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10 ottobre 2010

MATERIALI DA RICICLO, OVVERO RIFIUTI: SCELTE FINO AD ORA SBAGLIATE E MOLTO COSTOSE...

Al Signor Assessore Regionale all'Ambiente Valle d'Aosta
da oggi anche "Neo-Assessore al Pirogassificatore"
Ai Signori Cittadini che pagheranno il conto di scelte altrui.


Alcuni giorni or sono abbiamo appreso che è stato pubblicato un bando (disponibile sul sito www.regione.vda.it per la realizzazione di uno "speciale inceneritore" detto "pirogassificatore" per i rifiuti per il seguente importo: Euro 220.000.000.

Ci domandiamo: perché “bruciare” il futuro della nostra regione?

Vorremmo ricordarle un altro modo per affrontare la questione e che farebbe diventare la nostra Regione un esempio per l'intero paese.

Non le vogliamo vendere nulla, ma darLe tutte le informazioni e il supporto gratuito per far sì che:
- si riducano i costi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti;
- si riducano i costi che gravano sui cittadini per la tariffa/tassa sui rifiuti;
- si crei occupazione;
- si incassi dalla vendita della “materia prima” che sono i rifiuti se riciclati;
- si realizzi un compost a basso costo e ad alta qualità per aiutare le attività di coltivazione.

Non ci credete?

Bene con la soluzione "Vedelago" tutto ciò non solo è possibile, ma è già realizzato.

Con il loro lavoro e con anni di ricerca hanno dimostrato che si può creare occupazione, far risparmiare enti pubblici e cittadini, con riciclo, riuso e recupero dei “rifiuti”.

Provate a chiedere ad altri amministratori locali come ad esempio agli amministratori di Ponte delle Alpi o di Forlì, per citarne due, che hanno deciso di puntare sul riciclo e recupero della materia... e calcolate che solo nel 2010 vi sono stati altri 200 nuovi Comuni che hanno scelto questa strada.

I vantaggi in sintesi: tutela della salute e dell'ambiente, risparmio anche sanitario perché senza impianti inquinanti, si evita il proliferare di tumori e patologie che vanno a colpire gli esseri umani già nella fase embrionale.

Se si realizzano le piattaforme per la raccolta differenziata ed il riciclo totale, non solo non si spenderà più per “bruciare” materia ed invece si incasseranno perché quella “materia” si potrà vendere e reimmettere sul mercato.

Non ci vuole molto a realizzare quello che le proponiamo... ci vuole meno tempo e molte meno risorse che per costruire nuovi impianti sperimentali dai costi astonomici.

Noi siamo disponibili ad iniziare questo nuovo percorso e voi?


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20 gennaio 2010

GESTIONE RIFIUTI: IL 21 GENNAIO LA PRIMA SEDUTA A PORTE CHIUSE

Ecco la prima seduta non pubblica.
per i commenti vedasi blog precedenti. Solo due consiglieri hanno votato a favore della pubblicità della seduta.

giovedì 21 gennaio 2010 ore 10.00

Audizione dell'Assessore al Territorio e Ambiente Sig.ra Manuela ZUBLENA in merito all'atto amministrativo recante: "Ulteriori determinazioni in merito alle azioni finalizzate alla attuazione e revisione del Piano regionale di gestione dei rifiuti di cui alla l.r. 31/2007, con particolare riferimento al sistema di trattamento finale dei rifiuti.

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Buoni esempi da seguire senza spreco di denaro pubblico!



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Per l'utilizzo di tecniche innovative nel riciclo dei materiali

Per diminuire l'afflusso dei rifiuti in discarica (45.000 tonn. ogni anno)

Per avviare lo scenario “Valle d'Aosta virtuosa – zero waste” (TMB + RACCOLTA DELLA FRAZIONE ORGANICA)


QUESTIONARIO A TITOLO INFORMATIVO


Come cittadini, riteniamo utile migliorare la sostenibilità ambientale nelle scelte in materia di gestione rifiuti e l'utilizzo costante di strumenti partecipativi.

Nel corso delle visite di approfondimento svoltesi presso la discarica di Brissogne sono emerse indicazioni utili e rilevate alcune criticità. Sono necessari miglioramenti nel riciclo delle materie plastiche, occorre incentivare utilizzo del compost già disponibile in loco, bisogna avviare la raccolta e il riciclo della frazione organica per diminuire l'afflusso in discarica di almeno 10.000 tonnellate annue. La petizione per l'avvio del Centro di compostaggio per l'organico scadrà il 28 febbraio 2010. In data 10 luglio 2009 è stata presentata in Valle d'Aosta la metodologia di riciclo Vedelago, riconosciuta dall'Unione Europea come “ecoinnovazione” in alternativa ai processi di smaltimento a caldo (combustione) che comportano alti costi di impianto e manutenzione e iter sperimentali con spreco di denaro pubblico (si veda, in altro ambito, l’esito della vicenda del trenino Cogne-Pila). Le decisioni sino ad oggi adottate, più volte soggette ad un cambio di orientamento, sembrano puntare in direzione opposta a quella da noi prospettata.

Ci permettiamo, pertanto, di rivolgere a tutte le Amministrazioni coinvolte e a tutti gli interessati le seguenti domande:

1. Pirogassificazione e mancato dibattito preventivo: perché non è stato organizzato un dibattito pubblico, alla presenza di tecnici e esperti, tra i due diversi scenari possibili, ovvero "Valle d'Aosta virtuosa – zero waste" (raccolta organico + TMB) e “Pirogassificatore”. Perchè nella sede che l’Assessore Zublena aveva definito come “il luogo della discussione”, ovvero l’Osservatorio Regionale dei Rifiuti (ORR) non vi è stato alcun dibattito preventivo prima del 1 dicembre 2009?

2. Pirogassificazione e compostaggio frazione organica: perchè non seguiamo il virtuoso esempio di Asti, Pinerolo e di tantissimi altri comuni in cui si raccoglie l’umido porta a porta e si ottiene del compost che viene utilizzato al 100%? Perchè non si è approfondita la biodigestione anaerobica viste le presunte difficoltà di raccolta della frazione organica?

3. Pirogassificazione e programmazione: perchè non è ancora operativo un serio piano regionale di riduzione dei rifiuti con obiettivi vincolanti?



4. Pirogassificazione e metodo di riciclo Vedelago: lo studio del 24 novembre 2009 valuta molto positivamente il Metodo di Riciclo Vedelago. Perchè non si intende costruire in Valle un centro di pre-selezione ed estrusione, che ottimizzi la raccolta differenziata, con benefici economici per i comuni e per i cittadini?


5. Pirogassificazione e tariffa (a carico utente): in merito al passaggio da Tassa a Tariffa, si intendono accelerare i tempi e introdurre il meccanismo virtuoso per cui chi meno inquina meno paga, seguendo l’esempio della C. M. Grand Combin?


6. Pirogassificazione ed emissioni inquinanti: chi ha certificato le emissioni derivanti da questi processi? Sono compatibili dal punto di vista ambientale? Al riguardo ci sono solo dati forniti dai produttori degli impianti, oppure sono stati certificati da enti terzi indipendenti (Arpa, ecc.)? Risultano altri pirogassificatori funzionanti su scala commerciale in Italia oppure soltanto impianti–pilota? Perchè non si è presa in considerazione una analisi LCA che comparasse i diversi scenari possibili, sia in termini di impatto ambientale che economico?


7. Pirogassificazione e scorie: dove andranno a finire queste ultime? La percentuale di scorie varia dal 13 al 20% a seconda delle tecnologie utilizzate. Dove saranno smaltite le circa 9.000 tonnellate annue di scorie, nella discarica speciale di Pontey o in quella di Issogne?


8. Pirogassificazione e discarica: quali sono le intenzioni in merito all'attuale discarica una volta che sarà esaurita? Sarà finalmente ricoperta di verde e alberi?

9. Pirogassificazione e costi di impianto e manutenzione: l'ultimo studio del 24 novembre 2009 non presenta un’analisi economica dello scenario pirogassificatore. Il costo di un pirogassificatore è circa il doppio rispetto a quello di un TMB?


10. Pirogassificazione e Trattamento meccanico biologico (TMB): perchè nello studio del 24 novembre 2009 non è stato approfondito lo scenario che prevederebbe lo smaltimento fuori Valle (presso cementifici o altri impianti) del CDR prodotto dal TMB, anche alla luce del boom che questi impianti stanno avendo rispetto ai trattamenti a caldo in bassa temperatura?


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19 dicembre 2009

SMALTIMENTO RIFIUTI: CONFRONTO PUBBLICO SOLO PER VOLONTA' DEI CITTADINI E NON DELL'AMMINISTRAZIONE

Firma e fai firmare la petizione per un nuovo centro di compostaggio per la frazione organica.

Scarica il modulo >>>

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Per facilitare la comprensione dell'intera vicenda, si tratteggiano alcuni passaggi cruciali avvenuti prima della riunione del 14 dicembre 2009 in cui il componente delle associazioni ambientaliste (Fabrizio Roscio) ha sollevato il nocciolo del problema: la mancata volontà di confronto preventivo.

Ecco alcuni fatti degni di nota:

La scelta in merito al nuovo scenario che si prospetta in materia di smaltimento rifiuti(pirogassificazione) non è stata condivisa ma neppure veicolata nelle varie possibili sedi di confronto (riunioni pubbliche, audizioni pubbliche della competente commissione consiliare, ecc...) prima dell'approvazione della delibera in questione adottata in data 1 Dicembre 2009.

Appare evidente che il gruppo di lavoro tecnico, volutamente tenuto "ristretto" per volontà politica da parte dell'Assessorato Territorio e Ambiente, aveva tutti i dati a disposizione già a partire da Settembre 2009.

Il documento riepilogativo riferito alla consulenza esterna è stato ufficialmente depositato il 24 novembre 2009 ma, diciamolo pure, la direzione di marcia era già stata indicata nelle precedenti riunioni intelocutorie nel corso dell'estate e dopo varie riunioni avvenute presso la Presidenza della Giunta.
Appare evidente, quindi, la non volontà di confronto preventivo sulla materia.

Di sicuro avrà luogo, per volontà dei cittadini e delle associazioni interessate un confronto successivo, ma di sicuro non per volontà dell'Amministrazione Pubblica.

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dal notiziario ansa-aosta del 14 dicembre 2009

RIFIUTI: VDA, ASSOCIAZIONI CONTESTANO LAVORI OSSERVATORIO
"L'Osservatorio regionale sui rifiuti non risponde ai requisiti di luogo di discussione e di autentico confronto". Motiva così Fabrizio Roscio, rappresentante dei movimenti ambientalisti (Amici della Terra, Gruppo locale Wwf, Legambiente e Terra Nouva) all'interno dell'organismo istituzionale, l'abbandono del tavolo di lavoro convocato nella mattinata di oggi nella sede dell'assessorato regionale al Territorio e Ambiente.
Roscio lamenta il fatto che "le associazioni non siano state consultate e coinvolte nella stesura del primo rapporto sulla gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta", presentato nella riunione di oggi. Sotto accusa il metodo di lavoro: "I documenti tecnici necessari - spiega Roscio - per fornire pareri utili all'adozione di atti amministrativi non vengono preventivamente discussi e alle riunioni partecipano con diritto di parola funzionari dell'assessorato estranei all'Osservatorio, mentre a noi non è permesso avvalerci in riunione di consulenti".
Sulla stessa lunghezza d'onda il vicepresidente regionale di Legambiente, Alessandra Piccioni, che sottolinea: "La decisione scaturisce dal disagio manifestato dal nostro rappresentante di fronte allo svolgersi dei lavori dell'Osservatorio che, senza un confronto, si svuota di contenuti e di senso".


RIFIUTI: ZUBLENA, NON CONDIVIDO MOTIVAZIONI ABBANDONO
"Alla luce del battage mediatico di questi giorni l'abbandono non mi stupisce. Ne prendo atto con rammarico, ma non condivido le motivazioni". Così l'assessore regionale al Territorio e Ambiente, Manuela Zublena, commenta la decisione da parte delle associazioni ambientaliste di ritirare il loro rappresentante dall'Osservatorio regionale sui rifiuti.
"L'Osservatorio - aggiunge l'assessore - resta un punto di riferimento per il confronto e il dialogo soprattutto in un momento in cui si sta definendo un nuovo scenario per la gestione dei rifiuti e si sta entrando nel vivo dell'operatività. Ritengo che i contributi debbano andare oltre l'asettica consegna di documenti da visionare e le contestazioni. Per l'organizzazione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti abbiamo tutti lavorato in sinergia e i risultati sono stati positivi".
Di "motivazioni pretestuose e posizioni preconcette" parla invece Rosina Rosset, rappresentante della associazioni dei consumatori nell'Osservatorio: "Sulle problematiche importanti le associazioni ambientaliste rifiutano il confronto, mentre si aggrappano alla forma. Con loro non è mai stato possibile il dialogo anche se più volte abbiamo tentato questa strada".

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Dal quotidiano "La stampa - Pagine della valle d'aosta " del 15 Dicembre 2009

POLEMICA.LE ASSOCIAZIONI CONTRO LA REGIONE: «MANCA IL CONFRONTO»
Rifiuti, ambientalisti in rivolta. No all’impianto di pirolisi, abbandonata la riunione dell’Osservatorio.

La riunione dell’Osservatorio dei rifiuti era cominciata da poco più di 20 minuti, quando Fabrizio Roscio, rappresentante delle associazioni ambientaliste, ha letto un documento: «Manca un autentico confronto, me ne vado». Roscio ha parlato a nome di Amici della Terra, del Gruppo locale Wwf, di Legambiente e Terra Nouva. «L’Osservatorio dovrebbe essere la sede per esprimere pareri - ha continuato Roscio dopo aver lasciato la riunione - ma solo oggi ho visto il primo Rapporto sulla gestione dei rifiuti, già stampato». Risponde l’assessore all’Ambiente Manuela Zublena: «Non capisco perché si abbandona la discussione quando si sta definendo un nuovo scenario per la gestione dei rifiuti. Anche il primo Rapporto riguarda lo stato dell’arte, siamo aperti alle osservazioni». Quando Roscio ha lasciato la riunione, la rappresentante dei consumatori Rosina Rosset ha detto: «E’ un rifiuto del confronto. Abbiamo provato a dialogare con loro, ma ci siamo trovati di fronte un muro».
La polemica non riguarda solo le questioni procedurali. Sul piatto c’è anche la scelta fatta dalla giunta regionale di puntare sulla pirolisi e la gassificazione per i rifiuti indifferenziati. «Cito studi internazionali - dice Roscio - l’80 per cento degli impianti è in Giappone. In Italia solo situazioni sperimentali. Mancano le condizioni di sicurezza e le garanzie per la sostenibilità economica».
Durante la riunione dell’Osservatorio, il direttore dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente Giovanni Agnesod ha spiegato i contenuti di uno studio di Diana Cout per mettere a confronto vari possibili scenari.
E’ stato scartato il «Thor», tecnologia per la produzione di combustibile da rifiuto messa a punto dal Centro nazionale ricerche. «Interessante, ma non presenta sufficienti garanzie». Così come è tramontata l’ipotesi di usare il combustibile da rifiuto in impianti di teleriscaldamento già esistenti o in costruzione in Valle, perché bisognerebbe rifare i progetti. La scelta è caduta sulla pirolisi e la gassificazione (che producono gas di sintesi utilizzabile come combustibile) perché un inceneritore classico è sostenibile solo usando almeno 100 mila tonnellate di rifiuti l’anno, più del doppio dell’indifferenziata della Valle.
«La pirolisi è un sistema innovativo - ha detto ancora Agnesod - in Europa ci sono impianti in Germania e Islanda. E’ adattabile a quantità inferiori di rifiuti, riduce le emissioni in atmosfera». Ha aggiunto Agnesod: «Gli impianti di pirolisi sono soggetti per legge alle normative di abbattimento delle emissioni previste per gli inceneritori. Ma questo non vuol dire che faremo un inceneritore, le tecnologie sono molto diverse. E’ una garanzia di tutela ambientale».
In media i valdostani producono 600 chili di rifiuti l’anno a testa. «E’ importante - ha detto l’assessore all’Ambiente del Comune di Aosta, Delio Donzel - evitare che il nuovo impianto tratti la maggior quantità di materiale possibile, vanificando le politiche di contenimento dei rifiuti». Risposta di Zublena: «Gassificazione e pirolisi consentono di migliorare l’efficienza del sistema».


Lettera aperta - Confronto negato su temi importanti.

Scenari in materia di smaltimento rifiuti in Valle d’Aosta (pirogassificatore) e decisioni non partecipative.

La democrazia partecipativa attribuisce a tutti i cittadini livelli di responsabilità e consapevolezza maggiori, consentendo loro di essere coinvolti nelle varie fasi del processo decisionale, che per sua natura è dialettico e dinamico e consente di interagire in un confronto continuo fra le idee in campo e gli scenari possibili. Dispiace prendere atto del mancato radicamento nelle nostre istituzioni dell’abitudine al confronto nei processi decisionali importanti come quelli che riguardano le grandi opere pubbliche o la gestione dei rifiuti, materia in cui, scelte sbagliate, possono incidere direttamente sulle tariffe e quindi sul portafoglio dei cittadini. Pur se il dibattito pubblico non è la sede in cui assumere decisioni che spettano ai vari decisori politici (sindaci, Comunità montane, giunta regionale), non consentire una modalità di confronto in vista di decisioni importanti è un segnale negativo. Esistono rappresentanti di comitati (Comitato Rifiuti Zero Vda) e di associazioni (Legambiente vda, Codacons vda, ecc.) attivi sul tema specifico, che non sono stati coinvolti, neppure attraverso l’Osservatorio regionale sui rifiuti. Compiono, invece, un buon lavoro quelle amministrazioni pubbliche che riescono attraverso processi di progettazione condivisa a coinvolgere tutti le parti attive presenti sul proprio territorio.

Andrea Piccirilli
Aosta

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Il Pirogassificatore conviene? Risolve?
In termini di costi/benefici, conviene costruire un pirogassificatore impegnando nei prossimi anni decine di milioni di euro per smaltire, a partire dal 2016, il 40% dei materiali da riciclo che attualmente affluiscono in discarica (con costi contenuti) che corrispondono a circa 45.000 t/a.
Non esiste altro modo per raggiungere e persino superare lo stesso obiettivo?
Alcune recenti valutazioni effettuate dal Centro riciclo materiali - Vedelago evidenziano che le opzioni tecnologiche con benefici sociali netti o con costi minimi sono quelle riconducibili al miglioramento del riciclo completo dei materiali da RSU (Rifiuti Solidi Urbani).
Siamo convinti che sia molto importante continuare ad usare risorse pubbliche per potenziare i centri di ricerca e partecipare a programmi nel campo del riciclo dei materiali.
Quindi ad oggi non si sa se si riuscirà a costruirlo, né a che prezzo potrà essere realizzato e neppure quali saranno i costi di gestione e manutenzione. Insomma un'altro "trenino di Cogne" potenziale è imminente...
In ogni caso c'è da augurarsi che non si segua lo stesso meccanismo delle nuove centrali nucleari italiane, in cui uno dei produttori coinvolti nel progetto europeo ha dovuto ammettere che il cantiere apposito ha già prodotto 2,7 miliardi di perdite, destinate ancora a crescere, e superare così il prezzo di vendita (3 miliardi) del reattore stesso.
Come cittadini, affetti o meno dalla sindrome Nimby, ribadiamo che le alternative esistono, come ha dimostrato la stessa Carla Poli ad Aosta qualche mese or sono. Sicché ripetiamo la domanda: il pirogassificatore conviene? Risolve?

12 dicembre 2009

SMALTIMENTO RIFIUTI: SCENARI E DOCUMENTAZIONE

Curiose coincidenze...

Nei giorni scorsi a Trento è stato approvato un progetto di massima per la costruzione di un inceneritore.

L’impianto avrà una potenzialità massima di 103.000 tonnellate all’anno, il costo stimato sarà di 101 milioni di euro (iva esclusa) e la tecnologia proposta dovrà essere già stata applicata in tre impianti funzionanti in Europa, Svizzera compresa.

Durata della concessione: se lo studio di fattibilità indica una durata massima di 24 anni (di cui quattro per la realizzazione dell’impianto), la delibera introduce "la facoltà, in sede di gara, di proporre una riduzione per il termine della fase gestionale dell’opera fino al limite minimo di 15 anni".

Elenco delle garanzie e dei requisiti richiesti ai partecipanti alla gara d’appalto:

Essere in possesso della certificazione ambientale Uni En Iso 14001, una garanzia che il concorrente operi secondo regole, criteri e procedure particolarmente rispettose dell’ambiente e metta in atto all’interno della propria organizzazione aziendale un sistema di gestione ambientale volto a minimizzare l’impatto dell’impianto.

Viene chiesta una polizza indennitaria decennale e una polizza per responsabilità civile verso terzi "a copertura dei rischi di rovina totale o parziale dell’opera o dei rischi derivanti da gravi difetti costruttivi.

Presentare varie cauzioni per garantire l’affidabilità dell’offerta e
della società.

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Analisi della gestione ciclo rifiuti in valle d'aosta e relativo audit civico.


Audit
Esame sistematico ed indipendente mirato a stabilire se le attività svolte per la qualità ed i risultati ottenuti sono in accordo con quanto stabilito, e se quanto stabilito viene attuato risulta idoneo al conseguimento dell’obiettivo.

Analisi civica
Sistema di attività messe in atto dai cittadini per definire, comunicare e far valere il proprio punto di vista circa le questioni di rilevanza pubblica e sociale, per esempio la gestione del ciclo dei rifiuti

Audit civico
Analisi critica e sistematica dell’azione poste in essere nell’ambito della gestione di un servizio per la collettività (per es. gestione del ciclo dei rifiuti) promossa dalle organizzazioni civiche


Le principali fasi dell’audit civico:
- raccolta dati e monitoraggio attività poste in essere
- elenco contenente i risultati più significativi derivanti dal monitoraggio;
- le aree critiche e i punti di forza
- le possibili azioni di miglioramento
- rapporto redatto al termine della visita

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Ecco le principali richieste inoltrate in data 11 novembre 2009 agli uffici competenti dell'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente - Loc. Grand Chemin, 34 - St Christophe - 11100 - Aosta - riscontrate, per alcuni argomenti, con nota del 4 Dicembre 2009.

Si chiede di poter prendere visione dei seguenti documenti:

- Documentazione utile ad evidenziare il costo annuale a carico dei cittadini del servizio gestione rifiuti (raccolta, gestione e smaltimento)

- Documentazione e costi in dettaglio relativi all'ampliamento della discarica

- Convenzione con Valeco spa (gestione discarica di Brissogne e Pontey) e costi sostenuti a partire dal 2006

- Convenzione Conai con suddivisione quantità e qualità di materiale conferito e relativi introiti a partire dal 2006

- Somme introitate dalla vendita del compost derivante da ramagli e sfalci di verde dal 2006 nonchè le quantità giacenti a dicembre 2008.

- Somme introitate dalla vendita di biogas proveniente dalla discarica regionale di Brissogne a partire dal 2006

- Verbali e temi trattati nel corso delle riunioni dell'Osservatorio regionale dei rifiuti a partire dalla sua costituzione. (4 riunioni nel corso del 2009)

- Ogni altra documentazione utile riguardante la gestione dell’intero ciclo di gestione dei rifiuti


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Link al sito regione.vda.it in cui sono pubblicati alcuni studi comparati sulla gestione rifiuti in valle >>>

Studio commissionato dalla regione e prodotto all'Amministrazione in data 24 novembre 2009 dal titolo:
Individuazione delle migliori tecnologie innovative per la realizzazione di impianti di pretrattamento finalizzati alla produzione di cdr di qualità ad oggi esistenti e non finalizzato all'individuazione del miglior scenario adatto alla Valle d'Aosta. >>>

2 dicembre 2009

RACCOLTA FIRME: AL VIA LA PETIZIONE PER LA RACCOLTA DELL'ORGANICO

"L’inceneritore non serve, io riciclo saggiamente."

Quando il buon senso appartiene ai bambini. Leggi la letterina ... >>>

Firma e fai firmare la petizione per un nuovo centro di compostaggio per la frazione organica >>>


Raccogliendo l’organico si "innova" dal punto di vista ambientale e si risparmia dal punto di vista economico.

Raccogliendo l’organico si arriva in modo naturale a chiudere il cerchio del ciclo-rifiuti con un riciclo quasi completo introducendo alla frazione secca residua la tecnica innovativa del processo di estrusione CRRV (centro ricerca e riciclo Vedelago - Carla Poli).

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Puoi consegnare le firme ad una delle seguenti associazioni:
Comitato Rifiuti Zero VdA
Legambiente VdA
Amici del Viale della pace
Diritto al Futuro
Codacons
Adiconsum


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Immagini di un pirogassificatore

22 novembre 2009

LETTERA APERTA ESITI SECONDA VISITA CIVICA ALLA DISCARICA

LETTERA APERTA INDIRIZZATA ALL'ASSESSORATO REGIONALE TERRITORIO E AMBIENTE

Segue lettera aperta del 29 agosto 2009


OGGETTO: Adozione di idonee iniziative volte a incrementare l’utilizzo di Compost di qualità derivante dal processo aerobico della materia verde (sfalci e ramaglie da potatura) conferita presso il “Centro di compostaggio” annesso alla Discarica di Brissogne e ad aumentare gli acquisti “verdi” da parte delle Pubbliche Amministrazioni (Green Public Procurement).

Le nostre associazioni sono impegnate nella tutela dell'ambiente e nello sviluppo di nuovi spazi di democrazia, in un ottica di miglioramento della sostenibilità dello sviluppo economico per incrementare l’utilizzo di strumenti partecipativi e la qualità della vita.

FAVORIRE L’UTILIZZO DEL COMPOST AUTOPRODOTTO
Nel corso delle visite organizzate nei mesi di Agosto e Ottobre 2009 presso il Centro trattamento materiali da riciclo di Brissogne abbiamo riscontrato la presenza di grandi quantità di compost (oltre 3000 tonnellate di ammendante compostato verde) disponibili per uso domestico e per le bonifiche ambientali. Tale compost di ottima qualità rispetta tutti i parametri di legge e può essere utilizzato in orti, prati, aiuole, piante in vaso e siepi ed anche per il ripristino di piste da sci e piste forestali.

FAVORIRE LA RACCOLTA SEPARATA E IL RICICLO DELL’”ORGANICO” E NON L'INTERRAMENTO IN DISCARICA
Abbiamo rilevato, inoltre, che in loco è possibile attivare una apposita zona dedicata al compostaggio dell’umido domestico, già a partire dal 2010, con la partecipazione ed il coinvolgimento dei Comuni interessati e sensibili al tema della riduzione dei rifiuti. Con l’avvio di tale procedura si produrrebbe un minor afflusso di oltre 10.000 tonnellate annue di materiale, con un conseguente allungamento della durata di vita della attuale discarica. Dall’esame dell’attuale ciclo di gestione dei rifiuti non risultano utilizzate le nuove tecnologie già oggi disponibili e riconosciute dall’Unione Europea come “ecoinnovazione” che richiedono come precondizione la raccolta separata della frazione organica. Solo procedendo in tal modo si potrebbe ottenere per la frazione residua un riciclo di alto livello in linea con le prescrizioni dell’UE.

FAVORIRE L’UTILIZZO DI TECNOLOGIE INNOVATIVE ECOCOMPATIBILI
Come già rilevato nella precedente nota, la scelta tra le sole tecnologie legate alla produzione di CDR (combustibile da rifiuto) da destinare alla valorizzazione energetica (combustione) può comportare costi di impianto e manutenzione di importo rilevante e non garantire la necessaria flessibilità e adattamento alle nuove e sempre più innovative tecnologie in materia di recupero dei materiali.

FAVORIRE LA CRESCITA COSTANTE DELLE PERCENTUALI DI RACCOLTA DIFFERENZIATA
Si rileva, inoltre, la mancata attuazione del comma 461 dell’articolo 2 della Legge Finanziaria 2008 che prevede l’obbligo per i Comuni di attivare strumenti di partecipazione civica in materia di servizi erogati ai cittadini (servizio smaltimento e raccolta materiali da recupero). Da un primo esame dei dati disponibili non risulta particolarmente efficace il piano di incentivazione (bonus–malus) rivolto ai Comuni e alle Comunità montane finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata.

FAVORIRE GLI ACQUISTI DI PRODOTTI E SERVIZI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE
In merito al progetto GPP (Green Public Procurement) cioè “...l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale…” si chiede di conoscere se si intenda incrementare tale domanda da parte di tutti gli Enti Territoriali. Se tutti gli enti pubblici nel territorio dell’UE richiedessero strumenti e forniture a basso consumo energetico, oltre 830.000 tonnellate di CO2 non verrebbero più immesse nell’atmosfera. La diffusione capillare di tali pratiche può incidere positivamente anche sulla competitività del nostro sistema produttivo. Nel nostro paese tali indicazioni sono state recepite con il DI 135/2008 e l’Unione Europea ha fornito un ulteriore impulso in favore della diffusione del GPP, proponendo di raggiungere, entro il 2010, il 50% in tutte le gare di appalto.

Si resta in attesa di conoscere le eventuali azioni adottate o che si intendono adottare per favorire un miglioramento costante dell’intera gestione del ciclo dei rifiuti, nonché la volontà di istituire una sessione annuale di verifica del funzionamento dei servizi, con il coinvolgimento di tutte le associazioni attive nel settore, e l'avvio di un monitoraggio trasparente, condiviso e continuativo.

Restiamo a disposizione per eventuali ulteriori iniziative volte a sensibilizzare i cittadini in materia di riduzione dei rifiuti.



Legambiente Vda
Amici del Viale della Pace
Codacons Vda
Adiconsum
Diritto al futuro
Comitato rifiuti Zero VdA



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http://www.youtube.com/watch?v=G4s8KYhip5Y&feature=player_embedded

25 agosto 2009

NUOVO SONDAGGIO A SCOPO INFORMATIVO

Partecipa e fai partecipare al nuovo sondaggio (si trova in alto a destra) in materia di riduzione dei rifiuti.
Per approfondire sfoglia i post e link presenti all'interno del blog.

Per comodità riportiamo il testo completo:

ESISTE LA POSSIBILITA' IN VALLE D’AOSTA DI FAR AFFLUIRE IN DISCARICA OGNI ANNO SOLO 1.500 TONNELLATE DI RIFIUTI, ANZICHE’ LE ATTUALI 45.000 TONNELLATE?

- SI, CON IL "METODO VEDELAGO"
- NON SO
- NO

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http://www.youtube.com/watch?v=G4s8KYhip5Y&feature=player_embedded

24 agosto 2009

IL METODO VEDELAGO IN SINTESI - LE DECISIONI PRESE IN DATA 25 GIUGNO 2009 IN MATERIA DI RIFIUTI

SI AL RICICLO, NO ALLA DISCARICA. IL “METODO VEDELAGO” NON NECESSITA DI SPERIMENTAZIONI E NEPPURE DI CONSULENZE.

Il termine “rifiuti” va sostituito con il termine “materiali da riciclo”. Questa è la filosofia che ispira l'attività posta in essere dal “Centro Riciclo Vedelago”, da cui prende il nome il metodo ivi utilizzato. Il modello di riciclo totale ideato da Carla Poli a Vedelago in provincia di Treviso è già stato adottato da alcuni comuni italiani e europei, ed è stato presentato ufficialmente il 10 luglio 2009 ad Aosta per iniziativa di CRZ Vda. Tale metodo, riconosciuto e catalogato come eco-innovazione dall’Unione Europea, è in grado di riciclare il 97% circa della frazione secca dei rifiuti trattati e trasforma tutto il materiale residuo in un granulato a matrice prevalentemente plastica. Col tale materiale si produce un composto utilizzato per fabbricare mattoni e oggetti per arredo urbano nel rispetto delle norme vigenti. Tale impianto denominato “ad estrusione” non gestisce la frazione umida, riutilizza il materiale da riciclo (rifiuti) derivanti sia dalla raccolta differenziata porta a porta, sia quello proveniente da commercianti ed artigiani.

Il metodo Vedelago, permette di:
1.recuperare valore economico dalla rivendita dei materiali riciclati
2.creare nuova occupazione rispetto ai metodi attualmente in uso
3.abbassare la tassa sui rifiuti pagata dai cittadini
4.diminuire i costi per la gestione dei rifiuti a carico dei Comuni
5.coinvolgere i cittadini in comportamenti coerenti e virtuosi.

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Le iniziative assunte in materia di smaltimento rifiuti in data 25 Giugno 2009
OMISSIS
di avviare la sperimentazione attraverso la realizzazione di un impianto tecnologicamente
innovativo, ai fini della produzione di combustibile da rifiuto (CdR) di alta qualità caratterizzato da un basso livello di contaminanti, in grado di assicurare, in una prima fase di attuazione e osservazione, il trattamento di una frazione significativa dell’attuale indifferenziato, al fine di differire i tempi oggi prevedibili di esaurimento della discarica di Brissogne;

di individuare il sistema più innovativo mediante un’indagine tra le tecnologie di produzione di CdR di qualità;

di procedere ad una valutazione dei risultati di questa sperimentazione a seguito di verifica di funzionalità e sostenibilità del sistema, da attuarsi entro un anno dall’avviamento, prima di procedere al consolidamento del sistema in modo da permettere il trattamento di tutti i rifiuti indifferenziati prodotti nella Regione;

di stabilire che dalla sperimentazione del sistema innovativo debbano emergere tutte le
informazioni ed i dati caratterizzanti l’impianto ed in particolare che dovranno essere prodotti una serie di documenti che descrivano come livello minimo:
- la modalità di esecuzione del sistema innovativo;
- la configurazione impiantistica prevista (opere civili, opere elettromeccaniche, presidi, ecc.);
- le superfici necessarie e l’ubicazione prevista dell’impianto;
- le caratteristiche impiantistiche principali ed il bilancio energetico complessivo del
trattamento;
- i costi di investimento;
- la modalità di gestione dei flussi di rifiuti oggetto di trattamento nell’impianto innovativo;
- i quantitativi e le modalità di smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi prodotti durante il trattamento;
- i flussi, i quantitativi e le modalità di utilizzo del CdR prodotto dal trattamento;
- le modalità gestionali;
- i costi gestionali;

di stabilire che venga definito un apposito protocollo di sperimentazione avvalendosi di una qualificata istituzione scientifica che, con il supporto degli organi regionali di controllo dovrà seguire sistematicamente tutte le fasi di sperimentazione e certificare e validare i risultati della stessa nonché prevedere, da parte di ARPA, la realizzazione di un piano di monitoraggio del sistema di trattamento innovativo con il coinvolgimento dell’Osservatorio regionale dei rifiuti;

di stabilire che tale impianto venga localizzato, in accordo con la Società Valeco s.p.a. in un’area presso l’attuale centro regionale di trattamento RU ed assimilati di Brissogne o nelle immediate vicinanze;

di definire il percorso della sperimentazioni distinto nelle seguenti fasi:
- individuazione della tecnologia da sperimentare;
- avvio della sperimentazione e analisi comparata dei risultati;
- definizione del nuovo scenario di trattamento dei rifiuti;
- adeguamento del Piano regionale dei rifiuti, sulla base dei risultati della sperimentazione aggiornato secondo le decisioni della Giunta e della III Commissione e contestuale avvio della procedura di consultazione finalizzata all’acquisizione della VAS sul nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti e acquisizione di un parere da parte del Consiglio permanente degli enti locali;
- al termine della fase di consultazione, approvazione del Consiglio dello scenario di
trattamento dei rifiuti e del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti;
- avvio delle procedure tecnico-amministrative per la progettazione, la realizzazione e il successivo esercizio degli impianti di trattamento previsti dal nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, ivi compresa l’acquisizione dell’Autorizzazione integrata ambientale.

per leggere la versione integrale ( con i votanti e gli astenuti) >>>

17 agosto 2009

LA TEORIA DELLE "ERRE" E IL METODO "VEDELAGO"

La teoria delle R: ridurre,riusare,riciclare (o compostare), ma anche riparare, ricercare, riprogettare ed infine la R più importante: responsabilizzare.
IL “Metodo Vedelago” non necessita di sperimentazioni e neppure di consulenze.

Il termine “rifiuti” va sostituito con il termine “materiali da riciclo”. Questa è la filosofia che ispira l'attività posta in essere dal “Centro Riciclo Vedelago”, da cui prende il nome il metodo ivi utilizzato. Il modello di riciclo totale ideato da Carla Poli a Vedelago in provincia di Treviso è già stato adottato da alcuni comuni italiani e europei, ed è stato presentato ufficialmente il 10 luglio 2009 ad Aosta per iniziativa di CRZ Vda. Tale metodo, riconosciuto e catalogato come eco-innovazione dall’Unione Europea, è in grado di riciclare il 97% circa della frazione secca dei rifiuti trattati e trasforma tutto il materiale residuo in un granulato a matrice prevalentemente plastica. Col tale materiale si produce un composto utilizzato per fabbricare mattoni e oggetti per arredo urbano nel rispetto delle norme vigenti. Tale impianto denominato “ad estrusione” non gestisce la frazione umida, riutilizza il materiale da riciclo (rifiuti) derivanti sia dalla raccolta differenziata porta a porta, sia quello proveniente da commercianti ed artigiani.
Il metodo Vedelago, permette di:
1.recuperare valore economico dalla rivendita dei materiali riciclati
2.creare nuova occupazione rispetto ai metodi attualmente in uso
3.abbassare la tassa sui rifiuti pagata dai cittadini
4.diminuire i costi per la gestione dei rifiuti a carico dei Comuni
5.coinvolgere i cittadini in comportamenti coerenti e virtuosi.

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Cosa fare e proporre se...
Le scelte, i lavori decisi dalle istituzioni (amministrazioni comunali, provinciali e regionali) alcune volte non hanno alcun legame nè alcun punto di contatto con le espressioni, volontà espresse dalle forme di espressione spontanee (comitati, associazioni, ecc). Anche nella nostra regione si avvertono segnali di uno scollamento tra decisioni pubbliche e "sentire comune" dei cittadini organizzati o meno in associazioni. Spesso i cittadini non sono informati pienamente in merito ai costi e alle conseguenze dei progetti e delle decisioni e del loro impatto sull’ambiente o sulla salute pubblica.
Ecco alcune iniziative meritevoli da adottare nella legislazione regionale:
1) istituire forme e modalità di un vero e proprio "dibattito pubblico"
2) individuare i temi sottoponibili al "dibattito pubblico"
3) definire i soggetti che hanno diritto di attivare il dibattito
4) istituire una Autorità locale per la garanzia e la promozione della partecipazione
5) stabilire modalità e procedure per il "dibattito Pubblico".

In pratica la normativa regionale dovrebbe sancire la partecipazione alla elaborazione e alla formazione delle politiche regionali e locali come un vero e proprio diritto garantito. L'obiettivo è di promuovere la partecipazione come forma ordinaria di amministrazione e di governo territoriale in tutti i settori e a tutti i livelli amministrativi e di creare e favorire nuove forme di scambio e di comunicazione tra le istituzioni e la società.

Chi potrebbe aver diritto ad intervenire nei processi partecipativi:
di sicuro i cittadini residenti e gli stranieri o apolidi regolarmente residenti nel territorio interessato da processi partecipativi; le persone che lavorano, studiano o soggiornano nel territorio interessato; i valdostani residenti all’estero quando si trovano in valle d’Aosta; altre persone, anche su loro richiesta, che hanno interesse rispetto al territorio in questione o all’oggetto del processo partecipativo e che il responsabile del dibattito ritenga utile far intervenire nel processo partecipativo stesso.

18 luglio 2009

CARLA POLI: PARTECIPAZIONE INTESA COME CONCERTAZIONE ALLARGATA

Audizione di Carla Poli sul metodo "Vedelago" - riciclo materiali.





http://www.youtube.com/view_play_list?p=482393CCD040C931

11 luglio 2009

RICICLO MATERIALI: IL CRZ-VDA PROPONE INTEGRAZIONE AL PIANO REGIONALE RIFIUTI


Il Comitato rifiuti zero - Valle d'Aosta ha presentato venerdi 10 luglio 2009 alcune proposte che, di fatto, tendono a modificare, innovandolo, il piano regionale di rifiuti urbani. Nel corso dell'incontro è stato bandito il termine "rifiuti" sostituito da "riciclo di materiali". Sì dunque al riciclo, no alla discarica e agli inceneritori, soluzioni entrambe obsolete e costose.
L'alternativa per la Valle d'Aosta si chiama "Centro Riciclo Vedelago", isola tecnologicamente avanzata per la lavorazione delle frazioni secche senza scarti. Il modello di riciclo totale ideato da Carla Poli in provincia di Treviso e già stato adottato da alcuni comuni italiani e europei è stato presentato ufficialmente a Palazzo Regionale. Per attuare tale progetto è necessario avviare la raccolta separata della frazione organica: il riciclo totale è possibile e indispensabile.
L'inceneritore è una soluzione obsoleta che rende pericolosi materiali (e non "rifiuti"), che potrebbero essere trasformati, anzichè bruciati, per essere riutilizzati.
Il centro di trattamento potrebbe essere ubicato all'interno della discarica di Brissogne o nelle immediate vicinanze. In Italia, oltre a quello di Vedelago in provincia di Treviso, esistono altri centri similari in Sardegna e, vicino a Roma, nel comune di Colleferro.

Il metodo Vedelago è in grado di riciclare il 97% circa della frazione secca trattata e trasforma tutto il materiale in un granulato a matrice prevalentemente plastica. Col materiale ottenuto dalla raccolta della plastica si produce un composto da costruzione con cui si fabbricano mattoni e oggetti per arredo urbano. Così facendo si azzerano i costi per la gestione dei rifiuti a carico dei Comuni e si coinvolgono i cittadini in comportamenti coerenti per un progetto di rifiuti zero.
Questo granulato è ricercatissimo sia dalle industrie della plastica, sia dall’industria dell’edilizia. Nel primo caso vengono realizzati dei bancali interamente in plastica da riciclo oppure le sedute delle sedie che prima venivano fatte in legno. Nel secondo caso vengono impiegati nella produzione di cemento in percentuali dal 20% al 30%,in sostituzione della tradizionale sabbia di cava. Il tutto migliorando le prestazioni di questi prodotti finiti.
Per l'avvio di un impianto di questo genere l'investimento ammonta a circa 6 milioni di euro. Tutte le altre soluzione, già proposte dall'Amministrazione Regionale in passato, risultavano avere costi di avvio molto più elevati (dai 25 milioni del trattamento meccanico biologico ai 200 milioni dell'inceneritore)e spese successive denominate "post- bonifica" altrettanto elevate.

Specifiche dell'impianto ad estrusione.
L’impianto ad estrusione (che non gestisce la frazione umida e che quindi utilizza solo sistemi meccanici), grazie all’accoppiamento di diversi impianti che lavorano in serie, è in grado di rendere riutilizzabile circa il 97% del rifiuto conferito derivante sia dalla raccolta differenziata residenziale porta a porta (proveniente dai Comuni) sia rifiuti provenienti da commercianti ed artigiani; grazie a questo impianto si è in grado di portare all’industria una "materia prima-seconda" riutilizzabile in ulteriori cicli di produzione.

La percentuale di rifiuto non differenziabile (principalmente plastiche), e quindi solitamente non riutilizzabile, viene prima estruso e poi tritato finemente fino ad ottenere un granulato a matrice prevalentemente plastica utilizzato principalmente dall’industria come alleggerito nei manufatti edili (mattoni, pali, ecc…) in sostituzione della sabbia di cava (20-30% del materiale necessario alla creazione del manufatto); questo materiale conferisce caratteristiche migliorative ai manufatti ottenuti che rispondono regolarmente alle norme UNI vigenti. La sabbia sintetica ottenuta viene utilizzata anche per la creazione di sedie, panchine, bancali ed altri manufatti vari.

I vantaggi del metodo "Vedelago".
Il centro-riciclo Vedelago riesce a guadagnare dalla rivendita materiali riciclati, crea nuova occupazione (rapporto 25/28 a 1 con l'occupazione per la gestione di discariche/inceneritori) e permette di abbassare notevolmente la tassa sui rifiuti pagata dai cittadini.

Il metodo Vedelago (riconosciuto e catalogato come eco-innovazione dall'Unione Europea) permette di recuperare tale rifiuto attraverso un procedimento di estrusione e di ottenere del granulato plastico da utilizzare nell'edilizia e nell'oggettistica.

Il meotodo Vedelago costa un quinto del trattamento meccanico biologico (TMB) ipotizzato sino ad oggi in valle e destinato a produrre CDR-Q (costo stimato TMB 25/30 milioni).