Lettera ai Sigg. Consiglieri regionali
A partire dal mese di Agosto 2009 sono state organizzate varie iniziative tra cui “Visitiamo la discarica… per capire” e in seguito “Visitiamo la discarica… e vigiliamo sugli scenari futuri…”. Nel corso delle visite di approfondimento svoltesi presso la discarica di Brissogne sono emerse alcune criticità riguardanti la necessità di migliorare il riciclo delle materie plastiche, l’utilizzo del compost e l’avvio della raccolta e del riciclo della frazione organica per diminuire l'afflusso in discarica di almeno 10.000 tonnellate annue. In data 10 luglio 2009, inoltre, è stata presentata ufficialmente la metodologia di riciclo Vedelago, riconosciuta dall'Unione Europea come “ecoinnovazione”, in alternativa ai processi di smaltimento a caldo (combustione) che comportano alti costi di impianto e manutenzione e l’avvio di iter sperimentali.
Tutte le iniziative sono ispirate al principio di sussidiarietà alla luce dell'art. 118 quarto comma del dettato costituzionale “…le regioni e i comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale…”.
Il 20 gennaio 2010, a due mesi dall'adozione della delibera di Giunta del 1 Dicembre 2009, l’Amministrazione regionale ha presentato ai cittadini lo scenario individuato in materia di smaltimento dei rifiuti. Non ha avuto luogo l’illustrazione dei vari passaggi presenti nella ricerca commissionata ad un esperto a maggio del 2009, non è stata effettuata alcuna comparazione tra scenari possibili, nessuno spazio di confronto è stato dedicato ad esperti di diversa “scuola”. Gli esperti presenti, anzi, erano altri rispetto alla ricerca commissionata e, già in fase di avvio, hanno annunciato di esaminare lo scenario pirogassificazione e valorizzazione energetica della frazione indifferenziata e non riciclo e riutilizzo dei materiali.
Nessun confronto ha avuto luogo con lo scenario finalizzato al riciclo completo dei materiali denominato “Valle d'Aosta virtuosa – zero waste – zero rifiuti ” (RACCOLTA ORGANICO + TMB + METODO RICICLO VEDELAGO) e non risulta essere stato effettuato, per ora, alcuno studio comparativo LCA (life cycle assesment) tra i vari scenari.
Lo studio commissionato e pagato oltre 120.000 euro e durato 6 mesi non ha fornito questi dati e rimangono senza risposta le seguenti questioni:
- non si conoscono le percentuali finali di scorie, fumi e reflui derivanti dalla pirogassificazione (10, 15 o 20%?) o forse si sapranno solo dopo la sperimentazione.
- non si conoscono i costi dell'investimento e della sperimentazione e soprattutto se saranno superiori ai 30, 40, 50 milioni di euro. I sostenitori dello scenario “ Valle d'Aosta virtuosa - zero waste” (prevede la raccolta separata della frazione organica) indicano una spesa di 3-5 volte inferiore.
- nessun dato è stato fornito sui costi di manutenzione e di gestione annua.
Si esprime parere negativo sulle “ulteriori determinazioni in merito alle azioni finalizzate all’attuazione e alla revisione del Piano regionale di gestione dei rifiuti di cui alla L. R. 31/2007, con particolare riferimento al sistema di trattamento finale dei rifiuti” (DGR 3343 del 1° dicembre 2009) e si esprime parere favorevole alla sperimentazione immediata dello scenario “ Valle d'Aosta virtuosa - zero waste”.
Pubblicità sedute consiliari: “Portes Ouvertes” è lo slogan che contraddistingue le iniziative del consiglio regionale, ma di sicuro, non si riferisce all’accessibilità dei lavori delle commissioni consiliari. Mi permetto di segnalare che in altre regioni vale l’esatto l'opposto: cioè le sedute delle commissione consiliari sono pubbliche salvo la trattazione di casi e/o fatti personali.
“Veri” esperti: In merito al ruolo degli esperti e alla loro felicità confermo che ne siamo consapevoli anche in considerazione delle laute parcelle finora incassate a seguito degli innumerevoli cambi di scenario proposti dal decisore politico negli ultimi anni.
In ogni caso, qualunque sia lo scenario prescelto dal decisore politico, saranno sempre i cittadini a pagare il conto finale. Questo è quanto la norma prevede. Ecco perché, a maggior ragione, in questo settore sarebbe opportuno confrontarsi con i cittadini sull’argomento.
L’utilizzo di nuove tecniche innovative nel riciclo dei materiali permette di far diminuire l'afflusso dei rifiuti in discarica e di avviare con successo lo scenario “Valle d'Aosta virtuosa – zero waste – zero rifiuti” (RACCOLTA DELLA FRAZIONE ORGANICA + TMB + METODO RICICLO VEDELAGO).
Ecco le questioni meritevoli di adeguato approfondimento:
- Perché non è ancora operativo un serio piano regionale di riduzione dei rifiuti con obiettivi vincolanti?
- Perché nella sede che l’Assessore Zublena aveva definito come “il luogo della discussione”, ovvero l’Osservatorio Regionale dei Rifiuti (ORR) non vi è stato alcun dibattito preventivo prima del 1 dicembre 2009?
- Perchè non viene seguito l’ esempio di Asti, Pinerolo e di tantissimi altri comuni in cui si raccoglie l’umido porta a porta e si ottiene del compost che viene utilizzato al 100%? In subordine perchè non è stata approfondita la biodigestione anaerobica viste le presunte difficoltà di raccolta della frazione organica?
- Perché, partendo dallo studio del 24 novembre 2009 che valuta molto positivamente il Metodo di Riciclo Vedelago, non si procede alla costruzione di un centro di pre-selezione ed estrusione che ottimizzi la raccolta differenziata, con benefici economici per i comuni e per i cittadini?
- Perchè non si intendono accelerare i tempi di passaggio da Tassa a Tariffa e introdurre il meccanismo virtuoso per cui chi meno inquina meno paga, seguendo l’esempio della Comunità Montana Grand Combin?
- Perché le emissioni inquinanti individuate dallo scenario pirogassificazione non risultano certificate da enti terzi indipendenti (Arpa, ecc.) e non è stata presa in considerazione una analisi LCA che comparasse i diversi scenari possibili, sia in termini di impatto ambientale che economico?
- Perché non è stato indicato chiaramente il futuro dell’attuale discarica una volta che sarà esaurita?
- Perchè nello studio del 24 novembre 2009 non è stato approfondito lo scenario che prevederebbe lo smaltimento fuori Valle (presso cementifici o altri impianti) del CDR prodotto dal TMB, anche alla luce del boom che questi impianti stanno avendo rispetto ai trattamenti a caldo in bassa temperatura?
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10 febbraio 2010: si riapre il dibattito in consiglio regionale. Nel corso del mese di febbraio e marzo 2010 sono previsti audizioni anche in sede di terza commissione consiliare.
Il Consigliere Alberto Bertin (VdA Vive/R) ha voluto conoscere maggiori dettagli circa le modalità del trattamento finale dei rifiuti indifferenziati.
In particolare, ha voluto sapere se è intenzione della Giunta regionale approfondire, con una valutazione del ciclo nel suo complesso, l'ipotesi di chiudere il ciclo rifiuti al di fuori del territorio regionale; in che tempi e con quali obiettivi si intende potenziare la raccolta differenziata e la riduzione della quantità dei rifiuti prodotti.
"Non esiste una soluzione sola per affrontare questo problema, si tratta di vagliare tutte le ipotesi e scegliere quella che si adatta meglio al nostro territorio, promuovendo peraltro un confronto con la popolazione."
Nella risposta, l'Assessore all'ambiente, Manuela Zublena, ha detto che "rilevare una contraddizione nel testo dell'interpellanza: da un lato sembra essere giudicato negativo il valutare vari scenari, ma dall'altro si auspica di valutare tutte le possibilità. Riteniamo opportuno, e così abbiamo operato, considerare un ampio spettro di scenari, senza tuttavia ripercorrere la strada del vecchio governo, ma piuttosto portando nuovi contributi.
L'analisi LCA (life cycle assesment) è un metodo ben conosciuto, già presente negli studi specialistici commissionati dall'Amministrazione: il documento principale è stato predisposto dal professor Giugliano del Politecnico di Milano, che approfondisce un confronto di impatto di due scenari, tra cui il trasporto fuori Valle, considerando vari effetti. Gli studi LCA rappresentano un metodo di supporto alle decisioni, perché permettono di comparare i vari scenari, ma non possiamo avere la presunzione che questi siano assunti come valutazione unica e decisiva, innanzitutto per le numerose variabili, per i vari indicatori e per i pesi attribuiti agli stessi, che possono spostare l'esito finale, in funzione della scelta di parametri di scenario. E' una scelta che inevitabilmente ha aspetti di discrezionalità, senza venir meno al rigore scientifico nel procedimento.
Le informazioni che provengono dall'insieme degli studi sono in grado a condurci ad una decisione strategica. Credo quindi che rimandare a ulteriori approfondimenti non sia opportuno. La chiusura del ciclo fuori o dentro la Valle d'Aosta rappresenta una scelta ambientale, ora deve essere rapportata ad aspetti normativi ed economici, anche tenendo conto dei tempi, oltre che al contesto socio politico. Ora è il tempo della politica, che deve fare la sua parte.
Circa la tematica della riduzione e differenziazione dei rifiuti, l'Assessore Zublena ha precisato che "con tutto quanto stato fatto e detto, credo che non rimarrebbe che richiamare le numerose risposte sinora fornite, nonché le iniziative assunte. Ricordo tuttavia che gli obiettivi di riduzione e differenziazione si trovano sia nella legge regionale sia nella direttiva europea in corso di recepimento da parte dell'Italia.
Questi obiettivi, sulla cui realizzazione siamo impegnati, vengono considerati sterili senza un reale coinvolgimento ed una sensibilizzazione della popolazione: è una questione di civiltà e responsabilità cui mirano tutte le iniziative avviate anche con la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti dello scorso novembre e quelle che proseguono o prenderanno avvio dopo averle discusse in seno all'Osservatorio, la cui convocazione è prevista per inizio marzo."
Il Consigliere Alberto Bertin ha replicato che "è importante capire i tempi e i modi per ridurre la produzione e il trattamento rifiuti, anche in rapporto alle dimensioni che si vogliono dare al nuovo impianto che si farà. Occorre conoscere lo scenario che si avrà, anche per capire i costi, essendo questo un aspetto non molto chiaro della gassificazione, anche perché in Italia di impianti simili ce n'è solo uno, funzionante da soltanto un anno. Volevamo sapere quante tonnellate si intende gestire: non abbiamo ottenuto risposta, e non siamo soddisfatti. Ci è stato fornito un elenco delle iniziative condotte, ma abbiamo rilevato che i risultati concreti sono stati ben pochi.
Ribadiamo che vanno approfondite tutte le ipotesi: gli stessi studi e scenari cambiano, gli stessi consulenti concludevano ventiquattro mesi fa uno studio in cui si diceva che il gassificatore era un impianto del tutto inadatto alla Valle d'Aosta. Questa nuova ipotesi andava quindi già scartata in teoria dagli stessi tecnici incaricati dalla Regione.
Riteniamo che spendere per tenere in considerazione tutte le ipotesi è indispensabile, soprattutto perché la scelta non solo sarà costosa, ma avrà conseguenze sul futuro della regione."
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