23 novembre 2015

TRE ANNI DAL REFERENDUM: POCHI I PASSI AVANTI FATTI VERSO UNA CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI IN VALLE

18 NOVEMBRE 2015
Gestione dei rifiuti in Valle d’Aosta: a tre anni dal referendum a che punto siamo?


Tre anni fa il popolo valdostano, partecipando in massa al referendum “contro il pirogassificatore”, ha detto chiaro e forte che nella nostra regione i rifiuti possono e devono essere gestiti in modo più economico e meno inquinante, senza ricorrere a trattamenti a caldo.



L’amministrazione pubblica, contravvenendo al mandato democratico espresso dal voto referendario, ha rallentato ed ostacolato l’attuazione delle indicazioni ricevute dal popolo.

Se si fosse operato negli anni passati al Nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR), a quest’ora tutta la regione sarebbe ben oltre il 65% di raccolta differenziata, come stanno dimostrando i Comuni valdostani che 5 mesi fa hanno iniziato a fare la raccolta differenziata della frazione organica (il Comune di Aosta è passato dal 46% al 68%). Poiché in tal caso la quantità di rifiuti indifferenziati residui sarebbe scesa a poco più di 20.000 t/anno, oggi non avrebbe alcuna giustificazione tecnica ed economica il ricorso al TAR delle ditte che vogliono costruire il pirogassificatore, dimensionato per bruciarne più di 60.000.


Se il Nuovo PRGR fosse stato avviato tre anni fa gli impianti di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati sarebbero operativi, la discarica di Brissogne sarebbe in regola con la legge, non si sarebbero buttati inutilmente 3 milioni di euro per ampliarla con la così detta “riprofilatura” e non si si sarebbero investiti 4 milioni di euro per installare in giro per la Valle costosi ed inefficienti raccoglitori seminterrati.



A parole si vuol far credere che il Nuovo PRGR cambierà radicalmente la situazione, nei fatti si fa di tutto per assicurare il mantenimento del controllo della gestione dei rifiuti nelle mani di chi l’ha esercitato sino ad ora. La politica dei rifiuti portata avanti da 20 anni a questa parte dalla Regione ha puntato più sullo smaltimento dei rifiuti che sulla loro riduzione, recupero e riciclo.



Solo così si può spiegare che:


  • il costo (€/t) di smaltimento dei rifiuti nella discarica di Brissogne continua ad essere tra i più bassi d’Italia anche se da agosto 2013 la discarica non è più a norma;
  • sino a 5 mesi fa ci si è opposti alla raccolta dell’organico;
  • si è vagheggiato di costruire un termovalorizzatore in grado di trattare 100.000 t/anno di rifiuti per bruciarci dentro l’intera discarica, che è stato poi sostituito da un ultra moderno pirogassificatore che avrebbe fatto sparire nel nulla i rifiuti;
  • non è stato mai rilasciato neppure un permesso per installare compostiere elettromeccaniche di comunità;
  • la gestione della raccolta dei rifiuti è stata affidata a 9 Autorità d’ambito che oltre a rappresentare un evidente spreco di risorse, si sono dimostrate estremamente inefficienti perché operano in modo scoordinato;
  • in tutta la regione non esiste un solo centro per il riuso;
  • dal 1987, anno di affidamento a Valeco della gestione della discarica di Brissogne (Legge Regionale 63/87), sono cambiate le normative a tutti i livelli (europeo, nazionale e regionale), le tecniche di raccolta e di trattamento, gli impianti e la tecnologia, si sono fatte petizioni e referendum, una sola cosa è rimasta invariata: il gestore della discarica.

La Società in questione  - da 28 anni - gode di un indiscusso monopolio sulla gestione dei rifiuti prodotti in Valle d’Aosta. L’affidamento allo stesso soggetto sia dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati sia della valorizzazione di quelli differenziati, ha creato negli anni un conflitto di interessi che ha impedito lo sviluppo di una gestione equa ed efficiente;

Non stupisce che l’Associazione Temporanea di Imprese di cui fa parte anche la società che gestisce attualmente la discarica, abbia vinto l’appalto per la costruzione del pirogassificatore; e poi ricorra contro la revoca dell’appalto per la costruzione del pirogassificatore pur essendo da più di 28 anni titolare di un monopolio che le garantisce sicuri guadagni e che la Regione accetti tale comportamento senza reagire. E’ evidente che il gestore di una discarica, il cui guadagno è strettamente legato alla quantità di rifiuti smaltiti, non è il soggetto più adatto per redigere un piano che privilegi riduzione, riuso e riciclaggio;

Vista la sentenza del TAR, siamo convinti che l'unico modo per essere certi che non venga costruito il pirogassificatore e per scongiurare il pagamento di un cospicuo risarcimento dei danni alle società ricorrenti sia intervenire con una legge a modifica e/o integrazione dell'attuale normativa regionale (Legge regionale 31/2007). 


Se lo sviluppo degli avvenimenti si risolverà con il versamento all’ATI di una sostanziosa penale che ricadrà inevitabilmente sugli utenti.



La Gestione della discarica dovrà essere affidata ad una società a totale controllo pubblico, che, non avendo scopo di lucro, non abbia altro fine che contenere al massimo gli impatti ambientali; quella dei materiali differenziati dovrà essere affidata ad un Consorzio costituito dalle Unités des Communes che si occuperà della loro valorizzazione. In questo modo le Unités des Communes, che si occupano della raccolta dei rifiuti, avranno un riscontro diretto sull’efficacia del loro sistema di differenziazione e, per avere il massimo ritorno economico, saranno indotte a migliorare la quantità e la qualità della loro raccolta. Ciò avvierà un circuito virtuoso che si tradurrà in un aumento della trasparenza dei conti economici e delle responsabilità dei Gestori con una progressiva riduzione degli impatti ambientali e delle spese a carico dei cittadini.


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