Le ultime notizie dagli Amici di Parma
IL PIANO ALTERNATIVO ALL’INCENERITORE E’ INCONFUTABILE E REALIZZABILE, ORA
ALLE AMMINISTRAZIONI LA SCELTA SALVARE O BRUCIARE LA FOOD VALLEY?
Rifiuti zero: sogno idealistico o goal realizzabile?
Cambiare è possibile, basta volerlo.
Diciamo la verità sui rifiuti.
Abbiamo presentato alla Stampa ed alle Istituzioni il piano alternativo con l’analisi di fattibilità per la gestione dei rifiuti senza l’utilizzo di un inceneritore con un risultato semplice: si possono gestire i rifiuti senza incenerirli.
Il progetto si suddivide in 4 fasi: l'analisi di fattibilità, quella appena presentata, serve a verificare se esiste la possibilità di effettuare un progetto; il progetto preliminare, che esamina siti, logistica e primo dimensionamento degli impianti; il progetto definitivo e infine quello esecutivo.
Nell’analisi di fattibilità ci sono tutti gli elementi che dimostrano la fattibilità del progetto e tutte le tipologie dei rifiuti vengono affrontate con soluzioni alternative all'incenerimento, senza inquinare, senza bruciare.
La frazione umida dei rifiuti ad esempio, trattata con una digestione anaerobica e successivo compostaggio del digestato, diventa completamente inodore e non crea alcun problema, a differenza del compostaggio tal quale dell'organico come si fa ora (addirittura con sacchetti di plastica!). Questa soluzione non è stata ancora adottata nel nostro territorio, nonostante tutti gli esperti sicuramente interpellati.
Una frazione importante dei rifiuti come quella umida poteva già da anni essere fonte di reddito per la comunità ed invece viene trattata male e poi completamente esportata fuori provincia, dimostrando l'incapacità organizzativa del gestore.
Nell'analisi di fattibilità si pone l’accento su una raccolta differenziata il più possibile mono prodotto, in modo da avere maggiore facilità di recupero. E’ stato inoltre spiegato il trattamento meccanico dell'indifferenziato, confrontando i dati con quelli di altre località,in modo da avere un effettivo riscontro concreto e dimostrabile.
Le conclusioni inattaccabili emergono dalle tabelle presentate e a disposizione di tutti sul nostro sito web www.gestionecorrettarifiuti.it.
Tali cifre dimostrano che rimangono quantitativi da trattare inferiori alle ceneri residue inquinate prodotte dal forno, che andranno portate in discarica oppure come pensa Enia impiegate dai cementifici. Una soluzione quest’ultima che riporterà nelle case i veleni appena allontanati, sotto forma di mattoni intrisi di metalli pesanti e diossine. Come già succede in un cementificio vicino a Parma dove vengono impiegate le ceneri di Marghera per produrre laterizi. Le nostre case, ammalate dalle fondamenta.
Nel piano abbiamo potenziato l’utilizzo di estrusori, prevedendo 4 linee per trattare le plastiche non riciclabili, sullo stesso modello di Vedelago che, ricordiamo, senza alcuna sovvenzione pubblica, porta bilanci in attivo ed occupazione stabile. In questo modo non si brucia neppure un grammo della plastica che invece Enia intende convogliare al forno e la si fa ridiventare materia prima seconda (sabbia sintetica) ancora utilizzabile in svariati campi come lo stampaggio plastico.
La relazione presentata è scesa nel dettaglio di un progetto preliminare, anche se non abbiamo ancora individuato i siti, per ovvie ragioni di opportunità, in modo da poter condividere con le Istituzioni la o le località dove insediare gli impianti necessari.
Le tesi portate sono state elaborate da tecnici, Ingegneri e Chimici ambientali, appartenenti agli Ordini Professionali, che hanno lavorato nel settore. In estrema sintesi è un documento sensato, convincente, un'ottima base da cui partire.
Il problema dell'inceneritore di Parma non è il rifiuto urbano. Nel recente incontro avuto con i tecnici della Provincia di Parma
(tra i quali l’ing. Alifraco) è emersa la verità in tutta la sua drammaticità. Dopo decenni di mala gestione dei rifiuti oggi si pensa infatti di usare il forno per bonificare le discariche. Questa è la verità.
L'obiettivo degli Amministratori oggi a Parma, in particolare Vincenzo Bernazzoli, è quello di bruciare ogni anno, in stretto accordo con Andrea Allodi di Enia, decine di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali, che oggi seguono altre strade, ma che verranno conferite al forno di Ugozzolo, e milioni di tonnellate di rifiuti di tutti i tipi, oggi sepolti nelle discariche.
Vediamo se avranno il coraggio di smentire quello che hanno affermato davanti a noi.
Con 15 milioni di tonnellate di rifiuti stoccati nelle discariche, c'è materiale da bruciare per 20 anni, anche senza rifiuti urbani.
Significa che ogni nostro sforzo di differenziare i rifiuti sarebbe vano.
In tal caso non ci sarebbe nessun vantaggio per la salute ad essere virtuosi in quanto se differenziassimo anche il 100% dei nostri rifiuti urbani, il forno brucerebbe 100% di rifiuti speciali, di ogni genere e provenienza.
Se i cittadini di Parma, le varie associazioni di produttori agricoli, di industriali, del comparto agro alimentare, dovessero accettare questa linea, allora arriverà il forno.
Ma che almeno sappiano la verità.
Se l’umanità, dopo aver capito qual è l'entità della distruzione che sta producendo, non fa qualcosa per cambiare si rende complice di una strategia della tragedia. Possiamo invece progettare e mettere in atto una strategia del cambiamento. Una svolta epocale ha bisogno di un Sindaco epocale. Potremmo portare sulle tavole di tutto il mondo, oltre al formaggio e al prosciutto, un nuovo
modo di pensare.
Il momento è arrivato!
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