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A Rimini il 7 e 8 novembre 2012, in occasione di Ecomondo si parlera del consolidamento di quell'economia circolare che vede il rifiuto diventare risorsa e l'industria del riciclo volano dell'economia italiana verso l'indipendenza dalle importazioni di materie prime ed energia.
Occorre cogliere l'opportunità di gestire in un'ottica green i rifiuti.
In Europa gli occupati in questa eco-industria crescono ad un tasso dell'11% annuo.
Ecco le 7 regole per sviluppare l'industria del riciclo in discussione in vista degli Stati generali del 7/8 novembre 2012:
1) Armonizzazione della normativa in vigore e aggiornamento della regolamentazione e della normazione tecnica. Un ruolo fondamentale lo giocano la standardizzazione dei materiali derivati dai rifiuti, la definizione ed applicazione dei criteri comunitari sull'End of Waste, il coordinamento degli stessi con la normativa italiana sulle Materie Prime secondarie (MPS) e la diffusione della certificazione a garanzia di qualità.
2) Promuovere gli acquisti verdi. È ormai assodato che le materie ed i prodotti riciclati a parità di qualità prestazionali consentono un significativo "risparmio di sistema", considerando il ciclo d'uso e i mancati costi di smaltimento.
3) Sostenere il mercato con strumenti fiscali. Prevedere sistemi di detassazione "razionale" su MPS, sottoprodotti, prodotti riciclati, sistemi di detassazione e facilitazione al credito per gli investimenti in ricerca e sviluppo. Incentivi e disincentivi economici possono essere utilizzati a favore dell'efficienza ed il recupero energetico, introducendo meccanismi premiali per il materiale riciclato sulla falsa riga dei certificati bianchi.
4) Rendere maggiormente competitivo l'intero comparto attraverso la semplificazione e snellimento degli oneri amministrativi, la trasparenza e la corretta informazione verso i cittadini e la maggior concertazione con la Pubblica amministrazione (Accordi di Programma).
5) Introdurre a livello nazionale disincentivi per evitare che lo smaltimento in discarica sia ancora economicamente conveniente rispetto al conferimento agli impianti di valorizzazione dei rifiuti, con l'impegno di utilizzare tali risorse sia per lo sviluppo ed il mantenimento delle infrastrutture del riciclo sia per supportare le aree in ritardo.
6) Creare veri e propri "poli industriali". Ciò significa favorire la creazione di "siti impiantistici" moderni ed ecoeffcienti con capacità di riciclo/recupero "idonei", in grado cioè di rispondere alle esigenze del contesto territoriale a servizio delle Regioni/bacini.
7) Sviluppare Indicatori di performance ambientali, gestionali ed economici. Sono necessari, ad esempio, indicatori che misurino le performance anche in termini di qualità ed effettivo avvio a recupero.
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