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http://www.vallevirtuosa.it
Appare necessario un cambio di rotta  rispetto al modello consumistico e capitalistico sfrenato che ha generato ad oggi solo invivibilità, insostenibilità, disastri ambientali e distruzione del pianeta.
I rifiuti ne sono la dimostrazione piu’ tangibile: collocati alla fine di un processo di consumo spinto lineare e non circolare, rappresentano oggi in questo sistema viziato solo qualcosa di cui doversi sbarazzare in qualsiasi modo. 
I governi, aI vari livelli, faticano ad applicare una via ecosostenibile circolare, alternativa alla distruzione della materia, e che possa in futuro salvare il pianeta.
Il film "Trashed" sarà sicuramente un utile contributo al dibattito. 
La prima assoluta in Italia avrà luogo a Firenze il giorno 23 gennaio 2013 alla presenza del Prof. Paul Connett , promotore nel mondo della strategia Rifiuti Zero e di Rossano Ercolini co-coordinatore di Zero Waste Italy.
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Il Governo Monti nella riunione del 18 gennaio 2013 ha deciso di impugnare la legge
 regionale relativa alle "Nuove disposizioni in materia di gestione dei 
rifiuti" che impedisce il trattamento a caldo dei rifiuti, approvata a 
seguito di un referendum propositivo, svoltosi il 18 novembre 2012, e 
promosso contro la costruzione di un inceneritore in Valle d'Aosta.
Secondo
 il Governo la norma si pone in contrasto con l'art. 117 della 
Costituzione e con lo Statuto di autonomia della Valle d'Aosta in quanto
 ''il trattamento e la gestione dei rifiuti sono riconducibili alla 
materia, di potesta' legislativa esclusiva statale, della tutela 
dell'ambiente.
La lobby degli 
inceneritoristi torna a farsi sentire...anche nelle stanze romane e con un governo in carica solo per l'ordinaria amministrazione!
A livello regionale  vedremo la posizione del Governo regionale che ora dovrà costituirsi di fronte alla Corte contestando le tesi del Governo nazionale e difendendo le  prerogative statutarie e la volontà popolare.
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Consigli per essere o diventare più ecosostenibili anche in Valle d'Aosta. 
1 – Cibi locali e di stagione
L’ideale sarebbe privilegiare l’acquisto di cibi di stagione e possibilmente a km zero
 nei mercati rionali: frutta e verdura sono più fresche e buone, 
mantengono gusto e proprietà nutrizionali meglio di quelle trasportate 
nei camion lungo le autostrade italiane. Mangiare cibo locale e di 
stagione consente di mangiare meglio dando una mano all’economia del 
territorio e risparmiando l’emissione in atmosfera di molta Co2.
2 – Meno sacchetti
Se si va al supermercato è bene portarsi da casa un’ampia e 
resistente sporta o altro contenitore per evitare di far girare troppi 
sacchetti. Non dimentichiamo che esistono negozi dove la merce viene 
venduta sfusa a peso: così si riducono i rifiuti derivanti dallo smaltimento degli imballaggi e si paga soltanto quanto si acquista.
3 – No alle fragole in inverno
Davanti agli scaffali dell’ortofrutta sarebbe meglio non farsi 
tentare dalle fragole in inverno o da cibi troppo esotici: quelli sì che
 ne hanno fatti di km; l’impatto ambientale del viaggio è consistente e il gioco spesso non vale la candela.
4 – Biologico è meglio
Privilegiamo, quando possibile, i prodotti biologici che vengono 
coltivati senza aggredire ed estenuare i terreni e che non portano 
traccia di alcun residuo chimico o additivo.
5 – Ridurre la carne
Nel carrello devono essere rappresentati tutti gli alimenti per 
assicurare alla dieta i nutrienti di cui il corpo ha bisogno ma va dato 
più spazio a frutta e verdura, limitando per quanto possibile la carne: 
quella bovina viene spesso da allevamenti intensivi che
 di sostenibile non hanno nulla perché da una parte richiedono quantità 
ingenti di cereali e acqua per alimentare gli animali e dall’altra 
inquinano per via dei gas serra prodotti dagli animali stessi. Lo stesso
 vale per i polli, per lo più allevati in batteria e non a terra. 
Scegliere uova di gallina allevata all’aperto e biologiche. 
6 – La cucina degli avanzi
La spesa va fatta con la nota per evitare di comprare d’impulso cose 
che non servono o che ci fanno male: in questo modo si riducono i 
consumi e gli sprechi. Quello che eventualmente dovesse avanzare in 
tavola può essere recuperato per la preparazione di nuove pietanze, 
creando zuppe, creme e torte salate: è la cucina degli avanzi figlia 
della tradizione e non povera di gusto 
7 – Stop agli sprechi energetici
Cerchiamo di consumare meno anche due risorse importanti come elettricità e acqua
 non solo per avere bollette più leggere ma soprattutto per impattare di
 meno sull’ambiente. Nel primo caso basterà usare la luce artificiale 
solo quando manca quella naturale, illuminare solo le stanze 
effettivamente occupate stando attenti a non dimenticare luci accese nei
 passaggi, non lasciare in stand-by gli elettrodomestici, in particolare
 tv e pc, usare solo lampade a risparmio energetico; sembra poca cosa 
ma distrazione e automatismi ci portano a trascurare anche gli 
accorgimenti più banali. Come anche quello di fare la lavatrice in 
fascia notturna.
8 – Risparmiare l’acqua
Nel secondo caso, occhio a non lasciare i rubinetti aperti e a non far scorrere l’acqua a lungo, in particolare quando ci si lava i denti o si lavano i piatti
 (un ammollo in acqua bollente consentirà di sgrassare meglio piatti e 
stoviglie risparmiando acqua corrente); la doccia è meglio del bagno che
 andrebbe riservato a occasioni particolari (in due è meglio); 
l’efficienza delle guarnizioni contiene gli sprechi. Bere acqua del 
rubinetto è una buona abitudine perché l’industria dell’acqua in 
bottiglia non è molto green.
9 – Riciclo e raccolta differenziata
Ricordiamoci però che anche le bottiglie di plastica possono essere 
riciclate in casa come contenitori o creando bicchieri e imbuti, fuori 
casa per altri usi (dalla plastica si ricavano anche filati); lo stesso 
vale per il vetro. Per un corretto riciclo è bene fare la raccolta differenziata. 
10 – Usiamo le gambe
L’ultima regola d’oro ben si concilia sia con il buon senso della 
nonna – fare movimento fa bene – sia con i consigli dei dietologi – bisognerebbe fare almeno 10.000 passi al giorno,
 circa 3 km e comunque camminare a passo sostenuto almeno mezzora al 
giorno, soprattutto se si sta cercando di perdere peso. La regola altro 
non è che usare il più possibile le gambe per tutti gli spostamenti 
evitando di prendere l’auto per andare nel negozio vicino a casa, 
andando al lavoro con i mezzi pubblici o in bicicletta.
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Rifiuti, la Valle deve diventare un modello
 La vittoria del referendum è stata una tappa fondamentale 
verso l’obiettivo di creare un sistema d’eccellenza per la gestione dei 
rifiuti. Fermato il pirogassificatore, si apre una fase nuova. Bisogna  
operare con determinazione per costruire un sistema di gestione 
efficiente, basato sulla massimizzazione della raccolta differenziata e 
sui trattamenti a freddo, nonché su un annesso circuito di economia 
sostenibile che potrebbe essere molto importante, soprattutto in questo 
momento di crisi. Una casa si costruisce bene su fondamenta solide e con
 una buona progettazione. Questa fase è cruciale. Per questo, noi 
cittadini dobbiamo continuare ad impegnarci sulla questione rifiuti e 
sollecitare gli amministratori a concretizzare, con chiara volontà 
politica, i nuovi indirizzi di gestione. E a farlo in fretta, senza 
lentezze burocratiche, pensando solo ai contenuti e all’interesse 
collettivo, nonostante, ahimè, le logiche politiche e l’avvicinarsi di 
scadenze elettorali possano mettere un freno all’assunzione tempestiva 
delle migliori pratiche. La questione è talmente sostanziale per la 
comunità valdostana, che non può che coinvolgere in maniera 
collaborativa tutta la società civile: dai cittadini, alle categorie 
professionali (agricoltori/allevatori in primis; ma anche 
albergatori/ristoratori ecc.), alle associazioni, fino alle competenze 
dell’Università, insieme agli amministratori regionali e locali. Per non
 parlare degli operatori del settore rifiuti, dei tanti lavoratori che 
vanno coinvolti, perché sono loro che devono garantire il funzionamento 
del sistema. Ognuno a vario titolo deve sentirsi partecipe: stiamo 
costruendo il futuro della Valle! Per progettare e realizzare il nuovo 
ci vuole passione e motivazione. E soprattutto, per raggiungerlo, 
bisogna credere all’obiettivo cui si tende. L’atteggiamento politico di 
negare l’esistenza del «Piano B» è negativo e sbagliato, così come 
rivangare in modo miope posizioni superate. Occorre, come in qualsiasi 
operazione di start up di una nuova e vincente impresa, voler aprire gli
 occhi sui buoni modelli. Osservare comuni quali Capannori o Treviso, 
per copiare i migliori sistemi, adattandoli al contesto locale. Come 
affermato da Franco Bonesso, presidente del miglior consorzio rifiuti 
italiano di Treviso, il loro sistema funziona grazie all’omogeneità dei 
criteri organizzativi, nonché a soluzioni impiantistiche a freddo. I 49 
comuni appartenenti ai consorzi Priula e Tvtre, sono integrati in un 
sistema omogeneo, semplificato da un unico Regolamento sulla tariffa e 
sui servizi. La stessa cosa deve essere fatta in Valle: per evitare 
sprechi di risorse finanziarie e mal funzionamenti, la Regione deve 
fornire indirizzi di coordinamento e soluzioni progettuali di sistema 
che permettano ad ogni «subATO» (cioè alle Comunità montane più il 
Comune di Aosta), di organizzare al meglio le raccolte e di compiere i 
giusti investimenti. In mancanza di tali indirizzi, gli ambiti locali 
non avranno un quadro chiaro per compiere le scelte corrette. Gli slogan
 della comunicazione ambientale sui rifiuti sottolineano sempre la 
responsabilità del cittadino, che deve imparare a differenziare meglio. 
Sacrosanto, certo. Ma la prima responsabilità è degli 
amministratori/nostri rappresentanti politici. Se gli si fornisce un 
sistema efficiente, il cittadino diventa per forza virtuoso e fa bene la
 differenziata. Ad esempio organizzando una raccolta porta a porta, con 
prelievo presso ogni domicilio anche della frazione umida e istituendo 
una tariffazione puntuale (con rilevazione elettronica di ogni utenza 
domestica), che incentiva economicamente a produrre meno 
indifferenziato, nonché prevedendo controlli e sanzioni. Se si struttura
 bene il sistema, il sistema funziona. La responsabilità è degli 
amministratori: speriamo non ci deludano, ma che sappiano cogliere, con 
passione, la possibilità di miglioramento insita nei momenti di 
cambiamento. La Valle d’Aosta deve diventare un modello d’eccellenza e 
sostenibilità per la gestione dei rifiuti/risorse, con ricadute positive
 sull’immagine turistica, sull’economia e sull’identità della comunità, 
orgogliosa di aspirare al meglio.
ANNA GAMERRO AOSTA
La Stampa 21.12.12
 
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Un ringraziamento per il referendum
Sono una delle tante persone che con il comitato Valle virtuosa
 (poi trasformato in associazione) ha raccolto le 11 mila firme per la 
petizione popolare contro l’inceneritore, poi le settemila necessarie 
per indire il referendum e infine ha sostenuto la vittoriosa campagna 
referendaria con il «Comitato promotore del sì». Visto che mi pare 
nessuno l’abbia ancora fatto, ho pensato di doverlo fare io: dare un 
giusto riconoscimento e ringraziare pubblicamente, oltre che le persone 
che si sono recate a votare, anche tutte le organizzazioni, 
associazioni, comitati e forze politiche che oltre a Valle virtuosa, che
 ha avuto il merito di promuovere il referendum, si sono poi schierate e
 messe in gioco per vincerlo. Inizio dalla Cgil regionale che con i suoi
 12 mila iscritti è stato l’unico sindacato che si è schierato e 
mobilitato per far vincere il Sì; la cooperativa lo Pan Ner che con i 
suoi 2500 ha fatto altrettanto; L’associazione L’agrou; Libera valle 
Aosta. Il movimento 5 stelle che ha organizzato il comizio in piazza 
Chanoux di Beppe Grillo. Tutti i componenti del «Comitato promotore del 
si»: Alpe, Pd, Italia dei Valori, Rifondazione comunista; l’Arci, 
Legambiente, Gli amici di viale della Pace, l’associazione Loris 
Fortuna, il circolo per la Decrescita Felice di Aosta, il Gasarci, 
Attac, Gasaosta, Scuola di Pace, Slow Food. Un riconoscimento e un 
ringraziamento particolare va inoltre alla trattoria «Des amis» di Quart
 e all’«Espace populaire» che ci ha ospitato per decine di riunioni, 
iniziative di vario genere, raccolta di fondi con la massima 
disponibilità. Sono convinto che tutti siamo consapevoli che con l’aver 
impedito che nella nostra regione i rifiuti vengano bruciati, il lavoro 
non è finito. Bisogna fare in modo che Governo regionale e Enti locali 
si attivino per praticare scelte diverse dal bruciare: ridurre, 
differenziare, recuperare, separare da subito la frazione umida, 
eccetera. Questo si può fare con proposte, iniziative (vedi quella di 
Legambiente che organizza serate per migliorare la nostra capacità di 
differenziare), incontrando le categorie produttive e chiedendo loro di 
dotarsi di un «codice» di autoregolamentazione per ridurre i vuoti a 
perdere, gli imballaggi, i prodotti usa e getta, le rottamazioni 
eccetera. In questa direzione devono orientarsi i lavori della 
commissione consigliare preposta. Anche se è composta in maggioranza da 
consiglieri che sostenevano l’inceneritore, non è detto che, 
opportunamente sostenuta dalle iniziative sul territorio, già prima 
della fine della legislatura, non possa indicare orientamenti virtuosi e
 decisioni praticabili immediatamente. Il lavoro che rimane quindi non 
deve prevedere la smobilitazione dei soggetti schierati per la vittoria 
del sì, deve esserci invece consapevolezza che ognuno dei soggetti 
citati da solo non potrà completare l’opera: il rischio sarebbe la 
vanificazione del risultato referendario. Un esempio per tutti ? I 
tentativi governativi e non solo di svuotare il referendum per l’acqua 
pubblica, l’acqua bene comune, vinto l’anno scorso a giugno cercando in 
ogni modo di voler privatizzare il settore con la scusa di risanare le 
finanze degli enti locali. 
 
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Troppe domande sul futuro dei rifiuti
Il referendum del 18 novembre ha sancito che in Valle d’Aosta non si 
potranno trattare i rifiuti a caldo. E’ il responso dell’espressione 
democratica dei valdostani e in tale direzione si è tenuti ad andare. Ad
 un mese dal referendum però certi aspetti poco chiari si delineano 
meglio. Emerge che per alcuni il voto è stato occasione per manovre 
politiche che nulla avevano a che fare con i rifiuti: il caso di Laurent
 Viérin è probabilmente solo la punta dell’iceberg. Depurando il quadro 
referendario dagli usi impropri che ne sono stati fatti e concentrandosi
 sul contenuto essenziale, la scelta tra trattamento a caldo e 
trattamento a freddo dei rifiuti, non si deve dimenticare che Valle 
Virtuosa e il Comitato del «Sì» hanno assunto degli impegni ben precisi 
nei confronti del popolo valdostano: sono stati garantiti non più di 
5000 tonnellate all’anno di rifiuti residui da mettere a discarica, 
costi del trattamento al massimo di 80 milioni di euro per 20 anni, a 
fronte dei 225 previsti col sistema a caldo, chiusura del ciclo in Valle
 d’Aosta, senza portare nulla fuori. Tutto questo è stato affermato, 
scritto e si può anche rivedere nel filmato predisposto da Valle 
Virtuosa. All’indomani del referendum, quando tracciare il percorso del trattamento dei rifiuti in Valle è diventato onore e onere di chi l’ha vinto,
 i toni sembrano diventati molto più cauti: dobbiamo conoscere, 
capire,…quali e quanti rifiuti…, la frazione residua rimane un problema…
 Un altro aspetto che appare contraddittorio è la raccolta porta a 
porta, sostenuta dai referendari come premessa indispensabile per 
aumentare la differenziata. Si può leggere su «La Stampa» di martedì 18 
dicembre che Saint-Cristophe, Comune di cui è vice sindaco Chantal 
Certan che, come segretario di Alpe, è stata grande sostenitrice del 
«sì», va invece avanti con i progetti di raccolta stradale. «Ma 
metteremo le tesserine», afferma la Certan. Anche il Comune di Ayas ha 
scelto i molok, «niente porta a porta» perché ritiene il sistema 
inadatto ad una realtà turistica dove l’andamento della produzione dei 
rifiuti è troppo variabile nel corso dell’anno . Ma quante altre realtà 
turistiche ci sono in Valle d’Aosta? La Valle è una regione turistica. E
 se si dovesse alla fine scoprire che i numeri garantiti da valle 
Virtuosa sono frutto di scenari di fantasia, che i costi saranno molto 
più alti e ci saranno molti più residui di quanto affermato? Che valore 
avrebbe ancora una scelta fatta basandosi anche su premesse 
inattendibili e promesse irraggiungibili? Lo vedremo, spero comunque che
 non sia così, che chi si è assunto degli impegni lo abbia fatto 
responsabilmente e con la certezza di riuscire a rispettarli 
nell’interesse di tutta la popolazione valdostana. 
GIUSEPPE BÉTHAZ 
SAINT-MARCEL  
La Stampa 3.1.2013  
 
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Conneth the moment, conneth the man. 
Nell'ora decisiva, chi ha la responsabilità si rivelerà all'altezza della situazione.
Per Favore ... 
http://patuasia.com/2013/01/02/per-favore-no/
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Superficie agricola, la riduzione continua. cemento ovunque ... 
In Valle d'Aosta, come nel settore trasporti pubblici sono state adottate scelte inconsistenti e di nessuna prospettiva... 
Guardate la cintura di Aosta! 
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