13 maggio 2012

GESTIONE RIFIUTI: L'INTERVENTO DEL CONSIGLIERE LOUVIN IN OCCASIONE DEL DIBATTITO SULLA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE NO INCENERIMENTO RIFIUTI IN VDA

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L'intervento del Consigliere Robert Louvin in occasione del dibattito in Consiglio regionale sulla iniziativa di legge regionale popalare presentata da alcuni cittadini valdostani per vietare l'utilizzo in Valle d'Aosta di impianti di incenerimento dei rifiuti.

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Mi auguro che le forze politiche che si riconoscono oggi in una scelta che sarà diversa da quella che in questa sede compirà il nostro movimento (Alpe), vorranno non già raccogliere una sfida, ma onorare un impegno di fronte alla comunità valdostana: l'impegno è quello di non boicottare, di non pregiudicare la scelta che competerà fra pochi mesi (18 Novembre 2012) al popolo valdostano.

Il movimento Alpe lo ritiene un appuntamento di grandissima importanza civile, che richiede un impegno di serietà da parte di noi tutti nel dibattito che andrà a svolgersi non più in quest'aula, ma nelle piazze, nelle famiglie, sui media, in modo che i 100.000 elettori della Valle d'Aosta si assumano la responsabilità di prendere delle decisioni a valere non per questi mesi di legislatura, non per la prossima legislatura, ma per i prossimi venti anni.

Questa mobilitazione popolare, che a qualcuno sembra sempre sospetta e che abbiamo sentito avvertita con un certo fastidio, che è stata oggetto purtroppo anche oggi pomeriggio di una certa derisione, credo sia quanto mai segno di maturità, di volontà di assumere delle responsabilità per qualcosa che nel bene o nel male, indipendentemente dalle tessere di partito che si hanno in tasca, dovrà essere respirato, vissuto, pagato, sopportato nel prossimo futuro da tutti i valdostani.

...Siamo in un momento di transizione nel quale si sta chiudendo un ciclo che è durato molto a lungo: il ciclo del fossile, si sta progressivamente prendendo consapevolezza che è finita l'epoca della crescita esponenziale delle nostre economie, si sta chiudendo anche un ciclo consumistico che ha contraddistinto la nostra esistenza negli ultimi 30 anni.

Noi con dei nostri comportamenti siamo all'origine del problema di cui stiamo discutendo, sicuramente carenze di materie prime e impossibilità di sostenere ancora comportamenti non virtuosi che abbiamo avuto in passato ce li faranno correggere. Se non prendiamo consapevolezza che siamo in questa fase di transizione, se pensiamo di poter prendere comunque la nostra decisione solo sulla scorta di parametri esclusivamente tecnici, come se fosse la soluzione di un problema matematico, ci poniamo in una condizione sbagliata.

Certo è che dobbiamo discuterne, ne abbiamo discusso e se ne discuterà ancora di aspetti di tipo tecnico, sanitario, chimico, biologico, ma il tutto in un quadro di un mondo in movimento che fra cinque, dieci anni non avrà sicuramente più gli scenari da cui si è partiti nel momento di questa analisi.

Devo dire che tale vicenda assomiglia ad altre vicende nelle quali decisioni di grandi opere sono state assunte sulla scorta di previsioni di crescita continua ed infinita, invece oggi ci si accorge della loro inopportunità, ma risulta difficile fare delle marce indietro. È per questo che il fatto di aver approfondito - grazie ad un impegno di padri e madri, che hanno sacrificato una parte grossa della loro esistenza nel passare serate a discutere, giornate ai banchetti, a cui noi consiglieri abbiamo fornito solo un piccolo e doveroso aiuto in termini di appoggio per la certificazione - è un dato molto significativo e mi dispiace profondamente che siano dileggiati questi sforzi addirittura indicando presunti cali fisiologici o patologici di consenso.

Vorrei invitare ad un piccolo sforzo di umiltà e ad un arretramento dalle proprie
posizioni di forza chi, dall'alto della sua scienza e della posizione di potere che occupa, traccia le linee e non ha mai dovuto misurarsi con la spiegazione alle persone, nelle strade, nelle piazze, di determinati problemi e che trova forse così banale raccogliere 7.500 firme autenticate di propri concittadini.

Noi tutti rendiamo omaggio comunque alle persone che si sono impegnate e fatte forza nel portare avanti una proposta, che abbiamo il dovere di esaminare, valutare e, se del caso, approvare, senza avvertire peso o fastidio per questo momento di democrazia diretta che ci fa invece molto onore, ricordando anche che altre iniziative erano in campo e che sono state escluse per delle valutazioni inoppugnabili della commissione incaricata di valutarle.

Questa proposta di iniziativa legislativa (referendum propositivo), che è sorta in ambito popolare, nel momento in cui approda al Consiglio regionale, deve essere trattata con il dovuto rispetto prima di tutto!

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Il secondo aspetto sul quale vorrei spendere qualche parola riguarda il risultato già conseguito da questa spinta popolare, ed è stato in parte ricordato.

Colleghi, le stesse sicurezze…lo stesso "abbiamo chiaro" che è stato sentito pochi minuti fa in quest'aula era stato pronunciato qui tre anni fa allo scadere dell'altra legislatura su scelte molto diverse, che oggi sono ritenute sovradimensionate, troppo impattanti, ma questa stessa evoluzione dovrebbe renderci tutti più cauti nell'esprimere le nostre valutazioni. Non abbiamo da rivendicare particolari primogeniture, abbiamo portato già all'attenzione degli elettori nel 2008 una posizione nettamente contraria alla termovalorizzazione, abbiamo trovato interessanti le proposte tecniche che sono state portate avanti dai comitati organizzati e le riteniamo praticabili, non solo degne di attenzione, ma sostenibili, comprovate da esperienze di dimensioni comparabili alla nostra e soprattutto poste già oltre la fase di transizione in cui ci troviamo in questo momento.

Credo che vada ricordato che ogni macchina che brucia emette sostanze pericolose, penso che questo sia un dato acquisito, certo da cui partire; si può e si deve discutere dei gradi di tossicità, dei livelli di pericolo, ma non farci carico di questo pericolo strisciante e oggi non sempre rilevato e rilevabile con le strumentazioni in nostro possesso ci deve comunque mettere in allarme, far scattare quel sensore di precauzione che la pandemia strisciante dei nostri tempi sta purtroppo rivelando.

A noi quindi sembra motivo forte di una scelta di coraggio e innovatrice da parte della nostra Regione il ricordarsi che la legge classifica il pirogassificatore come industria insalubre di prima classe (Testo unico delle leggi sanitarie); credo sia soprattutto da tenere fortemente presente l'indicazione proveniente dall'Unione europea, che ha fra i tantissimi limiti un vantaggio: quello di avere un osservatorio su questi problemi e penso che siamo debitori tutti della qualità della legislazione ambientale anche in Italia, dell'opera di avanguardia che ha compiuto il Parlamento europeo su tale terreno, ossia quando la Commissione europea per l'ambiente sconsiglia la realizzazione nelle valli alpine di impianti come quelli di cui stiamo discutendo…

Per escluderne la realizzazione in Valle, traccia una linea di prospettiva che non credo sia suicida, sarebbe abbastanza atipico che un organismo tecnico di questo livello, nell'elaborare le guide alla gestione dei rifiuti nelle aree montane, ci tracciasse una via senza sbocco: ci apre una via, ci dà una prospettiva e intorno a questa prospettiva tutto quello che è stato valutato anche quando proveniva da persone di diverso orientamento, ma a cui hanno dato conferma quei facilitatori…qui i facilitatori trattati con una certa leggerezza …credo sia un atto di onestà da parte di un tecnico che viene consultato dire che è un facilitatore.

Ci sono dei facilitatori che a pagamento vi facilitano moltissime scelte e qui abbiamo avuto moltissimi facilitatori che sono venuti in tutta onestà scientifica a dare i loro punti di vista, non sempre in modo univoco, e hanno fatto in questo un'opera meritoria.

Credo quindi che di questo lavoro di facilitazione, che i comitati chiedevano peraltro fosse accompagnato da un minimo di riequilibrio sulle disponibilità in campo, perché qui non sono compatibili le risorse che sono state messe per confermare una scelta già fatta e per esplorare una via che si chiedeva di valutare meglio…

Noi siamo consapevoli e preoccupati per i pericoli per la nostra salute e quella delle generazioni a venire, riteniamo che quelle nanopolveri, che vengono contenute in limiti molto ridotti attraverso grande impegno ingegneristico, siano una fonte di pericolo per la nostra salute che possiamo evitare. Noi non abbiamo le sicurezze scientifiche che altri propongono.

Ricordiamo come le sicurezze scientifiche negli anni 1950 dicessero delle cose
particolari per quanto riguarda il fumo, ricordiamo come negli anni 1990 e 2000 fossero escluse ripercussioni delle onde elettromagnetiche da queste stesse evidenze scientifiche, ma la scienza va avanti e apre nuovi orizzonti. Ci sono già delle fonti molto autorevoli, non le cito per contrapposizione con l'Assessore alla Sanità Lanièce, ma abbiamo visto suoi colleghi (medici) che non sono dei folli - lei ha parlato di follia -, sono dei suoi colleghi che, onestamente interpretando il dovere di precauzione nell'ambito dell'attività medica, pongono in attenzione intere fasce di popolazione, cosa che è un loro preciso dovere, credo anche un preciso dovere deontologico di fare, nel momento in cui sono convinti, come lei è convinto per parte sua.

Togliamo allora dal campo tali estremismi e talebanismi, c'è un dibattito che si sta aprendo, ci sono forti apprensioni in campo e noi ce ne facciamo carico in questo momento, così come ci facciamo carico delle questioni economiche circa le opere, il loro costo, la loro sostenibilità futura, la loro progressiva inutilità, anche alla luce di una probabile riduzione, che sarà forse meno dipendente dalle nostre virtù e più dipendente da scelte che faranno in un prossimo futuro le stesse industrie per quanto riguarda la produzione di
materiali, imballaggi e quant'altro.

Credo che in questo le politiche tariffarie che saranno fatte, le scelte economiche a cui saranno costrette molte aziende imporranno un cambiamento di rotta e in parte produrranno quell'effetto di riduzione della nostra produzione di rifiuti, che noi possiamo invece concorrere volontaristicamente già adesso a realizzare. Non raccogliamo naturalmente lo spettro dell'emergenza e del catastrofismo, l'indicazione geografica è sempre la stessa: è sempre Napoli, non vogliamo finire come Napoli! Certo, questa credo sia una delle poche cose che 35 su 35 qui (36 con l'Assessore tecnico alla sanità) possiamo sottoscrivere, ma lo sottoscriviamo in modo diverso, perché non è questo brandire lo spettro della crisi un utile facilitatore alla decisione.

Non siamo in questo scenario, abbiamo mezzi, cultura popolare, consapevolezza, organizzazione che ci possono consentire una scelta ben diversa e che ci possono consentire di percorrere le vie alternative che sappiamo esserci.

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Ancora una sottolineatura su un tema che non vi è stato in nessun modo nel dibattito di oggi, perché sta su una via distinta da quella di cui stiamo discutendo, ma incrocia a giorni il percorso di questa proposta di legge: mi riferisco alla scesa in campo di interessi autorevoli e curiosi da fuori della nostra regione a fare da apripista alla realizzazione dell'impianto di pirogassificazione.

Ho trovato curiosa questa proliferazione di ricorsi da parte di soggetti venuti da lontano ad ispirare la Valle d'Aosta, portatori di esperienze formidabili anche in termini di bonifica di aree, per le quali qualche piccola questione anche di tipo giudiziale ha dovuto essere regolata, associazioni fantomatiche o comunque sedicenti di consumatori mai conosciute, che di colpo si trovano particolarmente interessate, attive e disponibili a mettere mano al portafoglio. Non so quanti di voi abbiano avuto modo di praticare la giustizia amministrativa, ma non è senza costi e invece c'è chi pensa autorevolmente da fuori alla nostra salute, che ci dice: "ragazzi, andate avanti in questa direzione tranquilli perché è unica e salvifica", e ce lo dicono fior di soggetti, ce lo dice anche la ANIDA, che non è un nome di donzella, ma è un'associazione che raggruppa molto autorevolmente degli operatori del settore della realizzazione degli impianti, come quello che viene proposto: Associazione Nazionale Imprese Difesa Ambiente; è un'associazione aderente alla Confindustria, che scende in campo legittimamente a dare man forte ad una scelta che si deve assolutamente portare avanti.

Lasciamo fuori dal campo le questioni delle infiltrazioni camorristiche, speriamo
vivamente che non ci sia da parlarne, ma non avrei evocato in termini così scherzosi, collega Consigliere regionale Comé (Stella Alpina), un tema come questo e non soprattutto alla luce di quanto cominciamo ad ascoltare in queste settimane sul tavolo della Commissione competente in materia di infiltrazioni.

Mi pare che questo tema sia stato trattato - mi consenta, lei che è sempre
molto misurato - con una certa leggerezza. L'alleanza comunque di interessi forti intorno ad una scelta precostituita per noi è qualcosa che diminuisce la libertà con la quale i cittadini valdostani devono poter fare, su un piede di uguaglianza, la scelta per il loro futuro, senza sentirsi spinti e senza sentirsi coartati.

Crediamo quindi che questa scelta, che è sicuramente meno impattante e meno violenta della scelta che propinava il Governo regionale nel 2008, una scelta più sofisticata, più elaborata, ma ancora sperimentale per larghi tratti, sia una scelta che possiamo evitare e ci piace molto il modo in cui l'ha fatto tale proposta di legge.

Questo provvedimento proposta dal Comitato dei cittadini non ha detto alla Regione cosa deve fare: le dice solo cosa non deve fare, dice che la comunità valdostana può fare a meno di qualcosa che è messo in cima alla lista dei modi meno virtuosi di smaltire i rifiuti da parte della nostra legislazione e della legislazione dell'Unione europea, semplicemente che "non si realizzano, né si utilizzano sul territorio regionale impianti di trattamento a caldo quali incenerimento, termovalorizzazione, pirolisi o gassificazione".

Credo sia una proposta rispettosa, fatta da nostri concittadini, veramente in punta di penna che lascia ampio margine e ampia possibilità al Governo e al Consiglio di effettuare delle scelte di ragione e di volontà, in modo assolutamente pacifico, ma sulla scorta di una visione di futuro che questi nostri concittadini ci chiedono di condividere con loro e che noi condividiamo: uscire dall'approccio vecchio, uscire dall'approccio del bruciare, entrare nel modo nuovo di ragionare e di operare, entrare nel modo del creare meno scarto e meno rifiuto e recuperare quanto più possibile, nel modo meno impattante, delle risorse. Una soluzione che a noi pare intelligente e rispettosa, che chiude una porta da un lato, fa fare - non ce ne rammaricheremmo questa volta - una piccola marcia indietro al Governo regionale, ma che darebbe a questa nostra comunità uno slancio nuovo e una prospettiva sicuramente migliore.


Chiediamo in conclusione - naturalmente confidando che, al di là del voto di oggi, ci sia condivisione larga su questi obiettivi da parte della popolazione valdostana - che ci sia un impegno di lealtà da parte di noi tutti: l'impegno a trasferire lealmente e onestamente fuori da quest'aula, a partire da domani, il dibattito, in modo che ognuno dei nostri 100.000 concittadini sia correttamente informato ed invogliato ad andare ad esprimersi.



Avremmo piacere di sentire dagli esponenti della maggioranza e del Governo regionale un impegno in questo senso, perché sappiamo che un piccolo ostacolo, uno di quegli ostacoli a cui, fra l'altro, una delle iniziative referendarie intendeva mettere mano, ossia un quorum molto elevato ( oggi è al 45%), è di fronte a noi, ma, di fronte ad una questione come questa, giocare al ribasso, a politiche di astensione, giocare al non lasciare andare a votare sarebbe un grave errore di sfiducia nei valdostani e nella democrazia.

Abbiamo avuto non tanto tempo fa un esempio luminoso di una scelta anche sofferta, difficile, in un Paese molto vicino al nostro, nel quale liberamente i cittadini sono andati a votare e hanno fatto delle scelte molto importanti per il loro futuro. È un Paese che ha avuto la fiducia in sé stesso e nel proprio popolo, tale da eliminare alla radice il problema del quorum.


Noi non lo avremo eliminato per la prossima tornata elettorale, ma credo che possiamo e dobbiamo assumere qui questo impegno leale nei confronti dei nostri concittadini di far sì che, quale che sia l'esito di tale decisione, l'esito finale sia preso tranquillamente, apertamente, serenamente dal popolo valdostano.

Grazie.

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