19 novembre 2013

IN DIRETTA STREAMING SU AOSTAOGGI.TV L'EVENTO DI VALLE VIRTUOSA DEL 22 NOVEMBRE 2013 ORE 15






Rifiuti: dopo il referendum del 2012 perso un anno senza far nulla. 

In che modo l'attuale maggioranza in regione rispetterà l'esito del voto popolare è ancora un mistero.

Ad un anno dal referendum che ha sancito il no al pirogassificatore il governo regionale non ha ancora fatto nulla per mettere in pratica l'esito referendario.

La maggioranza regionale ha affermato e continua a ribadire  che rispetterà l'esito del referendum, ma ancora non si sa come ...

In Consiglio regionale, tramite alcune mozioni delle forze di opposizione sono state piu volte sollecitate azioni concrete: intraprendere la raccolta della frazione umida, dare immediata attuazione al piano regionale di gestione dei rifiuti, potenziare la quantità e la qualità delle frazioni da avviare a recupero per essere trattate in una cosiddetta 'fabbrica dei materiali'. Dalla maggioranza, invece, è arrivato il no su tutto, con l'alibi di uno studio di prefattibilità affidato a chi da anni gestisce la discarica.

1 novembre 2013

VALLE D'AOSTA: VERSO UNA STRATEGIA RIFIUTI ZERO ?

Manifestare interesse verso una strategia di lungo periodo da adottare è importante, ma non basta per essere credibili. Ora il "nuovo" governo regionale o meglio il "nuovo" assessore (il governo regionale non ha connotazioni di novità) ad un anno dall'esito del referendum si impegna nel giro di 30 giorni di adottare le "nuove" linee direttive in materia.

I nodi stanno arrivando al pettine ed in concomitanza ai pesanti tagli presenti in tutti i capitoli del bilancio regionale (oltre centociquanta milionidi Euro in meno ogni anno nell'ultimo triennio) sull'argomento rifiuti si dovranno prendere decisioni.  

Vedremo se i nostri amministratori regionali sapranno dirimere il problema e evitare di operare scelte impiantistiche "pesanti" in direzione opposta alla linea proposta dalla strategia "verso rifiuti zero".

Cerchiamo di capire meglio di cosa  si intende per strategia verso rifitui zero.

Rifiuti Zero è una strategia che si propone di riprogettare la vita ciclica delle risorse in modo tale da riutilizzare tutti i prodotti, facendo tendere la quantità di rifiuti da conferire in discarica allo zero, contrapponendosi alle pratiche che prevedono necessariamente un processo di incenerimento o discarica.
Il processo assomiglia al riutilizzo delle risorse fatto dalla natura. Tra i suoi maggior teorizzatori vi è il prof. Paul Connett, docente della St. Lawrence University (Canton).

Rifiuti Zero può rappresentare un'alternativa economica al sistema dei rifiuti tradizionale, dove nuove risorse vengono continuamente utilizzate per rimpiazzare le risorse finite in discarica. Può anche rappresentare un'importante alternativa per l'inquinamento visto che la discarica produce una quantità significativa di inquinamento ambientale.

Schematicamente è possibile riassumere la strategia Rifiuti Zero in tre punti:
  1. eliminare l'incenerimento dei rifiuti e strutturare un sistema di raccolta che aumenti la quantità di materiale differenziabile ed ottimizzi la qualità del materiale da riciclare, diminuendo contestualmente la quantità di rifiuti prodotti;
  2. incentivare il riuso del materiale riciclato, la riparazione di oggetti e operare scelte di vita che diminuiscano la percentuale di scarti (es. uso di prodotti alla spina);
  3. sostenere la progettazione e la produzione di prodotti totalmente riciclabili, riutilizzabili e riparabili.


Zero Waste Italy

Zero Waste Europe


16 ottobre 2013

VALLE D'AOSTA: MANCANZA DI INIZIATIVE E/O VOLONTA' POLITICA


Mentre tutte regioni e i comuni si attivano, la Valle d'Aosta rimane immobile.

Per un giorno Ferrara diventa capitale Europea dei rifiuti. 
Delegati di tutta Europa si incontreranno giovedì 17 ottobre 2013  nella sala convegni della Camera di Commercio, per discutere le esperienze più avanzate in tema di prevenzione della produzione dei rifiuti e riuso. 

I rifiuti sono infatti un’enorme risorsa da riutilizzare. Il recupero di materiali riciclabili per la creazione di nuovi prodotti da rimettere sul mercato consente di salvaguardare le ricchezze naturali dall’eccessivo sfruttamento e di evitare che materie preziose finiscano in discarica, oltre ad essere una grande opportunità di sviluppo e creazione di opportunità di lavoro. 

I rappresentanti della cooperazione sociale dell’Emilia Romagna, l’associazione Orius, la Regione Emila-Romagna, la Provincia di Ferrara, il Comune di Ferrara, Atersir, il gruppo Hera e i rappresentanti della rete internazionale europea Rreuse saranno i protagonisti dela mattinata di lavoro nell’incontro che nasce nell’ambito di importanti progetti europei, quali “LOWaste”, di cui è capofila il Comune di Ferrara, “Sifor”, di cui è capofila la Regione Emilia Romagna, “Segre”, per lo scambio di buone pratiche nell’ambito del riuso e del riciclo a livello europeo.

Scopo del meeting ferrarese è coordinare e focalizzare le esperienze in ambito europeo, italiano e locale al fine di proporre normative specifiche e sperimentazioni per incrementare la cultura del riuso collegata al miglioramento della condizione lavorativa di fasce deboli.

L’importanza dell’evento è data dal respiro europeo dell’iniziativa, dal legame stretto col territorio e dal tema del riutilizzo di rifiuti strettamente connesso al concetto di sostenibilità ambientale e sociale. 

Ferrara si conferma fra i territori all’avanguardia nello studio e la gestione dei rifiuti, alla ricerca di nuove soluzioni in grado di ridurre la produzione di rifiuti e promuovere innovative forme di riciclo e riuso dei materiali.
Il programma previsto per giovedì 17 ottobre.
09.00 – Saluti e benvenuto Associazione ORIUS
09.05 – Progetto LOWaste: sviluppo di un mercato locale di prodotti riciclati e
riutilizzabili, Rossella Zadro – Comune di Ferrara – Assessore Ambiente, Relazioni Internazionali
09.15 – La rete di RReuse e il ruolo della preparazione per il riutilizzo nella
legislazione europea, Michal Lan – RReuse
09.35 – Valore ambientale, sociale ed economico della preparazione al riutilizzo: il
ruolo dell’economia sociale, Arantxa Ramos Alvarez – AERESS – RReuse
09.55 – Problematiche e garanzie nell’accesso al flusso dei rifiuti, Leonardo Malatesta – Atersir
10.10 – Competizione e collaborazione tra comuni, gestori e attori dell’economia
sociale nell’accesso al flusso dei rifiuti, Leonardo Malatesta – Atersir
With the contribution of the LIFE financial instrument of the European Community
10.25 – Dati e strategie per uno sviluppo regionale della preparazione per il riutilizzo
Vito Cannariato – Regione Emilia-Romagna – Responsabile Servizio Rifiuti e Bonifica Siti
10.45 – Oneri normativi per le organizzazioni che si occupano di preparazione al
riutilizzo, Avv.Daniele Carissimi – Studio Carissimi
11.45 – Tavola rotonda su
1) Collegamento/collaborazione produttori e riuso
2) Networking tra imprese sociali
3) Rapporti con le organizzazioni pubbliche e le aziende
4) Nuovi modelli di business
con la partecipazione di: Associazione Orius, RReuse, Comune di Ferrara (Rossella Zadro), Provincia di Ferrara (Rosalba Martino), Regione Emilia-Romagna (Vito Cannariato), Hera (Nicola Bindini e Stefano Amaducci, Atersir (Leonardo Malatesta), Occhio del Riciclone (Maya Battisti).

9 ottobre 2013

MOZIONE RIFIUTI: IN CONSIGLIO REGIONALE LA NUOVA GIUNTA, AD UN ANNO DAL REFERENDUM, NON ESPLICITA LE PROPRIE INTENZIONI



La "nebulosa" LucaBianchi, neo assessore regionale al Territorio e Ambiente, al primo passaggio cruciale  in Consiglio regionale è apparsa  deludente e decisamente opaca. Poco chiara appare, infatti la linea politica espressa: vedremo nei prossimi mesi... abbiamo appena commissionato uno studio di prefattibilità... Insomma risposte copia-incolla generate nel bel mezzo di un collasso gravitazionale. Ci si sarebbe, invece, aspettati un'adesione convinta a una mozione da tutti considerata di buon senso e finalizzata a esplicitare le iniziative future della Giunta regionale in materia di gestione rifiuti, anche alla luce dell'ultima direttiva del Ministero dell'Ambiente del 6 agosto 2013.
Invece, ad un anno dall'esito del referendum popolare del 18 novembre 2012, che proibisce l'uso di trattamenti a caldo dei rifiuti sul territorio, il governo regionale non ha ancora definito il percorso da adottare.
Il consigliere Roscio (Alpe), firmatario della mozione d'indirizzo sulla futura gestione rifiuti insieme ai consiglieri Bertin (Alpe) e Donzel (Pd-Sinistra vda), ha ricordato che attualmente, nella discarica di Brissogne, l'indifferenziato viene smaltito senza alcun processo di stabilizzazione. Gli obiettivi di raccolta differenziata, previsti dalla legge, potranno essere raggiunti solo mediante la raccolta della frazione organica. Non è più possibile conferire materiale non stabilizzato in discarica anche perché sono previste pesanti sanzioni da parte della Commissione europea. La maggioranza regionale, ad oggi, non ha concretizzato nulla, nonostante le indicazioni degli esperti emerse nella commissione speciale dell'ultima legislatura. La legge non parla più solo del 65%, ma arriva a percentuali maggiori per certe frazioni di rifiuto. 
La Valle d'Aosta ha dunque intenzione di andare in questa direzione o stiamo ad aspettare gli eventi?
Per il Consigliere Roberto Cognetta (M5S) c'è molto pressapochismo al potere. E' passato un anno dal referendum e cosa si fa? Zero risposte, zero strategie.  Sempre secondo lui la maggioranza mette in atto una tecnica dilatatoria dei tempi, col rischio che tra un po' qualcuno ci dirà che dobbiamo bruciare i rifiuti perché non sappiamo più dove metterli. Chi ci amministra deve applicare le decisioni scaturite dal referendum.


8 settembre 2013

RIFIUTI IN DISCARICA A BRISSOGNE: OCCORRONO INTERVENTI DI STABILIZZAZIONE

Rifiuti indifferenziati in discarica a Brissogne: occorre intervenire anche sulla frazione umida... senza ulteriori indugi.

La sola raccolta differenziata anche spinta non è di per sé idonea a escludere la necessità di sottoporre a preventivo trattamento i rifiuti indifferenziati residuali se, oltre alla prova di aver conseguito gli obiettivi progressivi di riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili da collocare in discarica, non viene data anche la dimostrazione che il trattamento non contribuisce a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente e i rischi per la salute.



la Commissione Europea, ha precisato che:
“il trattamento dei rifiuti destinati a discarica deve consistere in processi che, oltre a modificare le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurre il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero, abbiano altresì l’effetto [art. 1 - Direttiva 1999/31/CE] di evitare o ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente nonché i rischi per la salute umana” ; “…un trattamento che consiste nella mera compressione e/o triturazione di rifiuti indifferenziati da destinare a discarica, e che non includa un’adeguata selezione delle diverse frazioni dei rifiuti e una qualche forma di stabilizzazione della frazione organica dei rifiuti stessi, non è tale da evitare o ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente e i rischi sulla salute umana…” ai sensi della normativa comunitaria; “…il metodo relativo alla raccolta differenziata…non potrebbe costituire un trattamento ai sensi dell’art. 6 lettera a) della direttiva 199/31/CE letto alla luce del combinato disposto dell’art. 1 della direttiva 199/31/CE e degli 4 e 13 a) della direttiva 2008/98/CE in quanto il fatto che la percentuale di raccolta differenziata venga aumentata non autorizza a concludere che la parte di rifiuto che rimane indifferenziato non debba essere sottoposto ad un trattamento adeguato, comprensivo di stabilizzazione della frazione organica dei rifiuti stessi, prima della messa in discarica e pertanto non è tale da evitare o ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente e i rischi per la salute umana…” .

Quindi, per quanto concerne le indicazioni della circolare in merito alla definizione di “trattamento” (di cui alla precedente lettera a), alla data del 1° giugno 2012, la trito vagliatura, pur rappresentando un miglioramento della gestione dei rifiuti indifferenziati, non soddisfa, da sola, l’obbligo di trattamento previsto dall’art. 6, lettera a) della direttiva 1999/31/CE.
Tale obbligo, previsto dall’ordinamento nazionale - art. 7, comma 1, del D.lgs. 36/2003 – deve necessariamente includere un’adeguata selezione delle diverse frazioni dei rifiuti e la stabilizzazione della frazione organica.
Infatti, le operazioni e i processi che soddisfano i requisiti minimi per rispettare il vincolo del conferimento in discarica dei soli rifiuti trattati sono il trattamento effettuato mediante tecnologie più o meno complesse come ad esempio la bioessiccazione e la digestione anaerobica previa selezione, il trattamento meccanico biologico e l’incenerimento con recupero di calore e/o energia.
Per quanto concerne, invece, le indicazioni della circolare sulla natura equipollente della “raccolta differenziata spinta” al trattamento (di cui alla precedente lettera b), le disposizioni della Direttiva discariche 1999/31/CE e del D.Lgs. 36/2003 (artt. 5 e 7) come interpretate dalla Commissione Europea evidenziano che la sola raccolta differenziata spinta, come definita dalla circolare, non è di per se idonea a escludere la necessità di sottoporre a preventivo trattamento i rifiuti indifferenziati residuali se, oltre alla prova di aver conseguito gli obiettivi progressivi di riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili da collocare in discarica (art. 5), non viene data anche la dimostrazione (art. 7) che il trattamento non contribuisce a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente e i rischi per la salute umana e non è indispensabile ai fini del rispetto dei limiti fissati dalla normativa vigente.
Si deve poi aggiungere che, successivamente alla data di adozione della circolare, sono state adottate nuove norme per l’ammissibilità dei rifiuti in discarica.
Più precisamente, il D.M. 27 settembre 2010, che ha sostituito e abrogato il D.M 3 agosto 2005, ha superato le difficoltà applicative che avevano reso necessario definire il regime transitorio in questione.

In particolare, sono state superate le difficoltà applicative del D.M 3 agosto 2005 dovute al limite molto restrittivo del parametro DOC (Carbonio Organico Disciolto) nell’eluato (test di cessione) che non era raggiungibile per alcune tipologie di rifiuti non pericolosi di matrice organica, ancorché ben stabilizzati biologicamente; limite che, per le discariche di rifiuti non pericolosi, non era previsto dalla disciplina europea e rendeva di fatto inapplicabile il D.Lgs. 36/2003.
Infine, è scaduto il regime transitorio di cui all'articolo 17 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36.



In conclusione, alla luce del parere motivato della Commissione Europea e delle citate sopravvenute norme, il regime transitorio disciplinato dalla circolare U.prot.GAB-2009-0014963 del 30/06/2009 e le indicazioni ivi fornite non sono più efficaci.
Con l’occasione, al fine di rispettare i limiti fissati dalla normativa vigente, si rende necessario ribadire, con l’urgenza del caso, la necessità di dare piena attuazione al programma per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica previsto dall’art. 5 del D.Lgs 36/2003 e di incentivare la raccolta differenziata.

...

Tutto ciò fatto presente, si invitano le Regioni e Province autonome in indirizzo ad osservare quanto sopra disposto e ad adottare le ulteriori iniziative necessarie, in termini di attuazione della pianificazione con particolare riferimento alla gestione dei rifiuti urbani, al fine di rispettare gli obiettivi stabiliti dalle norme comunitarie.


Ministero Ambiente
On. Andrea Orlando


per visionare per intero la circolare >>>



23 giugno 2013

PORTA PRETORIA: INTERVENTO "CONSERVATIVO" IMPATTANTE...

Porta Pretoria: la piu’ importante porta urbica di Augusta Praetoria (Aosta)

L'intervento conservativo "impattante" continua a suscitare reazioni e commenti.

I lavori per un importo di oltre un milione di Euro portati avanti, nonostante le ottime condizioni di conservazione, continuano a sollevare perplessità tra i cittadini e i turisti...

Chi controlla nel merito quali siano gli interventi "necessari" quando gli organi di vigilanza, a volte si sovrappongono o dipendono gerarchircamente dalla stessa struttura assessorile o ministeriale.

Nella nostra regione sono ancora troppo pochi gli spazi e i momenti di condivisione preventiva ...






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