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Ecco il resoconto di Fabrizio Roscio sulle visite effettuate ad alcuni impianti di trattamento dei rifiuti nel Nord Italia.
Il
16 e 17 ottobre la III Commissione consiliare ha visitato alcuni
impianti per la gestione dei rifiuti nel nord est dell'Italia, con
l'obiettivo di verificare la possibilità di replicare le migliori
soluzioni ad oggi esistenti.
Alla visita hanno preso parte anche
l'assessore regionale Bianchi e il dott. Ghiringhelli, in qualità di
esperto dell'Osservatorio regionale sui rifiuti.
La visita è iniziata al consorzio Contarina (TV), che ha presentato il proprio eccellente modello
organizzativo, si è passati in seguito all'impianto di trattamento
delle frazione organica di Faedo (TN) che produce in uscita energia
elettrica e compost di qualità.
Il giorno seguente è stata la volta
di Este (PD) dove si pratica la gestione integrata dei rifiuti, su
scala ben più ampia rispetto alla nostra regione e infine l'impianto di
Ceresara (MN) dove si tratta la frazione residuale, per la produzione di
combustibile e di biostabilizzato per copertura discariche.
Nel
corso della visita ci sono state presentate realtà di gestione dei
rifiuti più o meno eccellenti, non sempre replicabili in Valle d'Aosta. È
risultato evidente che purtroppo il nostro attuale modello gestionale è
il più arretrato, caratterizzato da grande frammentazione nelle
modalità di raccolta e di tariffazione e incentrato esclusivamente sullo
smaltimento in discarica.
È emerso che i successi migliori sono
stati ottenuti laddove le scelte politiche sono state condivise e fatte
proprie dalla popolazione e dove il pubblico ha mantenuto il controllo
delle scelte e dei processi.
Per dare concretezza agli indirizzi
recentemente approvati dal Consiglio regionale occorre partire da subito
con la raccolta porta a porta della frazione organica e introdurre
modalità tariffarie omogenee su tutta la Regione.
Le necessarie
valutazioni sugli impianti da realizzare dovranno essere successive e
fondarsi su dati comprovati, in un'ottica non d'emergenza ma di
programmazione, che miri a una gestione di qualità.
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Giovedì 16 e venerdì 17 ottobre 2014, la terza Commissione
"Assetto del territorio", integrata dalle forze politiche non
rappresentate al suo interno, ha effettuato un sopralluogo agli
impianti di trattamento dei rifiuti di Spresiano (TV), Faedo (TN),
Este (PD) e Ceresara (MN).
«Il percorso di approfondimento all'interno della terza
Commissione, che ha già visto un primo risultato con l'approvazione
unanime del documento che detta gli indirizzi gestionali dei
rifiuti, prosegue a completamento dell'impegno che mi ero assunto
in Consiglio: l'obiettivo è quello di dare un contributo
nell'individuazione delle soluzioni più adeguate per la Valle
d'Aosta - riferisce il Presidente Stefano
Borrello (SA) -. In questi due giorni, abbiamo
visitato due siti per verificare l'aspetto gestionale e altri due
per analizzare l'aspetto impiantistico. Questi modelli
rappresentano uno spunto molto interessante che bisognerà poi
contestualizzare alla realtà valdostana al fine di effettuare le
scelte migliori per il nostro territorio.»
Per il Consigliere dell'UV Claudio Restano è
stata «una trasferta significativa che ci ha permesso di
prendere conoscenza di diversi modelli organizzativi anche se
questi sono a servizio di territori e utenze profondamente diversi
dai nostri. Serviranno per fare riflessioni in merito
all'organizzazione che vorremmo darci per la Valle d'Aosta in
questo ambito.»
«Nel corso della visita ci sono state presentate realtà di
gestione dei rifiuti più o meno eccellenti, non sempre replicabili
in Valle d'Aosta - commenta il Consigliere di Alpe Fabrizio
Roscio -. È risultato evidente che purtroppo
il nostro attuale modello gestionale è il più arretrato,
caratterizzato da grande frammentazione nelle modalità di raccolta
e di tariffazione e incentrato esclusivamente sullo smaltimento in
discarica. È emerso che i successi migliori sono stati ottenuti
laddove le scelte politiche sono state condivise e fatte proprie
dalla popolazione e dove il pubblico ha mantenuto il controllo
delle scelte e dei processi. Per dare concretezza agli indirizzi
recentemente approvati dal Consiglio regionale occorre partire da
subito con la raccolta porta a porta della frazione organica e
introdurre modalità tariffarie omogenee su tutta la regione. Le
necessarie valutazioni sugli impianti da realizzare dovranno essere
successive e fondarsi su dati comprovati, in un'ottica non
d'emergenza ma di programmazione, che miri a una gestione di
qualità.»
I Consiglieri dell'UVP Alessandro Nogara e
Vincenzo Grosjean evidenziano che «in questi
due giorni di visita - con sorpresa abbiamo trovato l'Assessore
all'ambiente Bianchi in compagnia del dottor Ghiringhelli ad
attenderci al nostro arrivo -, abbiamo avuto un'ulteriore conferma
di quanto tempo si sia perso per tentare di risolvere il problema
del trattamento dei rifiuti in Valle d'Aosta, che altre località
invece, con maggiori dimensioni e diverse complicazioni, hanno
affrontato con efficacia e tempismo. Dal confronto abbiamo rilevato
che gli impianti da realizzare in un territorio come il nostro
sono, nella sostanza, di semplice concretizzazione e per i quali
bisogna tenere conto di quattro punti essenziali, che sono la base
di ogni gestione efficiente: la raccolta differenziata, la raccolta
dell'umido, la tariffazione puntuale, l'individuazione di sistemi
di riconoscimento dell'utenza. Dalla visita è inoltre emerso che
una buona gestione pubblica dà migliori risultati per la comunità
rispetto alla gestione privata.»
Per il Consigliere del M5S Roberto Cognetta,
«la visita è stata veramente utile perché ci siamo confrontati
con realtà diverse che hanno messo in campo grande efficienza e che
hanno un'esperienza ventennale. Gli spunti che ci sono arrivati ci
devono effettivamente fare riflettere sulle tante scelte ipotizzate
fino ad ora: la strada da intraprendere è da individuare con
maggiore attenzione, soprattutto alla luce dei numeri che abbiamo.
Il rischio è quello di ritrovarsi con impianti che con il tempo
risulterebbero troppo costosi per la comunità. A volte, fare meno è
meglio.»
«Una "missione" sicuramente istruttiva sia per quanto
riguarda i modelli gestionali sia impiantistici - afferma il
Consigliere Jean-Pierre Guichardaz (PD-SVdA) -.
Naturalmente le realtà visitate sono progettate per numeri di
abitanti di molto superiori ai nostri e per territori con
caratteristiche geomorfologiche specifiche, quindi non è pensabile
traslare quei modelli senza adattarli alle esigenze della nostra
realtà. Ho avuto conferma della bontà della gestione
pubblica degli impianti di trattamento ma anche del sistema di
raccolta dei rifiuti. Una buona politica sui rifiuti non può non
andare di pari passo con l'applicazione di tariffe puntuali basate
su una componente fissa e su una parametrata sulla quantità di
rifiuti indifferenziati prodotti (meno se ne producono meno si
paga). Tutti gli esperti, i gestori, i progettisti di sistemi di
raccolta e di impianti che abbiamo avuto modo di incontrare hanno
concordato sul fatto che il punto di partenza necessario è
senz'altro la raccolta dell'umido. Credo che da lì si debba partire
prima di immaginare qualunque soluzione impiantistica: solo una
volta compresa la capacità dei valdostani di differenziare si
potranno immaginare sistemi e impianti adeguati. Diversamente si
rischia di mettere in piedi soluzioni che prima di entrare a regime
dovranno essere corrette con dispendio di risorse e di
tempo.»
Tassiamo la termovalorizzazione
Il primo luglio 2006 il governo svedese ha introdotto nuove tasse alla termovalorizzazione dei rifiuti.
Una tassa riguarda l'energia prodotta da questi impianti ed ammonta a
16,5 € per tonnellata di carbonio fossile presente nei rifiuti. La
seconda tassa riguarda la riduzione della produzione di anidride
carbonica ed ammonta a 371 € per tonnellata di carbonio fossile
termovalorizzato.
In sintesi, queste tasse vogliono scoraggiare la termovalorizzazione
delle plastiche (che contengono solo carbonio fossile) e favorire il
riciclo dei materiali post consumo e le tecniche di trattamento
biologico.
Il sistema svedese per la gestione dei materiali post consumo sta subendo profonde modifiche.
In questo paese esistono 30 inceneritori con recupero energetico dai
rifiuti, ma i nuovi obiettivi del governo svedese sono "più materiali
per il riciclo e di migliore qualità " : riciclo ( vero) del 55% degli
imballaggi entro il 2008 e riciclo del 50% entro il 2010 dei rifiuti
domestici, anche grazie a trattamenti biologici (compostaggio e
fermentazione anaerobica).
Questa scelta è una vera rivoluzione per la Svezia. Nonostante il fatto
che nei rifiuti svedesi la plastica rappresenta il 14% in peso, fino
al 2006 i rifiuti urbani erano considerati una fonte di energia
rinnovabile e quindi esentati dalle tasse applicate ai combustibili
fossili. Questa scelta favoriva indebitamente i rifiuti rispetto ad
altri combustibili usati per il teleriscaldamento.
Oggi, grazie a queste tasse la concorrenza sleale in Svezia è azzerata.
In Italia, invece si continua a foraggiare l'incenerimento dei rifiuti
con soldi tolti dalle tasche degli Italiani sotto forma di tasse pagate
sulla bolletta dei rifiuti. E' la voce A3 della bolletta della luce,
tasse che dovrebbero andare ad incentivare le fonti di energia
rinnovabile.
E lobby ben agguerrite e ben rappresentate nel Parlamento, sono riuscite
a trasformare per legge i rifiuti organici in fonte di energia
rinnovabile.
Peccato che, dal punto di vista energetico, sia molto meglio trasformare
gli scarti organici in compost piuttosto che trasformarli in cenere
tossica.
Ma questo, a Renzi, nessuno lo ha raccontato.
Il porta porta spinto costa meno dei sistemi a cassonetto stradali.
Diminuendo il peso dei rifiuti cosiddetti indifferenziati, il bilancio economico chiude con un saldo positivo.
In più, sempre a parità di rifiuti, con il porta a porta si creano molti ma molti più posti di lavoro capillarmente distribuiti sul territorio e i cittadini ci guadagnano, grazie ad una tariffazione puntuale che consente di premiare i virtuosi penalizzando chi fa peggio la raccolta.
Ecco i comuni che la applicano: Ponte nelle Alpi (Bl), Camigliano (Ce), Trento, Parma, Treviso, Capannori (Lu).
generale che, per anni, hanno voltato la faccia dall’altra parte? Non pensa che questo c’entri qualcosa, con la questione dei costi e del disservizio in essere?
L’Europa (non solo i comitati contro gli inceneritori) ci chiede di gestire la partita dei rifiuti diminuendoli, differenziandoli, riutilizzandoli, recuperandoli e, solo come ultima opzione possibile, bruciarli.
L’Associazione Comuni Virtuosi organizza, da qualche mese, viaggi virtuosi per consentire ad amministratori locali, funzionari, attivisti e giornalisti, di conoscere da vicino alcune tra le più significative esperienze in campo ambientale sperimentate con successo.
Riorganizzare numero dei subATO (sotto Ambiti territoriali ottimali) per gestire al meglio il servizio raccolta dei rifiuti. Ancora una interpellanza nella seduta del 24 settembre 2014.
Con i nuovi indirizzi di gestione dei rifiuti approvati dal Consiglio il 30 luglio 2014, si dovranno porre in essere modifiche agli ambiti territoriali.
Il Governo regionale si era già impegnato in tal senso attraverso una mozione dell'ottobre 2013, ma ad oggi permangono notevoli differenze nei sottoambiti anche in considerazione del rinnovo di appalti per il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti, al fine di evitare disparità di servizi e maggiori spese a carico degli utenti.
L'Assessore al territorio e ambiente, Luca Bianchi, ha risposto: «In esecuzione della mozione approvata da quest'Aula e in coerenza con quanto disciplinato dalla normativa, la Giunta regionale il 19 settembre scorso ha approvato l'avvio di una procedura comparativa per il conferimento di un incarico professionale tecnico per l'adeguamento del piano regionale di gestione dei rifiuti.
Tra l'altro, il professionista dovrà occuparsi della verifica della coerenza della delimitazione degli attuali subATO sia per adeguarli alla nuova legge in materia di Enti locali, sia per ottimizzare i servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti, oltre che per trovare una modalità omogenea dell'applicazione della tariffa complessiva del servizio. La Regione persegue l'obiettivo di far sì che, alla luce della nuova pianificazione, siano definiti criteri omogenei, tenendo conto dell'individuazione di una tariffazione puntuale sugli utenti e della filosofia secondo cui chi inquina paga.
L'Assessorato si è già attivato operativamente in questo senso fin dall'estate 2013 con la convocazione di diversi incontri con le autorità di subATO, proprio per coordinare le linee di azione da porre in essere alla luce delle novità introdotte. A seguito di questi confronti, abbiamo concordato l'avvio di procedure per la gestione in via transitoria fino alla realizzazione di impianti per la frazione organica, per cui è prevista una raccolta che sarà avviata rogressivamente, man mano che i subATO si adegueranno.
Si è già perso troppo tempo. Speriamo che dalle parole si passi ai fatti.
http://comitatosipuofare.blogspot.it/
L’assessore regionale all’Ambiente afferma che la Valle d'Aosta non andrà in emergenza rifiuti. La disponibilità di spazio in discarica permetterebbe di non andare in emergenza rifiuti.
La vita della vecchia discarica è stimabile a circa 18 mesi. I conferimenti di rifiuti indifferenziati sono passati dalle 44 mila tonnellate circa all’anno nel 2012 alle 36 mila tonnellate circa del 2013.
Per l’adeguamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti sono previsti circa tre mesi da oggi.
Urgono decisioni immediate.
La discarica di Brissogne si sta esaurendo (di sicuro durerà meno di 1 anno).
La Regione sta ancora scrivendo il nuovo piano di gestione dei rifiuti ma non riesce ad adottare iniziative concrete, operative.
Valle Virtuosa denuncia lo stato di inerzia. Il terzo lotto dell'attuale discarica di Brissogne, è praticamente esaurito ed il quarto lotto, sebbene già predisposto è inutilizzabile perché, per legge, non può accogliere rifiuti che non siano stati preventivamente trattati e stabilizzati.
Se continua l'attuale impasse la Valle d’Aosta sarà costretta a portare i propri rifiuti fuori Regione con un aumento dei costi di trasporto e di smaltimento che ricadranno sui cittadini.
I tempi stringono...
Occorre partire immediatamente con la raccolta dell’umido nei centri abitati che già fanno il porta a porta (dato che il conferimento dei rifiuti organici differenziati ai centri di compostaggio costa la metà di quanto costerebbe incenerirli) e unificare le 9 sub ato.
Questa suddivisone del territorio valdostano complica la gestione della raccolta, innalza i costi di gestione, impedisce di uniformare il servizio e le tariffe su tutto il territorio regionale.