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6 settembre 2017

L'AUTONOMIA E IL FUTURO DELLA VALLE D'AOSTA

Autonomia e futuro.
Faccio politica da un po’ di tempo, tuttavia mi sta venendo il dubbio di non aver ancora imparato “il mestiere” del politico e non so se sia un male.
Se la politica non è più in grado di offrire altro oltre allo spettacolo cui stiamo assistendo, fra tavoli allargati e tavolini ristretti, annunci di “réunification”, propositi di “réunion”, appelli all’”embrassons-nous” e improvvisa riscoperta dell’autonomia, il mio dubbio cresce ancora.
Quello che vorrei far capire a chi mi legge è che sono anch’io sconcertato per quanto parrebbe stia accadendo, anche se in questo momento non ho proprio idea se certe notizie appaiano sui giornali senza grosso costrutto, o se realmente si stia lavorando ad un ennesimo imminente cambio di alleanze politiche.
Mi permetto semplicemente di ricordare che neanche sei mesi fa, l’alleanza fra UV e UVP è saltata, ufficialmente perché non c’erano più le condizioni per governare assieme. L’UVP scelse di uscire dall’allora maggioranza votando con ALPE e MOUV una mozione di sfiducia costruttiva attraverso cui si diede poi vita ad una nuova maggioranza e ad un nuovo governo regionale.
Governo che, tra problemi contingenti ed emergenze, sta portando avanti il programma di legislatura e, senza proclami, cerca di venire incontro alle esigenze dei valdostani.
Ci sono tante cose ancora da fare da qui a fine legislatura, tanti tasselli ancora da sistemare per ricomporre il quadro della nostra piccola realtà che sia al contempo armonioso e ambizioso. Non avremmo dovuto, in passato, dormire sugli allori del nostro ricco bilancio; a maggior ragione non possiamo permetterci ora di non agire, di perdere tempo in discussioni pretestuose.
Anche ALPE ha accettato di sedersi a quel tavolo, ma lo ha fatto perché crede che può essere l’occasione, finalmente, per parlare di ciò che i movimenti autonomisti vogliono fare per la Valle d’Aosta, per difenderne l’autonomia e salvaguardarne la storia, ma soprattutto per proiettarla verso un futuro solido.
ALPE intende però mantenere l’impegno assunto con MOUV, PNV, S.A, UVP e il consigliere Padovani il 10 marzo 2017. Abbiamo il compito di traghettare la Valle d’Aosta dallo stallo in cui è stata lasciata andare spesso, ad una navigazione responsabilmente guidata, in grado di affrontare le difficoltà del momento, ma avendo ben chiara la mappa e il percorso che ci dovrà condurre ad un nuovo mondo.
Nel futuro della Valle d’Aosta ci sarà ancora, eccome!, l’autonomia, ma per difenderla e garantirla nel tempo dobbiamo essere capaci di farne buon uso: in primis governando bene e amministrando al meglio le nostre risorse, senza dimenticare però che facciamo parte di uno Stato e che apparteniamo ad una categoria, quella delle regioni a Statuto Speciale, che non gode di molte simpatie.
Ai signori che dichiarano di avere a cuore le sorti dell’autonomia, ai consiglieri regionali che si siedono ai vari tavoli dove si dovrebbe decidere per il bene della Valle, chiedo di riflettere bene prima di assecondare sommovimenti che, non solo non sarebbero capiti né graditi da gran parte dei valdostani, ma rischierebbero di mettere in ridicolo la nostra regione, senza peraltro portare a niente di concreto o di più incisivo, sul fronte politico, rispetto a quanto si sta facendo ora.
Convinto come sono che c’è bisogno più che mai di sobrietà, che le energie andrebbero spese per costruire una Valle d’Aosta proiettata oltre il 2020, chiedo a chi si occupa di politica un po’ di serietà. Mancano pochi mesi a fine legislatura, facciamo in modo di non dare ragione ai qualunquisti o ai disfattisti, cerchiamo di ridare dignità al “fare politica”, se ci riusciamo.
#Bienfaireetlaisserdire
Albert Chatrian

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Il presidente di Alpe Vallet: nessuna maggioranza con questa Union Valdotaine.

Alle condizioni attuali non è immaginabile una maggioranza che includa Alpe e questa Union Valdôtaine. Lo abbiamo sempre detto in maniera chiara. Oggi rappresentiamo due modelli opposti di Valle d'Aosta".

Lo ha dichiarato oggi in una nota Alexis Vallet, presidente di Alpe, in merito alle trattative in corso per un 'Rassemblement' delle forze autonomiste e all'eventualità di un cambio di maggioranza in Regione. Due giorni fa Vallet aveva dichiarato di non essere intenzionato ad abbandonare il tavolo di confronto sul documento comune, che dovrebbe essere sottoscritto in questi giorni da Uv, Uvp e Alpe, circa il rilancio di una politica regionalista e autonomista. 

Afferma oggi Vallet: "Noi pensiamo che il progetto nato a marzo (ovvero la coalizione di maggioranza Stella Alpina, Alpe, Uvp e Mouv ndr) rimanga la base da cui partire per costruire quel nuovo modello condiviso di Valle d'Aosta da proporre alle prossime elezioni"; e aggiunge: "Nessuno di noi si nasconde dietro a un dito. A marzo tutti sapevano perfettamente i rischi di un cambio di maggioranza a 18 e ci siamo assunti delle responsabilità. Ora va verificato e in fretta se la maggioranza c'è e a che condizioni. Se c'è, sarà necessario che ognuno rinnovi il suo impegno di responsabilità. Se non c'è, chi l'ha fatta mancare si assumerà la responsabilità politica di lasciare la Valle senza un governo". 

"Per quel che ci riguarda - conclude Vallet - daremo disponibilità a chiudere un bilancio che a questo punto non potrà più essere di maggioranza ma che sarà di responsabilità. Perché noi manteniamo i patti con i cittadini e non ci tiriamo indietro dagli impegni assunti per un calcolo elettorale".

Quanto all'ipotesi di abbandono del tavolo autonomista, il presidente di Alpe precisa: "Dovere di una forza politica è quello di proporre i modelli della società che verrà e non quello di distruggere senza prospettiva. Questa è la logica per noi degli 'Stati Generali Autonomisti' e la logica della nostra partecipazione ai tavoli di questi giorni".

Si tratta, per Vallet, di un "tentativo di superare il fossato che ancora oggi divide le forze nell’ottica del bene comune. Un tentativo dal risultato tutt’altro che scontato, perché implica la volontà di ciascuno di mettersi in discussione e di voler cambiare, ma è un tentativo che noi riteniamo vitale se vogliamo rilanciare questa Valle dopo anni di passi indietro sotto tutti i punti di vista".

Gli 'Stati Generali dell’Autonomia' potrebbero diventare per il vertice di Alpe "un momento rifondativo e ideale, aperto e moderno che porti allo scioglimento delle attuali forze politiche per creare qualcosa di nuovo. Una sfida epocale, ma una sfida per il futuro.Nei giorni scorsi abbiamo lavorato a un documento che lanciasse questa prospettiva. Un documento che verrà vagliato e valutato nelle prossime settimane dai rispettivi movimenti prima di un eventuale firma".

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ALPE propone una strada diversa 
25 settembre 2017

Eravamo e restiamo convinti della necessità di un momento rifondativo del quadro autonomista valdostano. Un momento che abbiamo sin da subito identificato con gli “Stati Generali dell’Autonomia”, con lo scopo di aprire un confronto per definire un modello politico e amministrativo condiviso fra tutte le forze autonomiste valdostane. E’ per questo che con interesse abbiamo accolto l’invito dell’UVP, perché quando si discute del futuro dell’autonomia della Valle noi vogliamo esserci, al pari di quando si discute di libertà, di partecipazione e di ecologia, il nostro acronimo che è anche il nostro pilastro. 

Il documento, sul quale anche noi abbiamo lavorato e ci siamo confrontati, alla fine però presenta una sintesi parziale per noi non sottoscrivibile poiché: 

1. ALPE è convinta che un futuro diverso e migliore non possa prescindere da una rilettura critica dei percorsi compiuti negli anni precedenti su cui riposano buona parte delle ragioni della crisi delle nostre istituzioni. 

2. ALPE sin dal primo momento aveva rilevato come la definizione “Unionista” fosse troppo restrittiva per un progetto che si vuole invece aperto e inclusivo. Per ALPE infatti una visione politica di prospettiva deve guardare avanti e non indietro, deve essere libera dai condizionamenti del passato e deve includere sensibilità ed energie, che si ritrovano nell’autonomismo e nel federalismo, ma non necessariamente nell’unionismo. 

3. Sono completamente assenti quegli elementi di discontinuità che riteniamo indispensabili per immaginare qualunque accordo elettorale a fianco dell’UV, il principale partito con cui tanto duramente ci siamo scontrati negli ultimi anni, in ragione della profonda diversità di visione della Valle d’Aosta. 

Quattro anni fa abbiamo chiesto fiducia agli elettori sulla base di un progetto autonomista e progressista. Oggi i nostri amministratori quotidianamente dimostrano nei fatti come sia possibile affrontare e risolvere i problemi eredità del passato e con questa stessa determinazione affronteremo i prossimi mesi densi di impegni e appuntamenti elettorali. 

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