31 maggio 2010

IN ATTESA DELLE PRIME INDICAZIONI DEL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO ...

Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo:

Con la pirolisi in assenza di ossidazione si corona il sogno di abolire la logica (vecchia) degli inceneritori.

Il dissociatore molecolare situato a Peccioli (Pisa) è il primo impianto in Europa di “Dissociazione Molecolare” dei rifiuti solidi urbani.

Il dissociatore di Peccioli è un impianto a emissioni zero, in grado di gassificare i rifiuti a bassa temperatura e senza bruciarli, ottenendo da una parte un gas (molto pulito) detto “syngas”, disponibile per la produzione di energia elettrica e calore, dall’altra ceneri inerti e materiali preziosi recuperabili e riciclabili quali metalli e vetri.

Il dissociatore molecolare installato presso l’impianto di smaltimento integrato dei rifiuti di Peccioli, loc. Legoli, in Provincia di Pisa, è progettato per trattare appena cinque tonnellate di rifiuti solidi urbani al giorno, in quanto destinato alla “sperimentazione” e alla dimostrazione controllata.

La natura dei processi di gassificazione discontinua a bassa temperatura non consente la formazione di diossine ed altre sostanze pericolose.

---

Il funzionamento o meglio l'evoluzione della tecnologia della pirolisi.

Sostanzialmente l’immondizia non viene bruciata con una fiamma viva. Si ha una combustione a 400 gradi, in un contenitore nel quale c’e' pochissimo ossigeno. Una combustione lenta, i rifiuti impiegano 24 ore a carbonizzarsi.

A bassa temperatura i metalli non fondono, non c’e' dispersione nei fumi e quindi i metalli restano nella cenere prodotta e sono successivamente recuperabili e riutilizzabili come materia prima.

In questo modo si azzerano le micro polveri e le nano polveri e diminuiscono drasticamente le emissioni nocive che successivamente vengono abbattute completamente nel processo di depurazione del gas emesso.

Alla fine del processo di lavaggio si ottiene gas combustibile che viene bruciato in un generatore. Il gas di combustione viene poi ulteriormente filtrato in uscita.

Nella dissociazione molecolare si ha un processo di per se' molto meno inquinante e il lavaggio del gas prodotto e' interno al processo in quanto se il gas non viene completamente depurato da impurita' danneggia il generatore a turbina di elettricita'.

Oggi gli inceneritori stanno provocando migliaia di casi di tumori a causa delle diossine e delle nanopolveri emesse. Parliamo di un numero impressionante di morti.


---

altri dati trovati in rete sull'argomento:

Peccioli (PI): Nasce il primo "dissociatore molecolare"

Visita all'impianto di dissociazione molecolare dei rifiuti di Husavik, Islanda

Brochure e gli atti del Convegno sulla dissociazione molecolare (Lucca 21/10/2006)

Scheda tecnico-economica dell'impianto di dissociazione molecolare (pdf 2,5 Mb)

Rapporto conclusivo della Commissione Interministeriale per le migliori tecnologie di gestione e smaltimento dei rifiuti (pdf 65 Kb)

---

Cinque proposte concrete per ridurre i rifiuti in discarica:

1) raccolta della frazione organica per mercati, ristoranti, case di cura, scuole con il sistema 'porta a porta'

2) vendita di acqua minerale naturale in bottiglie di biopolimero

3) eliminazione dell’acqua minerale in bottiglia negli ospedali e nelle case di riposo

4) estensione dei "fontanelli ad alta qualità"

5) vendita all’interno dei supermercati di prodotti alla spina come detersivi, latte, vino e pasta








Condividi con facebook

26 maggio 2010

COMUNI IN VDA: OLTRE VENTI I CONSIGLIERI SENSIBILI AD UN CORRETTA GESTIONE RIFIUTI

ECCO GLI ELETTI NEI CONSIGLI COMUNALI CHE HANNO SOTTOSCRITTO L'APPELLO/IMPEGNO AD UNA CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI

Comune di Aosta

Carlo Curtaz
Iris Morandi
Dina Squarzino
Mario Vietti
Gianpaolo Fedi
Loris Sartore
---
Paolo Momigliano Levi

Comune di Brissogne
Piero Zulian

Comune Etroubles
Massimo Tamone

Comune Champorcher
Fausta Baudin

Comune Saint Christophe
Chantal Certan
Marco Gheller

Comune Arvier
Sara Patat

Comune St. Marcel
Artaz Lara
Bertholin Luca
Gallizioli Erika
---
Gianfranco Droz


Comune Pont St. Martin
Yeuillaz Cleta
Arvat Marialba
Bosonin Irene

Comune Saint Oyen
Davide Proment

Comune Valtournenche
Roberto Avetrani

Comune di Verrès
BELOTTI Marilena
BAISOTTI Pietro
BRUNA Luigi



Condividi con facebook

16 maggio 2010

AOSTA MALTRATTATA: AMICI DEL VIALE ADERISCE ALL'INIZIATIVA

NOI PARTECIPEREMO E VOI?

Dicono che Aosta dorma, può darsi...
Altri dicono che è più sveglia che mai...


In questi ultimi anni è tutto un fiorire di comitati di quartiere, raccolta firme, incontri pubblici. Forse gli aostani si sono stancati di decisioni calate dall’alto e vogliono partecipare attivamente alla vita della loro città.

Vogliamo anche noi segnalare la nascita di una nuova iniziativa nata dai cittadini.

Ecco come descrive la simpatica iniziativa il suo promotore il cittadino Stefano Vecchi:

”Io e sicuramente ANCHE VOI che leggete, siamo stufi di lamentarci senza costrutto e vogliamo invece che i problemi della nostra città vengano NOTATI, PRESI IN CONSIDERAZIONE e RISOLTI. Ecco alcuni esempi concreti:
- I marciapiedi di tutta Aosta fanno SCHIFO?
- E’ IMPOSSIBILE circolare in bicicletta?
- I motorini con le marmitte taroccate ci SPAPPOLANO i timpani?
- Nel sottopassaggio ferroviario si NUOTA e si SCIVOLA anziché poter camminare?


Allora scriviamo brevemente alcune righe per illustrare il problema che si intende porre in evidenza, firmiamole con i nostri nomi e cognomi e inviamole agli organi competenti. Il consiglio è di inviare preventivamente il tutto alla seguente mail: aostamaltratta@gmail.com.

La lettera deve essere chiara, non offensiva ma decisa, precisa, anche ironica se lo ritenete. Aggiungete se ritenete foto, disegni e collegamenti web.

Una lettera basta? Per mia esperienza, no.

In caso di mancata risposta soddisfacente dalle Autorità competenti entro un ragionevole lasso di tempo (15gg), il destinatario avrà un SOLLECITO giornaliero per via elettronica da aostamaltratta@gmail.com che ci rappresenta come gruppo.

In pratica chiunque intenda segnalare problemi o disservizi può scrivere una lettera e mandarla a aostamaltrattata@gmail.com che provvederà a inoltrarla a tutti voi in Ccn.

Ognuno può integrare la nota con correzioni, precisazioni e aggiunte in modo da ricevere la condivisione di tutti i partecipanti alla iniziativa.

Aostamaltrattata quindi spedirà la lettera, corredata da tutte le firme, ai destinatari individuati caso per caso.

Partecipando a questa azione civica di solidarietà contribuiremo a FAR VALERE I NOSTRI DIRITTI DI CITTADINI e a vivere la città in modo più sereno.

Facendo gruppo forse riusciremo a far sì che le nostre proposte e segnalazioni vengano prese in considerazione e i nostri problemi risolti.

Il GRUPPO non esiste se NON CI SEI ANCHE TU!.



Condividi con facebook

11 maggio 2010

GESTIONE RIFIUTI IN VALLE D'AOSTA: UN DOSSIER DA RIAPRIRE

Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo:

Gestione rifiuti in Valle d’Aosta: un dossier da riaprire.

Mentre non solo la comunità scientifica ma anche gli economisti riconoscono l’utilità sociale, ambientale ed economica della strategia nota come “Rifiuti Zero”, improntata al riciclo totale, in Valle d'Aosta si continua a perseguire la vecchia strada del ciclo integrato e della “distruzione” dei rifiuti con aumento dei costi per i cittadini (TIA o TARSU che sia), oltre che dei costi ambientali e sanitari. In Valle d’Aosta la scelta politica seguita fino ad oggi è quella di garantire il business a chi produce o gestisce i nuovi impianti. Non sono state prese in considerazione le nuove alternative concrete, efficaci e ormai collaudate positivamente sia in termini ambientali che sanitari ed economici. Abbiamo ancora tempo per modificare le scelte fatte, fermando la costruzione del gassificatore o pirogassificatore e rivedendo il relativo Piano regionale. Questo sarà possibile solo se i cittadini potranno essere informati sui fatti e i dati in modo completo. Cambiare strada è possibile creando occupazione, risparmio di denaro pubblico, riducendo le tasse e recuperando materia. Perché scegliere il peggio (o quanto meno il meno peggio) come strategia ad alto costo, quando si può avere il meglio con bassi costi? Quando si affronta la questione rifiuti si finisce nella peggiore ipocrisia e nella sudditanza alle grandi lobby che trascurano l’interesse generale.
In Italia, il paese con più sanzioni da parte dell’Unione Europea in tema di rifiuti, le lobby hanno abilmente cambiato il senso delle parole e, come dice Paul Connett (consulente Onu per la questione rifiuti), con una politica corrotta si pretende di usare “macchine magiche” (termovalorizzatori, gassificatori, torce al plasma, ecc...) per chiudere il ciclo dei rifiuti, senza organizzare una raccolta differenziata di qualità. A livello regionale, nei piani energetici si parla del trattamento dei rifiuti come principale fonte di energia rinnovabile su cui puntare. Questa scelta è scellerata, sia sotto il profilo economico, sia sotto quello della salute dei cittadini.

Nuovi studi: il rapporto IEFE Bocconi 2010
Nelle scorse settimane è stato pubblicato il rapporto dell’IEFE della Bocconi sull’analisi economica della gestione rifiuti. Si tratta di un raffronto completo tra i vari metodi e le diverse strategie. Questo studio evidenzia come non sia puramente una questione di natura ambientale bensì economica (soprattutto alla luce della crisi di sistema che si sta attraversando, ma anche rispetto al costo sanitario nel lungo periodo), la necessità di puntare su riduzione, riuso, riparazione e ricerca di miglioramento dei prodotti di scarto e quindi sulla strategia “Rifiuti Zero”.


Il cattivo esempio valdostano. Cosa vogliono fare.

In Valle d'Aosta, invece di valutare i dati edi fatti si tira diritto per costruire le “macchine magiche” che rendono solo a chi le costruisce e le gestisce, a discapito delle casse pubbliche, delle tasche dei cittadini e dei costi ambientali e sanitari. Il “ciclo integrato” scelto della Regione Valle d’Aosta propende verso la strada della gassificazione o pirogassificazione (anche cambiando nome alla “macchina magica” la sostanza non cambia). Costruire questo mix tecnologico costerà alla comunità, sia in termini economici (oltre 50.000.000 di Euro e il preannunciato aumento delle tasse ai cittadini), sia in termini di salute. Il gestore costruirà gli impianti, i valdostani pagheranno la raccolta dei rifiuti all'impresa incaricata e sosterranno anche i costi di macchine voraci da alimentare a rifiuti. Non è infatti un caso che in Valle d'Aosta i progetti di potenziamento della raccolta differenziata approvati prevedono una raccolta ancora di bassa qualità (così, i contributi CONAI saranno decurtati e la fatica dei cittadini mal ricompensata). Questo è il ciclo integrato valdostano!

Le alternative ci sono e sono collaudate.
Non solo nella lontana San Francisco, portata ad esempio da Paul Connett, ma molto vicine a noi, in Italia. Si tratta di miriadi di comuni che hanno puntato sulla raccolta differenziata raggiungendo percentuali del 80-90%. Tutto ciò smentisce nei fatti il concetto secondo cui tanta raccolta differenziata significa aumento dei costi! E ci sono due esempi: il Centro di Vedelago dell’imprenditrice Carla Poli e la Cooperativa sociale Apas di Palermo, che dimostrano che la partita rifiuti, fuori dal ciclo integrato e centrata sulla strategia di Rifiuti Zero non solo è possibile, ma anche occasione di risparmio per le casse pubbliche, per i cittadini, fonte di nuova occupazione e di salvaguardia della salute e delle risorse. Il Centro di Vedelago ha dimostrato che i rifiuti sono in realtà una risorsa che può rendere dal punto di vista economico. La Cooperativa Sociale Apas di Palermo ha dimostrato che si può creare occupazione, soprattutto per i soggetti disagiati, raggiungendo altissimi livelli di raccolta differenziata. I rifiuti conferiti alle piattaforme per il recupero-riuso-riciclo non sono un costo per le casse pubbliche e per i cittadini, bensì un guadagno, in quanto costituiscono di fatto materia prima.
Qualcuno può obiettare che in Valle d'Aosta la raccolta differenziata spinta non si può fare per due ragioni: perché costa troppo e perché i valdostani non la vogliono fare. La risposta che si può dare è la seguente:
- la raccolta differenziata “porta a porta” la reggono le casse di piccoli comuni da 15 mila abitanti e quindi la può sostenere tranquillamente anche un comune più grande;
- la raccolta differenziata non è un costo ma un'entrata in quanto recupera materia prima che si vende per il riciclo-recupero-riuso;
- la raccolta differenziata può anche essere realizzata su larga scala come “indifferenziata”, adottando successivamente un semplice impianto di smistamento;
- parte dei costi per una vera differenziata “porta a porta” avrebbero una ricaduta sociale in quanto si creerebbe nuova occupazione;
- i cittadini risparmierebbero, anche molto, su quanto oggi (e domani con il nuovo impianto di Brissogne) pagano in tasse al proprio Comune o alla Regione.

Se i Valdostani venissero a conoscenza che al posto di una “macchina magica” che brucia risorse (naturali ed economiche) e rischia di seminare sostanze cancerogene sulle loro teste, vi è la possibilità di creare un centro come quello di Vedelago ed un sistema che dà occupazione (magari con cooperative sociali come la Apas), sarebbero certamente favorevoli ad una scelta alternativa.

Paul Connett, quando è stato in Valle d'Aosta, ha ribadito quale sia il percorso corretto, cioè il percorso “Rifiuti Zero”.

Ci chiediamo perché la Terza commissione regionale abbia invece stabilito che a Brissogne non c’è posto per il Centro riciclo di Vedelago, mentre quello per il gassificatore o pirogassificatore c’è?
Perché tra le tante consulenze che la Regione Valle d'Aosta ha commissionato in passato non ha mai pensato di darne una a Paul Connett?
Perché nonsono tenuti in conto i suggerimenti di Gianluigi Salvador, esperto di rifiuti, che ha formalizzato in più occasioni la possibilità di gestire a Riciclo Totale l'intero ciclo dei rifiuti?
E ancora, come mai su questo tema non sono stati fatti dei dibattiti pubblici, coinvolgendo gli imprenditori e gli esperti del recupero-riciclo-riuso anziché solo commissioni di esperti con componenti che prima o poi lavorano, guarda caso, proprio per le ditte che costruiscono le “macchine magiche”?


Le alternative ci sono e si possono attuare.

Queste prevedono un guadagno per le casse pubbliche, per la salute dei cittadini, e riducono i margini di business di ciò che sta dietro al mercato dei rifiuti. Adesso, proprio partendo dall'ultimo studio in materia (il citato rapporto IEFE Bocconi 2010), è possibile confrontarsi pubblicamente, dando ai cittadini le informazioni necessarie per valutare e ai loro rappresentanti dei cittadini nei Comuni di compiere scelte consapevoli ed eque. Si può procedere su questa strada senza perdere tempo ulteriore, oppure si dica chiaramente che la scelta delle “macchine magiche” a Brissogne si fa perché conta più il business di alcuni, rispetto al risparmio di risorse naturali e di soldi pubblici, e alla salute e alla dignità dei cittadini.

Andrea Piccirilli - Aosta


Per ulteriori informazioni visita il sito del Comitato Rifiuti Zero Vda
Per scaricare il nuovo rapporto visita il sito www.iefe.unibocconi.it
Per scaricare il rapporto Ispra 2009 sui rifiuti visita il sito >>>



.Condividi con facebook