28 agosto 2009

LETTERA APERTA A SEGUITO DELLA VISITA CIVICA DEL 29 AGOSTO 2009 AL CENTRO REGIONALE TRATTAMENTO RIFIUTI DI BRISSOGNE

Per l'utilizzo di tecniche innovative
nel riciclo dei materiali e per una diminuzione
della quantità dei rifiuti prodotti



Lettera aperta al:
Presidente della Governo regionale
Agli Assessori regionali
Ai Consiglieri regionali

I.llmo Presidente, Ill.mi Assessori e Consiglieri

Le nostre associazioni sono impegnate nel settore della tutela dell'ambiente e della eco-sostenibilità e per lo sviluppo e l'utilizzo nella soluzione dei problemi di strumenti partecipativi.

Siamo certi di essere in completa sintonia con Voi su tre temi:

1. La scelta delle tecnologie innovative meno impattanti per lo smaltimento dei rifiuti in Valle d'Aosta.
2. La necessità di adeguamento alle direttive dell'Unione Europea che richiamano l'importanza della riduzione della produzione dei rifiuti alla base, del riutilizzo e della riparazione, della raccolta differenziata e sull'importanza dell'informazione, della sensibilizzazione e della responsabilizzazione dei cittadini.
3. L’unico rifiuto che non inquina e non costa è quello non prodotto.



Nell'ottica della migliore attuazione di questi principi sottolineiamo che la direzione di marcia indicata in materia, ovvero la scelta, previa comparazione, tra le sole tecnologie per la produzione di CDR di alta qualità da destinare alla valorizzazione energetica anche in impianti di cogenerazione e teleriscaldamento in Valle d'Aosta, non rappresenta l'unico scenario possibile. Altri scenari non implicano necessariamente la combustione e i costi relativi sono di esigua entità, con notevoli vantaggi economici per l'intera comunità.

Nel corso della visita alla discarica di Brissogne, abbiamo riscontrato nella raccolta differenziata degli imballaggi in plastica (RD) rifiuti non idonei, e rilevato l'utilità e la necessità di un impianto di selezione che ottimizzi la qualità della raccolta differenziata della plastica e la possibilità, in questo modo, di ottenere per intero i corrispettivi previsti dalla legislazione nazionale che vengono riconosciuti a fronte di percentuali di sostanze estranee sempre più ridotte. Con la raccolta capillare dell'umido e attraverso la realizzazione di un centro di compostaggio si potrebbe, inoltre, dare avvio e sperimentare questo tipo di trattamento.

Nella certezza che la Vostra azione sarà guidata dall'interesse generale dell'intero "Sistema Valle d'Aosta", ci impegniamo a dare il contributo necessario attraverso le nostre organizzazioni, per favorire la sensibilizzazione dei cittadini in materia di riduzione dei rifiuti.

La Valle d'Aosta può diventare un punto di riferimento in Europa: desideriamo realizzare insieme a Voi questo obiettivo.

Aosta, 29 Agosto 2009

Legambiente Vda
Amici del Viale della Pace
Codacons Vda
Diritto al futuro
Comitato rifiuti Zero VdA

25 agosto 2009

NUOVO SONDAGGIO A SCOPO INFORMATIVO

Partecipa e fai partecipare al nuovo sondaggio (si trova in alto a destra) in materia di riduzione dei rifiuti.
Per approfondire sfoglia i post e link presenti all'interno del blog.

Per comodità riportiamo il testo completo:

ESISTE LA POSSIBILITA' IN VALLE D’AOSTA DI FAR AFFLUIRE IN DISCARICA OGNI ANNO SOLO 1.500 TONNELLATE DI RIFIUTI, ANZICHE’ LE ATTUALI 45.000 TONNELLATE?

- SI, CON IL "METODO VEDELAGO"
- NON SO
- NO

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http://www.youtube.com/watch?v=G4s8KYhip5Y&feature=player_embedded

24 agosto 2009

VISITIAMO LA DISCARICA DI BRISSOGNE. PER CAPIRE.

Visitiamo la discarica di Brissogne

Sabato 29 Agosto 2009* alle ore 8.30

presso il Centro regionale smaltimento rifiuti nel Comune di Brissogne di proprietà regionale ed affidato in gestione alla società Valeco Spa – tel. 0165 267869 – loc. L’Ile blonde, 1 - rotonda grande dopo ipermercato carrefour (direzione autostrada)


Argomenti di interesse:
Esame dei trattamenti effettuati ai materiali in entrata e relativi controlli

Interventi attivati per diminuire l’afflusso in discarica (nel 2008 il materiale interrato ammonta a circa 45.000 tonn/annue)

Comuni/comunità montane che non hanno centrato l’obiettivo assegnato (40 %) di raccolta differenziata

Allocazione di un centro di trattamento unificato per l’umido (compostiera regionale)

Aspetti che frenano il passaggio da Tassa a Tariffa (TIA)

Ampliamento della discarica (IV lotto) e capienza complessiva

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Nel corso della visita verranno raccolte informazioni sullo smaltimento dei rifiuti e sulla praticabilità di alcune tecniche per diminuire la produzione degli stessi. Al termine dell’incontro verrà distribuita una scheda di approfondimento.

Segnala per tempo la tua partecipazione via mail (i posti solo limitati). Indica i seguenti dati: cognome, nome, tel o cell, mail.

* NB: I posti disponibili per la prima visita
sono 20.
Sono previste altre date a settembre e ottobre 2009 su richiesta. La visita è soggetta ad autorizzazione preventiva da parte dell'Autorità di vigilanza competente.

Info e contatti: cittadiniattiviao@gmail.com

Sintesi del dibattito in consiglio del 25 giugno 2009 >>>
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La filosofia delle visite.
La democrazia partecipativa-deliberativa attribuisce tendenzialmente a tutti i cittadini livelli di responsabilità e consapevolezza maggiori. Essa consente di agire attivamente per la cura dell'interesse generale e di partecipare al processo decisionale pubblico in maniera più estesa e intensa rispetto al passato.
Il processo deliberativo è per sua natura un processo dialettico e dinamico, che non consiste solo nel mero scambio di informazioni. Esso consente a tutti i cittadini, liberi da coercizioni ed uguali tra loro, di interagire e di creare così una opinione pubblica condivisa, ma soggetta pur sempre a mutamento, proprio in seguito al confronto continuo fra le idee individuali.

Il dibattito pubblico non è una sede in cui si assumono decisioni che spettano formalmente alle autorità competenti (decisori politici), ma è certamente il luogo dell’ascolto e del dialogo per assumere decisioni ponderate e condivise.

In democrazia deliberativa la comunicazione è tutto perchè l'obiettivo è quello di cambiare le mentalità, e questo può avvenire solo garantendo lo svolgimento equilibrato e ordinato di processi comunicativi.

La democrazia deliberativa è simile alla ricerca scientifica di base. Entrambe hanno una natura dinamica ed entrambe fondano le loro basi sull'incontro, l'approfondimento e il confronto di idee.

La democrazia deliberativa rappresenta una scuola di democrazia in senso ampio, quasi una palestra per il cittadino, che acquisisce responsabilità e consapevolezza del proprio ruolo.

IL METODO VEDELAGO IN SINTESI - LE DECISIONI PRESE IN DATA 25 GIUGNO 2009 IN MATERIA DI RIFIUTI

SI AL RICICLO, NO ALLA DISCARICA. IL “METODO VEDELAGO” NON NECESSITA DI SPERIMENTAZIONI E NEPPURE DI CONSULENZE.

Il termine “rifiuti” va sostituito con il termine “materiali da riciclo”. Questa è la filosofia che ispira l'attività posta in essere dal “Centro Riciclo Vedelago”, da cui prende il nome il metodo ivi utilizzato. Il modello di riciclo totale ideato da Carla Poli a Vedelago in provincia di Treviso è già stato adottato da alcuni comuni italiani e europei, ed è stato presentato ufficialmente il 10 luglio 2009 ad Aosta per iniziativa di CRZ Vda. Tale metodo, riconosciuto e catalogato come eco-innovazione dall’Unione Europea, è in grado di riciclare il 97% circa della frazione secca dei rifiuti trattati e trasforma tutto il materiale residuo in un granulato a matrice prevalentemente plastica. Col tale materiale si produce un composto utilizzato per fabbricare mattoni e oggetti per arredo urbano nel rispetto delle norme vigenti. Tale impianto denominato “ad estrusione” non gestisce la frazione umida, riutilizza il materiale da riciclo (rifiuti) derivanti sia dalla raccolta differenziata porta a porta, sia quello proveniente da commercianti ed artigiani.

Il metodo Vedelago, permette di:
1.recuperare valore economico dalla rivendita dei materiali riciclati
2.creare nuova occupazione rispetto ai metodi attualmente in uso
3.abbassare la tassa sui rifiuti pagata dai cittadini
4.diminuire i costi per la gestione dei rifiuti a carico dei Comuni
5.coinvolgere i cittadini in comportamenti coerenti e virtuosi.

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Le iniziative assunte in materia di smaltimento rifiuti in data 25 Giugno 2009
OMISSIS
di avviare la sperimentazione attraverso la realizzazione di un impianto tecnologicamente
innovativo, ai fini della produzione di combustibile da rifiuto (CdR) di alta qualità caratterizzato da un basso livello di contaminanti, in grado di assicurare, in una prima fase di attuazione e osservazione, il trattamento di una frazione significativa dell’attuale indifferenziato, al fine di differire i tempi oggi prevedibili di esaurimento della discarica di Brissogne;

di individuare il sistema più innovativo mediante un’indagine tra le tecnologie di produzione di CdR di qualità;

di procedere ad una valutazione dei risultati di questa sperimentazione a seguito di verifica di funzionalità e sostenibilità del sistema, da attuarsi entro un anno dall’avviamento, prima di procedere al consolidamento del sistema in modo da permettere il trattamento di tutti i rifiuti indifferenziati prodotti nella Regione;

di stabilire che dalla sperimentazione del sistema innovativo debbano emergere tutte le
informazioni ed i dati caratterizzanti l’impianto ed in particolare che dovranno essere prodotti una serie di documenti che descrivano come livello minimo:
- la modalità di esecuzione del sistema innovativo;
- la configurazione impiantistica prevista (opere civili, opere elettromeccaniche, presidi, ecc.);
- le superfici necessarie e l’ubicazione prevista dell’impianto;
- le caratteristiche impiantistiche principali ed il bilancio energetico complessivo del
trattamento;
- i costi di investimento;
- la modalità di gestione dei flussi di rifiuti oggetto di trattamento nell’impianto innovativo;
- i quantitativi e le modalità di smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi prodotti durante il trattamento;
- i flussi, i quantitativi e le modalità di utilizzo del CdR prodotto dal trattamento;
- le modalità gestionali;
- i costi gestionali;

di stabilire che venga definito un apposito protocollo di sperimentazione avvalendosi di una qualificata istituzione scientifica che, con il supporto degli organi regionali di controllo dovrà seguire sistematicamente tutte le fasi di sperimentazione e certificare e validare i risultati della stessa nonché prevedere, da parte di ARPA, la realizzazione di un piano di monitoraggio del sistema di trattamento innovativo con il coinvolgimento dell’Osservatorio regionale dei rifiuti;

di stabilire che tale impianto venga localizzato, in accordo con la Società Valeco s.p.a. in un’area presso l’attuale centro regionale di trattamento RU ed assimilati di Brissogne o nelle immediate vicinanze;

di definire il percorso della sperimentazioni distinto nelle seguenti fasi:
- individuazione della tecnologia da sperimentare;
- avvio della sperimentazione e analisi comparata dei risultati;
- definizione del nuovo scenario di trattamento dei rifiuti;
- adeguamento del Piano regionale dei rifiuti, sulla base dei risultati della sperimentazione aggiornato secondo le decisioni della Giunta e della III Commissione e contestuale avvio della procedura di consultazione finalizzata all’acquisizione della VAS sul nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti e acquisizione di un parere da parte del Consiglio permanente degli enti locali;
- al termine della fase di consultazione, approvazione del Consiglio dello scenario di
trattamento dei rifiuti e del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti;
- avvio delle procedure tecnico-amministrative per la progettazione, la realizzazione e il successivo esercizio degli impianti di trattamento previsti dal nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, ivi compresa l’acquisizione dell’Autorizzazione integrata ambientale.

per leggere la versione integrale ( con i votanti e gli astenuti) >>>

22 agosto 2009

"VALLE D'AOSTA SOLIDALE" E TERZO SETTORE: ALCUNI INTERROGATIVI

"Progetto Valle d'Aosta Solidale" è una iniziativa culturale, una serie di incontri promossi dal Consiglio Regionale della Valle d'Aosta in occasione della settimana nazionale sul terzo settore, per analizzare le sfaccettature dell'economia sociale e solidale, della cooperazione e del partenariato sociale. Questi incontri con esponenti della politica e della società hanno suscitato l'intervento di Fabio Protasoni, un attento osservatore del terzo settore e della società civile in generale. Proponiamo alcuni degli interrogativi e auspici per il futuro da lui evidenziati nella lettera aperta.

Il terzo settore nel suo complesso e la Valle d'Aosta quali vantaggi potranno trarre da una passarella di politici nazionali ?

Perché non sono stati coinvolti i soggetti protagonisti del terzo settore valdostano?

Per quale motivo non si è pensato di organizzare un evento che potesse avere una ricaduta reale sul nostro territorio?

Perchè non sono stati affrontati i temi più rilevanti nel dibattito delle associazioni e delle organizzazioni del terzo settore, quali la diminuzione delle risorse nelle politiche sociali e le ripercussioni sull'attività degli enti non profit e di volonariato, lo sviluppo futuro dell'impresa sociale, le conseguenze sociali della crisi economica, i limiti della legislazione di promozione del terzo settore a livello regionale e nazionale?

Perchè non è stato coinvolto nell'iniziativa il Forum del Terzo settore al quale aderiscono il 90% delle organizzazioni nazionali di cooperazione, di volontariato e di promozione sociale, e che è da sempre impegnato a far emergere all'attenzione della politica e dell'opinione pubblica il bisogno di concentrare energie sulle conseguenze sociali della crisi, sugli anziani e i loro problemi, sui minori a rischio, sull'integrazione degli immigrati, sulla dimensione civile dell'impresa.

Iniziative per il futuro

Occorre promuovere una riflessione vera sul futuro della cooperazione e dell'impresa sociale, sul nostro sistema di welfare, sul mondo del volontariato, sulla qualità e sulla quantità della partecipazione civile alla vita nella nostra comunità.
Le istituzioni hanno sempre più il dovere, nelle iniziative che organizzano e nei processi culturali e politici che decidono di avviare, di agire coinvolgendo le rappresentanze e i soggetti protagonisti della società civile.

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Dopo tutto quanto sopra evidenziato non stupisce, quindi, che l'8 maggio scorso alla presentazione ad Aosta del rapporto "La società civile tra eredità e sfide. Rapporto sull’Italia del Civil Society Index" gli interlocutori del mondo politico regionale si potessero contare sulle dita di una mano.

19 agosto 2009

ADESIONE ALLA CAMPAGNA "PORTALASPORTA" PROMOSSA DA ASS. COMUNI VIRTUOSI

Iniziative di riduzione dei materiali da riciclo (rifiuti) che attendono risposta dai vari decisori politici a livello locale.

campagna "Porta la Sporta"
C.a
Sig Assessore regionale al Territorio e Ambiente
Sig Sindaco e Assessori comunali all'Ambiente

Gentile Signor Sindaco,
Gentili Assessori,

questa comunicazione vi viene inviata per invitarvi caldamente ad aderire a una campagna che, pur apportando grandi benefici ambientali, non comporta un dispendio di risorse finanziarie: basta l'entusiasmo e la capacità dell'amministrazione nel saper individuare e coinvolgere in questo progetto, già ampiamente collaudato, rappresentanti degli esercizi commerciali locali e associazioni volontarie di cittadini che siano disponibili a donare qualche ora del loro tempo libero a beneficio della salute dell'ambiente.

L'iniziativa "Porta la Sporta" è stata lanciata lo scorso marzo 2009 sul territorio nazionale con il patrocinio del WWF e di diverse regioni italiane tra cui Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, ER, Marche,Toscana.
Altri importanti enti e associazioni hanno recentemente aderito come Italia Nostra, FAI, Pro Natura, Adiconsum, ecc.

Per i comuni che intendessero partecipare alla settimana europea di riduzione rifiuti 2009 Porta la Sporta potrebbe rappresentare un valido progetto di partecipazione.

"Porta la Sporta" promossa dall'Associazione dei comuni virtuosi è una campagna tutta propositiva che permette a un comune, a una circoscrizione di ridurre drasticamente la diffusione di sacchetti in plastica a favore di borse riutilizzabili proponendo un piano di azione semplice ma che coinvolge efficacemente cittadini, esercenti commerciali, associazioni e singole persone.
Vengono suggerite due modalità di intervento, una più articolata e incisiva di cui si può fare promotore il comune con emissione di una delibera che contiene un piano di intervento.

La campagna è stata creata come un progetto “chiavi in mano” e con la specifica missione di fornire gratuitamente alle amministrazioni materiali e strumenti utilizzabili da subito per fare partire iniziative a vari livelli. Sono sempre più numerosi gli amministratori che ci contattano ogni giorno per richieste di chiarimenti
e di consulenza.

Il sito della campagna: http://www.portalasporta.it, infatti mette a disposizione una varietà di materiali informativi e promozionali ( personalizzabili con eventuali aggiunte di loghi e testi e scaricabili nella sezione Entra in Azione) e si propone come punto di riferimento per supportare le iniziative in corso e documentarne
esiti e specificità attraverso uno spazio permanente dedicato.

Alleghiamo immagine di un retino che a fronte del suo prezzo contenuto (30 cent) se acquistato in quantità, può contenere una spesa di 15 kg. E' stato adottato in diverse occasioni per lanci gratuiti di borse verso scuole e cittadini da parte di associazioni, comuni, enti parco e aziende di igiene ambientale impegnate in campagne di sensibilizzazione abbinate alla partenza del servizio di raccolta domiciliare.

Si resta a disposizione per ulteriori chiarimenti in merito.

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Locandina per campagna comunale
http://www.portalasporta.it/azione_materiali/nuovi/loc_comune_a3.pdf

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altra campagna:
pannolini riciclabili per saperne di più >>>

17 agosto 2009

LA TEORIA DELLE "ERRE" E IL METODO "VEDELAGO"

La teoria delle R: ridurre,riusare,riciclare (o compostare), ma anche riparare, ricercare, riprogettare ed infine la R più importante: responsabilizzare.
IL “Metodo Vedelago” non necessita di sperimentazioni e neppure di consulenze.

Il termine “rifiuti” va sostituito con il termine “materiali da riciclo”. Questa è la filosofia che ispira l'attività posta in essere dal “Centro Riciclo Vedelago”, da cui prende il nome il metodo ivi utilizzato. Il modello di riciclo totale ideato da Carla Poli a Vedelago in provincia di Treviso è già stato adottato da alcuni comuni italiani e europei, ed è stato presentato ufficialmente il 10 luglio 2009 ad Aosta per iniziativa di CRZ Vda. Tale metodo, riconosciuto e catalogato come eco-innovazione dall’Unione Europea, è in grado di riciclare il 97% circa della frazione secca dei rifiuti trattati e trasforma tutto il materiale residuo in un granulato a matrice prevalentemente plastica. Col tale materiale si produce un composto utilizzato per fabbricare mattoni e oggetti per arredo urbano nel rispetto delle norme vigenti. Tale impianto denominato “ad estrusione” non gestisce la frazione umida, riutilizza il materiale da riciclo (rifiuti) derivanti sia dalla raccolta differenziata porta a porta, sia quello proveniente da commercianti ed artigiani.
Il metodo Vedelago, permette di:
1.recuperare valore economico dalla rivendita dei materiali riciclati
2.creare nuova occupazione rispetto ai metodi attualmente in uso
3.abbassare la tassa sui rifiuti pagata dai cittadini
4.diminuire i costi per la gestione dei rifiuti a carico dei Comuni
5.coinvolgere i cittadini in comportamenti coerenti e virtuosi.

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Cosa fare e proporre se...
Le scelte, i lavori decisi dalle istituzioni (amministrazioni comunali, provinciali e regionali) alcune volte non hanno alcun legame nè alcun punto di contatto con le espressioni, volontà espresse dalle forme di espressione spontanee (comitati, associazioni, ecc). Anche nella nostra regione si avvertono segnali di uno scollamento tra decisioni pubbliche e "sentire comune" dei cittadini organizzati o meno in associazioni. Spesso i cittadini non sono informati pienamente in merito ai costi e alle conseguenze dei progetti e delle decisioni e del loro impatto sull’ambiente o sulla salute pubblica.
Ecco alcune iniziative meritevoli da adottare nella legislazione regionale:
1) istituire forme e modalità di un vero e proprio "dibattito pubblico"
2) individuare i temi sottoponibili al "dibattito pubblico"
3) definire i soggetti che hanno diritto di attivare il dibattito
4) istituire una Autorità locale per la garanzia e la promozione della partecipazione
5) stabilire modalità e procedure per il "dibattito Pubblico".

In pratica la normativa regionale dovrebbe sancire la partecipazione alla elaborazione e alla formazione delle politiche regionali e locali come un vero e proprio diritto garantito. L'obiettivo è di promuovere la partecipazione come forma ordinaria di amministrazione e di governo territoriale in tutti i settori e a tutti i livelli amministrativi e di creare e favorire nuove forme di scambio e di comunicazione tra le istituzioni e la società.

Chi potrebbe aver diritto ad intervenire nei processi partecipativi:
di sicuro i cittadini residenti e gli stranieri o apolidi regolarmente residenti nel territorio interessato da processi partecipativi; le persone che lavorano, studiano o soggiornano nel territorio interessato; i valdostani residenti all’estero quando si trovano in valle d’Aosta; altre persone, anche su loro richiesta, che hanno interesse rispetto al territorio in questione o all’oggetto del processo partecipativo e che il responsabile del dibattito ritenga utile far intervenire nel processo partecipativo stesso.

15 agosto 2009

MISURARE, VALUTARE E RENDERE CONTO

CARTA DI BELLUNO: misurare, valutare, render conto per una cultura della cittadinanza

Gli Enti sottoscrittori ritengono sia dovere delle amministrazioni pubbliche rendere conto ai cittadini e alle imprese con chiarezza, tempestività, coerenza e sistematicità dell’utilizzo dei soldi pubblici che i contribuenti versano.

Obiettivo dell’attività di rendicontazione è di costruire le condizioni per la fiducia e per scelte democratiche consapevoli e informate. Per ottenere questo risultato gli Enti sottoscrivono questa Carta di impegni e scelgono di lavorare insieme per individuare strumenti, modelli e metodi di misurazione, valutazione e rendicontazione coerenti con essa. Parallelamente, i suddetti enti accettano di farsi promotori attivi della Carta di Belluno affinché ogni altra amministrazione, di grande o piccola dimensione, che opera attivamente su queste tematiche, possa in breve tempo aderire all’iniziativa e contribuire così alla formazione di un movimento di pensiero, il più ampio possibile, finalizzato a rafforzare integrità e trasparenza nell’amministrazione pubblica locale.

Capo 1 : GARANTIRE I DIRITTI.
Gli Enti sottoscrittori riconoscono e si impegnano a garantire i seguenti diritti:

informazione: il diritto dei cittadini ad essere informati con completezza e regolare periodicità sull’andamento dell’amministrazione sia dal punto di vista dei risultati che dell’impiego delle risorse;

diffusione: il diritto dei cittadini alla chiara e leggibile esposizione dei documenti di rendicontazione e alla loro divulgazione in molteplici canali fisici e virtuali in modo da raggiungere con facilità la più ampia popolazione possibile;

identificazione:il diritto dei cittadini a poter identificare nei documenti di rendicontazione le risorse impiegate per le singole categorie di portatori di interesse (ad es. giovani, anziani, donne, fasce deboli, imprese, commercio, ecc.);

confronto: il diritto dei cittadini a poter confrontare i documenti di rendicontazione sia in forma diacronica, garantendo quindi una sostanziale uniformità nel tempo che permetta di leggere e confrontare l’andamento dei capitoli nei vari esercizi; sia in forma sincronica ossia mediante confronti tra amministrazioni omogenee

valutazione di coerenza: il diritto dei cittadini a poter leggere facilmente gli elementi di coerenza tra le linee di mandato, la relazione revisionale e programmatica, eventuali documenti di pianificazione volontaria (es. Piano Strategico) e gli strumenti di rendicontazione. Ogni punto esplicitato nei documenti sopraccitati dovrà trovare uno specifico riscontro nei documenti di rendicontazione, anche a fronte di azioni non attivate o sviluppate solo parzialmente

partecipazione: il diritto dei cittadini a conoscere per tempo e in forma completa, chiara e leggibile i documenti di programmazione e i bilanci preventivi dell’ente e di poter contare su un canale interattivo per far sentire la propria voce nelle scelte relative

Capo 2: MISURARE E VALUTARE
Per rendere effettivi tali diritti gli Enti sottoscrittori si impegnano a:

studiare principi comuni nella riclassificazione dei documenti di rendicontazione per portatori di interessi in modo che sia:
-comprensibile al maggior numero di cittadini possibile (indice di leggibilità)
-confrontabile nel tempo (confronti diacronici)
-confrontabile rispetto ad amministrazioni omogenee (confronti sincronici) e quindi stilato secondo specifiche comuni e condivise almeno per i principali capitoli e per i principali portatori di interessi

mettere in comune gli indicatori di outcome e di performance effettivamente usati in ogni Ente in modo che da costituire un utile database di indicatori che indichino con chiarezza cosa si misura e come pubblicare i documenti di rendicontazione opportunamente riclassificati su un sito Internet ad hoc (www.misurapa.it)

istituire un marchio che contrassegni e renda riconoscibili le amministrazioni che hannosottoscritto la Carta

Partner
FORUM PA e Lega delle Autonomie, aderendo agli obiettivi sopraindicati, si impegnano a promuovere la Carta e i suoi principi, a diffonderne i risultati, a facilitare la collaborazione tra gli Enti sottoscrittori.
Belluno, 21 gennaio 2008.

MATERIALE IN DISCARICA: DA 45.000 A 1.500 TONN/ANNO CON IL METODO VEDELAGO

Si riportano i dati sintetici dei materiali da riciclo (rifiuti) prodotti in Valle d'Aosta nel 2008: 74.505 tonnellate. In sintesi circa 45.000 di raccolta indifferenziata e circa 30.000 di raccolta differenziata. Ad oggi in discarica, vengono interrate circa 45.000 tonnellate/annue.

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Domanda:
Applicando il "metodo Vedelago" quanto materiale dovrà essere interrato in discarica?

Risposta:
Solo 1500 tonn/annue. Ecco la spegazione. Partiamo da un volume di produzione di rifiuti annuo pari a circa 81.400 tonnellate. Tenendo conto che l'umido avviato al compost in realtà simili ammonta a circa il 30% del totale produzione rifiuti in valle d'aosta ammonterebbero a circa 24.000 tonnellate. In discarica senza fare altri trattamenti entrerebbero circa 57.000 t/annue. Tenendo conto del recupero di carta pari a circa 16.280 t, vetro, acciaio alluminio e plastica pari a circa 14.000 t per un importo totale pari a circa 30.280 t. In discarica, senza fare altri trattamenti, entrerebbero circa 26.700 t/annue. Applicando a questo punto il trattamento di riciclo "metodo Vedelago" le circa 27.000 tonnellate di residuo secco residuo permetteranno di ottenere materiale da recupero pari a circa 25.400 t/annue.
In discarica, quindi, entreranno solo 1.500 t/annue contro le attuali 45.000 t/annue.

13 agosto 2009

VISITE DI APPROFONDIMENTO ALLA DISCARICA DI BRISSOGNE

Sono aperte le iscrizioni per partecipare alla visita di approfondimento in merito al funzionamento del Centro Regionale Trattamento Rifiuti di Brissogne.

Oltre alla prima data che sarà il 29 agosto 2009 sarà possibile visitare la discarica anche a settembre e a ottobre, previa prenotazione.

via mail indicando: cognome, nome, num cell, mail.

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Alcuni dati sulla societa di gestione Valeco spa.
La Valeco S.p.A., gestisce il Centro Trattamento Rifiuti e l'annessa discarica di Brissogne è una società di capitali, partecipata per il 20% dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta e per l’80% dalla Ecofin s.r.l. che annovera fra i suoi soci aziende specializzate operanti nel settore dello smaltimento rifiuti, cioè l’ASVS International, costruttrice dell’impianto, l’Aimeri che in passato gestiva la raccolta rifiuti e la Baltea service, socio locale specializzato nella conduzione di macchinari elettromeccanici.

La Valeco S.p.a. si occupa anche della costruzione e gestione di discariche di rifiuti inerti situate in Valle, della costruzione e gestione delle discariche per rifiuti speciali non pericolosi, del trasporto di rifiuti speciali non pericolosi e del riciclaggio e valorizzazione di rifiuti inerti.

La Valeco spa controlla al 100%, la Rival srl, cioè Riciclaggio e valorizzazione rifiuti inerti, che ha avviato l’attività di recupero e riciclaggio dei rifiuti inerti per i loro riutilizzo. L’attività della Rival, che ha sede a Nus. Il trattamento effettuato sui rifiuti inerti consiste nella loro frantumazione, deferrizzazione, lavaggio e vagliatura al fine di ottenere materiale adatto ad essere reimpiegato nella attività di costruzione.

La Valeco s.p.a è stata coinvolta nel recente passato in incontri in materia di corretta gestione dei rifiuti allo scopo di fornire ai cittadini ed agli amministratori, tutti gli elementi giuridici, amministrativi e tecnici necessari a formare conoscenza nel settore specifico.

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La visita riguarderà l'intero comprensorio della discarica "controllata" costituita da tre lotti(in data 14 agosto 2009 è stata approvato il IV lotto per una spesa complessiva pari a 4 milioni di euro) realizzati ed uniti fra di loro in sequenza nel tempo, che occupano una superficie di circa 6 ettari e nei quali sono stati interrati, a tutto il 2002, circa 900.000 t di rifiuti e a tutto il 2008 circa circa 1.500.000 t di rifiuti. In sei anni sono affluiti in discarica circa 600.000 t , circa 100.000 t/ annue. I dati sopra indicati saranno approfonditi nel corso della visita.

I rifiuti vengono "trattati" e successivamente smaltiti all'interno della discarica, mentre altri materiali di scarto, provenienti, sia dalle raccolte differenziate comunali e private (carta, cartone, vetro, plastica, ferro, alluminio), sia dal trattamento dei rifiuti eseguito presso il Centro (acciaio proveniente dalla deferrizazione dei rifiuti e compost dal trattamento aerobico dell'erba e del legno), sono soggetti a riutilizzo e vengono stoccati e inviati a centri esterni.
Il fondo della discarica è isolato con un doppio telo in polietilene, in modo che il liquame prodotto dalla decomposizione dei rifiuti (percolato) venga raccolto e pompato all'attiguo depuratore e poi fatto defluire nel fiume Dora Baltea che scorre tutto lungo il lato sud della discarica.
Man mano che i lotti discarica si esauriscono anche la parte superficiale della discarica viene ricoperta con teli impermeabili e, successivamente, inerbita.
Il quantitativo annuo di tutti i rifiuti trattati presso il Centro si aggira sulle 90.000 t di cui poco meno del 40% viene inviato al riutilizzo (cartiere, vetrerie, fonderie, aree verdi, ecc.). Una parte quindi dei rifiuti riciclabili circa 36.000 t vengono inviati alle filiere del CONAI (Consorzio nazionale recupero imballaggi) con le quali, a seguito di accordi di programma con la Regione Autonoma Valle d’Aosta, la Valeco stipula delle convenzioni.

Attualmente sono occupati 34 operatori ed in base al contratto in essere con l'ente proprietario (la regione valle d'aosta) l'azienda viene remunerata per tonnellata di materiale conferito.
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E' possibile inviare eventuali domande di approfondimento sempre via mail.

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Raccolta differenziata e relativi indicatori.
L’indicatore quantifica, come percentuale sul totale prodotto, i rifiuti urbani raccolti per tipologie recuperabili ed effettivamente avviati a recupero.

Normativa di riferimento
D.Lgs. 152/06 e s.m.i., art.
L. 296/06
L.R. 31/07


Livelli normativi di riferimento
Percentuali obiettivo di raccolta differenziata dei rifiuti urbani:
D. Lgs. 152/06 – Art. 205:
35% entro 31 dicembre % entro 31 dicembre % entro 31 dicembre 2012
per ogni ambito territoriale ottimale
(in Valle d’Aosta è l’intera regione)

L. 296/06 – Art. 1 comma 1108:
40% entro 31 dicembre % entro 31 dicembre % entro 31 dicembre 2011
per ogni ambito territoriale ottimale
(in Valle d’Aosta è l’intera regione)ù

L.R. 31/07 – Art. 10:
40% entro 31 dicembre % entro 31 dicembre % entro 31 dicembre 2011

per ogni sottoambito territoriale ottimale
(in Valle d’Aosta Comunità montane e Comune di Aosta)


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dati raccolta differenziata al 31/12/2008

subAto %RD/RU

C.M. VALDIGNE 39
C.M.GRAND PARADIS 38
C.M. GRAND COMBIN 37
COMUNE DI AOSTA 47
C.M. MONTE EMILIUS 38
C.M. MONTE CERVINO 37
C.M. EVANCON 35
C.M. MONTE ROSA 41
C.M. WALSER 40

TOT VDA 40

SACCHETTI DELLA SPESA SOLO BIODEGRABILI: SI PUO' FARE!

A titolo esemplificativo si riporta un fac simile di ordinanza a cui ogni comune in valle potrebbe ispirarsi.

Si tratta semplicemente di cambiare abitudini un poco alla volta...

per ulteriori informazioni >>>

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Considerato che con l'avvio del progetto “raccolta differenziata porta a porta” sull'intero territorio comunale l’utilizzo di sacchetti per la spesa in materiali non biodegradabili può contribuire a pregiudicare l’ottimale raggiungimento degli obiettivi prefissati per la raccolta differenziata in ambito comunale.

che laddove la raccolta avviene con i cassonetti la frazione organica presenta impurità, dovuta proprio alla presenza di questi sacchetti di plastica;

che l’utilizzo di sacchetti per la spesa biodegradabili permetterebbe di ridurre notevolmente l’impatto ambientale dei sacchetti monouso: si ridurrebbero le emissioni di CO2 (produzione) e si eliminerebbero i problemi di smaltimento.

Ritenuto opportuno e necessario assumere le iniziative del caso finalizzate alla riduzione al minimo dell’utilizzo di sacchetti monouso per la spesa non biodegradabili, di qualsiasi materiale essi siano, fino a giungere alla completa eliminazione di esso, disciplinando con la presente le modalità di asporto di cibi, alimenti, beni e merci di vario genere sul territorio comunale;

Si individuano le seguenti misure ritenute idonee al perseguimento degli obiettivi di cui in premessa:

1. Gli esercizi commerciali, artigianali e di somministrazione alimenti e bevande, esercenti attività sul territorio comunale, a decorrere dalla data di efficacia della presente, non potranno distribuire ai clienti sacchetti per la spesa monouso in
materiale non biodegradabile;

2. Gli esercizi commerciali, artigianali e di somministrazione alimenti e bevande, esercenti attività sul territorio comunale, a decorrere dalla data di efficacia della presente, potranno distribuire agli acquirenti, esclusivamente, sacchetti per la
spesa monouso in materiale non biodegradabile;

3. I cittadini residenti, a decorrere dalla data di efficacia della presente, si dovranno dotare e dovranno utilizzare, esclusivamente, sacchetti monouso per la spesa in carta o altro materiale biodegradabile, ovvero borse riutilizzabili a rete in stoffa o tessuto;

4. Coloro che, dalla data di efficacia della presente, acquisteranno in esercizi commerciali, artigianali e di somministrazione alimenti e bevande ubicati sul territorio comunale sono obbligati ad utilizzare per l’asporto a casa dei prodotti acquistati, esclusivamente, sacchetti monouso in carta o altro materiale biodegradabile ovvero di borse
riutilizzabili a rete in stoffa o tessuto;

Dato atto che ai contravventori della presente ordinanza sarà applicata una sanzione amministrativa di € 27,50 nel minimo ed € 275,00 al massimo;

Evidenziato che entro il termine di entrata in vigore della presente fissabile nel giorno ... Ottobre 2009 saranno definite con le organizzazione di categoria, in sede di concertazione, modalità di attuazione, ulteriori eventuali determinazione ed interventi
del Comune;

Visti:
- il Decreto Legislativo n. 22 del 5 febbraio 1997;
- l’art. 50 del D.lgs. n. 267/2000 e ss.mm.ii.;
- l’art. 7bis del D.lgs. n. 267/2000 e ss.mm.ii.;
- il Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006;
- la legge n. 123/08;
- il Regolamento Comunale di Igiene Urbana;
- il regolamento di Polizia Urbana;
- lo Statuto Comunale;

Per quanto sopra indicato


ORDINA

1. Gli esercizi commerciali, artigianali e di somministrazione alimenti e bevande, esercenti attività sul territorio comunale, a decorrere dalla data di efficacia della presente, non potranno distribuire ai clienti sacchetti per la spesa monouso in
materiale non biodegradabile;

2. Gli esercizi commerciali, artigianali e di somministrazione alimenti e bevande, esercenti attività sul territorio comunale, a decorrere dalla data di efficacia della presente, potranno distribuire agli acquirenti, esclusivamente, sacchetti per la
spesa monouso in materiale biodegradabile;

3. I cittadini residenti, a decorrere dalla data di efficacia della presente, si dovranno dotare e dovranno utilizzare, esclusivamente, sacchetti monouso per la spesa in carta o altro materiale biodegradabile, ovvero borse riutilizzabili a rete in stoffa o tessuto;

4. Coloro che, dalla data di efficacia della presente, acquisteranno in esercizi commerciali, artigianali e di somministrazione alimenti e bevande ubicati sul territorio comunale sono obbligati ad utilizzare per l’asporto a casa dei prodotti acquistati, esclusivamente, sacchetti monouso in carta o altro materiale biodegradabile ovvero di borse
riutilizzabili a rete in stoffa o tessuto;

5. Entro la data di decorrenza della presente saranno definite, con le organizzazione di categoria interessate, in sede di concertazione, modalità di attuazione, ulteriori eventuali determinazione ed interventi del Comune;

6. La presente Ordinanza ha efficacia a decorrere dal ... Ottobre 2009;

10 agosto 2009

"VDA URBAN SPRAWL" O MEGLIO URBANIZZAZIONE QUASI SELVAGGIA

Il consumo sproporzionato di terreno non dà segnali di rallentamento anche in Valle d'Aosta. In Italia le stime riguardo alla cementificazione negli ultimi quindici anni ammontano a oltre 3,5 milioni di ettari, circa 250.000 ettari all'anno. Sarebbe interessante avere anche delle stime che riguardano la nostra regione. Quali sono le prospettive per ritrovare la giusta misura del suolo? Ogni suggerimento e/o commento è gradito.

Intanto Legambiente Vda continua a sfornare dati e tabelle sul troppo cemento sulle Alpi Valdostane e dopo la bandiera nera assegnata al Consiglio regionale per aver approvato una legge che consente l’ampliamento di volumentria per le strutture ricettive l’Associazione ambientalista, analizza in un dossier il fenomeno delle seconde case, i cosiddetti «letti freddi», alloggi inutilizzati per gran parte dell’anno.
Secondo il documento, nei 24 comuni turistici valdostani presi in considerazione ci sono 32.529 seconde case, cioè il 69,99 per cento su un totale di 46.474 abitazioni. contro il dato 20,38 per cento riferito all’Alto Adige.

Un esempio illuminante è il comune di Valtournenche. Qui il dato relativo alle seconde case è pari a 5.208 su 6.182 abitazioni totali, ovvero l’84,24 per cento.

Le nuove disposioni legislative prevedono, infatti, l’ampliamento fino al 40 per cento del volume attuale di alberghi bar e ristoranti esistenti, compresi quelli nei centri storici e sulle piste di sci, cioè in zone particolarmente tutelate, senza alcuna necessità di approfondimenti sulle reali necessità ricettive del territorio, e senza nemmeno imporre adeguamenti dell’edificato ai più recenti criteri di risparmio energetico e permette a chi ha fatto l’ampliamento a scopo alberghiero di trasformare nuovi e vecchi volumi in minialloggi o altro dopo soli cinque anni contro gli attuali 20 anni.

Legambiente vda ha precisato che oltre alle legge regionale 28 sulle strutture ricettive, la più recente legge 45, meglio conosciuta come "Piano casa 2009" è ancora più vergognosa. La legge in questione non si preoccupa minimamente né del consumo di suolo né dell’aumento di carico per fogne, strade ecc. Solo i parcheggi si dovranno adeguare, e solo nella misura del 50%, agli aumenti di ricettività.

Ecco le conseguenze future sul nostro territorio:

- forte ridimensiomento della la capacità programmatoria e di gestione del territorio da parte dei Comuni e al tempo stesso costituisce un incentivo, per quelli che vogliono lasciar mano libera alle speculazioni, a ritardare un’adeguamento dei PRGC al PTP;

- scardinamento con soli quattro articoli di una delle norme “cogenti e prevalenti” del PTP, cioè il principio dell’impossibilità di variare, per un lungo periodo, la destinazione d’uso degli alberghi;

- stravolgimento dell'assetto urbanistico e l’unitarietà architettonica dei villaggi.

In definitiva passa il principio per cui la programmazione urbanistica non serve più, la deroga diventa legge e, senza nemmeno bisogno di condoni, si può costruire comunque e senza regole.

Lo sviluppo turistico, sostiene Legambiente, dovrebbe giocare la carta della qualità del territorio e dell’accoglienza non necessariamente in strutture a cinque stelle, del rigore urbanistico, della valorizzazione delle particolarità locali. Queste scelte di pura speculazione invece lo penalizzano pesantemente. Occorre puntare sulla qualita ambientale e culturale dei territori, investire sulla vitalità e progettualità delle comunità locali e smettere di rincorrere o addirittura anticipare la deregulation urbanistica nazionale.

7 agosto 2009

PIU' DIFFERENZI, PIU' PAGHI?

Riceviamo e pubblichiamo.

Più differenzi, più paghi!

I valdostani sono sempre più virtuosi nella raccolta differenziata, oggi al 40%, ma le amministrazioni locali aumentano - anno dopo anno - la tassa sui rifiuti.

Perché non si incentiva la buona condotta ecologica con sconti sulla TARSU?

Quant’è bello selezionare i rifiuti, sapendo che ricicliamo materiali e che tuteliamo l’ambiente! All’inizio ci pareva noioso conferire in sacchetti differenti la carta, la plastica, il vetro e l’alluminio; oggi questi comportamenti diventano sempre più naturali, in forza di una crescente sensibilità verso l’ambiente in cui viviamo e, in definitiva, verso noi stessi.
Quant’è cara però questa raccolta differenziata! Già, per premiare tutta l’attenzione e la cura che un cittadino dedica alla corretta selezione dei rifiuti, la Pubblica Amministrazione risponde innalzando la gabella. La tassa sui rifiuti, la TARSU, cresce anno dopo anno, come se gli enti locali ignorassero completamente la virtuosità dei
residenti. Non è certamente incentivante il meccanismo che a fronte di una maggiore raccolta differenziata infligge al cittadino un salasso ancora più gravoso.

Nel quadriennio la media regionale di rifiuti differenziati è passata dal 30% al 40%: si tratta di una cifra di tutto rispetto che, ad Aosta, spicca al 47% con il metodo del “porta a porta” e, nella Comunità Montana Evançon, registra il minimo del 35%.

Non è però confortante constatare che diversi Comuni valdostani, nello stesso periodo, abbiano incrementato la TARSU anche fino al 25%. Com’è allora possibile che più differenziamo, più paghiamo? Purtroppo la raccolta differenziata incide in misura molto marginale sui costi finali pagati dagli utenti e, per chi ama i numeri, influisce per poco più del 5%. Un’inezia. Se pensiamo che in molti Comuni sono state istituite isole ecologiche che se, da un lato, complicano il conferimento della spazzatura da parte degli utenti, dall’altro, ne facilitano il prelievo ad opera delle ditte a ciò preposte e che quindi i tempi di lavorazione e i costi sostenuti sono (o dovrebbero
essere) più leggeri, è difficile comprendere perché si debba subire questa bizzarra conseguenza pecuniaria. Sarà pur vero che il recupero dei materiali selezionati vede i vari consorzi sempre più esigenti in merito alla qualità dell’immondizia consegnata e sempre meno munifici nei confronti degli enti che provvedono alla raccolta: se questo non è senz’altro un fattore secondario, non può altrettanto essere considerato la vera causa dell’incremento della tassa pagata dal contribuente.
Il sistema della raccolta differenziata sta manifestando segnali di criticità. Con questo non si vuole sostenere l’inopportunità di tale metodo, che presenta gli indubbi vantaggi citati in premessa; si vuole però evidenziare una distorsione che non può essere sottovalutata dagli amministratori pubblici.

La sensibilità ambientale e l’educazione a una migliore gestione dei rifiuti non vanno scoraggiate: abbiamo esortato l’assessore regionale a correggere le imperfezioni di un servizio che, oltre a diventare più efficiente, deve risultare anche meno pesante per le tasche dei cittadini.

Gli esempi da imitare non mancano. Molti enti territoriali italiani hanno previsto sconti sostanziosi sulla TARSU a favore dei cittadini che conferiscono quote consistenti di materiale riciclabile: l’ultimo Comune che, in ordine di tempo, ha deciso di gratificare la buona condotta ecologica dei nuclei familiari è San Benedetto del Tronto, con una riduzione del tributo che, attraverso formule graduali, può giungere fino al 40%.
In Valle d’Aosta sta accadendo il contrario e più si differenzia, più si paga. È un paradosso che non potrà reggere a lungo.

Enrico Tibaldi

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Tabella relativa alla quantità di rifiuti raccolti nelle 9 subAto in tonnellate (anno 2008)
RU:Rifiuti urbani
RD:Raccolta differenziata


subAto (comprensori) RU RD %RD/RU

C.M. VALDIGNE 9.603 3.766 39
C.M.GRAND PARADIS 8.342 3.135 38
C.M. GRAND COMBIN 2.764 1.026 37
COMUNE DI AOSTA 16.757 7.923 47
C.M. MONTE EMILIUS 12.679 4.773 38
C.M. MONTE CERVINO 10.815 4.052 37
C.M. EVANCON 7.371 2.558 35
C.M. MONTE ROSA 4.426 1.805 41
C.M. WALSER 1.893 751 40
Tot Valle d'Aosta 74.650 29.789 40

il dato comprende i rifiuti indifferenziati e le raccolte differenziate
Fonte: Assessorato regionale del Territorio e dell'Ambiente

TARSU INCASSATA AD AOSTA NEL 2007 E 2008

Alcuni consiglieri del comune di Aosta ci hanno fatto pervenire le somme introitate dal Comune per la TARSU - Tassa smaltimento rifiuti solidi urbani, cioè l'importo versato da noi cittadini per un servizio predisposto e organizzato dal servizio igiene ambientale del comune di Aosta.

incassi tarsu comune di aosta
anno 2007 Euro 4.638.000,00
anno 2008 Euro 4.728.000,00.

Costi raccolta e trasporto relativi al Comune di aosta
Anno 2007 Euro 2.277.000,00 (abitanti 2007= 34.631)
Fonte: Assessorato regionale del Territorio e dell'Ambiente. I dati si riferiscono all'anno 2007

Ci auguriamo che ben presto sul sito del comune di Aosta ci siano maggiori dettagli sul come vengano spesi. Chiunque abbia dati utili al riguardo può inviarli via mail.

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Tarsu e Tia non soggetti ad iva. E ad Aosta cosa è stato fatto?

Dopo che la Corte di Cassazione già si era pronunciata in tal senso, ora anche la Corte Costituzionale ha definitivamente stabilito che la Tarsu e la Tia sono dei tributi, e pertanto non sono soggetti a IVA. La tassa sui rifiuti è una tassa e non può quindi essere calcolata su di essa l'IVA del 10%. Circa 15 milioni di famiglie dovranno ora fare ricorso per ottenere il rimborso del 10% dell'Iva non dovuta e versata negli ultimi dieci anni, qualora non venga previsto un "rimborso automatico", scalando gli importi dalle future bollette.

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Maglie rosa per la differenziata.

Va a Verbania la maglia rosa della differenziata nel 2008 con una raccolta che tocca il 73,5%.

A seguirla ci sono Novara al 72,4%, Asti al 63,4% e Tortoli al 62,5%.

Vanno male Messina con soltanto il 3,1% di raccolta differenziata, Iglesias con il 3,8% e Palermo con il 4,6%.

Sull'intero territorio permangono differenze sulla differenziata: nei comuni del nord è pari al 39,9%, in quelli del centro scende al 25,5% e in quelli del sud crolla al 14,5%.
Si stima che l'importo ammonti a circa 350 euro a famiglia per gli ultimi 10 anni. Per ottenere il rimborso occorre la prova del pagamento negli ultimi dieci anni della Tarsu o della Tia sulla quale è stata calcolata la voce Iva al 10%.

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5 agosto 2009

COMPOSTAGGIO AD AOSTA? MINOR AFFLUSSO IN DISCARICA DI OLTRE 2000 TONN/ANNUE

Riceviamo e pubblichiamo:

Ill.mo Signor
Presidente del Consiglio comunale di Aosta

I sottoscritti consiglieri del gruppo di Aosta Viva la pregano di iscrivere all’ordine del giorno della prossima adunanza del Consiglio comunale la seguente mozione:


“Raccolta dell’umido e compostaggio”


Constatato come la raccolta differenziata dei rifiuti stia ottenendo risultati apprezzabili con i cittadini che si adeguano progressivamente alle logiche della separazione dei rifiuti;

Atteso che la riduzione dei rifiuti indifferenziati costituisce la discriminante vera per la diminuzione dei volumi da trattare e che l’aumento delle percentuali di differenziazione passa attraverso la raccolta separata della frazione umida e del suo avvio verso percorsi di trasformazione quali il compostaggio;

Considerato che secondo il Consorzio italiano compostatori nel 2007 in Italia soltanto 1700 comuni su oltre 8.000 disponevano di impianti di compostaggio e che esistevano in quell’anno 220 impianti di compostaggio, 60 dei quali di tipo industriale;

Verificato inoltre che nello stesso anno venivano compostati in Italia 3,2 milioni di tonnellate su un totale di oltre 10 milioni di tonnellate di umido prodotto;

Stimato che il compostaggio dell’intera frazione umida prodotta in Valle d’Aosta potrebbe ridurre di oltre il 30% il volume degli scarti conferiti in discarica;

Constatato che non esiste sul territorio regionale un sito per la raccolta ed il trattamento dell’umido;

il Consiglio comunale impegna l’Assessore

A produrre in tempi ragionevoli una proposta operativa di attivazione della raccolta differenziata della frazione umida dei rifiuti cittadini;
A promuovere l’ipotesi della realizzazione di un impianto di compostaggio nel territorio del Comune o dei Comuni appartenenti al Conseil de la Plaine;


Bionaz
Morandi
Nitri
Vietti


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Frazione umida - Compost -
Si riporta una parte della Delibera Giunta regionale n. 3586 del 5/12/2008

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omissis
UTENTI DOMESTICI CHE EFFETTUANO IL RECUPERO DIRETTO, TRAMITE AUTOCOMPOSTAGGIO, DELLA FRAZIONE UMIDA DEI RIFIUTI URBANI

B.1 – PREMESSA
Ai fini del raggiungimento degli obiettivi di riduzione progressiva dello smaltimento in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili (rappresentati dalla frazione organica e dal materiale cellulosico), secondo le tempistiche fissate dal decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, fra le attività individuate dalla Regione con il Piano regionale di gestione dei rifiuti (approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 3188/XI, del 15 aprile 2003) vi è anche la promozione del compostaggio domestico, ossia la trasformazione dei residui vegetali e degli scarti alimentari in terriccio fertile per orti e giardini.
Il compostaggio domestico, oltre a coinvolgere in maniera diretta i cittadini in un importante processo di cambiamento nella gestione dei rifiuti e di corresponsabilità legati agli effetti della corretta gestione stessa, consente l’intercettazione dei materiali valorizzabili prima ancora della loro consegna al sistema di raccolta, sottraendoli al computo complessivo dei rifiuti gestiti (in forma differenziata e non) e consentendo in tal modo un’effettiva riduzione del quantitativo di rifiuti da avviare allo smaltimento.
Sotto questo profilo, è importante sottolineare il fatto che il compostaggio domestico va definito come quella modalità di intervento di riduzione dei rifiuti e consente, quindi, di risparmiare sui costi generali del servizio di gestione dei rifiuti proprio per il fatto che l’attività viene integralmente gestita nell’ambito dell’unità familiare coinvolta.
Il compostaggio domestico, inoltre, risolve all’origine gli sforzi operativi necessari a garantire qualità e commercializzazione del prodotto compostato, in quanto coinvolge direttamente l’utentegestore nel prestare la dovuta attenzione alla perfetta separazione dei materiali compostabili e nella gestione del processo di trasformazione.
E’ in coerenza con queste considerazioni che la legge regionale 3 dicembre 2007, n. 31, e
successive integrazioni e modificazioni, prevede l’applicazione di agevolazioni sulla tariffa del servizio di gestione dei rifiuti per gli utenti domestici che effettuano il recupero diretto, tramite autocompostaggio, della frazione umida dei rifiuti urbani.

B.2 – L’APPLICAZIONE DELLE AGEVOLAZIONI SULLA TARIFFA DEL SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI

Ai fini della determinazione delle agevolazioni applicabili ai sensi dell’articolo 11, comma 3 della citata l.r. n. 31/2007, di seguito si riportano le condizioni da rispettare e i criteri generali per l’applicazione delle agevolazioni stesse:

b.2.1. - condizioni generali:

a) le utenze domestiche che effettuano il compostaggio dimostrano all’Autorità di sub-Ato di avere a disposizione un orto, un giardino o un’area verde in cui utilizzare in modo diretto il compost prodotto, avente una superficie di almeno 10 metri quadrati per abitante del nucleo familiare;

b) l’avvio della produzione di compost deve essere preceduta da apposita comunicazione da
presentare all’Autorità di sub-Ato corredata di una dichiarazione di impegno alla pratica di compostaggio domestico in modo continuativo e che individui le modalità di produzione tra quelle previste dall’Autorità di sub-Ato (in cumuli – per quantitativi rilevanti – o utilizzando un composter);

c) al fine di garantire una corretta pratica di compostaggio, adeguate modalità di produzione e di utilizzazione, nonché un monitoraggio del sistema, l’Autorità di sub-Ato assicura una continua assistenza ai soggetti interessati che dovranno garantire l’accesso del personale incaricato dall’Autorità di sub-Ato e dell’ARPA al luogo di produzione, la verifica delle modalità di produzione e di utilizzazione, nonché consentire la verifica della qualità del compost prodotto attraverso l’effettuazione di analisi a campione; in caso di evidente reiterato mancato rispetto delle prescrizioni del personale incaricato, l’utente non potrà usufruire delle agevolazioni previste;
d) i soggetti che hanno inoltrato la comunicazione con dichiarazione di impegno alla pratica di compostaggio, secondo le modalità che saranno definite dalle Autorità di sub-Ato, dovranno espressamente presentare analoga comunicazione qualora sospendano o interrompano la pratica. La mancata comunicazione comporterà l’eventuale applicazione delle sanzioni previste dal Regolamento del servizio di gestione dei rifiuti di sub-Ato, oltreché il recupero della quota di tariffa non pagata;

b.2.3 - criteri di determinazione delle agevolazioni tariffarie:

a) l’agevolazione sulla Tariffa del servizio di gestione dei rifiuti, riferita alle attività di autocompostaggio domestico, è calcolata esclusivamente sulla quota variabile della tariffa;

b) condizione per l’applicazione dell’agevolazione è l’avvenuta presentazione, secondo le modalità e le scadenze che saranno definite dalle Autorità di sub-Ato, della dichiarazione di impegno alla pratica di compostaggio;

c) l’agevolazione non deve essere superiore al 25% della quota variabile dovuta dall’utente domestico. La percentuale di agevolazione è stabilita dal sub-Ato con il Regolamento per la determinazione e l’applicazione della Tariffa del servizio di gestione dei rifiuti. In considerazione della quantità e della qualità del compost prodotto dagli utenti, il sub-Ato può individuare percentuali di agevolazioni da applicare diversificate. In ogni caso l’agevolazione massima non può essere superiore alla percentuale sopra indicata.