8 novembre 2012

FABIO PROTASONI: RIFLESSIONI SULLA CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI

Aosta 08 Novembre 2012

Care e Cari,

                  scusate se vi disturbo sulla vostra mail ma, come sapete, il 18 Novembre siamo tutti chiamati a votare per un referendum molto importante.

Il quesito proposto è semplice: ci chiede se vogliamo introdurre in Valle d’Aosta una norma che vieti la possibilità di bruciare i rifiuti urbani sul nostro territorio ed impedire, quindi, che si costruisca nella “plaine” di Aosta un grosso impianto di incenerimento come quello deciso dalla Regione.

Probabilmente ti sei già fatto una opinione.
 
Mi sembra di constatare, però, che sui media e nel dibattitto pubblico ci sia molta confusione.
Tra i sostenitori delle diverse posizioni c’è chi, purtroppo, esagera e fa proclami e affermazioni false come quella di paventare un futuro con una moltiplicazione di discariche o quello con i rifiuti per le strade della Valle come a Napoli.  
In parte è normale… Se il tema non fosse controverso non ci sarebbe stato bisogno di fare un referendum. In parte è sempre difficile orientarsi in consultazioni locali laddove non ci sono i mezzi per far arrivare ovunque una informazione completa. Così chi fa più rumore o la spara più grossa rischia di avere la meglio.

Quale che sia l’idea che ti sei fatto mi permetto di provare a proporti, in amicizia, alcune riflessioni nella speranza che un pensiero in più o un’informazione diversamente spiegata possa esserti utile oppure essere utile a qualche tuo conoscente.

Il nocciolo della questione è senz’altro quello legato alla salute. Molti studi medici, in questi anni, hanno rilevato, purtroppo, come l’incidenza di tumori cresca sensibilmente nelle aree geografiche dove si opera una qualche forma di combustione dell’immondizia.
Molti studi scientifici hanno fissato che questo dipende dalla fuoriuscita, mai del tutto evitabile, di sostanze come la “diossina” o le “polveri sottili” che, poco per volta, si accumulano nell’ambiente ed entrano nel ciclo alimentare e nell’aria che respiriamo e arrivano fino a noi. Esistono poi scienziati che hanno scoperto sostanze ancora più pericolose e sfuggenti, come le nanoparticelle, che non possono essere filtrate o abbattute e che, comunque, riescono ad entrare nell’ambiente in cui viviamo. Questo avviene perché il rifiuto è composto da una quantità enorme di sostanze chimiche diverese che si combinano in modi sempre nuovi e difficilmente controllabili quando si bruciano. In attesa che lo stato definisca nuove leggi e normative, in base alle nuove scoperte della scienza, probabilmente è meglio essere prudenti e applicare un principio di precauzione. In sintesi se non siamo sicuri al 100% che non faccia male è meglio cercare un’altra soluzione. Nel caso del Pirogassificatore questa certezza non c’è perché si tratta di una tecnologia che, nella forma e per l’utilizzo proposto, non ha nessun riscontro esistente. Anche i dati sull’inquinamento prodotto, proposti da Arpa, sono stime e simulazioni fatte al computer…  
Vale la pena rischiare?

Una seconda questione è, a mio parere, quella relativa all’impatto economico e sociale che potrà avere un tale impianto. Si tratterà di un grosso impianto industriale alle porte di Aosta con una superfice di 8000 m2 e con un camino alto 60 metri che butterà nell’aria 2.000.000 di metri cubi di fumi al giorno.(non è una esagerazione… è proprio così) Uno spettacolo che di certo non passerà inosservato ai turisti che attraversano la valle o agli imprenditori che verranno da noi per comprare i nostri prodotti alimentari. La sensibilità verso la salubrità e la genuinità degli alimenti è una cultura in grande crescita nel nostro paese. Come cambierebbe l’immagine del nostro vino, della nostra fontina o della nostra carne se la fotografia di presentazione della Valle d’Aosta sarà “arricchita” da questo impianto? Il pirogassificatore, se non passa il referendum, ci costerà 225 milioni di euro in 20 anni. Anche se è una cifra comprensiva di servizi diversi e investimenti, anche per la gestione dell’attuale discarica è evidente a tutti che si tratta di una cifra enorme e che ci vincolerà, a questa scelta, per i prossimi due decenni. Ha veramente senso, in presenza di alternative credibili come il TMB (trattamento meccanico biologico), spendere tutti questi soldi?

La terza questione è proprio l’alternativa. Esistono, in Italia, esperienze già in atto, efficienti e credibili, per gestire il ciclo dei rifiuti. Innazitutto bisogna fare politiche serie di riduzione dei rifiuti. Ne produciamo troppi e senza preoccuparci troppo delle conseguenze. Poi occorre promuovere, sostenere e incentivare una raccolta differenziata estesa e di qualità. Non è difficile. E’ necessario che l’amministrazione pubblica investa su politiche adeguate e che cambi il sistema della tassa sui rifiuti. Si potrebbe stabilire, ad esempio, che il cittadino paghi solo per la quota di rifiuti “indifferenziati” che produce. Se differenzi non paghi e se invece mischi tutto ti facciamo pagare le spese per la raccolta. Sarebbero tutti portati a fare più attenzione. La quota di rifiuti urbani rimanenti potrebbe essere inviata ad un impianto di trasformazione (TMB Trattamento meccanico biologico) che riseleziona e ricupera ancora tutto il ricuperabile lasciando un’ultima piccolissima frazione secca non pericolosa che potremmo buttare in discarica allungandone la vita di 60/70 anni. In 60 anni ne succedono di cose….. I sostenitori del pirogassificatore, in mancanza di argomenti fondati, hanno detto molte assurdità sul TMB come quella che prevederebbe l’apertura di nuove discariche. E’ falso. Il TMB è il sistema in uso in centinaia di territori italiani e tratta già oggi, in Italia, 9,7 milioni di tonnellate di rifiuti.

Da ultimo vorrei sottoporti la mia idea sul referendum. Questo tipo di referendum (propositivo) esiste solo in Valle d ‘Aosta e a Bolzano. E’ il frutto della nostra autonomia e di quei valori di autogoverno e di responsabilità che hanno fatto della Valle una regione a Statuto Speciale. E’ uno strumento prezioso. Chi ci invita all’astensione non tiene conto del fatto che Autonomia (…decidere da sé sulle cose di casa nostra) e l’Astensione (delegare ad altri…) sono in diretto contrasto.
Abbiamo una occasione unica per dimostrarci responsabili di noi stessi, sia che vinca il No che se vince il Si. Perché rinunciarvi?

Io il 18 Novembre vado a votare e voto Si. Lo faccio perché è un dovere e perché mi convince l’idea che in Valle d’Aosta possiamo costruire un modello nuovo che possa essere d’esempio anche per altri.

Ho fiducia in noi.

Spero di non avervi annoiato troppo ma ci tenevo a scambiare queste quattro idee.

Grazie per l’attenzione

FABIO PROTASONI
AOSTA

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