E funziona meglio se a gestire il tutto è un ente pubblico.
Perciò
anche la TASI deve cambiare, puntando sulla valorizzazione della
raccolta differenziata.
Piccole, grandi verità che Marco Boschini e Ezio Orzes, esponenti dell’Associazione dei Comuni virtuosi, svelano nel loro nuovo libro I rifiuti? Non esistono! Due o tre cose da sapere sulla loro gestione (Editrice Missionaria Italiana, pag. 64, euro 5,00).
Boschini
e Orzes sanno bene di quel che parlano e scrivono: entrambi sono stati e
sono attualmente assessori all’ambiente nei rispettivi comuni (Colorno,
Parma, e Ponte nelle Alpi, Belluno).
Orzes è il fautore del «miracolo-Ponte nelle Alpi», il comune (circa 8000 abitanti) più «riciclone» d’Italia per diversi anni, premiato per vari anni di seguito da Legambiente.
Boschini e Orzes hanno una convinzione, suffragata da dati precisi: se
si ricicla, i rifiuti diminuiscono di numero e volume, anzi diventano
strumento per altro, ovvero possono produrre lavoro e ricchezza.
Partendo da una «buona pratica» concreta (il consorzio Priula nel
trevigiano), i due autori dimostrano che funziona meglio una tassa
comunale che non prenda in considerazione i metri quadrati di una casa o
di un ufficio, bensì la capacità dei cittadini di produrre rifiuti differenziati.
Lo dicono i numeri: in questo modo il rifiuto indifferenziato (il
«secco») scende da 320 chilogrammi procapite a 40 kg, e la differenziata
sale dal 27% all’84%! Anche le famiglie ne avrebbero un grande
beneficio: prendendo l’esempio trevigiano, a fronte di 240 euro di tassa
su scala nazionale, con la differenziata «spinta» si pagano 160 euro.
Nel libro Boschini e Orzes svelano anche che «le migliori esperienze europee nei servizi di raccolta differenziata sono italiane, gestite da società e consorzi pubblici». Ad esempio, le società pubbliche hanno una raccolta differenziata del 73,5% a fronte della media nazionale del 35%. L’emblema
di questa buona gestione pubblica è Ponte nelle Alpi, passato da 23% a
80% di differenziata in un solo mese, fino ad arrivare al 91,5% di
adesso: si producono così solo 30 chili di rifiuto secco,
contro i 350 della media nazionale. Il risparmio economico? Ben 430 mila
euro all’anno, investiti in lavoro, occupazione e servizi.
http://www.vallevirtuosa.it/sistemi-a-confronto
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