4 ottobre 2015

APPUNTAMENTI PUBBLICI PER LA STRATEGIA RIFIUTI ZERO


Dal 4 al 9 ottobre insieme ad una delegazione americana della Strategia Rifiuti Zero sarà a Torino, Vercelli, Parma, Roma, Firenze e Capannori
Capannori, 30.09.2015 – Il capitano Charles Moore, lo scopritore nel 1997 del ‘continente di plastica’ (Great Pacific Garbage Patch) dell’Oceano Pacifico dal 4 al 9 ottobre prossimi sarà per la prima volta in Italia per un tour ambientalista insieme ad una delegazione americana della Strategia Rifiuti Zero capitanata da Paul Connett il massimo divulgatore dello Zero Waste promosso da Zero Waste Italy, Centro di Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori e l’associazione ‘Ambiente e Futuro’.
Moore, fondatore dell’Algalita Marine Research Foundation sta dedicando la vita allo studio dei fenomeni biologici legati agli impatti della plastica sulla vita marina e sulla stessa catena alimentare ed ha pubblicato per Feltrinelli il libro “L’Oceano di Plastica”. Sei le città, Torino e Vercelli (4-5 ottobre) Parma (6 ottobre), Firenze (7 ottobre) Roma (8 ottobre) Capannori (9 ottobre) che Moore toccherà insieme al team americano composto anche da Rick Anthony, presidente della Zero Waste International Alliance, Ruth Abbe, presidente di Zero Waste USA e Tom Wright esperto di sistemi di imballaggio per iniziative di sensibilizzazione sulle enormi potenzialità della strategia rifiuti zero in termini di salute ambientale ma anche di opportunità di lavoro e sulle criticità planetarie a partire dal dramma dei “continenti di plastica”. Al Tour parteciperanno anche Rossano Ercolini, Environment Goldman Prize 2013 e presidente di Zero Waste Europe, Enzo Favoino coordinatore scientifico della stessa organizzazione e Joan Marc Simon direttore esecutivo di ZW Europ.
Il team degli “zerowaster” ribattezzato “Zero Waste Dream Team” sarà in Italia anche per supportare le battaglie che si stanno svolgendo contro l’articolo 35 dello Sblocca Italia che prevede una nuova ondata di inceneritori ed in particolare per sostenere le associazioni e i comitati che a Torino, Parma e Firenze si stanno prodigando contro i rispettivi progetti e impianti di incenerimento. Il tour prevede anche tappe in città ormai simbolo della strategia Rifiuti Zero come Capannori la pioniera italiana di questo modello di gestione dei rifiuti che dal 2007 sta contagiando il “vecchio continente” dove è in programma un incontro con il sindaco Luca Menesini e il Centro di ricerca Zero Waste; come Vercelli dove la sindaca Maura Forte ha intrapreso con risolutezza questo percorso. In seguito lo ZW Dream Team incontrerà a Roma i vertici della giunta capitolina; sarà una tappa d’obbligo per testare la sensibilità ambientale di una delle più importanti capitali europee in vista del grande evento internazionale di dicembre a Parigi sui cambiamenti climatici.

2 ottobre 2015

GESTIONE CORRETTA DEI RIFIUTI: UNA NUOVA LEGGE IN EMILIA ROMAGNA

Obiettivi da porsi per il futuro. Tenendo conto anche della recente legge regionale approvata in Emilia Romagna.
Ecco i punti salienti:
- modificare il criterio di valutazione nella gestione dei rifiuti: dal criterio di raccolta differenziata a quello di minimizzazione dei rifiuti non riciclati, quindi un criterio contro lo spreco, un vero cambio culturale;
- al 2020 75% di RD, 20-25% di riduzione, 70% di riciclaggio, max 150 Kg non riciclati;
- obbligo entro il 2020 della tariffazione puntuale che comunque comincia da subito nei comuni già pronti
- previsione di costruzione in tutti i comuni dei centri del riuso abbinati ai centri di raccolta
- obbligo della selezione degli ingombranti ai fini della preparazione per il riuso e del riciclaggio
- meccanismo economico automatico e progressivo di premiazione dei comuni che minimizzano sotto il 70% della media regionali i rifiuti non inviati a riciclaggio con meccanismo di reperimento certo dei fondi ed una dotazione minima di 5 milioni
- incentivazione del passaggio da raccolta stradale a raccolta porta a porta con tariffa puntuale, costruzione dei centri riuso, e progetti di riduzione con dotazione minima di 5 milioni
- introduzione del compostaggio di comunità
- coinvolgimento delle associazioni ambientaliste nella definizione dei regolamenti e della distribuzione dei fondi.

1 settembre 2015

NUOVO PIANO GESTIONE DEI RIFUTI VDA: ECCO LE COSE DA FARE


Non c’è nulla da inventare, basta realizzare quanto già sperimentato in tante parti d’Italia:
  • superare il monopolio della gestione dei rifiuti valdostani affidato ad un privato (Valeco spa)
  • superare l'attuale sistema di raccolta rifiuti ad Aosta puntando ad un porta a posta nel centro di Aosta
  • uniformare il servizio su tutto il territorio regionale;
  • attivare la raccolta differenziata dell’organico in tutto il territorio regionale;
  • incentivare il compostaggio domestico e collettivo dei rifiuti organici soprattutto nei comuni rurali;
  • adottare la raccolta domiciliare in tutti i centri a maggior densità abitativa lasciando la raccolta stradale, in forma marginale, solamente nelle zone più disperse ed isolate;
  • applicare una tariffa basata sulla effettiva quantità di rifiuti indifferenziati prodotti;
  • trattare tutti i rifiuti indifferenziati in una “Fabbrica dei Materiali” che estragga i materiali ancora riciclabili e che stabilizzi quelli che non lo sono, prima di smaltirli in modo conforme alla legge in discarica.

  •  


    22 agosto 2015

    RIFIUTI: PARMA E' UN ESEMPIO DA SEGUIRE PER LIMITARE GLI INCENERITORI

    Sblocca Italia, lettera di Pizzarotti a Renzi: "Entro il 2020 si potrebbero chiudere 7 inceneritori su 8"

    Se il “modello Parma” di raccolta e gestione rifiuti venisse preso a esempio dal resto della regione Emilia Romagna, entro il 2020 si potrebbero chiudere sette inceneritori sugli otto presenti. Lettera del sindaco Federico Pizzarotti a Matteo Renzi. 

    LA LETTERA DI PIZZAROTTI A RENZI 

    “Caro Presidente, la gestione dei rifiuti è un tema su cui l'azione di governo non si dimostra determinata nel perseguire le buone pratiche, quali quelle che il Comune di Parma, insieme a diverse altre  realtà locali, sta già attuando da anni. Nel Paese, fin troppo spesso agli “onori” della cronaca per le emergenze ambientali, esistono esperienze virtuose che dimostrano come sia possibile ridurre al minimo il ricorso a discariche e inceneritori, applicando modelli di raccolta differenziata diventati un esempio anche per altri paesi dell’Ue. Nella mia città, seconda in Emilia-Romagna per numero di abitanti - quasi 200.000 -, abbiamo raggiunto risultati fino a pochi anni fa impensabili, toccando nel 2014 il 70% di raccolta differenziata, contro il 48% del 2012. Senza troppi giri di parole, oggi un cittadino di Parma manda a smaltimento la metà dei chili di rifiuti rispetto ad un bolognese. Ecco: se tutti i Comuni dell’Emilia Romagna attuassero il modello virtuoso di Parma, entro il 2020 in Regione si potrebbero chiudere sette inceneritori sugli otto presenti. Ma non ci siamo solo noi di Parma: altri sono gli esempi che potremmo citare, a partire da Ponte nelle Alpi, il Comune più “riciclone” d'Italia con il 92% di raccolta differenziata, per non parlare di Cosenza e Salerno, realtà di assoluta eccellenza del sud Italia (oggi tristemente ricordato solo per la terra dei fuochi), e chiudendo con Milano, la più grande città europea a praticare la raccolta porta a porta della frazione organica. Le città, in sostanza, stanno dando prova di essere il motore dell’Italia: qui realizziamo programmi di smart cities; qui concretizziamo progetti a basso impatto ambientale; qui investiamo sulla riqualificazione energetica; qui, infine, attuiamo politiche in grado di dare risposte concrete alle esigenze della società, che reclama una sempre maggiore qualità della vita e dell’ambiente. 

    Ora, in un contesto in cui avete a disposizione esperienze positive conseguite da amministrazioni di diverso colore politico - molte delle quali appartenenti al suo partito -, considero francamente masochista e conservatore intervenire sul tema rifiuti con un provvedimento fuori da ogni logica, quale l'articolo 35 dello Sblocca Italia. Il nostro Paese non ha bisogno di incrementare il numero e la capacità degli inceneritori esistenti che, doveroso ricordarlo, sono comunque classificati come industrie insalubri di tipo A. La riprova di ciò che sostengo arriva proprio dall’inceneritore di Parma: dopo soltanto un anno e mezzo dall’avvio non ha sufficienti rifiuti da bruciare per la sua sopravvivenza, come invece era stato previsto dal progetto iniziale. Ed il motivo è la raccolta differenziata spinta attuata a Parma, che ha fatto breccia nel sistema e che, oggi, indica al Paese la via virtuosa per uscire dalle politiche di incenerimento, ormai superate e diseconomiche. Presidente, le chiedo di ascoltare gli amministratori locali: l’Italia ha bisogno di un vero cambio di passo politico sul tema della gestione dei rifiuti. Siamo ancora in tempo per perseguire una strada qualitativamente migliore rispetto ai programmi di incenerimento. Le città hanno tracciato un cammino che finalmente parla di progresso e rinnovamento, e in quanto istituzioni abbiamo tutti noi il dovere, oltreché la necessità, di imboccarlo”.