15 giugno 2017

CVA: NON E PIU' OBBLIGATORIA LA QUOTAZIONE IN BORSA: IL DECRETO MADIA E STATO MODIFICATO


Il consiglio dei ministri n° 33 del 9 giugno 2017, ha modificato il decreto Madia sulle società a partecipazione pubblica. In particolare “sono ammesse le partecipazioni nelle società aventi per oggetto sociale la produzione di energia da fonti rinnovabili” e, in ogni caso “l’esclusione, totale o parziale, di singole società dall’ambito di applicazione della disciplina può essere disposta con provvedimento motivato del Presidente della Regione”. *

Questo significa che, a differenza di quanto detto finora, la quotazione di CVA in borsa non è né obbligatoria, né urgente.

Chiediamo pertanto che alla luce di queste correzioni, la giunta regionale sospenda momentaneamente il processo di quotazione della Società Valdostana Acque e che si proceda ad un nuovo confronto, che coinvolga tutti i cittadini Valdostani.

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I consiglieri comunali dei gruppi GM Minoranza e Altra VdA la pregano di iscrivere nell'Ordine del Giorno del prossimo Consiglio Comunale il seguente ordine del giorno avente per oggetto:

TORBIDE, SCOTTANTI, AMARISSIME ACQUE
Parte della storia della Valle d’Aosta, e sicuramente quella della sua autonomia, si identifica anche con i ripetuti tentativi, a volte coronati da successo, più spesso vanificati, di riappropriazione delle acque e del loro sfruttamento da parte della sua popolazione;
questa battaglia, condotta prima per l’uso agricolo delle acque, in seguito per il loro potenziale idroelettrico, forse più di ogni altra caratterizza e incarna allora lo spirito autonomistico dei Valdostani nei secoli; 

detto spirito era – e per alcuni versi rimane – spiccatamente comunale, tanto forte era l’identificazione delle varie comunità con il “loro” corso d’acqua;
la “questione delle acque”, nella sua accezione idroelettrica, giocò tra l’altro un ruolo fondamentale nelle vicende – in parte ancora sconosciute – che portarono al tentativo di annessione alla Francia della Valle d’Aosta, le cui conseguenze ancor oggi sono facilmente identificabili;
appunto lo Stato, sia esso quello sabaudo, fascista o apparentemente democratico, si è sempre tenacemente opposto a questa rivendicazione, favorendo tra l’altro in modo quasi sempre sfacciato grandi gruppi commerciali, fossero essi privati o di proprietà pubblica;
la R.A.V.A., con un’operazione i cui significati simbolici vanno ben al di là del suo valore meramente economico, è diventata proprietaria della stragrande maggioranza degli impianti di produzione di energia idroelettrica valdostani;
purtroppo, simile risultato è stato parzialmente inquinato da una gestione discutibile del cespite sì acquisito, al punto da far sorgere pesanti sospetti sulla scelta dei fornitori della società pubblica (C.V.A.) allo sfruttamento delle acque costituita;
ulteriori storture ne hanno rallentato o ostacolato il buon funzionamento, segnatamente l’uso che ne è stato fatto quale “pronta cassa” cui attingere per coprire le ingenti perdite da altre, ancora peggiori gestioni di cespiti pubbliche generate ;
simili perversioni dello spirito originario della costituzione della società indicata, essa stessa come detto potente simbolo di autonomia e di speranza, non possono cancellarne né l’importanza né l’essenza, da ritenersi condivisa tra tutti i comuni della Valle, ma richiedono invece una gestione professionale e orientata allo sviluppo futuro;
con però legge Regionale n° 24/2016 (legge di stabilità per il triennio 2017-2019) all'art.27, si autorizza la Regione ad adottare ogni atto necessario per la quotazione in borsa della Società controllata Compagnia Valdostana delle Acque (CVA S.p.A);
detti “atti necessari” sono stati finora compiuti nella più totale opacità, in violento spregio all’importanza comune della società indicata;
sulla loro stessa “necessità” pendono non pochi dubbi – anch’essi accuratamente taciuti tanto nel discorso pubblico quanto in quello mediatico–, nonché la previsione di una modifica dei decreti che avrebbero imposto la quotazione anche parziale in Borsa a pena di condurla all’alienazione totale e forzata;
in particolare, con le “Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, recante “Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica” (decreto legislativo – esame definitivo)”, approvate dal Consiglio dei Ministri del 9 giugno u.s., viene previsto che “l’attività di autoproduzione di beni e servizi possa essere strumentale agli enti pubblici partecipanti o allo svolgimento delle loro funzioni; che sono ammesse le partecipazioni nelle società aventi per oggetto sociale la produzione di energia da fonti rinnovabili e che le università possono costituire società per la gestione di aziende agricole con funzioni didattiche; che, nel caso di partecipazioni regionali o delle province autonome di Trento e Bolzano, l’esclusione, totale o parziale, di singole società dall’ambito di applicazione della disciplina può essere disposta con provvedimento motivato del Presidente della Regione o dei Presidenti delle province autonome di Trento e Bolzano, adottato in ragione di precise finalità pubbliche nel rispetto dei principi di trasparenza e pubblicità. Inoltre, viene espressamente previsto che il provvedimento di esclusione sia trasmesso alla competente Sezione regionale di controllo della Corte dei conti, alla struttura di monitoraggio del Ministero dell’economia e delle finanze”;
in queste condizioni, apparirebbe doverosa come minimo una moratoria nelle operazioni di quotazione e, in ogni caso, a un tempo un’informazione nettamente più completa e una presa di posizione di ognuno dei soggetti coinvolti, perlomeno di quelli istituzionalmente e storicamente titolati a farlo, i Comuni;
Aosta nulla ancora ha espresso in proposito.
Si impegna
Il Consiglio comunale di Aosta a richiedere all’Amministrazione regionale piena e totale documentazione sul processo di quotazione della Società controllata C.V.A. s.p.a., con il pressante invito a esplorare ogni strada che permetterebbe di evitarne l’alienazione anche parziale e in ogni caso la raccomandazione a operare nella vicenda in completa e assoluta trasparenza.
Etienne Andrione, Carola Carpinello

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