Aosta - Viale della Pace. Una zona "verde" destinata a scomparire? Nonostante la raccolta firme il Comune ha tagliato 18 alberi e ne ha piantati solo 6. Siamo favorevoli ad una corretta gestione dei rifiuti applicando l'opzione "rifiuti zero" e aderiamo al progetto "guadagnare salute ". Al referendum propositivo del 18/11/2012, abbiamo sostenuto il SI e scelto un percorso di gestione rifiuti senza incenerimento. #versorifiutizero
Buone notizie da Parma dove l'Amministrazione comunale ha assunto una posizione chiara e trasparente.
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Lo studio di Arpa, finanziato dalla regione Emilia Romagna, non ha dato alcuna rassicurazione sul rischio che produce l'utilizzo di un impianto di incenerimento.
Le conclusioni stesse di Moniter hanno portato l'Ordine dei Medici dell'Emilia Romagna a rinnovare la richiesta di moratoria su nuovi impianti ed a sollecitare la Regione a ridurre i quantitativi di rifiuti bruciati.
I risultati emersi hanno infatti delineato una correlazione diretta tra parti pre termine e vicinanza agli impianti, un dato che non può che mettere in allarme la comunità scientifica, visto che i nati prematuri vanno incontro ad una esistenza incerta e a rischio.
I dati emersi hanno anche evidenziato l'anomala crescita di tumori nei pressi dell'inceneritore di Modena e in genere il fatto che la popolazione esposta sia soggetta a malformazioni e aborti spontanei in misura superiore alla media.
Sulla base di queste conclusioni la posizione dell'Amministrazione comunale di Parma è fermamente in contrasto con la costruzione del nuovo inceneritore.
Desideriamo ringraziarla per aver mantenuto fede all' impegno di ripristino della zona verde (lato sud di Viale della Pace).
Come è facile notare alcuni ippocastani (quelli rimasti) sono ancora in difficoltà ( forse due o tre non sopravviveranno alla stagione estiva). In ogni caso le segnaliamo che gli abitanti della zona uniti e tutti gli amici del Viale della Pace hanno fatto un sopralluogo in zona ed abbiamo apprezzato la ripresa dei lavori di manutenzione della zona verde.
Con l'occasione ci permettiamo segnalare ancora alcuni ripristini ( peraltro gia segnalati in passato)
il ripristino dei cordoli nelle zone di accesso al viale il ripristino di un po' terra accanto ai muretti già in essere in modo da non far vedere i mattoni il ripristino delle panchine adatte al luogo
Con l'occasione porgiamo i nostri ringraziamenti a nome di tutti gli Amici del Viale.
GLI AMICI DEL VIALE DELLA PACE
Resta solo da fissare la data per un momento conviviale!
Il 25 giugno 2012 sono ripresi i lavori di manutenzione staordinaria della zona verde lato sud. Saranno posate delle piante ornamentali (altezza di circa 1.5 metri) in modo alternato ( arbusti di Acacia e Ginestre selvatiche, forsithia ). E prevista anche la posta in opera di una bassa siepe da nord a sud onde evitare l'accesso alle aiole da parte dei cani e dei padroni che spesso e volentieri ad oggi sono presenti in modo massiccio soprattutto nelle ore serali. Forse il corretto posizionamento di alcuni cartelli che chiariscano il divieto di accesso ai cani potrebbe essere di utilità.
E importante anche che sia garantita una adeguata irrigazione della zona ora ripristinata in modo adeguato e partecipato.
Nel corso della riunione spontanea in cui erano presenti molti degli "amici del Viale della Pace" è emerso in modo unanime di esprimere il ringraziamento all'assessorato competente anche le due seguenti richieste:
1) Il ripristino dei cordoli di raccordo di accesso lungo tutto il viale da nord a sud 2) il ripristino della terra nella zona verde nella zona adiacente il muro divisorio con il lato stradale onde non far vedere i mattoni o il muro screpolato.
Gli abitanti del Viale sono disponibili ad un momento conviviale che potrebbe coincidere con la fine dei lavori.
Il Presidente del Consiglio Mario Monti chiede ai cittadini di segnalargli le spese inutili!
Gli Amici del Viale della Pace consigliano i cittadini valdostani di scrivere o di inviare una mail al Presidente del Consiglio Mario Monti per segnalare lo spreco di risorse e soldi per l'impianto di incenerimento in fase di progettazione in Valle d'Aosta.
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Egregio Signor Presidente del Consiglio,
Le esprimo il mio apprezzamento in merito all’appello che Lei rivolge a noi cittadini per l’individuazione di spese inutili o sovradimensionate rispetto alle necessità. Oggi, mentre il nostro Paese attraversa difficoltà e vive gravi emergenze, è dovere prioritario cancellare intollerabili sprechi e al contempo utilizzare bene le risorse disponibili; ad ogni livello ognuno deve contribuire. Il caso che Le segnalo la spesa del previsto impianto di incenerimento da 50.000 tonnellate/anno il cui costo, al preventivo, ammonta ad oltre 225 milioni di euro. Dove sta la questione che ritengo dover sottoporre alla Sua attenzione? Sta nel fatto che mentre la tecnica e l’ingegneria offrono, al giorno d’oggi, soluzioni impiantistiche cosiddette“a freddo”, in grado di trattare equivalenti quantità di rifiuto indifferenziato, che risultano decisamente più convenienti sul piano dei costi di acquisto e competitive sul piano delle tariffe, le nostre Amministrazioni continuano a non volerle minimamente prendere in considerazione. Eppure, dovrebbe fare scuola anche il recente esempio della Provincia di Reggio Emilia che, sulla base delle considerazioni economiche sopra citate, ha deliberato di dotarsi, al posto del previsto nuovo inceneritore, di un sistema di “Trattamento meccanico–biologico” (Tmb) da 130.000 t/anno Un inceneritore costa 4 volte un Tmb.“. Credo sarà d’accordo anche Lei Signor Presidente che, se per ottenere il medesimo obbiettivo si spende 4 volte di più, mentre se ne potrebbe fare a meno come dimostra Reggio Emilia, allora si configura un reale problema di spreco di risorse pubbliche o meglio di risorse economiche dei cittadini perché, come Lei sa, mentre sono le Amministrazioni a promuovere i Piani Interprovinciali dei rifiuti saranno poi i cittadini, per legge, a dover sostenere i costi delle dotazioni impiantistiche attraverso il pagamento della TIA. Mi preme farLe notare inoltre, Signor Presidente, che spostando progressivamente l’attenzione dall’incenerimento dei rifiuti ad un approccio moderno orientato al “massimo recupero possibile dei materiali” tramite l’uso generalizzato del “Porta a Porta” e dotandosi per la parte residua di economici sistemi a freddo, ci collocheremmo in perfetta sintonia con le normative italiane e ancor più con le direttive comunitarie che, sempre più stringenti in materia, indicano nella costruzione della “Società del riciclaggio” il nuovo motore di sviluppo dei Paesi della Comunità Europea. Sono sicuro di interpretare anche il Suo pensiero nel ritenere ormai irrinunciabile e urgente, anche da noi, l’affermarsi di “un forte respiro europeo” per una diversa e moderna gestione dei rifiuti, o meglio delle “risorse urbane”, in grado di attivare nuove opportunità di occupazione stabile e duratura. Di sicuro, Signor Presidente, scontenteremo lobbies di potere, ma se ne avvantaggeranno il lavoro, la ricerca, l’innovazione e, in definitiva, il futuro del nostro Paese. Del resto, come Lei ci segnala, non è più tempo di spese inutili ed assurde proprio ora che a famiglie ed imprese, già in grave difficoltà, viene chiesto nuovamente di frugarsi in tasca per far ripartire l’Italia! Infine, la questione è anche politica, perché su di essa si misura la possibilità o meno di ristabilire un rinnovato e corretto patto di fiducia tra cittadini e loro rappresentanti istituzionali.
A Parma fino a ieri l'inceneritore era considerato la soluzione ai rifiuti con la “l” maiuscola.
Ora il sistema dell'incenerimento giace in profonda crisi e la stessa Europa sta scrivendone il de profundis con tanto di data scolpita: 2020.
Per quel giorno non si potranno più bruciare i rifiuti riciclabili e compostabili ed allora ci si domanda: cosa potranno bruciare i forni? Se togliamo loro carta plastica e legno il loro destino è segnato. Ma a tener banco oggi è un nuovo fronte, oggi più che mai attuale in una fase economica difficile e senza apparenti sbocchi di breve periodo. E' la concorrenza che avanza a colpi di domanda ed offerta, sconvolgendo certezze sulle quali si erano fondati proprio i progetti di nuovi impianti di incenerimento, come quello di Parma. Si affermava: o si fa l'inceneritore o i costi di smaltimento andranno alle stelle, superando i 200 euro e veleggiando verso i 250 euro a tonnellata. Oggi pare che la situazione sia profondamente mutata, non solo in Italia ma in tutto il vecchio continente. Il quotidiano genovese Il Secolo XIX ha pubblicato un'inchiesta che ha ripreso la decisione del gruppo E-On di disfarsi dei propri impianti di incenerimento sparsi in Europa, 18 inceneritori con una capacità di smaltimento di oltre 4 milioni di tonnellate annue. Il dato che ha fatto notizia però è il fatto che la vendita, che doveva andare in porto entro l'8 giugno, non abbia visto alcuna proposta arrivare alla sede della multiutility. Nell'analisi del quotidiano della Lanterna entra anche la voce di Frans Beckers, Vangansewinkel, proprio colui che venne lo scorso anno a Parma per proporre la riconversione dell'impianto di Ugozzolo. Beckers dice due cose importanti. La prima è l'invito a tutti i players a seguire l'esempio della sua società, che ha spento l'inceneritore di Rotterdam, in modo da “non danneggiare il riciclo”. La seconda è la constatazione che presto ci sarà la guerra ad accaparrarsi i rifiuti, quindi il rischio è quello di avere tante caldaie senza carburante. Ne consegue ad esempio che chi ha costruito le reti di teleriscaldamento, basandosi solo sugli inceneritori come poli di produzione termica, rischia di lasciare al freddo intere città. Uno scenario impensabile fino a poco tempo fa, che dovrebbe far riflettere anche Parma e la prospettiva temporale dell'impianto di Ugozzolo. Ma il servizio del Secolo fa emergere un dato che qui vogliamo sottolineare e far emergere come un vero e proprio scandalo economico. Roberto Paterlini infatti, direttore di Iren Ambiente, afferma che il trattamento di una tonnellata di rifiuti oggi ha un costo che si attesta sui 70-80 euro. I cittadini di Parma invece pagano ad Iren la bellezza di 162 euro per la stessa tonnellata di rifiuti. Se la matematica non è una opinione ci troviamo forse di fronte ad un costo chiesto ai cittadini doppio rispetto al mercato? Una specie di prelievo forzoso dalle tasche dei parmigiani, e di tutti gli abitanti del territorio parmense, che nessuno fino ad oggi ha fatto emergere? A Piacenza spendono meno, a Reggio spendono meno, a Napoli per 109 euro i rifiuti li hanno portati in Olanda. Crediamo sia davvero inaccettabile non fare chiarezza su questo tema, addirittura sottolineato dalle parole di un massimo dirigente della stessa azienda che opera a Parma. Che ci sia bisogno di tanta chiarezza e trasparenza in questo campo è evidente a tutti. Che arrivino risposte da Iren e Ato, l'ente che governa la tariffe, è una speranza che rinnoviamo. Magari supportata dal cambio di libro in piazza Garibaldi.
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