Aosta - Viale della Pace. Una zona "verde" destinata a scomparire? Nonostante la raccolta firme il Comune ha tagliato 18 alberi e ne ha piantati solo 6. Siamo favorevoli ad una corretta gestione dei rifiuti applicando l'opzione "rifiuti zero" e aderiamo al progetto "guadagnare salute ". Al referendum propositivo del 18/11/2012, abbiamo sostenuto il SI e scelto un percorso di gestione rifiuti senza incenerimento. #versorifiutizero
È stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 9 novembre 2009, n. 261 il decreto 2 novembre 2009 che adotta i "Criteri ambientali minimi" relativi agli acquisti delle PA.
I criteri ambientali minimi sono gli elementi che qualificano una procedura di appalto "verde".
Il concetto di Green Public Procurement o Acquisti verdi della Pubblica Amministrazione (GPP) è stato introdotto in Europa già a metà degli anni '90 ed è definito dalla Commissione europea come "l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.
Già dal 2003 la Commissione Europea invitava gli stati membri ad adottare dei Piani d’azione nazionali (PAN) sul GPP per assicurarne la massima diffusione. L’Italia ha provveduto con il Decreto interministeriale dell'11 aprile 2008, n.135 che ha adottato il PAN GPP. Il Piano prevede l'adozione di misure volte all'integrazione delle esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni competenti, sulla base dei seguenti criteri:
1. riduzione dell'uso delle risorse naturali; 2. sostituzione delle fonti energetiche non innovabili con fonti rinnovabili; 3. riduzione della produzione di rifiuti; 4. riduzione delle emissioni inquinanti; 5. riduzione dei rischi ambientali.
"Metodo Vedelago" in Italia e fuori dall'Italia. La tecnologia utilizzata nel centro riciclo Vedelago si sta diffondendo forse proprio in concomitanza del premio economico dalla comunità europea come miglior impianto innovativo per abbassare l’impatto del trattamento dei rifiuti sull’ambiente. La Danimarca sta facendo sua tale tecnologia come pure il Belgio e la Francia, che hanno avviato una collaborazione con le due più grandi cartiere europee che sono in Alsazia e che trattano il tetrapak. Ecco alcuni nuovi impianti in Italia basati su questa nuova tecnologia: uno a Colleferro (Roma) e uno a Tergu (Sassari), collaborazioni con Kalat Ambiente (Caltagirone), Valfreddana; Recuperi (PT);Sulmona (L’Aquila); G.A.I.A. (Asti).
E’ dimostrato che il centro con la sua tecnologia può arrivare a mandare in deposito solo il 5% dei rifiuti solidi urbani trattati. Per la capacità di trattamento sarebbe sufficiente aumentare le dimensioni dell’impianto per gestire qualunque volume di rifiuti.
Servono però Amministrazioni con il coraggio di confrontarsi pubblicamente e chiarire la proprie posizioni direttamente con i tecnici che offrono tali alternative.
OGGETTO: Adozione di idonee iniziative volte a incrementare l’utilizzo di Compost di qualità derivante dal processo aerobico della materia verde (sfalci e ramaglie da potatura) conferita presso il “Centro di compostaggio” annesso alla Discarica di Brissogne e ad aumentare gli acquisti “verdi” da parte delle Pubbliche Amministrazioni (Green Public Procurement).
Le nostre associazioni sono impegnate nella tutela dell'ambiente e nello sviluppo di nuovi spazi di democrazia, in un ottica di miglioramento della sostenibilità dello sviluppo economico per incrementare l’utilizzo di strumenti partecipativi e la qualità della vita.
FAVORIRE L’UTILIZZO DEL COMPOST AUTOPRODOTTO Nel corso delle visite organizzate nei mesi di Agosto e Ottobre 2009 presso il Centro trattamento materiali da riciclo di Brissogne abbiamo riscontrato la presenza di grandi quantità di compost (oltre 3000 tonnellate di ammendante compostato verde) disponibili per uso domestico e per le bonifiche ambientali. Tale compost di ottima qualità rispetta tutti i parametri di legge e può essere utilizzato in orti, prati, aiuole, piante in vaso e siepi ed anche per il ripristino di piste da sci e piste forestali.
FAVORIRE LA RACCOLTA SEPARATA E IL RICICLO DELL’”ORGANICO” E NON L'INTERRAMENTO IN DISCARICA Abbiamo rilevato, inoltre, che in loco è possibile attivare una apposita zona dedicata al compostaggio dell’umido domestico, già a partire dal 2010, con la partecipazione ed il coinvolgimento dei Comuni interessati e sensibili al tema della riduzione dei rifiuti. Con l’avvio di tale procedura si produrrebbe un minor afflusso di oltre 10.000 tonnellate annue di materiale, con un conseguente allungamento della durata di vita della attuale discarica. Dall’esame dell’attuale ciclo di gestione dei rifiuti non risultano utilizzate le nuove tecnologie già oggi disponibili e riconosciute dall’Unione Europea come “ecoinnovazione” che richiedono come precondizione la raccolta separata della frazione organica. Solo procedendo in tal modo si potrebbe ottenere per la frazione residua un riciclo di alto livello in linea con le prescrizioni dell’UE.
FAVORIRE L’UTILIZZO DI TECNOLOGIE INNOVATIVE ECOCOMPATIBILI Come già rilevato nella precedente nota, la scelta tra le sole tecnologie legate alla produzione di CDR (combustibile da rifiuto) da destinare alla valorizzazione energetica (combustione) può comportare costi di impianto e manutenzione di importo rilevante e non garantire la necessaria flessibilità e adattamento alle nuove e sempre più innovative tecnologie in materia di recupero dei materiali.
FAVORIRE LA CRESCITA COSTANTE DELLE PERCENTUALI DI RACCOLTA DIFFERENZIATA Si rileva, inoltre, la mancata attuazione del comma 461 dell’articolo 2 della Legge Finanziaria 2008 che prevede l’obbligo per i Comuni di attivare strumenti di partecipazione civica in materia di servizi erogati ai cittadini (servizio smaltimento e raccolta materiali da recupero). Da un primo esame dei dati disponibili non risulta particolarmente efficace il piano di incentivazione (bonus–malus) rivolto ai Comuni e alle Comunità montane finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata.
FAVORIRE GLI ACQUISTI DI PRODOTTI E SERVIZI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE In merito al progetto GPP (Green Public Procurement) cioè “...l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale…” si chiede di conoscere se si intenda incrementare tale domanda da parte di tutti gli Enti Territoriali. Se tutti gli enti pubblici nel territorio dell’UE richiedessero strumenti e forniture a basso consumo energetico, oltre 830.000 tonnellate di CO2 non verrebbero più immesse nell’atmosfera. La diffusione capillare di tali pratiche può incidere positivamente anche sulla competitività del nostro sistema produttivo. Nel nostro paese tali indicazioni sono state recepite con il DI 135/2008 e l’Unione Europea ha fornito un ulteriore impulso in favore della diffusione del GPP, proponendo di raggiungere, entro il 2010, il 50% in tutte le gare di appalto.
Si resta in attesa di conoscere le eventuali azioni adottate o che si intendono adottare per favorire un miglioramento costante dell’intera gestione del ciclo dei rifiuti, nonché la volontà di istituire una sessione annuale di verifica del funzionamento dei servizi, con il coinvolgimento di tutte le associazioni attive nel settore, e l'avvio di un monitoraggio trasparente, condiviso e continuativo.
Restiamo a disposizione per eventuali ulteriori iniziative volte a sensibilizzare i cittadini in materia di riduzione dei rifiuti.
Legambiente Vda Amici del Viale della Pace Codacons Vda Adiconsum Diritto al futuro Comitato rifiuti Zero VdA
A breve conferenza stampa presentazione petizione popolare e varie inziative ad essa collegate.
GIOVEDI 26 NOVEMBRE ORE 17,15
C/O CSV - AOSTA - VIA XAVIER DE MAISTRE 19
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INIZIATIVA PORTE APERTE ALLA DISCARICA (per conferma orari inizio telefonare al tel. 0165 361515) mercoledi 25 novembre 2009 sabato 28 novembre 2009
Da oggi puoi sottoscrivere la petizione direttamente online inserisci dati anagrifici e mail >>>
PETIZIONE POPOLARE PER UN CENTRO REGIONALE DI COMPOSTAGGIO
E PER LA RACCOLTA DELL’UMIDO IN VALLE D’AOSTA
Al Presidente del Consiglio Regionale della Valle d’Aosta
Ai Consiglieri regionali
PREMESSO CHE
* la frazione organica rappresenta un’ingente quota dei rifiuti (RSU) che finiscono in discarica a Brissogne: circa il 21% del totale, ovvero oltre 10.000 ton all’anno
* una raccolta ben eseguita, oltre a trasformare i rifiuti in risorsa, consentirebbe di allungare fino al 20% la vita residua della discarica, con i relativi benefici economici e ambientali.
* senza la raccolta della frazione umida risulterà estremamente difficile raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata (RD) imposti dalla legge italiana e dall'Unione Europea (65% entro il 2012)
* la frazione organica dei rifiuti è responsabile dei cattivi odori e dell'emissione in atmosfera della maggior parte dei gas climateranti
* dalla frazione organica, trattata invece in un centro di compostaggio, si ottiene compost utilizzabile nei giardini e negli orti
* La raccolta dell’umido con gli appositi cassonetti è una pratica abituale e consolidata in molte città d’Italia e sarebbe fattibile anche da noi
* Senza la raccolta della frazione umida risulterà estremamente difficile raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata (RD) imposti dall’Unione Europea (65% entro il 2012)
CON LA PRESENTE PETIZIONE
CHIEDIAMO
- DI COSTRUIRE UN CENTRO DI COMPOSTAGGIO REGIONALE PER IL TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI (o in alternativa vari centri di compostaggio per ogni singola comunità montana).
- DI INCENTIVARE LA RACCOLTA DEI RIFIUTI ORGANICI, LADDOVE NON SIA POSSIBILE IL COMPOSTAGGIO DOMESTICO.
- DI DISTRIBUIRE GRATUITAMENTE LE COMPOSTIERE ALLE FAMIGLIE CHE NE FACCIANO RICHIESTA.
I cittadini insieme alle imprese, insieme ai comuni. Se funzionano tutti, il riciclo funziona. Ovunque.
Introdurre “Audit civico” e “Operazione trasparenza” nel ciclo gestione rifiuti
Stima della frazione "organica" dei rifiuti prodotti in Valle d'Aosta (oltre 20.000 tonnellate).
Come si può rilevare dal filmato sopra riportato la parte "organica" dei rifiuti urbani (scarti da cucina, avanzi, ecc.) ammonta a circa il 30% del totale dei rifiuti prodotti che in Valle d'Aosta sono 75.000 tonnellate annue. Quindi l'organico ammonta a circa 22.000 tonnellate annue e non 8.000 tonnellate come si evince dall'intervista rilasciata al quotidiano locale "La Stampa" del 21 novembre 2009 da parte dell'Assessore Regionale al Territorio e Ambiente.
"Non sprecate" tempo e risorse in consulenze. Alle volte basta copiare dalle buone prassi già attuate. Adottando il sistema di raccolta “porta a porta” con suddivisione anche dell'organico si possono raggiungere alti livelli di differenziata (dal 70% a oltre il 90%). Questa tipologia di gestione è attivata in città, non piccole, come Roma e Torino. A Salzano (VE) dal 2002 al 2003 si è passati dal 18% al 75%. Ad Asti (74.000 abitanti) erano al 64 % nel 2005. A Novara (103.000 abitanti) hanno già superato il 68%. Ma anche altri paesi del mondo vanno in questa direzione (Berlino, Parigi, Londra, Vienna, Zurigo). San Francisco (809.000 abitanti) si è posta l’obiettivo del 75% per il 2010 e dei Rifiuti Zero per il 2020. Talvolta, per fare bene, basta copiare bene le esperienze funzionanti già collaudate.
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Le Ato o Sub-ato (Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale) esercitano le funzioni di programmazione e controllo sull’erogazione del Servizio di gestione dei Rifiuti Urbani e Assimilati definiscono, cioè, le regole e gli obiettivi nelle convenzioni stipulate con il soggetto che effettua la raccolta, pretendendo i risultati migliori e le migliori tecniche di gestione conosciute al momento, a parità di prezzo.
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SI AL RICICLO, NO ALLA DISCARICA. IL “METODO VEDELAGO” NON NECESSITA DI SPERIMENTAZIONI E NEPPURE DI CONSULENZE.
Il termine “rifiuti” va sostituito con il termine “materiali da riciclo”. Questa è la filosofia che ispira l'attività posta in essere dal “Centro Riciclo Vedelago”, da cui prende il nome il metodo ivi utilizzato. Il modello di riciclo totale ideato da Carla Poli a Vedelago in provincia di Treviso è già stato sperimentato e adottato da molti comuni in Italia e in Europa.
Il metodo Vedelago, permette di: 1.recuperare valore economico dalla rivendita dei materiali riciclati 2.creare nuova occupazione rispetto ai metodi attualmente in uso 3.abbassare la tassa sui rifiuti pagata dai cittadini 4.diminuire i costi per la gestione dei rifiuti a carico dei Comuni 5.coinvolgere i cittadini in comportamenti coerenti e virtuosi.
--- Si riportano per comodità le iniziative assunte da parte del Consiglio regionale in materia di gestione e smaltimento rifiuti in data 25 Giugno 2009 OMISSIS di avviare la sperimentazione attraverso la realizzazione di un impianto tecnologicamente innovativo, ai fini della produzione di combustibile da rifiuto (CdR) di alta qualità caratterizzato da un basso livello di contaminanti, in grado di assicurare, in una prima fase di attuazione e osservazione, il trattamento di una frazione significativa dell’attuale indifferenziato, al fine di differire i tempi di esaurimento della discarica di Brissogne;
di individuare il sistema più innovativo mediante un’indagine tra le tecnologie di produzione di CdR di qualità;
di procedere ad una valutazione dei risultati di questa sperimentazione a seguito di verifica di funzionalità e sostenibilità del sistema, da attuarsi entro un anno dall’avviamento, prima di procedere al consolidamento del sistema in modo da permettere il trattamento di tutti i rifiuti indifferenziati prodotti nella Regione;
di stabilire che dalla sperimentazione del sistema innovativo debbano emergere tutte le informazioni ed i dati caratterizzanti l’impianto ed in particolare che dovranno essere prodotti una serie di documenti che descrivano come livello minimo: - la modalità di esecuzione del sistema innovativo; - la configurazione impiantistica prevista (opere civili, opere elettromeccaniche, presidi, ecc.); - le superfici necessarie e l’ubicazione prevista dell’impianto; - le caratteristiche impiantistiche principali ed il bilancio energetico complessivo del trattamento; - i costi di investimento; - la modalità di gestione dei flussi di rifiuti oggetto di trattamento nell’impianto innovativo; - i quantitativi e le modalità di smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi prodotti durante il trattamento; - i flussi, i quantitativi e le modalità di utilizzo del CdR prodotto dal trattamento; - le modalità gestionali; - i costi gestionali;
di stabilire che venga definito un apposito protocollo di sperimentazione avvalendosi di una qualificata istituzione scientifica che, con il supporto degli organi regionali di controllo dovrà seguire sistematicamente tutte le fasi di sperimentazione e certificare e validare i risultati della stessa nonché prevedere, da parte di ARPA, la realizzazione di un piano di monitoraggio del sistema di trattamento innovativo con il coinvolgimento dell’Osservatorio regionale dei rifiuti;
di stabilire che tale impianto venga localizzato, in accordo con la Società Valeco s.p.a. in un’area presso l’attuale centro regionale di trattamento RU ed assimilati di Brissogne o nelle immediate vicinanze;
di definire il percorso della sperimentazioni distinto nelle seguenti fasi: - individuazione della tecnologia da sperimentare; - avvio della sperimentazione e analisi comparata dei risultati; - definizione del nuovo scenario di trattamento dei rifiuti; - adeguamento del Piano regionale dei rifiuti, sulla base dei risultati della sperimentazione aggiornato secondo le decisioni della Giunta e della III Commissione e contestuale avvio della procedura di consultazione finalizzata all’acquisizione della VAS* sul nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti e acquisizione di un parere da parte del Consiglio permanente degli enti locali; - al termine della fase di consultazione, approvazione del Consiglio dello scenario di trattamento dei rifiuti e del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti; - avvio delle procedure tecnico-amministrative per la progettazione, la realizzazione e il successivo esercizio degli impianti di trattamento previsti dal nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, ivi compresa l’acquisizione dell’Autorizzazione integrata ambientale. per leggere la versione integrale ( con i votanti e gli astenuti) >>>
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*VAS=VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA La normativa di VAS (valutazione ambientale strategica) è stata recepita nel corrente anno da parte della Regione Autonoma della Valle d’Aosta con la legge regionale 26 maggio 2009, n. 12 (disponibile sul sito della regione (www.regione.vda.it) sotto la voce “territorio e ambiente” “VAS”. La legge regionale attua la direttiva 2001/42/CE che aveva introdotto la VAS a livello europeo. Gli strumenti di programmazione e pianificazione da sottoporre a VAS sono elencati nell’articolo 6 della norma citata, che prevede, tra gli altri, l’obbligo di VAS per i piani inerenti la gestione dei rifiuti, che definiscono il quadro di riferimento per l’approvazione, l’autorizzazione, l’area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati A e B della norma (ossia ricadenti nella procedura di VIA – valutazione di impatto ambientale). Di conseguenza, un nuovo piano rifiuti o una sua modifica necessita di una procedura di VAS qualora comporti la previsione di nuovi progetti ricadenti negli allegati della VIA. FONTE: RAVA ASS REG. TERRITORIO E AMBIENTE
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LA TEORIA DELLE "ERRE" E IL METODO "VEDELAGO" La teoria delle R: ridurre,riusare,riciclare (o compostare), ma anche riparare, ricercare, riprogettare ed infine la R più importante: responsabilizzare. IL “Metodo Vedelago” non necessita di sperimentazioni e neppure di consulenze.
Cosa fare e proporre se... Le scelte, i lavori decisi dalle istituzioni (amministrazioni comunali, provinciali e regionali) alcune volte non hanno alcun legame nè alcun punto di contatto con le espressioni, volontà espresse dalle forme di espressione spontanee (comitati, associazioni, ecc).
Anche in Valle d'Aosta si avvertono segnali di scollamento tra decisioni pubbliche e "sentire comune" dei cittadini organizzati o meno in associazioni.
Spesso i cittadini non sono informati pienamente in merito ai costi e alle conseguenze dei progetti e delle decisioni e del loro impatto sull’ambiente o sulla salute pubblica.
Ecco alcune iniziative meritevoli da adottare nella legislazione regionale: 1) istituire forme e modalità di un vero e proprio "dibattito pubblico" 2) individuare i temi sottoponibili al "dibattito pubblico" 3) definire i soggetti che hanno diritto di attivare il dibattito 4) istituire una Autorità locale per la garanzia e la promozione della partecipazione 5) stabilire modalità e procedure per il "dibattito Pubblico".
Audit Esame sistematico ed indipendente mirato a stabilire se le attività svolte per la qualità ed i risultati ottenuti sono in accordo con quanto stabilito, e se quanto stabilito viene attuato risulta idoneo al conseguimento dell’obiettivo.
Analisi civica Sistema di attività messe in atto dai cittadini per definire, comunicare e far valere il proprio punto di vista circa le questioni di rilevanza pubblica e sociale, per esempio la gestione del ciclo dei rifiuti
Audit civico Analisi critica e sistematica dell’azione poste in essere nell’ambito della gestione di un servizio per la collettività (per es. gestione del ciclo dei rifiuti) promossa dalle organizzazioni civiche
Le fasi dell’audit Il rapporto al termine della visita è composto da: - dati del monitoraggio effettuato - elenco contenente i risultati più significativi derivanti dal monitoraggio; - le aree critiche e i punti di forza - le possibili azioni di miglioramento
--- Le richieste inoltrate presso gli uffici competenti ancora senza riscontro. Ass. Territorio e Ambiente - Loc grand chemin, 34 - St Christophe - Ao -
Si chiede di poter prendere visione dei seguenti documenti:
- Documentazione utile ad evidenziare il costo annuale a carico dei cittadini del servizio gestione rifiuti (raccolta, gestione e smaltimento)
- Documentazione e costi in dettaglio relativi all'ampliamento della discarica
- Convenzione con Valeco spa e costi sostenuti a partire dal 2006
- Convenzione Conai con suddivisione quantità e qualità di materiale conferito e relativi introiti a partire dal 2006
- Somme introitate dalla vendita del compost derivante da ramagli e sfalci di verde dal 2006 nonchè le quantità giacenti a dicembre 2008.
- Somme introitate dalla vendita di biogas proveniente dalla discarica a partire dal 2006
- Verbali e temi trattati nel corso delle riunioni dell' Osservatorio regionale dei rifiuti a partire dalla sua costituzione
- Ogni altra documentazione utile riguardante la gestione dell’intero ciclo di gestione dei rifiuti
Iniziativa: "Visitiamo la discarica. Esiste la possibilità di far affluire in discarica solo 1500 tonn, anzichè le attuali 45000 tonn, senza combustione?"
Presentazione report visita civica e proposte di miglioramento gestione ciclo rifiuti
Mercoledi 18 novembre 2009 alle ore 15,00
presso CSV Aosta - Via Xavier de Maistre, 19
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Si anticipano per gli utenti web alcuni degli argomenti che verranno trattati:
FAVORIRE L’UTILIZZO DEL COMPOST AUTOPRODOTTO Nel corso delle visite organizzate nei mesi di Agosto e Ottobre 2009 presso il Centro Trattamento Materiali da riciclo di Brissogne abbiamo riscontrato la presenza di grandi quantità di compost (oltre 3000 tonnellate di ammendante compostato verde) disponibili per uso domestico e per le bonifiche ambientali. Tale compost di ottima qualità rispetta tutti i parametri di legge e può essere utilizzato in orti, prati, aiuole, piante in vaso e siepi ed anche per il ripristino di piste da sci e piste forestali. Per prenotare e concordare il ritiro del compost telefonate al numero tel. 0165361515
FAVORIRE LA RACCOLTA SEPARATA E IL RICICLO DELL’”ORGANICO” E NON L'INTERRAMENTO IN DISCARICA In loco è possibile attivare una apposita zona dedicata al compostaggio dell’umido domestico, a partire dal 2010, con la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti i Comuni interessati. Si ipotizza un avvio graduale. Adottando tale procedura si produrrebbe un minor afflusso di oltre 10.000 tonnellate annue di materiale, con un conseguente allungamento della durata della attuale discarica. Non risultano utilizzate le nuove tecnologie già oggi disponibili e riconosciute dall’Unione Europea come “ecoinnovazione” in quanto richiedono come precondizione la raccolta separata della frazione organica. Solo procedendo in tal modo si potrebbe ottenere per la frazione residua, un riciclo di alto livello in linea con le prescrizioni dell’UE.
FAVORIRE L’UTILIZZO DI TECNOLOGIE INNOVATIVE ECOCOMPATIBILI La scelta tra le sole tecnologie legate alla produzione di CDR (combustibile da rifiuto) da destinare alla valorizzazione energetica (combustione) può comportare costi di impianto e manutenzione di importo elevato per una realtà regionale piccola come la Valle d'Aosta Tale scelta potrebbe non garantire la necessaria flessibilità di adattamento alle nuove e sempre più innovative tecnologie in materia di recupero dei materiali. FAVORIRE LA CRESCITA COSTANTE DELLE PERCENTUALI DI RACCOLTA DIFFERENZIATA Ad oggi non risulta attuato il comma 461 dell’articolo 2 della Legge Finanziaria 2008 che prevede l’obbligo per i Comuni di attivare strumenti di partecipazione civica in materia di servizi erogati ai cittadini (servizio smaltimento e raccolta materiali da recupero).
Non risulta particolarmente efficace il piano di incentivazione (bonus–malus) rivolto ai Comuni e alle Comunità montane per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata.
FAVORIRE GLI ACQUISTI DI PRODOTTI E SERVIZI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE In merito al progetto GPP (Green Public Procurement) cioè “...l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale…” si chiede che la Regione Valle d'Aosta favorisca l'incremento di tali acquisti.
Se tutti gli enti pubblici nel territorio dell’UE richiedessero strumenti e forniture a basso consumo energetico, oltre 830 000 tonnellate di CO2 non verrebbero più immesse nell’atmosfera.
Le prime indicazioni sono state recepite con il DI 135/2008 e l’Unione Europea ha fornito un ulteriore impulso in favore della diffusione del GPP, proponendo di raggiungere, entro il 2010, il 50% in tutte le gare di appalto.
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