18 luglio 2009

CARLA POLI: PARTECIPAZIONE INTESA COME CONCERTAZIONE ALLARGATA

Audizione di Carla Poli sul metodo "Vedelago" - riciclo materiali.





http://www.youtube.com/view_play_list?p=482393CCD040C931

11 luglio 2009

RICICLO MATERIALI: IL CRZ-VDA PROPONE INTEGRAZIONE AL PIANO REGIONALE RIFIUTI


Il Comitato rifiuti zero - Valle d'Aosta ha presentato venerdi 10 luglio 2009 alcune proposte che, di fatto, tendono a modificare, innovandolo, il piano regionale di rifiuti urbani. Nel corso dell'incontro è stato bandito il termine "rifiuti" sostituito da "riciclo di materiali". Sì dunque al riciclo, no alla discarica e agli inceneritori, soluzioni entrambe obsolete e costose.
L'alternativa per la Valle d'Aosta si chiama "Centro Riciclo Vedelago", isola tecnologicamente avanzata per la lavorazione delle frazioni secche senza scarti. Il modello di riciclo totale ideato da Carla Poli in provincia di Treviso e già stato adottato da alcuni comuni italiani e europei è stato presentato ufficialmente a Palazzo Regionale. Per attuare tale progetto è necessario avviare la raccolta separata della frazione organica: il riciclo totale è possibile e indispensabile.
L'inceneritore è una soluzione obsoleta che rende pericolosi materiali (e non "rifiuti"), che potrebbero essere trasformati, anzichè bruciati, per essere riutilizzati.
Il centro di trattamento potrebbe essere ubicato all'interno della discarica di Brissogne o nelle immediate vicinanze. In Italia, oltre a quello di Vedelago in provincia di Treviso, esistono altri centri similari in Sardegna e, vicino a Roma, nel comune di Colleferro.

Il metodo Vedelago è in grado di riciclare il 97% circa della frazione secca trattata e trasforma tutto il materiale in un granulato a matrice prevalentemente plastica. Col materiale ottenuto dalla raccolta della plastica si produce un composto da costruzione con cui si fabbricano mattoni e oggetti per arredo urbano. Così facendo si azzerano i costi per la gestione dei rifiuti a carico dei Comuni e si coinvolgono i cittadini in comportamenti coerenti per un progetto di rifiuti zero.
Questo granulato è ricercatissimo sia dalle industrie della plastica, sia dall’industria dell’edilizia. Nel primo caso vengono realizzati dei bancali interamente in plastica da riciclo oppure le sedute delle sedie che prima venivano fatte in legno. Nel secondo caso vengono impiegati nella produzione di cemento in percentuali dal 20% al 30%,in sostituzione della tradizionale sabbia di cava. Il tutto migliorando le prestazioni di questi prodotti finiti.
Per l'avvio di un impianto di questo genere l'investimento ammonta a circa 6 milioni di euro. Tutte le altre soluzione, già proposte dall'Amministrazione Regionale in passato, risultavano avere costi di avvio molto più elevati (dai 25 milioni del trattamento meccanico biologico ai 200 milioni dell'inceneritore)e spese successive denominate "post- bonifica" altrettanto elevate.

Specifiche dell'impianto ad estrusione.
L’impianto ad estrusione (che non gestisce la frazione umida e che quindi utilizza solo sistemi meccanici), grazie all’accoppiamento di diversi impianti che lavorano in serie, è in grado di rendere riutilizzabile circa il 97% del rifiuto conferito derivante sia dalla raccolta differenziata residenziale porta a porta (proveniente dai Comuni) sia rifiuti provenienti da commercianti ed artigiani; grazie a questo impianto si è in grado di portare all’industria una "materia prima-seconda" riutilizzabile in ulteriori cicli di produzione.

La percentuale di rifiuto non differenziabile (principalmente plastiche), e quindi solitamente non riutilizzabile, viene prima estruso e poi tritato finemente fino ad ottenere un granulato a matrice prevalentemente plastica utilizzato principalmente dall’industria come alleggerito nei manufatti edili (mattoni, pali, ecc…) in sostituzione della sabbia di cava (20-30% del materiale necessario alla creazione del manufatto); questo materiale conferisce caratteristiche migliorative ai manufatti ottenuti che rispondono regolarmente alle norme UNI vigenti. La sabbia sintetica ottenuta viene utilizzata anche per la creazione di sedie, panchine, bancali ed altri manufatti vari.

I vantaggi del metodo "Vedelago".
Il centro-riciclo Vedelago riesce a guadagnare dalla rivendita materiali riciclati, crea nuova occupazione (rapporto 25/28 a 1 con l'occupazione per la gestione di discariche/inceneritori) e permette di abbassare notevolmente la tassa sui rifiuti pagata dai cittadini.

Il metodo Vedelago (riconosciuto e catalogato come eco-innovazione dall'Unione Europea) permette di recuperare tale rifiuto attraverso un procedimento di estrusione e di ottenere del granulato plastico da utilizzare nell'edilizia e nell'oggettistica.

Il meotodo Vedelago costa un quinto del trattamento meccanico biologico (TMB) ipotizzato sino ad oggi in valle e destinato a produrre CDR-Q (costo stimato TMB 25/30 milioni).

10 luglio 2009

INTERNET: UN MANUALE DEL GARANTE PER DIFENDERE L'IDENTITA'

Da Facebook a Twitter, come salvare... l'identità.
Sos social network. In soccorso degli utenti arriva la guida del Garante per la privacy, dal titolo "Social Network: attenzione agli effetti collaterali".

Lo scopo è quello di fare chiarezza tra l'esaltazione delle possibilità di comunicazione offerte e i pericoli per la vita privata e i diritti dei naviganti. Ma anche fornire spunti di riflessione e consigli per tutelare, nel mondo virtuale, la nostra vita reale.

La guida che si compone di 24 pagine è un agile vademecum, sia per persone alle prime armi, sia per utenti più esperti, pensato per accompagnare chi vuole entrare in un social network oppure aiutare chi ne fa già parte ad usare in modo consapevole tale strumento.

La piazza virtuale, infatti, può provocare "effetti collaterali" anche a distanza di anni, andando oltre la semplice condivisione di foto, messaggi, conoscenze con amici di tutto il mondo.

Ecco alcuni semplici consigli: rispetto degli altri e accortezza, essere informati e tenere gli occhi aperti. Soprattutto per sventare possibili "furti di identita'". A volte infatti, rubando i dati personali vengono creati e usati profili di altre persone, cosi' basta dare qualche piccola informazione e si finisce con l'essere "clonati"...

La guida si può scaricare dal sito del Garante oppure si può richiedere in formato cartaceo all'Ufficio relazioni con il pubblico, Roma, Piazza di Monte Citorio 123.

9 luglio 2009

RIFIUTI: VEDELAGO DOCET?

Venerdi 10 luglio 2009 ore 21,00
Palazzo regionale - Aosta

Incontro pubblico organizzato da Crz - Comitato rifiuti zero vda

COME RICICLARE LA MATERIA SENZA BRUCIARLA?

Ospite della serata Carla Poli da Vedelago (Treviso)

per saperne di più >>>


Se si adotta la tecnica "Rifiuti zero" cioè esistono solo materiali da riutilizzare, il costo per il cittadino può arrivare a "zero". Verificate da voi controllando la vostra bolletta a quanto ammontano i costi a carico dei cittadini per la raccolta e lo smaltimento dell'intero ciclo dei rifiuti.

4 luglio 2009

AOSTA E AREE VERDI: QUALE POSTO IN CLASSIFICA?

AREE VERDI ad Aosta una ricchezza negata.

Sono un'abitante di Aosta, per la precisione della zona Ovest dove sorgera' il tanto decantato Parco Archeologico. Se il buon giorno si vede dal mattino, pero', mi chiedo (e con me se lo chiedono in tanti, credetemi) quale razza di parco sara'. Per il momento, infatti, si vedono solo immense campate di ferro e cemento, scavi enormi e grandissimi cumuli di terra che con la pioggia si trasformano in acquitrini e con il vento e il caldo in sterminate distese desertiche la cui polvere s'infiltra e s'insinua dappertutto con notevoli disagi per gli abitanti del quartiere. Disagi che, in quest'ultimo periodo, si sono particolarmente acuiti per il fatto che i lavori proseguono anche di notte generando confusione e rumori particolarmente molesti (martellamenti assordanti e continui). Chi e' quel genio di amministratore che ha permesso tutto cio'? Perche'? E' questa la concezione di parco che hanno la giunta comunale e quella regionale? Sembrerebbe proprio di si' visto che, oltretutto, prima costruiscono le aree verdi e, poi, le eliminano!

In zona Tzamberlet, infatti, e' stata costruita una zona verde molto bella con alberi, pista ciclabile, area per cani e impianto di irrigazione il cui costo totale e' stato di 200 mila euro. Ora, pero', sara' smantellata (si lasceranno gli alberi che, in ogni caso, moriranno in fretta perche' non ci sara' piu' l'impianto di irrigazione!?) per fare posto a una «scuola polmone» per la «modica» spesa di 1 milione di euro. E vai, tanto e' denaro di tutti!

A mio avviso, c'erano molti altri siti in cui collocare questa struttura: edificio dell'ex Centrale del latte, spazio nell'Area Cogne, l'Ipr da ristrutturare Senza contare che una «scuola polmone» esiste gia', vicino all'ex caserma della guardia di finanza, anche se di polmone ha pochissimo, ma tanto di galera. E', infatti, un monolite a forma di parallelepipedo, costruito soltanto in larghezza, addossato alla strada e senza spazio per parcheggiare o fermarsi con l'auto.

A questo punto sorgono spontanee alcune domande: dove si puo' trovare un po' di verde ad Aosta? Dove una mamma puo' andare con il suo bimbo sul passeggino? Dove un anziano puo' farsi un giretto in un parco? Quando si cementificheranno le ultime aree verdi rimaste (Mont Fleury, prato del Pe're Laurent, zona intorno a Sant'Orso)?

In attesa di risposta, qualche considerazione: il 17° posto, su 21 regioni, che la statistica per il verde urbano attribuisce alla Valle d'Aosta, mi sembra molto appropriato. Nonostante la natura ci abbia dato tanto siamo fra i piu' poveri di verde e, quindi, con una qualita' di vita molto scadente perche', si sa, e' dal verde che nasce la linfa vitale.
LETTERA FIRMATA

lettera pubblicata sulle pagine locali della stampa il 4 giugno 2009. Se qualcuno avesse letto una risposta o un commento è possibile inviarlo via mail per