• Applicare trattamenti con impianti a freddo (Trattamento Meccanico Biologico, Compostaggio, Riciclaggio e Bioessicazione, oppure l' estrusione per attrito dei rifiuti considerati irriciclabili: vedi Centro riciclo Vedelago)Ecco un breve filmato:
• Rendere illegale l'uso dei sacchetti di plastica invitando all'utilizzo di borse in tela riutilizzabili, oppure di sacchetti di carta, sia nella piccola che nella grande distribuzione
• Eliminare i bidoni per l'indifferenziato
• Introdurre una raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale (al kg di rifiuti indifferenziati prodotti e non al metro quadro, ottimo incentivo a non produrre rifiuti - vedi consorzio Priula)
• Introdurre premi in denaro (o detrazione tasse comunali) per chi produce rifiuti zero (100% differenziata)
• Fare in modo che grandi e piccoli esercizi commerciali adottino distributori alla spina (vedi
progetto ecologos) tramite tavoli di lavoro o analoghe iniziative
• Prevedere una mappa dei distributori alla spina nelle piazze principali della città, informagiovani, biblioteche, uffici comunali e sui siti web dei comuni
• Attuare inziative di educazione nelle scuole elementari/medie/superiori volte a sensibilizzare tutta la cittadinanza sul consumo e produzione responsabile (vedi progetto Agenda 21 sale in cattedra)
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L'Unione Europea (UE) adotta i principi di precauzione e di prevenzione, per cui le decisioni politiche non possono prescindere da questi. La strategia politica dell'UE (Direttiva 2006/12/CE) ha sempre indicato quali primo obiettivo la Riduzione dei rifiuti, e principalmente la Prevenzione (art. 180 Testo Unico Ambientale,D. Lgs n.152 3 aprile 2006).
La Regione Valle d'Aosta, come tutti le regioni italiane, hanno il dovere di redarre un Piano che si adegui ai principi ed alle norme sopra citate. Di conseguenza i Comuni/Comunità montane hanno il dovere di eseguire una raccolta differenziata più alta possibile per garantire gli obiettivi prefissati. Nella scelta di Piani e Programmi in materia ambientale i cittadini hanno il diritto di essere informati e di partecipare al processo decisionale.
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Le 3 R: Riduzione, Riutilizzo e Riciclaggio
Il Riciclo e il Riutilizzo poi, oltre agli evidenti risparmi di risorse e denaro, sono anche una non
trascurabile fonte di occupazione. Rifiuti Zero significa che: "Se un prodotto non può essere riutilizzato, riparato, ricostruito, rinnovato, rivenduto, riciclato o trasformato in compost, allora il suo impiego deve essere limitato, il prodotto stesso riprogettato o rimosso dalla produzione. Ne deriva che, in quanto non riciclabile, ha avuto una cattiva progettazione industriale.
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Best practise - Esempi da imitare
Un ottimo esempio italiano è rappresentato dal consorzio Priula (presso Treviso), che ha permesso il raggiungimento di un'elevata percentuale di raccolta differenziata (media del 77% nei 23 comuni nel 2006), una riduzione della produzione procapite di rifiuti (da 440 kg/abitante*anno nel 2000 a 368 kg/abitante*anno nel 2006) e, in particolare, di quelli non riciclabili (il secco non riciclabile passa da 321 kg/abitante*anno nel 2000 a 85 kg/abitante*anno nel 2006), con un notevole vantaggio sia economico che ambientale.
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Il Comitato rifiuti zero - Valle d'Aosta ha presentato venerdi 10 luglio 2009 alcune proposte che, di fatto, tendono a modificare, innovandolo, il piano regionale di rifiuti urbani.
Sì al riciclo, no alla discarica e agli inceneritori, soluzioni entrambe obsolete e costose.
Per attuare tale progetto è necessario avviare la raccolta separata della frazione organica.
Nel corso dell'incontro è stato bandito il termine "rifiuti" sostituito da "riciclo di materiali".
L'alternativa per la Valle d'Aosta si chiama "Centro Riciclo Vedelago", isola tecnologicamente avanzata per la lavorazione delle frazioni secche senza scarti. Il modello di riciclo totale è già stato adottato da alcuni comuni italiani e europei. In Italia, oltre a quello di Vedelago in provincia di Treviso, esistono altri centri similari in Sardegna e, vicino a Roma, nel comune di Colleferro. In Valle d'Aosta il centro di trattamento potrebbe essere ubicato all'interno della discarica di Brissogne o nelle immediate vicinanze.
Il metodo Vedelago è in grado di riciclare il 97% circa della frazione secca trattata e trasforma tutto il materiale in un granulato a matrice prevalentemente plastica. Col materiale ottenuto dalla raccolta della plastica si produce un composto da costruzione con cui si fabbricano mattoni e oggetti per arredo urbano. Così facendo si azzerano i costi per la gestione dei rifiuti a carico dei Comuni e si coinvolgono i cittadini in comportamenti coerenti per un progetto di rifiuti zero.Questo granulato è ricercatissimo sia dalle industrie della plastica, sia dall’industria dell’edilizia. Nel primo caso vengono realizzati dei bancali interamente in plastica da riciclo oppure le sedute delle sedie che prima venivano fatte in legno. Nel secondo caso vengono impiegati nella produzione di cemento in percentuali dal 20% al 30%,in sostituzione della tradizionale sabbia di cava. Il tutto migliorando le prestazioni di questi prodotti finiti.
Per l'avvio di un impianto di questo genere l'investimento ammonta a circa 6 milioni di euro. Tutte le altre soluzione, già proposte dall'Amministrazione Regionale in passato, risultavano avere costi di avvio molto più elevati (25 milioni per il trattamento meccanico biologico, 200 milioni per l'inceneritore) e spese successive denominate "post- bonifica" altrettanto elevate.
I vantaggi del metodo "Vedelago".
- Il centro-riciclo Vedelago riesce a guadagnare dalla rivendita materiali riciclati, crea nuova occupazione (rapporto 25/28 a 1 con l'occupazione per la gestione di discariche/inceneritori) e permette di abbassare notevolmente la tassa sui rifiuti pagata dai cittadini.
- Il metodo Vedelago, riconosciuto e catalogato come eco-innovazione dall'Unione Europea, permette di recuperare il materiale-rifiuto attraverso un procedimento di estrusione e di ottenere del granulato plastico da utilizzare nell'edilizia e nell'oggettistica.
- Il meotodo Vedelago costa un quinto del trattamento meccanico biologico (TMB) ipotizzato sino ad oggi in valle e destinato a produrre CDR-Q (costo stimato TMB 25/30 milioni).
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