Lo “storico” polmone verde del Viale della Pace ha subito negli anni vari cambiamenti legati soprattutto alle mode del tempo più che alla salvaguardia del verde.
Me lo ricordo molto bene quando gli alberi erano bassi e i bambini ci si arrampicavano o giocavano con i ricci e le castagne, non c’era ancora la scuola media Einaudi, e nei dintorni erano tanti gli spazi verdi. Come ricordo quando l’erba è stata sostituita dalla pavimentazione di autobloccanti di oggi e ai tronchi è stato permesso di continuare a crescere in stretti spazi lasciati liberi apposta. Anche allora l’amministrazione pubblica ribadiva l’intenzione di voler mantenere il viale e il verde ma che bisognava limitare i costi di manutenzione e che gli alberi con le loro chiome non lasciavano filtrare la luce del sole impedendo all’erba di crescere in maniera uniforme…non era bello a vedersi!!
Questa la storia. Ma il Viale della pace è ancora oggi un’area di forte valenza sociale lo confermano il frequentato mercato rionale, i negozi e le attività del circondario e lo storico bar che oggi ha ben deciso di spostare il proprio déhors nel viale.
Oggi gli alberi sono malati e quindi non vanno curati, ma abbattuti. Naturalmente verranno sostituiti da altri alberi ad alto fusto, già grandi, e non dalle solite pianticelle insignificanti.
Ma se tutto è risolto, e le assicurazioni del comune fanno ben sperare che senso ha creare un comitato? Forse perché l’esperienza ci ricorda che senza i comitati il numero delle piante in città sarebbe molto più basso.
Gli alberi per non sparire come d’incanto hanno bisogno di un comitato a vigilare.
Com’è successo per quelli di via Torino o di via Xavier de Maistre o del viale della Stazione, dove, come dice un giornale, sono rimasti, a ricordo, solo i sedili ricavati dalla base del tronco. E chi non ricorda il comitato per la difesa dei pioppi nei pressi delle mura romane e della ex – biblioteca regionale. Senza quei cittadini il numero degli alberi abbattuti in quella zona sarebbe stato sicuramente maggiore.
Due casi emblematici testimoniano lo scarso interesse del Comune di Aosta nei confronti del verde pubblico e la mancanza di programmazione seria: Il Parco cittadino che dovrebbe sorgere al centro della città tra piazza Roncas e via Monte Solarolo e Il parco attrezzato di Regione Saumont.
Il primo per la lentezza esasperante della sua progettazione e realizzazione che va a toccare gli interessi di quanti in quella zona hanno gli orti. Il secondo per la distruzione di un area naturale stupenda ma decentrata in rapporto alla città in parco cittadino attrezzato con strutture megagalattiche. Progetto che per fortuna è stato ridimensionato a seguito dei ben noti eventi calamitosi.
A proposito di questa area l’assessore comunale ai LLPP ha assicurato che l’area non subirà ulteriori pesanti interventi e che i laghetti, ora stagni, ritorneranno al più presto alla normalità.
Valter Manazzale
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