29 luglio 2009

FARE QUALITA' IN MODO SOSTENIBILE




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L'angelo degli alberi

Si riconosceva subito. L’angelo. In mezzo a diversi, preoccupanti mortali, all’uscita di Palazzo Marino, qualche tempo fa. Quella sua bella faccia assoluta che esprimeva, ma non ostentava cultura, gentilezza, talento, umanità pareva indossare il tenue sorriso di chi non è veramente a proprio agio e simula educata alleanza con «temperamenti» troppo lontani dalla sua reale essenza. Sembrava piuttosto un prigioniero contornato da gendarmi. I politici. Chissà di che razza sono? Non certamente della sua. L’angelo ce l’aveva fatta. Era riuscito, per tornare alla Scala, a farsi dare, al posto del compenso in denaro, novantamila alberi da piantare in tutta Milano, la sua città, la città dove è nato. Ma, forse, gli angeli non nascono. Esistono e basta. Lui, poi, è un angelo speciale, di quelli che lasciano dietro di sé una scia incancellabile, una armonia di modi di essere. Nei suoi occhi leggi l’abitudine alla selfseverità, alla leggerezza, alla cautela, al rispetto. L’angelo sembra voler nascondere la naturale attitudine al comando, alla leadership. Alla direzione, devo dire, visto che sto parlando di Claudio Abbado.

Mi era molto piaciuta quella sua scelta. Gli alberi al posto dei denari. E aveva aumentato quella che sembrava la inaumentabile ammirazione che già nutrivo per lui. Da sempre. E non mi sono stupita quando mi hanno messo al corrente dello «scambio».

Ero proprio felice. Non potevo essermi sbagliata. L’angelo era proprio un angelo di quelli che non si manifestano se non in rare, fortunate occasioni. Dirigerà l’Ottava Sinfonia di Mahler. Un altro angelo che amo infinitamente. Un angelo tormentato che esprimeva con la sua musica, forse meglio di tutti, i suoi stati d’animo, i suoi tormenti, quasi le sue condizioni di salute. Era molto malato di cuore e lo sapeva.

Quella sera io saro là, in un angolino, alla Scala, per godermi questa unione divina. E mi porterò molti Kleenex, perché sono più che sicura che mi commuoverò. Devo ricordarmi, da qui ad allora, di fare una bella scorta di fazzolettini di carta perché li ho finiti tutti quando ho letto che tutte le «piante Abbado», le stesse che lui aveva scelto decidendo anche dove dovevano essere messe a dimora, dalla periferia al centro, da Chiaravalle a via Dante a via Orefici, stanno già morendo. Per incuria. Muoiono di sete. E con loro muore un’altra volta la speranza che questo Paese abbia rispetto per qualcosa.


Mina

tratto da la stampa del 9/8/2009

27 luglio 2009

MATERIALE DA RICICLO (RIFIUTI): ALCUNI DATI SU CUI RIFLETTERE

Materiali da riciclo (rifiuti) prodotti in Valle d'Aosta nel 2008: 74.505 tonnellate di cui 44.961 di indifferenziata e 29.544 di differenziata. Quindi in discarica, salvo errori ed omissioni, possiamo affermare che ogni anno entrano in media circa 45000 tonnellate. La produzione di rifiuti ammonta mediamente a circa 350 kg abitante anno. Cioè ogni abitante della valle produce circa 6,5 kg a settimana quasi un kg al giorno. Ovviamente essendo la nostra regione a vocazione turistica è necessario incrementare il dato in funzione delle maggiori presenze durante l'anno.
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Per comodità partiamo da un volume di produzione di rifiuti pari 81.400 tonnellate.
Ad oggi non si hanno dati relativi al quantitativo di umido (compost cioè scarti e rifiuti da cucina prodotti) prodotti in Valle d'Aosta. Per tale dato faremo riferimento ad altre realtà simili con popolazione pari a 110.000 abitanti.
L'ammontare di umido avviato al compost in tali realtà ammonta a circa il 30% del totale (circa 81.400 tonnellate). Nel caso della Valle d'Aosta la cifra ammonta a circa 24.000 tonnellate.

Quindi in discarica se ci se fermasse a questo punto ogni anno entrerebbero circa 57.000 tonnellate.

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Si deve tener conto del recupero di carta (16.280 tonn), vetro, acciaio alluminio e plastica (circa 14.000 tonn) che sommate ammontano a circa 30.280 tonnellate.

Quindi in discarica se ci si fermasse a questo punto entreranno ogni anno circa 26.700 tonnellate.

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Con l'entrata in funzione dell'impianto di riciclo "metodo Vedelago" le circa 26.000 tonnellate di secco residuo consentiranno di ottenere granuli o materiale da recupero (cioè materia prima seconda) pari a circa 25.400 tonnellate.

Quindi in discarica fermandoci a questo punto salvo ulteriori innovazioni al metodo entrerebbero ogni anno circa 1.300 tonnellate.

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Ritornando al dato iniziale si rileva che ad oggi mediamente entrano nella discarica di Brissogne ogni anno circa 45.000 tonnellate di rifiuti. Con l'applicazione integrata del metodo Vedelago ne entrerebbero circa 30 volte meno, cioè circa 1.500 tonnellate annue.

Ripetiamo 1.500 tonn contro le attuali 45.000 tonn.

Lasciamo a voi calcolare il tempo residuo per arrivare al riempimento della discarica che ha una capienza complessiva pari a 2.000.000 di tonnellate.


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25 luglio 2009

CODACONS VDA: IL RICICLO DEI MATERIALI PUO' FAR DIMINUIRE I COSTI SMALTIMENTO RIFIUTI

Riceviamo e pubblichiamo un intervento del Codacons Valle d'Aosta

SMALTIMENTO DEI RIFIUTI L’ESCALATION DELLE TARIFFE LOCALI.


Affrontato nel recente Comitato Direttivo il problema delle tariffe dei servizi pubblici in particolare sui rifiuti dove non è ancora stata applicata una seria politica di riduzione della produzione di rifiuti, favorendo l’introduzione del principio di riciclo dei materiali e incentivando la raccolta differenziata .

In Valle d'Aosta non è ancora stata data attuazione al comma 461 dell’articolo 2 della Legge Finanziaria 2008 che prevede l’obbligo per i Comuni di attivare strumenti di partecipazione civica degli utenti e di tutela dei diritti dei cittadini nei servizi pubblici locali. Inoltre manca un piano pluriennale di incentivi e sanzioni per i Comuni e i rispettivi amministratori locali che non raggiungono l’obiettivo stabilito della copertura di una quota di raccolta differenziata dei rifiuti.

Il Codacons Valle d’Aosta è favorevole ad introdurre una raccolta differenziata che coinvolga i consumatori e metta i cittadini nelle condizioni di capirne utilità e scopi in modo da poter conferire in modo separato carta, plastica ed anche i rifiuti umidi, cioè la frazione organica.

E’ importante introdurre anche in Valle d’Aosta un meccanismo virtuoso che preveda una riduzione della Tarsu/Tariffa rifiuti, al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata prefissati. Per avere il massimo dei risultati positivi ogni attore deve fare la sua parte. Ogni opportunità sprecata di recuperare materiali ancora utili nel ciclo produttivo porta un danno irreversibile all’intera collettività. Per attuare tale progetto è necessario avviare la raccolta separata della frazione organica: il riciclo totale è possibile e indispensabile. Così facendo si tendono a diminuire i costi per la gestione dei rifiuti a carico dei Comuni e, di fatto, i costi per i cittadini.

Occorre, inoltre, introdurre le seguenti buone prassi:
° istituire una sessione annuale di verifica del funzionamento dei servizi, fra ente locale, gestori dei servizi ed associazioni dei consumatori, nella quale si dia conto dei reclami, nonché delle proposte ed osservazioni pervenute a ciascuno dei soggetti partecipanti da parte dei cittadini;
° monitoraggio sistematico e continuativo, attraverso il quale si possa riscontrare il rispetto dei parametri fissati nel contratto di servizio e delle condizioni stabilite nelle Carte della qualità dei servizi ;
° prevedere la consultazione obbligatoria delle associazioni dei consumatori con periodiche verifiche in ordine all’adeguatezza dei parametri quantitativi e qualitativi dei servizi erogati.

24 luglio 2009

AOSTA: QUALE FUTURO DELLA ZONA VERDE TZAMBERLET ?

Aosta: Scuole e spazi destinati a verde pubblico. Quali progetti per la zona verde di Tzamberlet?

Alcuni media hanno riportato l’intenzione dell’Amministrazione regionale di costruire una nuova scuola polmone (struttura transitoria dove ospitare le classi degli edifici scolastici da ristrutturare), al posto dell’area verde attrezzata, da poco inaugurata, denominata “Becco Creton” in regione Tzamberlet.

La zona, considerata il naturale sfogo di espansione della città, ha subito in questi anni numerosi cambiamenti urbanistici e continua ad essere al centro della polemica politica. Non ultimo, ricordiamo lo scontro, vittorioso, tra il suo Comitato di Quartiere, contrario alla costruzione di alcuni grattacieli, e il comune di Aosta nonché alcuni costruttori edili.

Oggi la stessa area si trova a dover perdere, per scelte non comprensibili dell’Amministrazione regionale, uno dei più importanti, per estensione, spazi verdi attrezzati della città. Un vero e proprio polmone verde, punto di incontro per molti giovani e non solo.

Rifondazione Comunista preso atto dell’intenzione dell’Amministrazione regionale di costruire, col plauso del Comune, una nuova scuola polmone si chiede

se esiste o meno una programmazione regionale dei lavori pubblici per la ristrutturazione degli edifici scolastici;
quante scuole polmone necessita il capoluogo regionale visto che è già in costruzione quella di Via Chambery , la cui consegna continua a slittare nel tempo;
se e quanto tempo ci vorrà perché le classi dell’ISIP possano tornare nell’edificio dell’ex IPR che in questi anni di attesa avrebbe potuto essere abbattuto e ricostruito;
se era necessario individuare in due delle poche aree verdi rimaste in città i luoghi dove costruire queste scuole di transito (orti via Chambery a fianco della ex guardia di finanza, e l’area attrezzata Becco Creton;

com’è possibile che il Comune di Aosta permetta interventi di edilizia scolastica utilizzando le poche aree verdi ancora esistenti in città non verificando tempi di attuazione e urgenza degli interventi.

Si invita la popolazione a dire NO alle scelte mal ponderate delle Amministrazioni regionale e comunale

Valter Manazzale

19 luglio 2009

RIFIUTI O MEGLIO "MATERIALI DA RICICLO". APPLICARE IL BUON SENSO!

Iniziative da attuare in Valle d'Aosta in materia di rifiuti:

• Applicare trattamenti con impianti a freddo (Trattamento Meccanico Biologico, Compostaggio, Riciclaggio e Bioessicazione, oppure l' estrusione per attrito dei rifiuti considerati irriciclabili: vedi Centro riciclo Vedelago)Ecco un breve filmato:

• Rendere illegale l'uso dei sacchetti di plastica invitando all'utilizzo di borse in tela riutilizzabili, oppure di sacchetti di carta, sia nella piccola che nella grande distribuzione
• Eliminare i bidoni per l'indifferenziato
• Introdurre una raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale (al kg di rifiuti indifferenziati prodotti e non al metro quadro, ottimo incentivo a non produrre rifiuti - vedi consorzio Priula)
• Introdurre premi in denaro (o detrazione tasse comunali) per chi produce rifiuti zero (100% differenziata)
• Fare in modo che grandi e piccoli esercizi commerciali adottino distributori alla spina (vedi
progetto ecologos) tramite tavoli di lavoro o analoghe iniziative
• Prevedere una mappa dei distributori alla spina nelle piazze principali della città, informagiovani, biblioteche, uffici comunali e sui siti web dei comuni
• Attuare inziative di educazione nelle scuole elementari/medie/superiori volte a sensibilizzare tutta la cittadinanza sul consumo e produzione responsabile (vedi progetto Agenda 21 sale in cattedra)

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L'Unione Europea (UE) adotta i principi di precauzione e di prevenzione, per cui le decisioni politiche non possono prescindere da questi. La strategia politica dell'UE (Direttiva 2006/12/CE) ha sempre indicato quali primo obiettivo la Riduzione dei rifiuti, e principalmente la Prevenzione (art. 180 Testo Unico Ambientale,D. Lgs n.152 3 aprile 2006).
La Regione Valle d'Aosta, come tutti le regioni italiane, hanno il dovere di redarre un Piano che si adegui ai principi ed alle norme sopra citate. Di conseguenza i Comuni/Comunità montane hanno il dovere di eseguire una raccolta differenziata più alta possibile per garantire gli obiettivi prefissati. Nella scelta di Piani e Programmi in materia ambientale i cittadini hanno il diritto di essere informati e di partecipare al processo decisionale.
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Le 3 R: Riduzione, Riutilizzo e Riciclaggio
Il Riciclo e il Riutilizzo poi, oltre agli evidenti risparmi di risorse e denaro, sono anche una non
trascurabile fonte di occupazione. Rifiuti Zero significa che: "Se un prodotto non può essere riutilizzato, riparato, ricostruito, rinnovato, rivenduto, riciclato o trasformato in compost, allora il suo impiego deve essere limitato, il prodotto stesso riprogettato o rimosso dalla produzione. Ne deriva che, in quanto non riciclabile, ha avuto una cattiva progettazione industriale.
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Best practise - Esempi da imitare
Un ottimo esempio italiano è rappresentato dal consorzio Priula (presso Treviso), che ha permesso il raggiungimento di un'elevata percentuale di raccolta differenziata (media del 77% nei 23 comuni nel 2006), una riduzione della produzione procapite di rifiuti (da 440 kg/abitante*anno nel 2000 a 368 kg/abitante*anno nel 2006) e, in particolare, di quelli non riciclabili (il secco non riciclabile passa da 321 kg/abitante*anno nel 2000 a 85 kg/abitante*anno nel 2006), con un notevole vantaggio sia economico che ambientale.
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Il Comitato rifiuti zero - Valle d'Aosta ha presentato venerdi 10 luglio 2009 alcune proposte che, di fatto, tendono a modificare, innovandolo, il piano regionale di rifiuti urbani.
Sì al riciclo, no alla discarica e agli inceneritori, soluzioni entrambe obsolete e costose.
Per attuare tale progetto è necessario avviare la raccolta separata della frazione organica.
Nel corso dell'incontro è stato bandito il termine "rifiuti" sostituito da "riciclo di materiali".

L'alternativa per la Valle d'Aosta si chiama "Centro Riciclo Vedelago", isola tecnologicamente avanzata per la lavorazione delle frazioni secche senza scarti. Il modello di riciclo totale è già stato adottato da alcuni comuni italiani e europei. In Italia, oltre a quello di Vedelago in provincia di Treviso, esistono altri centri similari in Sardegna e, vicino a Roma, nel comune di Colleferro. In Valle d'Aosta il centro di trattamento potrebbe essere ubicato all'interno della discarica di Brissogne o nelle immediate vicinanze.
Il metodo Vedelago è in grado di riciclare il 97% circa della frazione secca trattata e trasforma tutto il materiale in un granulato a matrice prevalentemente plastica. Col materiale ottenuto dalla raccolta della plastica si produce un composto da costruzione con cui si fabbricano mattoni e oggetti per arredo urbano. Così facendo si azzerano i costi per la gestione dei rifiuti a carico dei Comuni e si coinvolgono i cittadini in comportamenti coerenti per un progetto di rifiuti zero.Questo granulato è ricercatissimo sia dalle industrie della plastica, sia dall’industria dell’edilizia. Nel primo caso vengono realizzati dei bancali interamente in plastica da riciclo oppure le sedute delle sedie che prima venivano fatte in legno. Nel secondo caso vengono impiegati nella produzione di cemento in percentuali dal 20% al 30%,in sostituzione della tradizionale sabbia di cava. Il tutto migliorando le prestazioni di questi prodotti finiti.

Per l'avvio di un impianto di questo genere l'investimento ammonta a circa 6 milioni di euro. Tutte le altre soluzione, già proposte dall'Amministrazione Regionale in passato, risultavano avere costi di avvio molto più elevati (25 milioni per il trattamento meccanico biologico, 200 milioni per l'inceneritore) e spese successive denominate "post- bonifica" altrettanto elevate.

I vantaggi del metodo "Vedelago".
  • Il centro-riciclo Vedelago riesce a guadagnare dalla rivendita materiali riciclati, crea nuova occupazione (rapporto 25/28 a 1 con l'occupazione per la gestione di discariche/inceneritori) e permette di abbassare notevolmente la tassa sui rifiuti pagata dai cittadini.
  • Il metodo Vedelago, riconosciuto e catalogato come eco-innovazione dall'Unione Europea, permette di recuperare il materiale-rifiuto attraverso un procedimento di estrusione e di ottenere del granulato plastico da utilizzare nell'edilizia e nell'oggettistica.
  • Il meotodo Vedelago costa un quinto del trattamento meccanico biologico (TMB) ipotizzato sino ad oggi in valle e destinato a produrre CDR-Q (costo stimato TMB 25/30 milioni).

18 luglio 2009

CARLA POLI: PARTECIPAZIONE INTESA COME CONCERTAZIONE ALLARGATA

Audizione di Carla Poli sul metodo "Vedelago" - riciclo materiali.





http://www.youtube.com/view_play_list?p=482393CCD040C931

11 luglio 2009

RICICLO MATERIALI: IL CRZ-VDA PROPONE INTEGRAZIONE AL PIANO REGIONALE RIFIUTI


Il Comitato rifiuti zero - Valle d'Aosta ha presentato venerdi 10 luglio 2009 alcune proposte che, di fatto, tendono a modificare, innovandolo, il piano regionale di rifiuti urbani. Nel corso dell'incontro è stato bandito il termine "rifiuti" sostituito da "riciclo di materiali". Sì dunque al riciclo, no alla discarica e agli inceneritori, soluzioni entrambe obsolete e costose.
L'alternativa per la Valle d'Aosta si chiama "Centro Riciclo Vedelago", isola tecnologicamente avanzata per la lavorazione delle frazioni secche senza scarti. Il modello di riciclo totale ideato da Carla Poli in provincia di Treviso e già stato adottato da alcuni comuni italiani e europei è stato presentato ufficialmente a Palazzo Regionale. Per attuare tale progetto è necessario avviare la raccolta separata della frazione organica: il riciclo totale è possibile e indispensabile.
L'inceneritore è una soluzione obsoleta che rende pericolosi materiali (e non "rifiuti"), che potrebbero essere trasformati, anzichè bruciati, per essere riutilizzati.
Il centro di trattamento potrebbe essere ubicato all'interno della discarica di Brissogne o nelle immediate vicinanze. In Italia, oltre a quello di Vedelago in provincia di Treviso, esistono altri centri similari in Sardegna e, vicino a Roma, nel comune di Colleferro.

Il metodo Vedelago è in grado di riciclare il 97% circa della frazione secca trattata e trasforma tutto il materiale in un granulato a matrice prevalentemente plastica. Col materiale ottenuto dalla raccolta della plastica si produce un composto da costruzione con cui si fabbricano mattoni e oggetti per arredo urbano. Così facendo si azzerano i costi per la gestione dei rifiuti a carico dei Comuni e si coinvolgono i cittadini in comportamenti coerenti per un progetto di rifiuti zero.
Questo granulato è ricercatissimo sia dalle industrie della plastica, sia dall’industria dell’edilizia. Nel primo caso vengono realizzati dei bancali interamente in plastica da riciclo oppure le sedute delle sedie che prima venivano fatte in legno. Nel secondo caso vengono impiegati nella produzione di cemento in percentuali dal 20% al 30%,in sostituzione della tradizionale sabbia di cava. Il tutto migliorando le prestazioni di questi prodotti finiti.
Per l'avvio di un impianto di questo genere l'investimento ammonta a circa 6 milioni di euro. Tutte le altre soluzione, già proposte dall'Amministrazione Regionale in passato, risultavano avere costi di avvio molto più elevati (dai 25 milioni del trattamento meccanico biologico ai 200 milioni dell'inceneritore)e spese successive denominate "post- bonifica" altrettanto elevate.

Specifiche dell'impianto ad estrusione.
L’impianto ad estrusione (che non gestisce la frazione umida e che quindi utilizza solo sistemi meccanici), grazie all’accoppiamento di diversi impianti che lavorano in serie, è in grado di rendere riutilizzabile circa il 97% del rifiuto conferito derivante sia dalla raccolta differenziata residenziale porta a porta (proveniente dai Comuni) sia rifiuti provenienti da commercianti ed artigiani; grazie a questo impianto si è in grado di portare all’industria una "materia prima-seconda" riutilizzabile in ulteriori cicli di produzione.

La percentuale di rifiuto non differenziabile (principalmente plastiche), e quindi solitamente non riutilizzabile, viene prima estruso e poi tritato finemente fino ad ottenere un granulato a matrice prevalentemente plastica utilizzato principalmente dall’industria come alleggerito nei manufatti edili (mattoni, pali, ecc…) in sostituzione della sabbia di cava (20-30% del materiale necessario alla creazione del manufatto); questo materiale conferisce caratteristiche migliorative ai manufatti ottenuti che rispondono regolarmente alle norme UNI vigenti. La sabbia sintetica ottenuta viene utilizzata anche per la creazione di sedie, panchine, bancali ed altri manufatti vari.

I vantaggi del metodo "Vedelago".
Il centro-riciclo Vedelago riesce a guadagnare dalla rivendita materiali riciclati, crea nuova occupazione (rapporto 25/28 a 1 con l'occupazione per la gestione di discariche/inceneritori) e permette di abbassare notevolmente la tassa sui rifiuti pagata dai cittadini.

Il metodo Vedelago (riconosciuto e catalogato come eco-innovazione dall'Unione Europea) permette di recuperare tale rifiuto attraverso un procedimento di estrusione e di ottenere del granulato plastico da utilizzare nell'edilizia e nell'oggettistica.

Il meotodo Vedelago costa un quinto del trattamento meccanico biologico (TMB) ipotizzato sino ad oggi in valle e destinato a produrre CDR-Q (costo stimato TMB 25/30 milioni).

10 luglio 2009

INTERNET: UN MANUALE DEL GARANTE PER DIFENDERE L'IDENTITA'

Da Facebook a Twitter, come salvare... l'identità.
Sos social network. In soccorso degli utenti arriva la guida del Garante per la privacy, dal titolo "Social Network: attenzione agli effetti collaterali".

Lo scopo è quello di fare chiarezza tra l'esaltazione delle possibilità di comunicazione offerte e i pericoli per la vita privata e i diritti dei naviganti. Ma anche fornire spunti di riflessione e consigli per tutelare, nel mondo virtuale, la nostra vita reale.

La guida che si compone di 24 pagine è un agile vademecum, sia per persone alle prime armi, sia per utenti più esperti, pensato per accompagnare chi vuole entrare in un social network oppure aiutare chi ne fa già parte ad usare in modo consapevole tale strumento.

La piazza virtuale, infatti, può provocare "effetti collaterali" anche a distanza di anni, andando oltre la semplice condivisione di foto, messaggi, conoscenze con amici di tutto il mondo.

Ecco alcuni semplici consigli: rispetto degli altri e accortezza, essere informati e tenere gli occhi aperti. Soprattutto per sventare possibili "furti di identita'". A volte infatti, rubando i dati personali vengono creati e usati profili di altre persone, cosi' basta dare qualche piccola informazione e si finisce con l'essere "clonati"...

La guida si può scaricare dal sito del Garante oppure si può richiedere in formato cartaceo all'Ufficio relazioni con il pubblico, Roma, Piazza di Monte Citorio 123.

9 luglio 2009

RIFIUTI: VEDELAGO DOCET?

Venerdi 10 luglio 2009 ore 21,00
Palazzo regionale - Aosta

Incontro pubblico organizzato da Crz - Comitato rifiuti zero vda

COME RICICLARE LA MATERIA SENZA BRUCIARLA?

Ospite della serata Carla Poli da Vedelago (Treviso)

per saperne di più >>>


Se si adotta la tecnica "Rifiuti zero" cioè esistono solo materiali da riutilizzare, il costo per il cittadino può arrivare a "zero". Verificate da voi controllando la vostra bolletta a quanto ammontano i costi a carico dei cittadini per la raccolta e lo smaltimento dell'intero ciclo dei rifiuti.

4 luglio 2009

AOSTA E AREE VERDI: QUALE POSTO IN CLASSIFICA?

AREE VERDI ad Aosta una ricchezza negata.

Sono un'abitante di Aosta, per la precisione della zona Ovest dove sorgera' il tanto decantato Parco Archeologico. Se il buon giorno si vede dal mattino, pero', mi chiedo (e con me se lo chiedono in tanti, credetemi) quale razza di parco sara'. Per il momento, infatti, si vedono solo immense campate di ferro e cemento, scavi enormi e grandissimi cumuli di terra che con la pioggia si trasformano in acquitrini e con il vento e il caldo in sterminate distese desertiche la cui polvere s'infiltra e s'insinua dappertutto con notevoli disagi per gli abitanti del quartiere. Disagi che, in quest'ultimo periodo, si sono particolarmente acuiti per il fatto che i lavori proseguono anche di notte generando confusione e rumori particolarmente molesti (martellamenti assordanti e continui). Chi e' quel genio di amministratore che ha permesso tutto cio'? Perche'? E' questa la concezione di parco che hanno la giunta comunale e quella regionale? Sembrerebbe proprio di si' visto che, oltretutto, prima costruiscono le aree verdi e, poi, le eliminano!

In zona Tzamberlet, infatti, e' stata costruita una zona verde molto bella con alberi, pista ciclabile, area per cani e impianto di irrigazione il cui costo totale e' stato di 200 mila euro. Ora, pero', sara' smantellata (si lasceranno gli alberi che, in ogni caso, moriranno in fretta perche' non ci sara' piu' l'impianto di irrigazione!?) per fare posto a una «scuola polmone» per la «modica» spesa di 1 milione di euro. E vai, tanto e' denaro di tutti!

A mio avviso, c'erano molti altri siti in cui collocare questa struttura: edificio dell'ex Centrale del latte, spazio nell'Area Cogne, l'Ipr da ristrutturare Senza contare che una «scuola polmone» esiste gia', vicino all'ex caserma della guardia di finanza, anche se di polmone ha pochissimo, ma tanto di galera. E', infatti, un monolite a forma di parallelepipedo, costruito soltanto in larghezza, addossato alla strada e senza spazio per parcheggiare o fermarsi con l'auto.

A questo punto sorgono spontanee alcune domande: dove si puo' trovare un po' di verde ad Aosta? Dove una mamma puo' andare con il suo bimbo sul passeggino? Dove un anziano puo' farsi un giretto in un parco? Quando si cementificheranno le ultime aree verdi rimaste (Mont Fleury, prato del Pe're Laurent, zona intorno a Sant'Orso)?

In attesa di risposta, qualche considerazione: il 17° posto, su 21 regioni, che la statistica per il verde urbano attribuisce alla Valle d'Aosta, mi sembra molto appropriato. Nonostante la natura ci abbia dato tanto siamo fra i piu' poveri di verde e, quindi, con una qualita' di vita molto scadente perche', si sa, e' dal verde che nasce la linfa vitale.
LETTERA FIRMATA

lettera pubblicata sulle pagine locali della stampa il 4 giugno 2009. Se qualcuno avesse letto una risposta o un commento è possibile inviarlo via mail per