24 settembre 2017

UNIONE EUROPEA E NUOVE REGOLE PER L'ECONOMIA CIRCOLARE

Osservazioni a ruota libera sul rifiuto residuo procapite.

230 kg di produzione annua procapite (solo popolazione residente) di rifiuto indifferenziato è un dato buono paragonato per esempio al dato medio dell'Emilia romagna di circa 270 kg procapite, ai circa 350 della Puglia, ai 140 del Veneto, ecc. Il dato è comunque un dato grezzo perchè prodotto sia dalle famiglie che dalle utenze non domestiche.
Su una produzione complessiva di 500 kg di rifiuti (tutti, indifferenziato + differenziato) quale è la media nazionale, circa il 60% è prodotto dalle famiglie e il 40% dalle attività (negozi, bar, ristoranti, ecc)quindi 300 Kg sono mediamente prodotti da ogni singolo abitante residente e il resto dalle attività.
Proporzione analogo (non uguale) la si ha anche su quegli 88 kg di rifiuto residuo, per cui le persone produrranno mediamente circa 50 kg e le attività il resto.La campagna dei 100 kg è stata lanciata ormai 5 anni.  Il limite dei 100 kg, sicuramente molto alto, e facilmente superabile. Ora molti comuni arrivano alla soglia dei 50 kg.  Ora, viste le nuove condizioni, quell’obiettivo va rivisto abbassando la soglia.  Quindi non il criterio perfetto, ma un criterio che fa fare un passo avanti rispetto a quello taroccato di raccolta differenziata.
Credo che questo criterio sia migliore anche rispetto a quello di rese di riciclaggio che sta per essere varato dalla UE con la nuova direttiva, proprio perché anche le rese di riciclaggio, sebbene più corrette rispetto alla rese di raccolta differenziata (per esempio escludono la plastica differenziata che va al cosiddetto recupero energetico) comunque possono essere taroccate con lo stesso meccanismo, travasando rifiuti speciali in urbani o facendo diventare rifiuto urbano l’erba dei campi, per fare più verde riciclato. Non è rendere quantitativamente massimo il riciclaggio che importa, ma ridurre al massimo la produzione di rifiuti e riciclare tutto quello che rimane, rendendo zero o quanto più vicino possibile a zero il rifiuto smaltito in discarica o inceneritore. Comunque il criterio meglio definito di riciclaggio permette di meglio calcolare per sottrazione quanto non è riciclato, e può dare una mano a stanare i furbetti che cercano di aggirare gli ostacoli, che siano comuni o gestori, come nel caso da te citato. Non illudiamoci che i furbetti scompaiano qualsiasi criterio e strategia adottiamo, ci saranno sempre e proprio per questo sono importanti gli osservatori regionali e locali, assieme a tutte le iniziative che continuamente proponiamo sui territori di riduzione, riuso e ricerca sul residuo. 
Due cose importanti:  Rivedere il criterio di minimizzazione dei rifiuti non riciclati, alla luce anche della nuova direttiva, ed eventualmente mettere a punto un nuovo criterio;  potenziare la rete dei comuni rifiuti zero attraverso un maggiore coordinamento e una serie di iniziative rivolte a loro.

Nessun commento: