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La Valle d'Aosta ha deciso di istituire il Registro regionale dei tumori. Tale strumento avra' il compito di monitorare le patologie neoplastiche nella popolazione regionale sia individuandone le cause, sia per la programmazione degli interventi di prevenzione.
Il pensiero di Amici del Viale della Pace...
Inziativa lodevole, forse andava fatta prima tenendo conto dello strano andamento delle forme tumorali nella nostra regione.
L'unico strumento di prevenzione effettiva che si potrebbe attuare in Valle d'Aosta è quello di annullare il progetto di costruzione di un nuovo inceneritore!
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E’ incredibile che si debba continuare a parlare di «pirogassificatore sì, pirogassificatore no».
Qualsiasi persona di buon senso capisce che se posso scegliere tra il costruire un nuovo impianto che immette veleni nell’aria («pochi», assicura l’assessore) e trovare delle soluzioni praticabili che non producono inquinanti («esistono eccome», garantiscono i referendari), la seconda opzione è molto migliore della prima.
Qualsiasi persona di buon senso, quando guarda la coltre di fumi che ricopre quasi giornalmente il fondovalle, pensa che sia criminale aggiungere nuove emissioni nell’aria valdostana se c’è la possibilità di evitarle. A onor del vero, ho anche sentito dire da persone «Responsabili» che l’inceneritore è cosa buona.
Il dibattito è aperto e le informazioni stanno sempre più circolando.
Sono contento che si possa andare a votare per il Referendum il 18 novembre prossimo: in questo modo finalmente i cittadini potranno esprimersi liberamente. L’assessore all’Ambiente da anni promuove confronti pubblici su questo tema su tutto il territorio. Ne ha fatti e ne sta facendo anche in questi giorni, con le Comunità montane, con gli amministratori, con i cittadini. Di ragioni la Regione ne avrà sicuramente tante per essersi messa così in gioco.
Sono quindi sicuro che si spenderà con convinzione per sostenere il NO al referendum avendo per così tanto tempo informato i valdostani sulla salubrità, economicità e sostenibilità ambientale dell’impianto.
Ne sono sicuro perché, dovesse mai invitare i cittadini a non recarsi alle urne, dimostrerebbe a tutti l’inconsistenza delle tesi fino ad oggi sostenute.
L’invito all’astensione sarebbe un chiaro segnale di debolezza e di imbroglio ai danni di noi tutti cittadini, la dimostrazione che i referendari hanno ragione a denunciare i rischi alla salute e anche i possibili interessi nascosti che, questi sì, giustificano un appalto da oltre 200 milioni di euro.
LUCA COLLALTI
BRISSOGNE
Lettere alla Stampa 5.10.12
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