9 ottobre 2012

IL REFERENDUM DEI CITTADINI: UNA FESTA DELLA DEMOCRAZIA

"Intuire quel che è giusto,  ma non praticarlo è meschino"
Confucio
Dedicata a coloro che dicono di non andare a votare o ordinano ai settimanali locali titoloni extra large invitando all'astensione.

Alla faccia della Par condicio...

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Lettera ai cittadini
 
Sono una semplice cittadina del tutto estranea ai partiti politici. Faccio parte, insieme ad altre quattro persone, del Comitato promotore del Referendum sul pirogassificatore.
Ho scelto di dedicarmi alla questione del trattamento dei rifiuti in Valle, perché, come tanti, sono convinta che il pirogassificatore sia una scelta sbagliata, così come, del resto, indicato nelle Linee Guida dell’Unione Europea che sconsigliano i trattamenti a caldo dei rifiuti (incenerimento/pirogassificazione) nei territori di montagna, dove la dispersione degli inquinanti è scarsa, anche per l’effetto dell’inversione termica. Penso che scelte che hanno forti ripercussioni sulla salute e sull’ambiente non abbiano alcun colore politico, ma siano assolutamente trasversali. Penso che la questione è assolutamente tecnica e non politica. Studiandola dal punto di vista legislativo, osservando e analizzando i modelli virtuosi di gestione dei rifiuti, leggendo gli studi sui danni alla salute dell’incenerimento, ci si può facilmente fare un’idea spassionata e oggettiva.
Questo è il Referendum di noi cittadini. Non lasciamo che la si butti in bassa politica. Non è nell’interesse di noi cittadini che la si butti in bassa politica. Il nostro interesse è che si compia la scelta migliore in materia di rifiuti rispetto all’economicità, ai rischi per la salute, all’immagine turistica e dell’agricoltura tipica, a una strategia vincente per il futuro della Valle d’Aosta. E’ purtroppo in atto una precisa strategia di comunicazione che tende ad annullare il merito della questione. Che tende a far passare il messaggio “il Referendum è un banco di prova per le elezioni regionali”, vaghe insinuazioni del tipo “qualcosa bolle in pentola”. Ma quale pentola?
No, non è così: il Referendum serve per esprimersi su una questione di merito ben precisa, cioè il sì o il no ai trattamenti a caldo dei rifiuti in Valle (incenerimento/pirogassificazione).
Il Referendum è massima espressione di democrazia, poiché dà voce alla popolazione e nella sua forma propositiva (prevista solo in Trentino e Val d’Aosta) mette in atto un diritto particolare sancito dalla legislazione regionale valdostana.
Il Referendum è un’occasione di crescita culturale per i valdostani, perché la democrazia e la forza di una comunità si sostanziano nell’accesso all’informazione e non nel loro coinvolgimento in sterili baruffe politiche.
Il Referendum non c’entra nulla con la politica.
Non svilite la comunità valdostana, l’intelligenza dei valdostani, l’onestà intellettuale dei valdostani. Fate sì che le persone si informino, studino, partecipino alle occasioni informative. E possano arrivare al 18 novembre consapevoli e informati, per condividere una scelta che avrà conseguenze per i prossimi 23 anni.
Siamo almeno in 11.000 cittadini ad aver manifestato perplessità sul pirogassificatore. Sono 127.000 i valdostani chiamati in causa da questa scelta cruciale.
Non riducete la questione a schermaglie tra 4 politici di maggioranza e di opposizione. E’ una strategia comunicativa che non fa bene alla Valle.
Occorre che si organizzino tante occasioni informative sul tema dei possibili scenari di gestione dei rifiuti. In modo che i valdostani arrivino al Referendum informati, cresciuti culturalmente e lo trasformino in quello e solo quello che una consultazione referendaria, sia che vinca il sì, sia che vinca il no, deve essere: una festa di autentica democrazia.

A.G.
Lettera a la Stampa del 21/09/2012

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