26 ottobre 2011

BOLZANO: MOLTI I PARTECIPANTI VALDOSTANI AL CONVEGNO SU INCENERITORI E RELATIVE EMISSIONI

SONO ARRIVATI I COMMENTI A MARGINE DELL'INCONTRO SVOLTOSI A BOLZANO, CITTA' IN CUI SI VORREBBE COSTRUIRE UN NUOVO INCENERITORE.
DAL COMUNICATO PUBBLICATO SULL'ANSA DA PARTE DELL'ASS TERRITORIO E AMBIENTE GLI ESPERTI IVI PRESENTI HANNO CONFERMATO E VALIDATO LA FUNZIONALITà DEGLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO, MINIMIZZANDO GLI IMPATTI AMBIENTALI E SULLA SALUTE.

I CITTADINI CHE HANNO PARTECIPATO AI LAVORI HANNO DIRAMATO IL SEGUENTE COMUNICATO STAMPA PRECISANDO CHE LE INFORMAZIONI FORNITE NON SEMBREREBBERO ESSERE SUFFICIENTI AD ANNULLARE I DUBBI SUGLI EFFETTI NEGATIVI NEL LUNGO TERMINE LEGATI ALLA SALUTE.

IN OGNI CASO NON SONO STATI AFFRONTATI GLI EFFETTI SULLA SALUTE DI UN IMPIANTO DI "PIROGASSIFICAZIONE" COME SI INTENDEREBBE COSTRUIRE IN VALLE D'AOSTA

CONSIDERAZIONI DEI RAPPRESENTANTI DI VALLE VIRTUOSA SUL CONVEGNO DI BOLZANO:
INCENERIMENTO E QUALITA’ DELL’ARIA.

Il convegno di Bolzano è stato organizzato dalla Provincia Autonoma di Bolzano per sostenere la scelta di costruire un nuovo inceneritore. I rappresentanti di Valle Virtuosa, considerato il contesto, non si aspettavano certo di sentire dire che gli inceneritori sono gravemente dannosi. Immaginate cosa succederebbe se un analogo work-shop sui pirogassificatori fosse organizzato dalla nostra Amministrazione Regionale!
La ragione della nostra partecipazione era appunto quella di capire il pensiero degli “esperti di inceneritori” sulla scelta che la nostra Amministrazione sta cercando di imporre in Valle d’Aosta. Checché ne dica il nostro Assessore all’Ambiente (sic!), i contesti in cui andrebbero ad operare gli impianti di Bolzano Bolzano si trova al centro di una valle più vasta e larga della nostra, fiancheggiata da montagne molto più basse;

Il convegno trattava di inceneritori basati su tecnologie collaudate (nessun esperto ha mai citato un pirogassificatore!) mentre ad Aosta se ne vuole costruire uno sperimentale basato sulla gassificazione dei rifiuti;

la popolazione della Valle d’Aosta è meno di un quarto di quella della Provincia di Bolzano;

nella Provincia Autonoma di Bolzano viene effettuata la raccolta differenziata dell’umido ed esiste un centro anaerobico per il suo trattamento;

Un apporto interessantissimo è stato dato dagli esperti e ricercatori svizzeri e tedeschi che hanno approfondito la tematica sulle nanoparticelle e loro patologie (non esclusi i decessi in casi di particolare concentrazione nell’aria) che sono causate dalle molteplici emissioni come quelle derivanti dal traffico veicolare e gli impianti di riscaldamento domestico, ma nessuno fra i presenti, nemmeno fra i relatori italiani a favore degli inceneritori, si è sognato di minimizzare gli effetti nocivi delle emissioni di polveri sottili e ultrasottili che per qualsiasi ragione (guasti, incidenti o malfunzionamenti) potessero eventualmente sfuggire ai sistemi di filtraggio.
Durante la tavola rotonda seguita alla presentazione delle relazioni tecniche, i rappresentanti di Valle Virtuosa hanno posto alcune domande chiarificatrici:
Domanda: Ing. Luca Stabile, lei ci ha presentato i dati sulle misurazioni delle emissioni dei camini di 4 inceneritori e un impianto a biomasse, di quali dati dispone sulle emissioni dei pirogassificatori?
Risposta: Non dispongo di rilevazioni su pirogassificatori. Si tratta di un sistema di termovalorizzazione molto poco adottato.
Domanda: Ing. Marco Palmitano, ci può dire come la presenza dell’umido nel combustibile influenza la qualità delle emissioni ed il rendimento termico degli inceneritori?
Risposta: L’umido non deve essere inserito negli inceneritori per due importanti ragioni:
secondo le direttive europee e nazionali l’umido deve essere utilizzato per produrre compost da reinserire nella filiera naturale;

la presenza dell’umido abbasserebbe il rendimento termico dell’impianto pregiudicando il recupero energetico che deve invece essere massimizzato.

Domanda: Ing. Marco Palmitano, quali sono le dimensioni ottimali di un impianto di incenerimento?
Risposta: Per avere buone rese energetiche ed un ritorno economico le dimensioni minime sono di circa 100.000 t /anno. Il nuovo inceneritore di Bolzano avrà una capacità di 130.000 t e servirà una popolazione di 500.000 abitanti.
Domanda: Rivolta a tutti gli esperti - Sino a qui ci avete parlato di inceneritori che funzionano in modo ottimale, cosa potete dire riguardo a quelli che non funzionano?
Risposta: dell’Ing. Marco Palmitano - In effetti gli inceneritori di vecchia generazione producevano emissioni incontrollate che potevano avere ricadute nocive. Le tecniche per il controllo della combustione e delle emissioni sono molto migliorate.
Domanda Ing. Luca Stabile, Lei ci ha detto che con i moderni strumenti si riescono a misurare particelle con diametro superiore a 4 nm, come fa ad essere sicuro che i filtri a manica in tessuto riescano a fermare quelle di dimensioni inferiori?
Risposta: In effetti non è possibile confermarlo: i filtri a manica oltre a trattenere le particelle di polvere di dimensioni superiori a quelle della trama del tessuto tendono a trattenere le particelle di dimensioni inferiori ai 300 -400 nm perché si impigliano negli interstizi del tessuto del filtro mentre li attraversano. Superano il filtro soltanto le particele dell’ordine di 300 - 400 nm che sono più piccole della trama del filtro ma hanno sufficiente energia cinetica per non rimanere impigliate nel tessuto.
Visto il contesto e le risposte ottenute, i rappresentanti di Valle Virtuosa ritengono che il congresso di Bolzano, lungi dall’annullare i dubbi sugli effetti negativi che si potrebbero verificare a lungo termine sulla salute delle persone che abitano nei dintorni degli inceneritori di nuova generazione, abbia dimostrato che la scelta di costruire un pirogassificatore in Valle d’Aosta sia ingiustificata:

dal punto di vista economico - visto il numero ridotto degli abitanti, i rifiuti da incenerire, dopo aver effettuato la differenziazione perseguendo gli obiettivi di legge (il 65% entro il 2012), sarebbero troppo pochi (25.000 t/anno) per giustificare un tale investimento;

dal punto di vista tecnico – la tecnologia di pirogassificazione, nonostante i vantaggi prospettati da chi ce la propone, non ha un’affidabilità consolidata e paragonabile a quella degli altri tipi di inceneritori, ecco perché è così scarsamente adottata (in Italia non esistono pirogassificatori funzionanti A REGIME!)

dal punto di vista ambientale – nessuno dei tecnici presenti ha potuto sostenere che le emissioni dell’inceneritore, per quanto contenute, non contribuiscano a peggiorare la già scarsa qualità dell’aria che respiriamo.

Aosta 26/10/2011

Alessandro Bortot
Jeanne Cheillon
Paolo Meneghini


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