10 dicembre 2009

TRENTINO: AMMINISTRATORI LOCALI DIFFIDATI...

Riceviamo dagli amici del Trentino e volentieri pubblichiamo

Al Sindaco del Comune di Trento
Alessandro Andreatta
Via Belenzani 19
38122 TRENTO

Al Presidente della Provincia di Trento
Lorenzo Dellai
Piazza Dante 15
38122 TRENTO

Oggetto: Decisioni, studio di fattibilità e bando di gara per la costruzione dell'impianto di incenerimento dei rifiuti previsto a Trento in località Ischia Podetti. Diffida e preavviso di azione legale.


La scrivente Nimby trentino onlus, portatrice di interessi individuali, collettivi e diffusi, nonché di diritti soggettivi anche costituzionalmente protetti con particolare riguardo al diritto fondamentale alla salute tutelato dall’art. 32 Cost. anche nell’interesse della collettività,

PREMESSO CHE

il Piano Provinciale di Smaltimento Rifiuti della Provincia di Trento - nell'aggiornamento vigente - prevede che venga realizzato un unico impianto di incenerimento dei rifiuti a servizio di tutta la Provincia e stabilisce in maniera vincolante le caratteristiche principali di tale impianto;

in applicazione dell'articolo 72 del DPGP 26.1.1987 il Comune di Trento ha dato corso alle attività preparatorie per la costruzione di un impianto di trattamento termico dei rifiuti a servizio di tutta la provincia di Trento, ubicato nella località di Ischia Podetti;

in particolare il Comune di Trento sta per pubblicare un bando di gara per individuare il contraente cui affidare l'elaborazione del progetto dell'impianto, il relativo studio di impatto ambientale e la successiva costruzione e gestione dell'impianto;

appare nella sostanza non conforme alla normativa vigente - come di seguito evidenziato - tutto il processo decisionale che ha portato ad individuare un impianto di incenerimento quale soluzione tecnologica unica indispensabile per la chiusura del ciclo dei rifiuti in Provincia di Trento;

tale processo decisionale - proprio per non aver tenuto conto delle indicazioni delle disposizioni comunitarie e nazionali vigenti in materia di prevenzione e precauzione - presenta non solo vizi di legittimità che saranno fatti valere nelle sedi opportune ma anche e soprattutto (per quanto attiene al contenuto della presente diffida) vizi sostanziali relativi alla mancata acquisizione e valutazione di tutte le conoscenze disponibili sia in materia di assetti tendenziali della gestione dei rifiuti in Trentino sia in materia di danni potenziali alla salute umana e all'ambiente derivanti dall'esercizio di un impianto di incenerimento di rifiuti con le caratteristiche di quello programmato;

di conseguenza i destinatari in indirizzo potrebbero risultare responsabili di reati e di danni civili di diversi tipi e natura la cui rilevanza sarà fatta in ipotesi valutare dalle autorità competenti, con l'eventuale conseguenza di richieste personali di risarcimenti adeguati…
[...]
Si intimano pertanto le amministrazioni in indirizzo, ciascuna per quanto di diretta competenza:

- alla immediata sospensione in via di autotutela di ogni decisione preordinata alla realizzazione del citato impianto ed alla pubblicazione del bando di gara. Tutto ciò a tutela della pubblica amministrazione e per motivi di conservazione della salute pubblica, con necessità di riformulare il bando prevedendo una soluzione per la chiusura del ciclo dei rifiuti trentini non vincolata esclusivamente all'impiego di processi di recupero energetico mediante trattamenti termici e che comunque richieda ai concorrenti di elaborare progetti e studi di VIA imperniati su metodi, tecniche, modelli e dati scientifici aggiornati adeguati al caso;

- a prendere ogni altra iniziativa urgente per non permettere che si verifichi in futuro un danno praticamente certo alla salute pubblica della popolazione di Trento, della valle dell'Adige e di tutte le zone investite dalla propagazione delle emissioni dell'inceneritore e di non permettere quindi che si debba intervenire a posteriori, tardivamente, quando il danno sarà già consumato;

- a prendere atto che in mancanza di provvedimenti urgenti e certi la scrivente Associazione non mancherà di valutare se avviare direttamente e promuovere presso terzi ogni azione legale utile, ivi compresi tra gli altri un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale, azione collettiva nella forma della class action e comunque richiesta personale di risarcimento integrale dei danni materiali, biologici, psichici e morali al primo verificarsi di conseguenze dannose per la salute della popolazione residente e per l'ambiente.

Si chiede riscontro scritto entro e non oltre il 31 dicembre p.v. con indicazione di eventuali interventi o soluzioni alternative, con l’intesa che in difetto di comunicazioni o di adeguate risposte saranno, senza ulteriore preavviso, intentate le vie giudiziali più opportune nei termini richiesti dai profili di interesse più sopra indicati e con riserva di ogni ulteriore azione e per ogni ulteriore aspetto anche qualora qui non espressamente richiamato.

Simonetta Gabrielli
Presidente Nimby trentino onlus
Trento, 10 dicembre 2009

6 dicembre 2009

GESTIONE RIFIUTI: APERTO UN TAVOLO DI CONFRONTO CON MOVIMENTI E PARTITI POLITICI

Il pirogassificatore non serve a niente... io riciclo saggiamente!

Quando il buon senso appartiene ai bambini. Leggi la letterina ... >>>

Firma e fai firmare la petizione per un nuovo centro di compostaggio per la frazione organica.


Ecco uno degli ultimi interventi di Carla Poli (Centro riciclo Vedelago)
"

Scarica il modulo nel blog precedente oppure qui >>>

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Continua l'attività di confronto e raccolta delle posizioni espresse dai movimenti e partiti politici presenti sul territorio regionale in merito al seguente tema: "gestione rifiuti e possibili miglioramenti all'intero ciclo di gestione dei rifiuti"

A tutti i movimenti e partiti politici presenti in Valle d'Aosta

Oggetto: Materiali da riciclo – Rifiuti – Iniziative in vista dell’aggiornamento piano regionale dei rifiuti (legge regionale 3 dicembre 2007, n. 31) , riduzione della produzione dei rifiuti, riciclo dei materiali e avvio della raccolta della frazione organica e del compostaggio domestico.


Il Comitato Amici del Viale della Pace unitamente ad altre associazioni di cittadini operanti sul territorio regionale hanno attivato una attività di monitoraggio/audit civico dell’intero ciclo di gestione dei rifiuti suddiviso in due fasi: 1) raccolta dati sul tema specifico 2) il confronto con i soggetti che possono concorrere alle decisioni in materia.

Nel corso dell’iniziativa sono già stati redatti alcuni report e documenti disponibili sull'apposito sito del Comitato a partire dalle notizie pubblicate dal mese di Agosto 2009. In questi giorni sta partendo la seconda fase che prevede l’apertura di un tavolo di confronto e dialogo con i movimenti e partiti politici.

Con l’occasione si chiede cortesemente di voler comunicare i nominativi e il recapito mail dei referenti all’interno della Vostra Organizzazione in modo da poter avviare gli opportuni contatti e di voler specificare se per la materia specifica sono stati redatti documenti, prese di posizione nel corso del 1 semestre 2009 oppure se siano state avanzate osservazioni o presentati ordini del giorno o semplici suggerimenti in materia di aggiornamento del piano regionale dei rifiuti di recente aggiornato con delibera del 25 giugno 2009 da parte del Consiglio regionale.

Si precisa, inoltre, che tutti i dati saranno pubblicati sul sito web al fine di favorirne la fruizione da parte della cittadinanza.

Si resta in attesa di un breve riscontro.

2 dicembre 2009

RACCOLTA FIRME: AL VIA LA PETIZIONE PER LA RACCOLTA DELL'ORGANICO

"L’inceneritore non serve, io riciclo saggiamente."

Quando il buon senso appartiene ai bambini. Leggi la letterina ... >>>

Firma e fai firmare la petizione per un nuovo centro di compostaggio per la frazione organica >>>


Raccogliendo l’organico si "innova" dal punto di vista ambientale e si risparmia dal punto di vista economico.

Raccogliendo l’organico si arriva in modo naturale a chiudere il cerchio del ciclo-rifiuti con un riciclo quasi completo introducendo alla frazione secca residua la tecnica innovativa del processo di estrusione CRRV (centro ricerca e riciclo Vedelago - Carla Poli).

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Puoi consegnare le firme ad una delle seguenti associazioni:
Comitato Rifiuti Zero VdA
Legambiente VdA
Amici del Viale della pace
Diritto al Futuro
Codacons
Adiconsum


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Immagini di un pirogassificatore

25 novembre 2009

ACQUISTI NEL RISPETTO DELL'AMBIENTE=RIDUZIONE NELLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI

Acquisti verdi nelle Pubbliche Amministrazioni

È stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 9 novembre 2009, n. 261 il decreto 2 novembre 2009 che adotta i "Criteri ambientali minimi" relativi agli acquisti delle PA.

I criteri ambientali minimi sono gli elementi che qualificano una procedura di appalto "verde".

Il concetto di Green Public Procurement o Acquisti verdi della Pubblica Amministrazione (GPP) è stato introdotto in Europa già a metà degli anni '90 ed è definito dalla Commissione europea come "l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.

Già dal 2003 la Commissione Europea invitava gli stati membri ad adottare dei Piani d’azione nazionali (PAN) sul GPP per assicurarne la massima diffusione. L’Italia ha provveduto con il Decreto interministeriale dell'11 aprile 2008, n.135 che ha adottato il PAN GPP. Il Piano prevede l'adozione di misure volte all'integrazione delle esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni competenti, sulla base dei seguenti criteri:

1. riduzione dell'uso delle risorse naturali;
2. sostituzione delle fonti energetiche non innovabili con fonti rinnovabili;
3. riduzione della produzione di rifiuti;
4. riduzione delle emissioni inquinanti;
5. riduzione dei rischi ambientali.



info >>>



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"Metodo Vedelago" in Italia e fuori dall'Italia.
La tecnologia utilizzata nel centro riciclo Vedelago si sta diffondendo forse proprio in concomitanza del premio economico dalla comunità europea come miglior impianto innovativo per abbassare l’impatto del trattamento dei rifiuti sull’ambiente. La Danimarca sta facendo sua tale tecnologia come pure il Belgio e la Francia, che hanno avviato una collaborazione con le due più grandi cartiere europee che sono in Alsazia e che trattano il tetrapak.
Ecco alcuni nuovi impianti in Italia basati su questa nuova tecnologia: uno a Colleferro (Roma) e uno a Tergu (Sassari), collaborazioni con Kalat Ambiente (Caltagirone), Valfreddana; Recuperi (PT);Sulmona (L’Aquila); G.A.I.A. (Asti).

E’ dimostrato che il centro con la sua tecnologia può arrivare a mandare in deposito solo il 5% dei rifiuti solidi urbani trattati. Per la capacità di trattamento sarebbe sufficiente aumentare le dimensioni dell’impianto per gestire qualunque volume di rifiuti.

Servono però Amministrazioni con il coraggio di confrontarsi pubblicamente e chiarire la proprie posizioni direttamente con i tecnici che offrono tali alternative.

22 novembre 2009

LETTERA APERTA ESITI SECONDA VISITA CIVICA ALLA DISCARICA

LETTERA APERTA INDIRIZZATA ALL'ASSESSORATO REGIONALE TERRITORIO E AMBIENTE

Segue lettera aperta del 29 agosto 2009


OGGETTO: Adozione di idonee iniziative volte a incrementare l’utilizzo di Compost di qualità derivante dal processo aerobico della materia verde (sfalci e ramaglie da potatura) conferita presso il “Centro di compostaggio” annesso alla Discarica di Brissogne e ad aumentare gli acquisti “verdi” da parte delle Pubbliche Amministrazioni (Green Public Procurement).

Le nostre associazioni sono impegnate nella tutela dell'ambiente e nello sviluppo di nuovi spazi di democrazia, in un ottica di miglioramento della sostenibilità dello sviluppo economico per incrementare l’utilizzo di strumenti partecipativi e la qualità della vita.

FAVORIRE L’UTILIZZO DEL COMPOST AUTOPRODOTTO
Nel corso delle visite organizzate nei mesi di Agosto e Ottobre 2009 presso il Centro trattamento materiali da riciclo di Brissogne abbiamo riscontrato la presenza di grandi quantità di compost (oltre 3000 tonnellate di ammendante compostato verde) disponibili per uso domestico e per le bonifiche ambientali. Tale compost di ottima qualità rispetta tutti i parametri di legge e può essere utilizzato in orti, prati, aiuole, piante in vaso e siepi ed anche per il ripristino di piste da sci e piste forestali.

FAVORIRE LA RACCOLTA SEPARATA E IL RICICLO DELL’”ORGANICO” E NON L'INTERRAMENTO IN DISCARICA
Abbiamo rilevato, inoltre, che in loco è possibile attivare una apposita zona dedicata al compostaggio dell’umido domestico, già a partire dal 2010, con la partecipazione ed il coinvolgimento dei Comuni interessati e sensibili al tema della riduzione dei rifiuti. Con l’avvio di tale procedura si produrrebbe un minor afflusso di oltre 10.000 tonnellate annue di materiale, con un conseguente allungamento della durata di vita della attuale discarica. Dall’esame dell’attuale ciclo di gestione dei rifiuti non risultano utilizzate le nuove tecnologie già oggi disponibili e riconosciute dall’Unione Europea come “ecoinnovazione” che richiedono come precondizione la raccolta separata della frazione organica. Solo procedendo in tal modo si potrebbe ottenere per la frazione residua un riciclo di alto livello in linea con le prescrizioni dell’UE.

FAVORIRE L’UTILIZZO DI TECNOLOGIE INNOVATIVE ECOCOMPATIBILI
Come già rilevato nella precedente nota, la scelta tra le sole tecnologie legate alla produzione di CDR (combustibile da rifiuto) da destinare alla valorizzazione energetica (combustione) può comportare costi di impianto e manutenzione di importo rilevante e non garantire la necessaria flessibilità e adattamento alle nuove e sempre più innovative tecnologie in materia di recupero dei materiali.

FAVORIRE LA CRESCITA COSTANTE DELLE PERCENTUALI DI RACCOLTA DIFFERENZIATA
Si rileva, inoltre, la mancata attuazione del comma 461 dell’articolo 2 della Legge Finanziaria 2008 che prevede l’obbligo per i Comuni di attivare strumenti di partecipazione civica in materia di servizi erogati ai cittadini (servizio smaltimento e raccolta materiali da recupero). Da un primo esame dei dati disponibili non risulta particolarmente efficace il piano di incentivazione (bonus–malus) rivolto ai Comuni e alle Comunità montane finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata.

FAVORIRE GLI ACQUISTI DI PRODOTTI E SERVIZI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE
In merito al progetto GPP (Green Public Procurement) cioè “...l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale…” si chiede di conoscere se si intenda incrementare tale domanda da parte di tutti gli Enti Territoriali. Se tutti gli enti pubblici nel territorio dell’UE richiedessero strumenti e forniture a basso consumo energetico, oltre 830.000 tonnellate di CO2 non verrebbero più immesse nell’atmosfera. La diffusione capillare di tali pratiche può incidere positivamente anche sulla competitività del nostro sistema produttivo. Nel nostro paese tali indicazioni sono state recepite con il DI 135/2008 e l’Unione Europea ha fornito un ulteriore impulso in favore della diffusione del GPP, proponendo di raggiungere, entro il 2010, il 50% in tutte le gare di appalto.

Si resta in attesa di conoscere le eventuali azioni adottate o che si intendono adottare per favorire un miglioramento costante dell’intera gestione del ciclo dei rifiuti, nonché la volontà di istituire una sessione annuale di verifica del funzionamento dei servizi, con il coinvolgimento di tutte le associazioni attive nel settore, e l'avvio di un monitoraggio trasparente, condiviso e continuativo.

Restiamo a disposizione per eventuali ulteriori iniziative volte a sensibilizzare i cittadini in materia di riduzione dei rifiuti.



Legambiente Vda
Amici del Viale della Pace
Codacons Vda
Adiconsum
Diritto al futuro
Comitato rifiuti Zero VdA



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http://www.youtube.com/watch?v=G4s8KYhip5Y&feature=player_embedded

PETIZIONE POPOLARE PER NUOVO CENTRO CONPOSTAGGIO: AL VIA LA RACCOLTA FIRME

A breve conferenza stampa presentazione petizione popolare e varie inziative ad essa collegate.

GIOVEDI 26 NOVEMBRE ORE 17,15

C/O CSV - AOSTA - VIA XAVIER DE MAISTRE 19

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INIZIATIVA PORTE APERTE ALLA DISCARICA
(per conferma orari inizio telefonare al tel. 0165 361515)
mercoledi 25 novembre 2009
sabato 28 novembre 2009

Da oggi puoi sottoscrivere la petizione direttamente online
inserisci dati anagrifici e mail >>>

PETIZIONE POPOLARE PER UN CENTRO REGIONALE DI COMPOSTAGGIO

E PER LA RACCOLTA DELL’UMIDO IN VALLE D’AOSTA

Al Presidente del Consiglio Regionale della Valle d’Aosta

Ai Consiglieri regionali

PREMESSO CHE

* la frazione organica rappresenta un’ingente quota dei rifiuti (RSU) che finiscono in discarica a Brissogne: circa il 21% del totale, ovvero oltre 10.000 ton all’anno

* una raccolta ben eseguita, oltre a trasformare i rifiuti in risorsa, consentirebbe di allungare fino al 20% la vita residua della discarica, con i relativi benefici economici e ambientali.

* senza la raccolta della frazione umida risulterà estremamente difficile raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata (RD) imposti dalla legge italiana e dall'Unione Europea (65% entro il 2012)

* la frazione organica dei rifiuti è responsabile dei cattivi odori e dell'emissione in atmosfera della maggior parte dei gas climateranti

* dalla frazione organica, trattata invece in un centro di compostaggio, si ottiene compost utilizzabile nei giardini e negli orti

* La raccolta dell’umido con gli appositi cassonetti è una pratica abituale e consolidata in molte città d’Italia e sarebbe fattibile anche da noi

* Senza la raccolta della frazione umida risulterà estremamente difficile raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata (RD) imposti dall’Unione Europea (65% entro il 2012)

CON LA PRESENTE PETIZIONE

CHIEDIAMO

- DI COSTRUIRE UN CENTRO DI COMPOSTAGGIO REGIONALE PER IL TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI (o in alternativa vari centri di compostaggio per ogni singola comunità montana).

- DI INCENTIVARE LA RACCOLTA DEI RIFIUTI ORGANICI, LADDOVE NON SIA POSSIBILE IL COMPOSTAGGIO DOMESTICO.

- DI DISTRIBUIRE GRATUITAMENTE LE COMPOSTIERE ALLE FAMIGLIE CHE NE FACCIANO RICHIESTA.

18 novembre 2009

I CITTADINI INSIEME A .... , SE FUNZIONANO TUTTI, IL RICICLO FUNZIONA

I cittadini insieme alle imprese,
insieme ai comuni.
Se funzionano tutti,
il riciclo funziona. Ovunque.

Introdurre “Audit civico” e “Operazione trasparenza” nel ciclo gestione rifiuti



Stima della frazione "organica" dei rifiuti prodotti in Valle d'Aosta (oltre 20.000 tonnellate).

Come si può rilevare dal filmato sopra riportato la parte "organica" dei rifiuti urbani (scarti da cucina, avanzi, ecc.) ammonta a circa il 30% del totale dei rifiuti prodotti che in Valle d'Aosta sono 75.000 tonnellate annue.
Quindi l'organico ammonta a circa 22.000 tonnellate annue e non 8.000 tonnellate come si evince dall'intervista rilasciata al quotidiano locale "La Stampa" del 21 novembre 2009 da parte dell'Assessore Regionale al Territorio e Ambiente.

Info: cittadiniattiviao@gmail.com
www.amicidelviale.blogspot.com


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"Non sprecate" tempo e risorse in consulenze. Alle volte basta copiare dalle buone prassi già attuate. Adottando il sistema di raccolta “porta a porta” con suddivisione anche dell'organico si possono raggiungere alti livelli di differenziata (dal 70% a oltre il 90%). Questa tipologia di gestione è attivata in città, non piccole, come Roma e Torino.
A Salzano (VE) dal 2002 al 2003 si è passati dal 18% al 75%.
Ad Asti (74.000 abitanti) erano al 64 % nel 2005.
A Novara (103.000 abitanti) hanno già superato il 68%.
Ma anche altri paesi del mondo vanno in questa direzione (Berlino, Parigi, Londra, Vienna, Zurigo). San Francisco (809.000 abitanti) si è posta l’obiettivo del 75% per il 2010 e dei Rifiuti Zero per il 2020.
Talvolta, per fare bene, basta copiare bene le esperienze funzionanti già collaudate.

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Le Ato o Sub-ato (Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale) esercitano le funzioni di programmazione e controllo sull’erogazione del Servizio di gestione dei Rifiuti Urbani e Assimilati definiscono, cioè, le regole e gli obiettivi nelle convenzioni stipulate con il soggetto che effettua la raccolta, pretendendo i risultati migliori e le migliori tecniche di gestione conosciute al momento, a parità di prezzo.

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SI AL RICICLO, NO ALLA DISCARICA. IL “METODO VEDELAGO” NON NECESSITA DI SPERIMENTAZIONI E NEPPURE DI CONSULENZE.

Il termine “rifiuti” va sostituito con il termine “materiali da riciclo”. Questa è la filosofia che ispira l'attività posta in essere dal “Centro Riciclo Vedelago”, da cui prende il nome il metodo ivi utilizzato. Il modello di riciclo totale ideato da Carla Poli a Vedelago in provincia di Treviso è già stato sperimentato e adottato da molti comuni in Italia e in Europa.

Il metodo Vedelago, permette di:
1.recuperare valore economico dalla rivendita dei materiali riciclati
2.creare nuova occupazione rispetto ai metodi attualmente in uso
3.abbassare la tassa sui rifiuti pagata dai cittadini
4.diminuire i costi per la gestione dei rifiuti a carico dei Comuni
5.coinvolgere i cittadini in comportamenti coerenti e virtuosi.

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Si riportano per comodità le iniziative assunte da parte del Consiglio regionale in materia di gestione e smaltimento rifiuti in data 25 Giugno 2009
OMISSIS
di avviare la sperimentazione attraverso la realizzazione di un impianto tecnologicamente
innovativo, ai fini della produzione di combustibile da rifiuto (CdR) di alta qualità caratterizzato da un basso livello di contaminanti, in grado di assicurare, in una prima fase di attuazione e osservazione, il trattamento di una frazione significativa dell’attuale indifferenziato, al fine di differire i tempi di esaurimento della discarica di Brissogne;

di individuare il sistema più innovativo mediante un’indagine tra le tecnologie di produzione di CdR di qualità;

di procedere ad una valutazione dei risultati di questa sperimentazione a seguito di verifica di funzionalità e sostenibilità del sistema, da attuarsi entro un anno dall’avviamento, prima di procedere al consolidamento del sistema in modo da permettere il trattamento di tutti i rifiuti indifferenziati prodotti nella Regione;

di stabilire che dalla sperimentazione del sistema innovativo debbano emergere tutte le
informazioni ed i dati caratterizzanti l’impianto ed in particolare che dovranno essere prodotti una serie di documenti che descrivano come livello minimo:
- la modalità di esecuzione del sistema innovativo;
- la configurazione impiantistica prevista (opere civili, opere elettromeccaniche, presidi, ecc.);
- le superfici necessarie e l’ubicazione prevista dell’impianto;
- le caratteristiche impiantistiche principali ed il bilancio energetico complessivo del
trattamento;
- i costi di investimento;
- la modalità di gestione dei flussi di rifiuti oggetto di trattamento nell’impianto innovativo;
- i quantitativi e le modalità di smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi prodotti durante il trattamento;
- i flussi, i quantitativi e le modalità di utilizzo del CdR prodotto dal trattamento;
- le modalità gestionali;
- i costi gestionali;

di stabilire che venga definito un apposito protocollo di sperimentazione avvalendosi di una qualificata istituzione scientifica che, con il supporto degli organi regionali di controllo dovrà seguire sistematicamente tutte le fasi di sperimentazione e certificare e validare i risultati della stessa nonché prevedere, da parte di ARPA, la realizzazione di un piano di monitoraggio del sistema di trattamento innovativo con il coinvolgimento dell’Osservatorio regionale dei rifiuti;

di stabilire che tale impianto venga localizzato, in accordo con la Società Valeco s.p.a. in un’area presso l’attuale centro regionale di trattamento RU ed assimilati di Brissogne o nelle immediate vicinanze;

di definire il percorso della sperimentazioni distinto nelle seguenti fasi:
- individuazione della tecnologia da sperimentare;
- avvio della sperimentazione e analisi comparata dei risultati;
- definizione del nuovo scenario di trattamento dei rifiuti;
- adeguamento del Piano regionale dei rifiuti, sulla base dei risultati della sperimentazione aggiornato secondo le decisioni della Giunta e della III Commissione e contestuale avvio della procedura di consultazione finalizzata all’acquisizione della VAS* sul nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti e acquisizione di un parere da parte del Consiglio permanente degli enti locali;
- al termine della fase di consultazione, approvazione del Consiglio dello scenario di
trattamento dei rifiuti e del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti;
- avvio delle procedure tecnico-amministrative per la progettazione, la realizzazione e il successivo esercizio degli impianti di trattamento previsti dal nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, ivi compresa l’acquisizione dell’Autorizzazione integrata ambientale.

per leggere la versione integrale ( con i votanti e gli astenuti) >>>


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*VAS=VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
La normativa di VAS (valutazione ambientale strategica) è stata recepita nel corrente anno da parte della Regione Autonoma della Valle d’Aosta con la legge regionale 26 maggio 2009, n. 12 (disponibile sul sito della regione (www.regione.vda.it) sotto la voce “territorio e ambiente” “VAS”.
La legge regionale attua la direttiva 2001/42/CE che aveva introdotto la VAS a livello europeo.
Gli strumenti di programmazione e pianificazione da sottoporre a VAS sono elencati nell’articolo 6 della norma citata, che prevede, tra gli altri, l’obbligo di VAS per i piani inerenti la gestione dei rifiuti, che definiscono il quadro di riferimento per l’approvazione, l’autorizzazione, l’area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati A e B della norma (ossia ricadenti nella procedura di VIA – valutazione di impatto ambientale).
Di conseguenza, un nuovo piano rifiuti o una sua modifica necessita di una procedura di VAS qualora comporti la previsione di nuovi progetti ricadenti negli allegati della VIA.
FONTE: RAVA ASS REG. TERRITORIO E AMBIENTE

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LA TEORIA DELLE "ERRE" E IL METODO "VEDELAGO"
La teoria delle R: ridurre,riusare,riciclare (o compostare), ma anche riparare, ricercare, riprogettare ed infine la R più importante: responsabilizzare.
IL “Metodo Vedelago” non necessita di sperimentazioni e neppure di consulenze.



Cosa fare e proporre se...
Le scelte, i lavori decisi dalle istituzioni (amministrazioni comunali, provinciali e regionali) alcune volte non hanno alcun legame nè alcun punto di contatto con le espressioni, volontà espresse dalle forme di espressione spontanee (comitati, associazioni, ecc).

Anche in Valle d'Aosta si avvertono segnali di scollamento tra decisioni pubbliche e "sentire comune" dei cittadini organizzati o meno in associazioni.

Spesso i cittadini non sono informati pienamente in merito ai costi e alle conseguenze dei progetti e delle decisioni e del loro impatto sull’ambiente o sulla salute pubblica.

Ecco alcune iniziative meritevoli da adottare nella legislazione regionale:
1) istituire forme e modalità di un vero e proprio "dibattito pubblico"
2) individuare i temi sottoponibili al "dibattito pubblico"
3) definire i soggetti che hanno diritto di attivare il dibattito
4) istituire una Autorità locale per la garanzia e la promozione della partecipazione
5) stabilire modalità e procedure per il "dibattito Pubblico".



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