Aosta - Viale della Pace. Una zona "verde" destinata a scomparire? Nonostante la raccolta firme il Comune ha tagliato 18 alberi e ne ha piantati solo 6. Siamo favorevoli ad una corretta gestione dei rifiuti applicando l'opzione "rifiuti zero" e aderiamo al progetto "guadagnare salute ". Al referendum propositivo del 18/11/2012, abbiamo sostenuto il SI e scelto un percorso di gestione rifiuti senza incenerimento. #versorifiutizero
Così com'è stata riportata da alcuni giornali all'indomani dell'incontro pubblico di Quart il 20 gennaio scorso, la pirolisi e la gassificazione sembravano avvicinare a grandi passi la Valle d'Aosta alla quadratura del cerchio in ambito di gestione rifiuti. Ovviamente non è così, anche se, indubbiamente, questo nuovo orientamento apre uno spiraglio ed “è senz'altro meglio” del progetto originario dell'Amministrazione Regionale di realizzare un inceneritore.
In premessa un'annotazione doverosa: ci scusiamo con i lettori, ma i tempi di uscita del nostro giornale ci lasciano spesso “a rincorrere le notizie”; però, forse, rende un piccolo servizio ai cittadini anche il fatto di riprendere temi caldi proprio quando si sono già un po' intiepiditi, aiutando così a tener vivo il dibattito.
Tornando al tema, l'incontro -che si spera non conclusivo- è stato senza dubbio di spessore (anche se gli interventi degli esperti invitati dalla Giunta, Giuseppe Genon del Politecnico di Torino e Pietro Capaldi del Cnr, non erano esattamente calibrati per essere davvero comprensibili “alla cittadinanza”). Il presidente Rollandin e l'assessore Zublena hanno spiegato che per smaltire i rifiuti indifferenziati in Valle d’Aosta la pirogassificazione rappresenta una “tecnologia innovativa compatibile con la realtà valdostana”. Semplificando molto: i rifiuti indifferenziati subiscono un trattamento termico che li trasforma in gas, il quale, come tale, diviene combustibile utilizzabile per produrre energia. Le potenzialità di questa nuova tecnologia sono reali, ma lo sono anche le incognite. Tecnicamente (e dal punto di vista normativo) gli impianti di pirolisi sono degli inceneritori, recuperano energia come i moderni inceneritori ma, anche, inquinano come i moderni inceneritori. I consulenti della Regione hanno spiegato che il grande vantaggio è che si tratta di impianti versatili (possono essere costruiti anche di piccole dimensioni) e flessibili, con emissioni nell'aria “di qualità migliore rispetto ad un inceneritore” perché le sostanze pericolose contenute nei rifiuti vengono captate preventivamente.
Nulla da eccepire, quindi, se la soluzione al problema deve essere trovata nel confronto inceneritore-pirolisi. Il punto sollevato da altri esperti (saranno pure ambientalisti ma nulla può delegittimare l'autorità delle loro posizioni, basate su anni di studio delle problematiche legate alla gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti) è che questa della pirolisi non è l'unica opzione possibile e non necessariamente la migliore per il nostro territorio. Michele Bertolino, responsabile interregionale del settore rifiuti di Legambiente, ha ricordato che la legge impone di arrivare quanto prima ad una raccolta differenziata del 65%, il che porterebbe la produzione dei rifiuti in Valle d'Aosta a 25 mila tonnellate l'anno; questa prospettiva è del resto in linea con l'impegno preso dall’assessore Zublena a realizzare un serio piano regionale di riduzione dei rifiuti. Secondo Bertolino, quindi, è necessario prendere in considerazione anche soluzioni “esterne” alle Valle d'Aosta, un'ipotesi di cui il presidente Rollandin non vuole neppure sentire parlare, insistendo sulla chiusura del ciclo dei rifiuti interamente all'interno del territorio regionale. “In realtà - si legge in un recente comunicato di Legambiente Valle d'Aosta - il rifiuto indifferenziato, trattato e trasformato in combustibile (CDR-Q, combustibile da rifiuti di qualità), è esportabile e, da un punto di vista ambientale generale, è probabilmente la soluzione meno inquinante e meno costosa anche considerando l’impatto del trasporto.
Come ha ammesso il professor Genon, prima di escludere anche questa ipotesi si rende quindi necessario fare un LCA (life cycle assesment), cioè una valutazione del ciclo nel suo complesso.” Magari, aggiungiamo noi, sarebbe politicamente molto corretto affidare questa “valutazione del ciclo vitale” ad esperti “super partes”, magari scelti congiuntamente dall'Amministrazione regionale e dalle associazioni/comitati, ambientalisti e non, che da anni si confrontano con gli amministratori su questa scelta cruciale per il futuro del territorio valdostano e la sua vocazione turistica.
Il Comitato Rifiuti Zero, che ugualmente insiste sulla necessità di un LCA, concorda sul fatto che, se si volesse a qualunque costo chiudere il ciclo in Valle, la pirolisi sarebbe la tecnica più praticabile al momento. “Questa però - sottolinea C.R.Z.- non è la sola alternativa: si potrebbe anche costruire un impianto a freddo (TMB), dal quale poi la frazione residuale (il CDR-Q) potrebbe essere portata fuori valle e utilizzata nei cementifici al posto di altri combustibili più inquinanti”. Dal dibattito è in effetti emersa l’utilità di un pretrattamento meccanico biologico e la necessità della raccolta differenziata della frazione umida per ridurre ulteriormente la parte indifferenziata. Del resto, come evidenziato dalla presentazione delle tecnologie di pirogassificazione, la presenza della frazione umida nel materiale da bruciare rappresenta un ovvio svantaggio.
Alla luce di queste considerazioni, Legambiente e Comitato Rifiuti Zero invitano i cittadini a firmare la petizione che chiede appunto di raccogliere tutto l’organico prodotto in città e di trattarlo in un impianto di compostaggio. La consegna delle firme è fissata per il 28 febbraio.
Giovanna Zanchi
Articolo apparso sul giornale le Travail Febbraio 2010 Si ringrazia la redazione per l'autorizzazione
E’ indispensabile, in ogni caso, prima della scelta definitiva, comparare i due scenari in campo ( Pirogassificazione e scenario valle d'aosta virtuosa: zero waste - zero rifiuti) con il concorso di tecnici esperti "super partes" e utilizzando tutte le metodologie in uso, tra cui anche la LCA (Life Cycle Assessment).
Dal Terzo minuto circa vengono illustrati i vari step del metodo di riciclo vedelago.
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Vi segnaliamo un importante appuntamento di approfondimento in materia di rifiuti e raccolta differenziata che avrà luogo a Firenze 18 e 19 Marzo 2010. Partecipazione a pagamento, organizza Tiforma.
Esperti a confronto e quadro comparativo sui sistemi integrali porta a porta e sistemi integrati: aspetti strategici, organizzativi,impatto sul territorio, coinvolgimento utenze, ricadute sociali, aspetti economici Giovanni Montresori - Mario Sunseri, Labelab
Obiettivo 65% di raccolta differenziata nella Provincia di Rimini mediante sistema integrato - risultati Carlo Casadei, Ato Rimini
L’esperienza della Provincia di Torino, i sistemi di incentivazione per il consolidamento delle raccolte domiciliari Giorgio Gollo, Provincia Torino
Presentazione di un caso di studio relativo alla tariffazione puntuale Roberto Bortolotti, AMNU
Analisi dei costi della Raccolta Differenziata Valentina Cipriano, Servizio Tecnico Federambiente
IL DIMENSIONAMENTO DEI SERVIZI DI RACCOLTA, LA REDAZIONE DEI PIANI ECONOMICI FINANZIARI & INDICATORI DI CONFRONTO
Fase 1 - L’analisi del contesto attuale: metodi per l’analisi territoriale e l’analisi dei flussi di rifiuti. Fase 2 - Definizione del modello organizzativo Fase 3 - Dimensionamento dei singoli servizi Focus > L’applicazione dei software di dimensionamento dei servizi di raccolta Fase 4 - Il quadro di dettaglio delle risorse impiegate (personale, automezzi, attrezzature, ecc.) Fase 5 - Analisi economica delle singole risorse impiegate. Costi operativi (diretti e indiretti), costi di struttura e generali, remunerazione del capitale investito Fase 6 - Metodologie specifiche per l’analisi economica degli impianti LCC Fase 7 - Quadro di sintesi degli indicatori economici e confronti
Ing. Giovanni Montresori Labelab Ing. Mario Sunseri Labelab Dott. Lorenzo Perra Ti Forma Dott. Carlo Casadei ATO Rimini Dott. Giorgio Gollo Provincia Torino Ing. Roberto Bortolotti AMNU Spa, Pergine Valsugana Ing. Valentina Cipriano Servizio Tecnico Federambiente
Paga anche il sindaco in solido per il danno provocato, se non si raggiungono gli obiettivi della differenziata stabiliti dalla legge. Lo ha stabilito in Campania la Corte dei Conti, che ha condannato l'ex sindaco di Marcianise a un corposo risarcimento.
Se la raccolta differenziata non raggiunge i livelli stabiliti dalla legge, il sindaco risponde in solido per il danno erariale provocato. Lo ha sancito la sezione della Campania della Corte dei conti, che ha condannato l'ex sindaco di Marcianise, Filippo Fecondo, e alcuni dipendenti dell'ente, a risarcire più di 450 mila euro.
La sentenza fa riferimento agli anni 2003, 2004 e 2005 in cui i Comuni campani avrebbero dovuto conseguire una percentuale minima del 30 per cento. Quasi nessuno ci riuscì. E la stragrande maggioranza rimase lontana da quella soglia.
--- La sentenza in commento rappresenta una seconda tappa giurisdizionale dell'intervento che la Corte dei conti in riferimento alle gravi responsabilità delle amministrazioni territoriali nella genesi e nella gestione dell'emergenza permanente nel settore dello smaltimento dei rifiuti determinatasi in Campania nell'ultimo quindicennio.
La presente pronuncia della sezione giurisdizionale per la Campania, concernente il servizio di gestione dei rifiuti nel comune di M. (n. 1492/2009), segue infatti di pochi mesi un'altra sentenza relativa al comune capoluogo C. (n. 386/2009).
Gli elementi di principale differenziazione tra la sentenza n. 386 e la sentenza n. 1492 sono rinvenibili, in particolare, nella specificità del fondamento oggettivo della richiesta di risarcimento del danno erariale nella sentenza qui commentata.
Nel primo caso (sentenza n. 386/2009), infatti, la responsabilità amministrativa dei convenuti risultava riconducibile con immediatezza al consolidato genus della "trascuratezza degli obblighi istituzionali" (prioritariamente imposti dalla Costituzione,agli artt. 54 e 97,con efficaci richiami a "disciplina e onore nell'esercizio di funzioni pubbliche" nonché a "buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa"), in quanto gli amministratori locali del comune di Caserta non solo non avevano tempestivamente ed adeguatamente contestato e fatto valere reiterati inadempimenti del soggetto gestore del servizio di igiene urbana, ma avevano altresì aderito a richieste di adeguamento dei corrispettivi e a proposte di transazione migliorativa pervenute dal medesimo gestore.
Nella fattispecie esaminata dalla Corte nella pronuncia n. 1492/2009, per altro verso, il danno pubblico sarebbe derivato, secondo la Procura, dal mancato rispetto degli obblighi inerenti il raggiungimento da parte del comune di M. delle percentuali minime di raccolta differenziata, con riferimento agli anni 2003, 2004 e 2005. I convenuti sono stati condannati complessivamente al pagamento della somma complessiva di circa € 450.000, di cui € 405.000 in favore del comune di M. ed € 45.000 in favore dell'erario.
Riceviamo e pubblichiamo un documento proveniente dal Dott. Fabrizio Roscio - componente dell'Osservatorio regionale rifiuti su indicazione delle Associazioni Ambientaliste ( Legambiente vda, Wwf,Terranouva, ecc.).
IL RINTOCCO DELL'ALTRA CAMPANA
Sono passati quasi 3 mesi da quando il rappresentante delle associazioni ambientaliste ha abbandonato la riunione dell'Osservatorio regionale sui rifiuti ed è opportuno lasciare una memoria degli eventi prima che l'intera vicenda passi completamente nel dimenticatoio.
L'ORR è nato nella primavera del 2009, istituito dalla legge regionale n.31 del 2007 ed ha il compito di vigilare sulla gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta, è, o dovrebbe essere, luogo di discussione tra i diversi portatori di interessi e dovrebbe fornire pareri in materia di gestione e smaltimento dei rifiuti al decisore politico.
L'ORR è composto da 15 membri nominati dalla giunta compresi due rappresentanti di associazioni appartenenti alla società civile: consumatori e ambientalisti.
Le motivazioni che hanno causato la protesta ambientalista sono state tre e sono state lette durante la riunione e lasciate agli atti:
1. il primo rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani e assimilabili è stato pubblicato senza essere preventivamente discusso in sede di Osservatorio. L'ORR ha tra i suoi compiti la stesura di un rapporto annuale. Una bozza del primo numero èstata a me inviata la sera del 20 novembre 2009. l'Assessore all'Ambiente ha presentato la pubblicazione il giorno successivo, durante l'inaugurazione della settimana europea per la riduzione dei rifiuti. Forse è stato ritenuto che eventuali osservazioni e correzioni potevano essere fatte durante la notte, poiché certamente la stampa del documento è avvenuta solo la mattina stessa. Ufficialmente il rapporto dell'ORR è stato presentato all'ORR stesso due settimane dopo.
2. I documenti tecnici necessari per fornire pareri utili all'adozione di atti amministrativi non vengono preventivamente discussi in ORR. Un solo esempio: lo studio sulla produzione di combustibile da rifiuto redatto dall'ing. Cout è stato richiesto dal sottoscritto già ai tempi dell'assegnazione dell'incarico. Il documento reca la data del 24 novembre 2009. La giunta regionale nella riunione straordinaria del 2 dicembre 2009 ha deliberato che l'indirizzo prescelto è quello della valorizzazione energetica, mediante pirolisi o gassificazione. In seguito lo studio è stato pubblicato sul sito ufficiale della regione. Solo nella riunione del 14 dicembre è stato spiegato in ORR cosa significhi pirolisi o gassificazione, non in un punto all'ordine del giorno dedicato, ma in “varie ed eventuali”. Sarà solo una questione formale, ma relegare la discussione sulla chiusura del ciclo dei rifiuti della regione in un “varie ed eventuali” è per lo meno riduttivo. Come avrebbe potuto l'ORR fornire un parere se il decisore politico aveva già deciso?
3. Alle riunioni dell'ORR vengono convocati e partecipano con diritto di parola funzionari dell'Assessorato estranei all'ORR stesso. Questa affermazione trova conferma nei verbali dell'ORR oltre che negli indirizzi delle convocazioni. In ORR l'amministrazione regionale ha i suoi rappresentanti. Se si ritiene che altri funzionari debbano partecipare in virtù della loro storica e provata competenza in materia di gestione e smaltimento dei rifiuti, non vi è nulla di male, ma si dovrebbe consentire anche alle associazioni di poter far partecipare i propri tecnici, per parità di trattamento. Si potrebbe anche fare un ulteriore passo verso la trasparenza: rendere pubblici verbali e riunioni.
4. Visti i punti precenti, le associazioni ambientaliste hanno deciso di ritirare dalla riunione di dicembre 2009 dell'ORR il proprio rappresentante, in attesa di un incontro di chiarimento con l’assessore. I molti impegni hanno impossibilitato l'assessore ad organizzare un incontro in questi 3 mesi, tutttavia le dichiarazioni ufficiali fatte non sono state improntate al dialogo e al confronto. Forse dichiarare che il proprio interlocutore mente e si attacca a questioni formali con il solo scopo di fare confusione è una modalità nuova di ricerca di un dialogo sereno.
SERATA DI APPROFONDIMENTO IN MATERIA DI GESTIONE RIFIUTI E SCENARI FUTURI
VENERDI’ 5 MARZO ALLE ORE 20.30
PRESSO IL SALONE DELL’IMMACOLATA (AOSTA)
Presentazione dello scenario denominato “Rifiuti Zero” - Valle d’Aosta virtuosa.
Scenario alternativo a quello proposto dalla Regione che prevede come trattamento finale dei rifiuti la Pirogassificazione.
Relatori:
Ing. Flaviano FRACARO, Direttore Generale della Gestione Ambientale Integrata dell'Astigiano s.p.a. :”L’ESPERIENZA DEL COMPOSTAGGIO AD ASTI”;
Roberto CAVALLO: "IL COMPOSTAGGIO DOMESTICO E COLLETTIVO NEI PAESI SCANDINAVI"
Michele BERTOLINO, responsabile Settore Rifiuti di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta : “QUALE CICLO INTEGRATO ALTERNATIVO PER LA VALLE D’AOSTA”
Jean-Louis AILLON, Presidente di CRZ VDA : “ VERSO RIFIUTI ZERO, UN’UTOPIA CONCRETA: approfondimenti sullo scenario e possibili miglioramenti e integrazioni al piano regionale. “
Seguirà dibattito.
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Fatti da controllare/verificare in occasione della visita/sopralluogo in data 3 marzo 2010 della terza commissione consiliare presso l'impianto di Malagrotta (roma)
A puro titolo indicativo si forniscono possibili domande o argomenti da approfondire:
E' vero che l’unico gassificatore in Europa costruito dall'azienda Thermo..... a Karlsruhe è stato chiuso nel Novembre 2004 dopo aver accumulato una perdita di 500 milioni di dollari. E' vero che i problemi operativi dell’impianto hanno indotto i giornali tedeschi a soprannominarlo “Thermodefect”.
E' vero che il sito del Ministero dell’Ambiente definisce questa tecnologia “ancora in fase di sperimentazione”.
E' vero che i problemi operativi esibiti dal gassificatore di Karlsruhe includono una perdita di gas tossico, un’esplosione, rotture del refrattario della camera di combustione e perdite di acque contaminate.
E' vero che il rilascio di sostanze tossiche ha comportato la chiusura temporanea del gassificatore di Karlsruhe
E' vero che il gassificatore di Karlsruhe ha superato le emissioni ammissibili di acido cloridrico, polveri, ossidi di azoto e carbone organico totale.
E' vero che i gassificatore di Karlsruhe ha scaricato circa 120.000 metri cubi di acque nel fiume Reno in un anno.
E' vero che il gassificatore di Malagrotta necessita per funzionare di 1000 metri cubi di acqua al giorno. Dopo il suo trattamento e recupero restano da reintegrare 40 metri cubi/giorno di acqua e da smaltire circa 30 tonn/giorno fra fanghi, zolfo e sale industriale classificati come rifiuti speciali (contengono diossine e metalli pesanti) da smaltire in discariche speciali.
E' vero che Il gassificatore di Karlsruhe ha consumato 17 milioni di metri cubi di metano in un anno per gassificare i rifiuti ma non ha introdotto nessun kw nella rete nazionale in quell’anno
E 'vero che Il gassificatore di Malagrotta consumerà 11,5 milioni di metri cubi di metano in un anno e, se tutto va bene, l’efficienza elettrica sarà del 21% contro il 40-45% degli impianti più moderni attualmente in costruzione in molte parti d’Italia.
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