19 novembre 2012

DEMOCRAZIA, AUTONOMIA E TANTO BUON SENSO!

Un riflesso condizionato, una sorta di becera pulsione istintiva, quella che fa reagire una certa politica di fronte alla sconfitta con un… “non avete capito” o con “…ha prevalso la pancia”. Non ho mai condiviso questo tipo di reazione anche quando veniva da settori della mia parte politica di fronte a elezioni improntate sulla demonizzazione dell’immigrato o su quella degli avversari. Su una questione assai più netta come quella della gestione del ciclo dei rifiuti è veramente sconfortante pensare che la preoccupazione maggiore che passa nella testa della maggioranza regionale, dopo questa storica vittoria referendaria, sia quello di delegittimare questo voto con la più classica delle scuse. Sostenere che i 51000 valdostani che gli hanno dato torto lo abbiano fatto senza una decisione razionale ma in preda alla paura è inaccettabile. Nessuno chiede a nessuno di cambiare idea nel merito del pirogassificatore e nemmeno, ribadisco, sugli equilibri politici che governano la regione e che, in questo caso, non erano in discussione. Ma se la reazione degli sconfitti è dare degli stupidi emotivi a chi ha scelto diversamente dalle loro indicazioni, allora si cambia gioco. I valdostani hanno deciso. Lo hanno fatto in modo razionale e nettissimo doppiando in termini numerici quel 20% di elettori che, presumibilmente, si sono aggiunti, su indicazione delle forze di maggioranza, all’astensione fisiologica e indistinta che colpisce ogni consultazione elettorale. Lo hanno fatto con quella “intelligenza diffusa e popolare”, non necessariamente condivisibile, che guida il paese e che la politica fa sempre più fatica ad interpretare e rappresentare. Il SI ha vinto con grande margine su quei No che, con senso civico e coraggio, hanno scelto di recarsi alle urne ed esprimersi. Questi sono i fatti. Non sarebbe meglio, quindi, portare più rispetto e fare una riflessione seria sugli errori commessi piuttosto che cercare scuse autorassicuranti? Non sarebbe più sensato, per chi ha perso, ma anche per chi ha vinto, provare a domandarsi in che modo debbano evolvere le mie stesse convinzioni e i mie assunti programmatici per fare fronte ad una nuova situazione? Chi deve assumersi le sue responsabilità lo faccia in fretta e con serietà. Quindi, per favore…. Evitate di scegliere la via più facile e di offendere la nostra (e la vostra) intelligenza. Niente semplificazioni. Grazie ;
Ma allora cosa dovrebbero fare ora le forze in campo?
A mio parere cinque cose:
1) Innazitutto prendere atto di una risposta partecipativa e di apprezzamento del metodo referendario. La gente vuole partecipare di più e va cambiata le legge sul referendum propositivo del 2003 abolendo il quorum e definendo regole più chiare e nette per la sua indizione. Ma c’è di più. La bella prova di democrazia che i valdostani hanno dato è innanzitutto una forte iniezioni di vitalità e di giovinezza per la nostra autonomia. Il referendum propositivo è una espressione di questa nostra autonomia e il boicottaggio del voto sarebbe stato un colpo al cuore al significato profondo del nostro statuto e dei valori identitari della Valle d’Aosta. L’esito rimette tutto in moto. Chi si dichiarava autonomista ma ha fatto la scelta dell’astensione ora deve tornare a spiegare cosa intende con questo aggettivo e che valore da a questa rinnovata forma di autogoverno dei valdostani.
2) Va preso atto “programmaticamente” e “progettualmente” che sul ciclo dei rifiuti c’è una volontà popolare chiara. Questa volontà si chiama raccolta differenziata e Trattamento Meccanico Biologico a freddo. Il piano B, come è stato detto, è diventato il piano A e la Giunta regionale non può sottrarsi dal dovere politico e istituzionale di implementarlo. E’ una volontà, tra l’altro, che è anche una offerta di sostegno e di assunzione di responsabilità dei cittadini. E’ un consenso in positivo e una energia che potrà sostenere in ogni comunità valdostana un progetto serio di riduzione, ricupero e riciclo dei rifiuti come indicato da Valle Virtuosa. Cosa volete di più?
3) Il comitato del Si deve essere coinvolto nelle forme e nei tempi utili a fare di una partecipazione popolare una risorsa per le istituzioni. Se chi ci governa si approccerà serenamente all’esito referendario sono certo che si costruirà un rapporto proficuo per tutti.
4) Valle Virtuosa deve continuare ad alimentare quel processo culturale e politico che ha dato al risultato di ieri. C’è molta strada da fare e molti da convincere per fare dell’attenzione all’ambiente e alla salute una acquisizione diffusa e un tratto evidente della Valle d’Aosta.
5) Le forze politiche che hanno appoggiato il referendum e che hanno dato vita al Comitato per il Si con Valle Virtuosa, devono offrire un progetto politico coerente con questo grande risultato e, adesso si, “buttarla in politica”! La questione dei rifiuti è un inizio. Per dare concretezza ad una Valle d’Aosta in cui sia possibile un modello di sviluppo innovativo e sostenibile è necessario che si affermi una diversa visione delle istituzioni e una idea più complessiva che sia in grado di tenere insieme istituzioni più leggere e sobrie, un intervento forte verso la green economy e lo sviluppo occupazionale, uno stop alla cementificazione, un welfare attivo e più diffuso e inclusivo, meno grandi opere e più cura del territorio e delle nostre comunità, infrastrutture moderne e veramente utili.
Fabio Protasoni

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