25 novembre 2009

ACQUISTI NEL RISPETTO DELL'AMBIENTE=RIDUZIONE NELLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI

Acquisti verdi nelle Pubbliche Amministrazioni

È stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 9 novembre 2009, n. 261 il decreto 2 novembre 2009 che adotta i "Criteri ambientali minimi" relativi agli acquisti delle PA.

I criteri ambientali minimi sono gli elementi che qualificano una procedura di appalto "verde".

Il concetto di Green Public Procurement o Acquisti verdi della Pubblica Amministrazione (GPP) è stato introdotto in Europa già a metà degli anni '90 ed è definito dalla Commissione europea come "l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.

Già dal 2003 la Commissione Europea invitava gli stati membri ad adottare dei Piani d’azione nazionali (PAN) sul GPP per assicurarne la massima diffusione. L’Italia ha provveduto con il Decreto interministeriale dell'11 aprile 2008, n.135 che ha adottato il PAN GPP. Il Piano prevede l'adozione di misure volte all'integrazione delle esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni competenti, sulla base dei seguenti criteri:

1. riduzione dell'uso delle risorse naturali;
2. sostituzione delle fonti energetiche non innovabili con fonti rinnovabili;
3. riduzione della produzione di rifiuti;
4. riduzione delle emissioni inquinanti;
5. riduzione dei rischi ambientali.



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"Metodo Vedelago" in Italia e fuori dall'Italia.
La tecnologia utilizzata nel centro riciclo Vedelago si sta diffondendo forse proprio in concomitanza del premio economico dalla comunità europea come miglior impianto innovativo per abbassare l’impatto del trattamento dei rifiuti sull’ambiente. La Danimarca sta facendo sua tale tecnologia come pure il Belgio e la Francia, che hanno avviato una collaborazione con le due più grandi cartiere europee che sono in Alsazia e che trattano il tetrapak.
Ecco alcuni nuovi impianti in Italia basati su questa nuova tecnologia: uno a Colleferro (Roma) e uno a Tergu (Sassari), collaborazioni con Kalat Ambiente (Caltagirone), Valfreddana; Recuperi (PT);Sulmona (L’Aquila); G.A.I.A. (Asti).

E’ dimostrato che il centro con la sua tecnologia può arrivare a mandare in deposito solo il 5% dei rifiuti solidi urbani trattati. Per la capacità di trattamento sarebbe sufficiente aumentare le dimensioni dell’impianto per gestire qualunque volume di rifiuti.

Servono però Amministrazioni con il coraggio di confrontarsi pubblicamente e chiarire la proprie posizioni direttamente con i tecnici che offrono tali alternative.

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