologici, con l’obiettivo di indagare memoria, attenzione e linguaggio.
Le persone colpite da un decadimento cognitivo lieve incontrano difficoltà a ultimare compiti complessi: occuparsi
dei propri affari finanziari o preparare un pasto. 


Come intervenire? 

Se sono disponibili alcuni farmaci (gli anticolinesterasici) per contrastare la progressione dell’Alzheimer conclamato, nessun rimedio esiste invece per chi soffre della condizione di declino «soft». «Ci sono dati, tuttavia, che evidenzianoi benefici di una stimolazione continua: perciò - chiosa Mariani - consigliamo di leggere, continuare a studiare e praticare attività fisica».