27 ottobre 2014

I RIFIUTI? NON ESISTONO. UN LIBRO DA LEGGERE E DA REGALARE !

 http://www.vallevirtuosa.it/sistemi-a-confronto

Più si ricicla, meno si producono rifiuti

E funziona meglio se a gestire il tutto è un ente pubblico. 

Perciò anche la TASI deve cambiare, puntando sulla valorizzazione della raccolta differenziata.

Piccole, grandi verità che Marco Boschini e Ezio Orzes, esponenti dell’Associazione dei Comuni virtuosi, svelano nel loro nuovo libro I rifiuti? Non esistono! Due o tre cose da sapere sulla loro gestione (Editrice Missionaria Italiana, pag. 64, euro 5,00). 

Boschini e Orzes sanno bene di quel che parlano e scrivono: entrambi sono stati e sono attualmente assessori all’ambiente nei rispettivi comuni (Colorno, Parma, e Ponte nelle Alpi, Belluno).  

Orzes è il fautore del «miracolo-Ponte nelle Alpi», il comune (circa 8000 abitanti) più «riciclone» d’Italia per diversi anni, premiato per vari anni di seguito da Legambiente.
Quale il segreto dunque di trattare ciò che noi scartiamo?

Boschini e Orzes hanno una convinzione, suffragata da dati precisi: se si ricicla, i rifiuti diminuiscono di numero e volume, anzi diventano strumento per altro, ovvero possono produrre lavoro e ricchezza. Partendo da una «buona pratica» concreta (il consorzio Priula nel trevigiano), i due autori dimostrano che funziona meglio una tassa comunale che non prenda in considerazione i metri quadrati di una casa o di un ufficio, bensì la capacità dei cittadini di produrre rifiuti differenziati. Lo dicono i numeri: in questo modo il rifiuto indifferenziato (il «secco») scende da 320 chilogrammi procapite a 40 kg, e la differenziata sale dal 27% all’84%! Anche le famiglie ne avrebbero un grande beneficio: prendendo l’esempio trevigiano, a fronte di 240 euro di tassa su scala nazionale, con la differenziata «spinta» si pagano 160 euro.

Nel libro Boschini e Orzes svelano anche che «le migliori esperienze europee nei servizi di raccolta differenziata sono italiane, gestite da società e consorzi pubblici». Ad esempio, le società pubbliche hanno una raccolta differenziata del 73,5% a fronte della media nazionale del 35%. L’emblema di questa buona gestione pubblica è Ponte nelle Alpi, passato da 23% a 80% di differenziata in un solo mese, fino ad arrivare al 91,5% di adesso: si producono così solo 30 chili di rifiuto secco, contro i 350 della media nazionale. Il risparmio economico? Ben 430 mila euro all’anno, investiti in lavoro, occupazione e servizi.

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22 ottobre 2014

ART 35 SBLOCCA ITALIA. NECESSARIO CAMBIARE L'ATTUALE FORMULAZIONE


E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 212 del 12 settembre 2014 il D.L. 133/2014 recante "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attivita' produttive"

E' il cosiddetto decreto "sblocca-Italia" che all'art 35 incentiva ancora una tecnologia superata ovverto l'utilizzo degli inceneritori ed omette di incentivare la strategia "rifiuti zero".

AMICI DEL VIALE DELLA PACE MANIFESTA TOTALE CONTRARIETA ALL'ATTUALE FORMULAZIONE E NE CHIEDE LA CANCELLAZIONE O LA MODIFICA SOSTANZIALE.

Amici del Viale della Pace ritiene auspicabile inserire invece  alcuni articoli della proposta di legge di iniziativa popollare cosiddetta "Legge Rifiuti Zero" vera sfida alla creazione di un ciclo virtuoso che oltre a tutelare l’ambiente e la salute permetterebbe il riavvio di un ciclo produttivo sostenibile con oltre 200.000 nuovi posti di lavoro.

Un ciclo virtuoso che va dalla raccolta “porta a porta” generalizzata alla introduzione della Tariffa puntuale, dall’attivazione dei Centri di riuso e riparazione alla realizzazione di impianti di riciclo dei materiali inorganici e di compostaggio dei materiali organici, dalla revisione del sistema di contributi CONAI all’introduzione della tassa sul “vuoto a perdere”.

Senza dimenticare le norme di contrasto come la moratoria contro gli inceneritori e la produzione di energia dai rifiuti, la revoca degli incentivi a forme di energia non rinnovabile, la revoca del D.M. Clini contro il CSS, la revoca dei contratti capestro per i Comuni per conferire negli inceneritori, la normativa sul reato di danno ambientale, la moratoria per le discariche di amianto e tanto altro ancora.

QUESTA E’ LA VERA RIVOLUZIONE CULTURALE ....

Amici del Viale della Pace è favorevole a riaprire una vertenza chiamata "Stop discariche di talquale e Stop al CSS da incenerire" , riprende infatti i temi dalla moratoria agli inceneritori ed al conferimento in discarica di rifiuti non trattati, oggi illegale dopo la Circolare Ministero ambiente del 6/8/2013.
 

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Art. 35

(Misure urgenti per l'individuazione e la realizzazione di impianti di recupero di energia, dai rifiuti urbani e speciali, costituenti infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale)

1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, individua, con proprio decreto, gli impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, esistenti o da realizzare per attuare un sistema integrato e moderno di gestione di tali rifiuti atto a conseguire la sicurezza nazionale nell'autosufficienza e superare le procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore.

Tali impianti, individuati con finalita' di progressivo riequilibrio socio economico fra le aree del territorio nazionale concorrono allo sviluppo della raccolta differenziata e al riciclaggio mentre deprimono il fabbisogno di discariche. Tali impianti di termotrattamento costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente.


2. Tutti gli impianti, sia esistenti che da realizzare, devono essere autorizzati a saturazione del carico termico, come previsto dall'articolo 15 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n.46. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorita' competenti provvedono ad adeguare le autorizzazioni integrate ambientali.

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5. Ai sensi del decreto legislativo n.152 del 2006 e successive modificazioni non sussistendo vincoli di bacino per gli impianti di recupero, negli stessi deve essere data priorita' al trattamento dei rifiuti urbani prodotti nel territorio nazionale e a saturazione del carico termico, devono essere trattati rifiuti speciali non pericolosi o pericolosi a solo rischio sanitario, adeguando coerentemente le autorizzazioni integrate ambientali alle presenti disposizioni nei termini sopra stabiliti.

21 ottobre 2014

RESOCONTO ATTIVITA ' DELLA TERZA COMMISSIONE CONSILIARE

Ecco il resoconto di Fabrizio Roscio sulle visite effettuate ad alcuni impianti di trattamento dei rifiuti nel Nord Italia.
Il 16 e 17 ottobre la III Commissione consiliare ha visitato alcuni impianti per la gestione dei rifiuti nel nord est dell'Italia, con l'obiettivo di verificare la possibilità di replicare le migliori soluzioni ad oggi esistenti.
Alla visita hanno preso parte anche l'assessore regionale Bianchi e il dott. Ghiringhelli, in qualità di esperto dell'Osservatorio regionale sui rifiuti.
La visita è iniziata al consorzio Contarina (TV), che ha presentato il proprio eccellente modello organizzativo, si è passati in seguito all'impianto di trattamento delle frazione organica di Faedo (TN) che produce in uscita energia elettrica e compost di qualità.
Il giorno seguente è stata la volta di Este (PD) dove si pratica la gestione integrata dei rifiuti, su scala ben più ampia rispetto alla nostra regione e infine l'impianto di Ceresara (MN) dove si tratta la frazione residuale, per la produzione di combustibile e di biostabilizzato per copertura discariche.
Nel corso della visita ci sono state presentate realtà di gestione dei rifiuti più o meno eccellenti, non sempre replicabili in Valle d'Aosta. È risultato evidente che purtroppo il nostro attuale modello gestionale è il più arretrato, caratterizzato da grande frammentazione nelle modalità di raccolta e di tariffazione e incentrato esclusivamente sullo smaltimento in discarica.


È emerso che i successi migliori sono stati ottenuti laddove le scelte politiche sono state condivise e fatte proprie dalla popolazione e dove il pubblico ha mantenuto il controllo delle scelte e dei processi.


Per dare concretezza agli indirizzi recentemente approvati dal Consiglio regionale occorre partire da subito con la raccolta porta a porta della frazione organica e introdurre modalità tariffarie omogenee su tutta la Regione. 


Le necessarie valutazioni sugli impianti da realizzare dovranno essere successive e fondarsi su dati comprovati, in un'ottica non d'emergenza ma di programmazione, che miri a una gestione di qualità.

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Giovedì 16 e venerdì 17 ottobre 2014, la terza Commissione "Assetto del territorio", integrata dalle forze politiche non rappresentate al suo interno, ha effettuato un sopralluogo agli impianti di trattamento dei rifiuti di Spresiano (TV), Faedo (TN), Este (PD) e Ceresara (MN).
«Il percorso di approfondimento all'interno della terza Commissione, che ha già visto un primo risultato con l'approvazione unanime del documento che detta gli indirizzi gestionali dei rifiuti, prosegue a completamento dell'impegno che mi ero assunto in Consiglio: l'obiettivo è quello di dare un contributo nell'individuazione delle soluzioni più adeguate per la Valle d'Aosta - riferisce il Presidente Stefano Borrello (SA) -. In questi due giorni, abbiamo visitato due siti per verificare l'aspetto gestionale e altri due per analizzare l'aspetto impiantistico. Questi modelli rappresentano uno spunto molto interessante che bisognerà poi contestualizzare alla realtà valdostana al fine di effettuare le scelte migliori per il nostro territorio.»
Per il Consigliere dell'UV Claudio Restano è stata «una trasferta significativa che ci ha permesso di prendere conoscenza di diversi modelli organizzativi anche se questi sono a servizio di territori e utenze profondamente diversi dai nostri. Serviranno per fare riflessioni in merito all'organizzazione che vorremmo darci per la Valle d'Aosta in questo ambito.»
«Nel corso della visita ci sono state presentate realtà di gestione dei rifiuti più o meno eccellenti, non sempre replicabili in Valle d'Aosta - commenta il Consigliere di Alpe Fabrizio Roscio -. È risultato evidente che purtroppo il nostro attuale modello gestionale è il più arretrato, caratterizzato da grande frammentazione nelle modalità di raccolta e di tariffazione e incentrato esclusivamente sullo smaltimento in discarica. È emerso che i successi migliori sono stati ottenuti laddove le scelte politiche sono state condivise e fatte proprie dalla popolazione e dove il pubblico ha mantenuto il controllo delle scelte e dei processi. Per dare concretezza agli indirizzi recentemente approvati dal Consiglio regionale occorre partire da subito con la raccolta porta a porta della frazione organica e introdurre modalità tariffarie omogenee su tutta la regione. Le necessarie valutazioni sugli impianti da realizzare dovranno essere successive e fondarsi su dati comprovati, in un'ottica non d'emergenza ma di programmazione, che miri a una gestione di qualità.»
I Consiglieri dell'UVP Alessandro Nogara e Vincenzo Grosjean evidenziano che «in questi due giorni di visita - con sorpresa abbiamo trovato l'Assessore all'ambiente Bianchi in compagnia del dottor Ghiringhelli ad attenderci al nostro arrivo -, abbiamo avuto un'ulteriore conferma di quanto tempo si sia perso per tentare di risolvere il problema del trattamento dei rifiuti in Valle d'Aosta, che altre località invece, con maggiori dimensioni e diverse complicazioni, hanno affrontato con efficacia e tempismo. Dal confronto abbiamo rilevato che gli impianti da realizzare in un territorio come il nostro sono, nella sostanza, di semplice concretizzazione e per i quali bisogna tenere conto di quattro punti essenziali, che sono la base di ogni gestione efficiente: la raccolta differenziata, la raccolta dell'umido, la tariffazione puntuale, l'individuazione di sistemi di riconoscimento dell'utenza. Dalla visita è inoltre emerso che una buona gestione pubblica dà migliori risultati per la comunità rispetto alla gestione privata.»
Per il Consigliere del M5S Roberto Cognetta, «la visita è stata veramente utile perché ci siamo confrontati con realtà diverse che hanno messo in campo grande efficienza e che hanno un'esperienza ventennale. Gli spunti che ci sono arrivati ci devono effettivamente fare riflettere sulle tante scelte ipotizzate fino ad ora: la strada da intraprendere è da individuare con maggiore attenzione, soprattutto alla luce dei numeri che abbiamo. Il rischio è quello di ritrovarsi con impianti che con il tempo risulterebbero troppo costosi per la comunità. A volte, fare meno è meglio.»
«Una "missione" sicuramente istruttiva sia per quanto riguarda i modelli gestionali sia impiantistici - afferma il Consigliere Jean-Pierre Guichardaz (PD-SVdA) -. Naturalmente le realtà visitate sono progettate per numeri di abitanti di molto superiori ai nostri e per territori con caratteristiche geomorfologiche specifiche, quindi non è pensabile traslare quei modelli senza adattarli alle esigenze della nostra realtà. Ho avuto conferma della bontà della gestione pubblica degli impianti di trattamento ma anche del sistema di raccolta dei rifiuti. Una buona politica sui rifiuti non può non andare di pari passo con l'applicazione di tariffe puntuali basate su una componente fissa e su una parametrata sulla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti (meno se ne producono meno si paga). Tutti gli esperti, i gestori, i progettisti di sistemi di raccolta e di impianti che abbiamo avuto modo di incontrare hanno concordato sul fatto che il punto di partenza necessario è senz'altro la raccolta dell'umido. Credo che da lì si debba partire prima di immaginare qualunque soluzione impiantistica: solo una volta compresa la capacità dei valdostani di differenziare si potranno immaginare sistemi e impianti adeguati. Diversamente si rischia di mettere in piedi soluzioni che prima di entrare a regime dovranno essere corrette con dispendio di risorse e di tempo.»

30 settembre 2014

TASSIAMO GLI INCENERITORI.

La proposta di Federico Valerio

Tassiamo la termovalorizzazione

Il primo luglio 2006 il governo svedese ha introdotto nuove tasse alla termovalorizzazione dei rifiuti.

Una tassa riguarda l'energia prodotta  da questi impianti ed ammonta a 16,5 € per tonnellata di carbonio fossile presente nei rifiuti. La seconda tassa riguarda la riduzione della produzione di anidride carbonica ed ammonta a 371 € per tonnellata di carbonio fossile termovalorizzato.

In sintesi,  queste tasse vogliono scoraggiare la termovalorizzazione delle plastiche (che contengono solo carbonio fossile) e favorire il riciclo dei materiali post consumo e le tecniche di trattamento biologico.

Il sistema svedese per la gestione dei materiali post consumo sta subendo profonde modifiche.

In questo paese esistono 30 inceneritori con recupero energetico dai rifiuti, ma i nuovi obiettivi  del governo svedese sono "più materiali per il riciclo e di migliore qualità " :  riciclo ( vero) del 55% degli imballaggi entro il 2008 e riciclo del 50%  entro il 2010 dei rifiuti domestici, anche grazie a trattamenti biologici (compostaggio e fermentazione anaerobica).

Questa scelta è una vera rivoluzione per la Svezia. Nonostante il fatto che nei rifiuti svedesi la plastica rappresenta il 14%  in peso, fino al 2006 i rifiuti urbani erano considerati una fonte di energia rinnovabile e quindi esentati dalle tasse applicate ai combustibili fossili. Questa scelta favoriva indebitamente i rifiuti rispetto ad altri  combustibili  usati per  il teleriscaldamento.

Oggi, grazie a queste tasse la concorrenza sleale in Svezia è azzerata.

In Italia, invece si continua a foraggiare l'incenerimento dei rifiuti con soldi tolti dalle tasche degli Italiani sotto forma di tasse pagate sulla bolletta dei rifiuti.  E' la voce A3 della bolletta della luce, tasse che dovrebbero andare ad incentivare le fonti di energia rinnovabile.
E lobby ben agguerrite e ben rappresentate nel Parlamento, sono riuscite a trasformare per legge i rifiuti organici in fonte di energia rinnovabile.
Peccato che, dal punto di vista energetico, sia molto meglio trasformare gli scarti organici in compost piuttosto che trasformarli in cenere tossica.
Ma questo, a Renzi, nessuno lo ha raccontato.

28 settembre 2014

I VANTAGGI DEL PORTA A PORTA SPINTO

Il porta porta spinto costa meno dei sistemi a cassonetto stradali.

Diminuendo il peso dei rifiuti cosiddetti indifferenziati, il bilancio economico chiude con un saldo positivo.

In più, sempre a parità di rifiuti, con il porta a porta si creano molti ma molti più posti di lavoro capillarmente distribuiti sul territorio e i cittadini ci guadagnano, grazie ad una tariffazione puntuale che consente di premiare i virtuosi penalizzando chi fa peggio la raccolta.

Ecco i comuni che la applicano: Ponte nelle Alpi (Bl),  Camigliano (Ce), Trento, Parma, Treviso, Capannori (Lu).

generale che, per anni, hanno voltato la faccia dall’altra parte? Non pensa che questo c’entri qualcosa, con la questione dei costi e del disservizio in essere?

L’Europa (non solo i comitati contro gli inceneritori) ci chiede di gestire la partita dei rifiuti diminuendoli, differenziandoli, riutilizzandoli, recuperandoli e, solo come ultima opzione possibile, bruciarli.

L’Associazione Comuni Virtuosi organizza, da qualche mese, viaggi virtuosi per consentire ad amministratori locali, funzionari, attivisti e giornalisti, di conoscere da vicino alcune tra le più significative esperienze in campo ambientale sperimentate con successo.

24 settembre 2014

PUNTO PRIMO. RIORGANIZZARE I SUB ATO E AVVIARE RACCOLTA ORGANICO.

Riorganizzare numero dei subATO (sotto Ambiti territoriali ottimali) per gestire al meglio il servizio raccolta dei rifiuti. Ancora una interpellanza nella seduta del 24 settembre 2014.

Con i nuovi indirizzi di gestione dei rifiuti approvati dal Consiglio il 30 luglio 2014, si dovranno porre in essere modifiche agli ambiti territoriali.

Il Governo regionale si era già impegnato in tal senso attraverso una mozione dell'ottobre 2013, ma ad oggi permangono notevoli differenze nei sottoambiti anche in considerazione del rinnovo di appalti per il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti, al fine di evitare disparità di servizi e maggiori spese a carico degli utenti.


L'Assessore al territorio e ambiente, Luca Bianchi, ha risposto: «In esecuzione della mozione approvata da quest'Aula e in coerenza con quanto disciplinato dalla normativa, la Giunta regionale il 19 settembre scorso ha approvato l'avvio di una procedura comparativa per il conferimento di un incarico professionale tecnico per l'adeguamento del piano regionale di gestione dei rifiuti.

Tra l'altro, il professionista dovrà occuparsi della verifica della coerenza della delimitazione degli attuali subATO sia per adeguarli alla nuova legge in materia di Enti locali, sia per ottimizzare i servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti, oltre che per trovare una modalità omogenea dell'applicazione della tariffa complessiva del servizio. La Regione persegue l'obiettivo di far sì che, alla luce della nuova pianificazione, siano definiti criteri omogenei, tenendo conto dell'individuazione di una tariffazione puntuale sugli utenti e della filosofia secondo cui chi inquina paga.

L'Assessorato si è già attivato operativamente in questo senso fin dall'estate 2013 con la convocazione di diversi incontri con le autorità di subATO, proprio per coordinare le linee di azione da porre in essere alla luce delle novità introdotte. A seguito di questi confronti, abbiamo concordato l'avvio di procedure per la gestione in via transitoria fino alla realizzazione di impianti per la frazione organica, per cui è prevista una raccolta che sarà avviata rogressivamente, man mano che i subATO si adegueranno.

Si è già perso troppo tempo. Speriamo che dalle parole si passi ai fatti.