17 Marzo 2009
Perché abbattere quel cedro del Libano?
A noi sembrava integroNelle mattine di primavera ci svegliava il canto degli usignoli che, lungo la loro rotta migratoria, facevano sosta sugli accoglienti rami del grande albero all’angolo di via Monsignor Stévénin, dove la strada piega a destra verso la torre di Bramafam. L’albero era un cedro del Libano, alto più di venti metri, con una circonferenza alla base di 2,25. L’albero era, perché venerdì 6 marzo giaceva a terra, tagliato in tanti tronconi, e i rami erano già stati portati via.
Addolorati e sconcertati, ci siamo interrogati sul perché. Qualcuno ha ipotizzato che sia stato eliminato perché malato, e quindi divenuto instabile. Se così fosse (a prescindere dal fatto che a noi le sezioni - su cui abbiamo contato 97 «anelli» - sono parse perfettamente integre) vorremmo poter vedere la relazione del perito forestale che ne ha decretato l’abbattimento. E ci aspettiamo, naturalmente, che al più presto venga piantato nello stesso posto un nuovo albero più giovane e sano. Qualcun altro ha invece ipotizzato che l’albero sia stato eliminato per per agevolare la realizzazione di un ulteriore passo carraio da parte di un costruttore che sta per intervenire nella zona. Se così fosse, significherebbe che si è fatto prevalere - ancora una volta - un interesse privato sull’interesse pubblico che in questo caso era rappresentato dalla conservazione di un raro albero secolare. Ma siccome non sappiamo quale sia la risposta giusta, chiediamo: perché l’albero è stato tagliato?
ALCUNI CITTADINI
ABITANTI IN VIA MONSIGNOR STEVENIN
---
Era instabile e quindi pericolosoL‘intervento sul Cedro del Libano di via Stévenin ha per premessa diverse segnalazioni giunte all'assessorato delle Opere pubbliche, inerenti la condizione della pianta. La fondatezza delle stesse è stata verificata dai nostri tecnici: l’albero appariva inclinato rispetto al suo asse, con rottura del terreno alla base e sintomi di una forte instabilità, date anche le sue notevoli dimensioni e l'asimmetricità della chioma. La verosimile causa di questa situazione era il terreno umido in profondità, non interessato da gelate, dal quale il «pane radicale» si stava lentamente staccando. Una potatura della pianta, oltre a non fornire la certezza di risolvere il problema della stabilità (trattandosi di una conifera), le avrebbe cagionato danni irrimediabili.
Pertanto, dopo aver consultato anche i tecnici regionali, si è proceduto all’abbattimento urgente del Cedro per tutelare la sicurezza di pedoni, automobilisti e infrastrutture presenti, in un contesto fortemente urbanizzato. Questo - e nessun altro - è stato il criterio che ha orientato l’Amministrazione comunale nel caso specifico. Intendo peraltro rassicurare i residenti nella via sul fatto che, una volta rimossa la ceppaia, si procederà alla piantumazione di un nuovo albero, adeguato al contesto.
A. FOLLIEN
Assessore alle Opere pubbliche