Basta un po’ di sano buon senso. L’80%
di ciò che attualmente finisce in discarica, secondo i dati
dell’Osservatorio regionale sui rifiuti, è compostabile (rifiuto
organico) o riciclabile (rifiuto secco). Seppellire questi materiali
sotto terra o distruggerli in un inceneritore non solo è uno spreco, ma è
anche dannoso per l’ambiente e per la salute.
Una gestione dei rifiuti
che privilegia lo smaltimento è deleteria perché:
inquina in modo
irreversibile l’ambiente (non esistono combustioni che non abbiano
effetti nocivi e la ciminiera del pirogassificatore emetterà 1.800.000
metri cubi di fumo ogni giorno per 20 anni);
utilizza i soldi delle
nostre bollette per distruggere materiali che hanno un valore economico;
danneggia la salute; danneggia i principali settori della nostra
economia (agricoltura, zootecnia, turismo e mercato immobiliare);
privatizza gli utili (arricchisce chi costruisce e gestisce l’impianto) e
fa ricadere le perdite sulla comunità.
L’alternativa più logica a
questo inutile, ingiusto e dannoso spreco di risorse è quella di
organizzare un sistema di raccolta che consenta di differenziare e
riciclare i rifiuti in modo efficiente ed vantaggioso. Non si tratta di
una «mission impossible», come vorrebbe far credere qualcuno, basta
seguire le direttive europee e copiare quello che fanno amministrazioni
più virtuose e capaci.
In Italia più di 1200 comuni «ricicloni», senza
fare ricorso a investimenti milionari, ottengono risultati migliori dei
nostri (rispettano la legge, riciclano di più, inquinano di meno, danno
più lavoro e fanno pagare ai cittadini tariffe molto più basse).
La
difficoltà non sta nel decidere tra il SI’ e il NO, ma nel riuscire ad
informarsi (le tribune elettorali saranno trasmesse dalla televisione
alle 10,10 e dalla radio alle 23,40) e nel trovare la determinazione per
andare a votare contro l’indicazione all’astensione dei potentati che
controllano la nostra regione.
La sensibilità dei valdostani per la
difesa dei beni comuni fu dimostrata in occasione dei referendum
sull’acqua e sul nucleare del giugno 2011, quando oltre il 60% degli
aventi diritto si recò a votare. Spero che il 18 novembre i miei
concittadini dimostrino lo stesso interesse per un problema che li
toccherà ben più da vicino.
In gioco non ci sono questioni economiche o
politiche, ma la vita e il futuro dei nostri figli.
Paolo Meneghini
Aosta
VOTA SI!
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