17 febbraio 2014

COMITATO NO PIRO A BORGOFRANCO: CORTEO DI SENSIBILIZZAZIONE RIUSCITO





privilegiare  il recupero di materia rispetto al recupero di energia, rafforzando quanto già recepito nella normativa italiana con la modifica dell'art. 179 del D. Lgs n. 152/2006 operata dal D. lgs n. 295/2010;

prevedere l’affidamento diretto a proprie società interamente pubbliche.


renere conto della gerarchia dei rifiuti e della necessità di ridurre i rifiuti residui fino a raggiungere livelli prossimi allo zero;

promuovere e incentivare anche economicamente  una corretta filiera di trattamento dei materiali post-utilizzo, basata su pratiche per la riduzione della produzione dei rifiuti, sulla raccolta differenziata domiciliare spinta, sulla tariffa puntuale che responsabilizzi l’utente, sul riuso dei beni a fine vita, sul riciclo dei materiali differenziati, sul recupero massimo di materia anche dai rifiuti residuali, sulla riduzione della loro pericolosità, la riprogettazione dei materiali in vista di una loro totale ricuperabilità.

spostare risorse dallo smaltimento e dall’incenerimento verso la riduzione, il riuso e il riciclo sia attraverso meccanismi economici automatici di premiazione dei soggetti che, applicando le migliori pratiche, ottengono i migliori risultati  in termini di riduzione, riuso e riciclo, e viceversa penalizzando i soggetti che continuano ad applicare pratiche contrarie, sia finanziando i costi di avvio ai soggetti che decidono di riconvertire la gestione verso pratiche virtuose, sia sostenendo gli investimenti delle filiere legate al riuso e riciclo;


ridurre progressivamente il conferimento in discarica e l'incenerimento, perseguendo la progressiva dismissione degli inceneritori esistenti, a partire da una moratoria sino al 2020 delle autorizzazioni alla costruzione di nuovi impianti;

sancire il principio “chi inquina paga” prevedendo la responsabilità civile e penale  per il reato di danno ambientale per chi inquina l’ambiente, con particolare attenzione ai reati commessi da soggetti industriali;

dettare le norme che regolano l'accesso dei cittadini all'informazione e alla partecipazione in materia di rifiuti e salvaguardia della salute e dell'ambiente, anche  tramite il  riconoscimento da parte delle istituzioni dei “Comitati dei Garanti” nominati anche dalle comunità, che collaborino con le istituzioni nella valutazione e gestione dei Piani Regionali dei rifiuti e nella verifica del loro impatto ambientale e sanitario.




La tecnologia dell’incenerimento dei rifiuti è da sempre stata oggetto di interventi normativi incentivanti, come il regime cosiddetto CIP6 o attualmente quello dei certificati verdi, che hanno di fatto rappresentato un ostacolo concorrenziale che ha distorto e fortemente limitato sinora lo sviluppo delle pratiche e delle tecnologie legate al riciclo e recupero di materia quali fasi preordinate nella scala gerarchica normativa, come gli incentivi richiamati dagli articoli 24, 28 e 29 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28 e non ultimo quanto previsto dal DM del 6 luglio 2012 che anacronisticamente rilancia gli incentivi all’incenerimento della parte biodegradabile dei rifiuti.

Occorre anche ricordare che gli impianti industriali di incenerimento di rifiuti e gli impianti di combustione di biomasse e biogas, che producono entrambi particolato atmosferico tossico anche se di composizione diversa, hanno necessità di elevati investimenti di capitali e parimenti di elevati periodi di ammortamento del capitale in genere previsti entro i quindici anni di vita dell’impianto stesso.

Tali piani di ammortamento sono garantiti dalla sottoscrizione di un contratto di fornitura di materiali in ingresso a carico delle amm.ni comunali conferenti, che prefigura il deleterio meccanismo del “vuoto per pieno”, ossia l’obbligo a pagare comunque sulla base del tonnellaggio garantito contrastando di fatto l’avanzata della raccolta differenziata e della riduzione dei rifiuti, che rappresenta oggi sulla base delle prescrizioni del Parlamento Europeo, una vera e propria ipoteca ed un ostacolo insormontabile al rispetto degli obiettivi comunitari presenti e futuri.


fonte: relazione proposta di legge di iniziativa popolare rifiuti zero

2 febbraio 2014

SI FACCIA SUBITO LA MODIFICA DELLA LEGGE IN MATERIA DI GESTIONE RIFIUTI

Si faccia subito la modifica della legge!


Le società che avevano ottenuto l'aggiudicazione provvisoria della gara d'appalto hanno fatto appello alla sentenza del Tar che aveva respinto la richiesta di risarcimento danni nei confronti della Regione.

Per bloccare questa azione è necessario che il Consiglio Regionale modifichi la legge per renderla conforme alle indicazioni della Corte Costituzionale.


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Gestione rifiuti in discarica

A sei mesi dall'emanazione delle disposizioni ministeriali non si conoscono, ad oggi, le decisioni assunte dalla Giunta regionale in materia di ammissibilità dei rifiuti in discarica e in merito alla nuova pianificazione dell'intero settore. 

Occorre, infatti, effettuare un adeguato trattamento, comprensivo della stabilizzazione della frazione organica dei rifiuti stessi, prima della messa in discarica, onde evitare o ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente e i rischi per la salute umana.

Non basta la tritovagliatura!

Occorre infatti effettuare un trattamento previsto dall’art. 6, lettera a) della direttiva 1999/31/CE e dall'art. 7, comma 1, del D.lgs. 36/2003 che deve necessariamente includere un’adeguata selezione delle diverse frazioni dei rifiuti e la stabilizzazione della frazione organica.

La sola raccolta differenziata spinta non è di per se idonea a escludere la necessità di sottoporre a preventivo trattamento i rifiuti indifferenziati residuali, data anche la dimostrazione che il trattamento non contribuisce a prevenire o a ridurre le ripercussioni negative sull’ambiente e i rischi per la salute umana.
 

A tale proposito è utile ricordare che è scaduto il regime transitorio di cui all'articolo 17 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36.

Occcorre, quindi, anche dare attuazione e definire un programma per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica, come previsto dall’art. 5 del D.Lgs 36/2003.

Pianificare, pianificare e ancora pianificare...


Ecco il compito, per ora disatteso, da parte dell'Assessorato regionale all'Ambiente!


http://www.vallevirtuosa.it/non-dimentichiamo-e-diffondiamo




LATET ANGUIS IN ERBA...

Il serpente è nascosto tra l'erba. Pronto a rialzare la testa.

Chi ha avuto modo di leggere il retro del volantino distribuito da Valle Virtuosa in questi giorni, probabilmente ha avuto questa sensazione. 

Insomma stiamo vivendo giornate invernali con cieli cupi e nebbia e  nuvole basse persistenti. 

Esattamente simile la sensazione che si respira sulle prospettive future  in materia di gestione rifiuti. Una gestione dell'assessorato regionale all'ambiente grigia, cupa, poco trasparente.

Continuano a girare  tra le scrivanie parte degli studi commissionati alla società a partecipazione pubblica che già gestisce la discarica e che di sicuro avrà un conflitto di interessi per la nuova impiantistica. 

Ecco cosa si legge sul volantino:
Le società che volevano costruire l'impianto di incenerimento hanno fatto appello contro la sentenza del Tar che aveva respinto la richiesta di risarcimento danni nei confronti della Regione.

Per bloccare questa azione è necessario che il Consiglio regionale modifchi la legge per renderla conforme alle indicazioni della Corte Costituzionale.

Ma tutto tace e i mesi passano...