18 dicembre 2011

RECUPERO DELLE PLASTICHE: NOTA A MARGINE DEL CONVEGNO COREPLA DEL 15 DICEMBRE

I dati emersi dal convengo in sintesi:
la raccolta della plastica in VdA, pur grande nei numeri pro-capite, è pessima dal punto di vista della qualità (la frazione estranea rilevata e pari al 23.4 % pari al doppio della media italiana pari al 10.6%).
La Regione Valle d'Aosta/Comunità Montane/Comuni non percepiscono un vantaggio economico; anzi, per non aver vigilato a dovere, si andrà a pagare una penale per lo smaltimento delle plastiche "inquinate-impure".
Il recupero di materia plastica è sempre da preferire al recupero energetico.

Se per molti cittadini i dati emersi nel corso del convegno organizzato da Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggi in plastica)sono apparsi una novità per altri proprio no.
Per i cittadini che negli scorsi anni avevano partecipato all'iniziativa "Visitiamo la discarica di Brissogne per approfondire le tematiche del recupero e del riciclo) i dati presentati nel corso del convegno sono apparsi come semplici conferme di criticità gia presenti e rilevate. Il dato relativo alla raccolta non di qualità della plastica era conosciuto dai tecnici e esperti del settore.

Chi doveva vigilare e stabilire linee di condotta o attivare modalità di selezione o preselezione perchè non lo ha fatto?

Chi doveva intervenire? La Regione in quanto proprietaria della discarica oppure la Regione in quanto organo di vigilanza, oppure il gestore? Ma se lo stesso è tenuto ad attivarsi nei limiti dell'apposita convenzione/capitolato forse non era tenuto ad effettuare ulteriori selezioni (magari a proprio spese)....

Sarebbe interessante scoprire come risulta disciplinata nel dettaglio tale materia.
Il gestore doveva essere pagato a parte per gli ulteriori controlli e meccanismi di selezione?

Insomma chi aveva/ha la vigilanza sulla discarica in Valle d'Aosta in cui affluiscono grandi volumi di plastica ma non nella giusta tipologia e qualità se ne era accorto o no? E che cosa è stato fatto al riguardo negli ultimi 5 anni? Sono diminuite le percentuali di impurità e quali sono i costi a carico della collettività per questi mancati introiti?


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Ultime notizie dal Centro Riciclo Vedelago e modalità di approccio ai problemi da prendere in considerazione anche in Valle d'Aosta.

Trasformare i pannolini usati in arredi urbani ed oggetti in plastica eliminandoli dalle discariche.Dal 2012 sarà un progetto operativo.

In Italia si producono ogni anno poco più di 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (fonte ISPRA 2009), il 3% di questi è rappresentato da prodotti assorbenti per la persona di tutte le marche (pannolini, assorbenti femminili, prodotti per l’incontinenza).

Fondamentale l’unità d’intenti fra i tre promotori del sistema per il riciclo dei pannolini usati.

Questa la collaborazione che si intende realizzare:

Azienda xyz che produce e commercializza i pannolini xyz in Italia, ha promosso l’idea del sistema e sviluppato il processo tecnologico per trasformare il rifiuto pannolino in nuova materia prima seconda. Il processo tecnologico, genera plastica in granuli, da cui si possono realizzare molteplici oggetti di uso quotidiano, e materia organico-cellulosica, riutilizzabile per realizzare cartoni per imballaggi industriali o come fertilizzante.

I comuni/ regioni/ comunita montane si occuperanno di separare nella raccolta pannolini per bambini e altri prodotti assorbenti per la persona conferendoli presso il Centro Riciclo Vedelago.

Il Centro Riciclo Vedelago, che differenzia e ricicla già i rifiuti di più di 1.200.000 abitanti di comuni nelle province di Treviso e Belluno e sviluppa progetti di ricerca sul riciclo, accoglierà presso il suo centro e provvederà al riciclo, a regime, di 5.000 tonnellate di tali prodotti usati.

Se tutti gli attori della filiera creano un’alleanza virtuosa si generano nuove prospettive per l’ambiente dove i nostri figli hanno diritto di vivere meglio.

Trasformare i problemi in risorse, questa la vera sfida da vincere.

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